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Autore: EvrenAll    19/06/2017    0 recensioni
"Dove finiscono i sogni dimenticati?"
Sequel di Elizabeth.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(No Surprises - Radiohead)








13 giugno 1991



-E se dormissimo e basta..?-

Un sussurro, prima che potesse salire su di me con la chiara intenzione di baciarmi, spogliarmi, toccarmi, immergersi dentro di me.

Inclinó la testa soppesandomi con lo sguardo per un attimo di troppo.

-Sei stanca, bimba?-

Si accostò semplicemente al mio corpo, lasciando seppellire il mio viso sul suo petto nudo.

-Un po’-

-Sembra che andare in Indiana non ti abbia fatto bene-

Chiusi gli occhi, accompagnata dalle lievi carezze sulla mia schiena e sui miei capelli.

-È stato singolare-

Vedere l’uomo che amavo sul palco, circondato da una folla entusiasta mentre io, piccola formica, venivo schiacciata dalle sue parole e dalla consapevolezza di non essere nient’altro che parte della folla stessa non era stato semplice.

Era come se io, Elizabeth, non fossi stata lì: Axl, così come gli altri ragazzi della band, non avevano visto nessuno di noi del pubblico, nessuna singolarità. Solo pura e semplice folla.

-Morgan mi ha detto che ti sei sentita male-

-C’era troppa gente, ho preferito defilarmi prima di svenire lì-

Sospirai piano. Non era andata proprio così, ma quella spiegazione sarebbe dovuta bastare a Joe.

Arretrai, a disagio, fino ad appoggiare la testa sul cuscino.

Riaprendo gli occhi vidi il mondo crollato nella mia testa riflettersi in una sua lieve smorfia di preoccupazione: avevo rifiutato il sesso, ora scappavo dal contatto con lui e non riuscivo a fare a meno di mentirgli.

-Le avevo detto che non sareste dovute andare da sole-

Così come non riuscivo a smettere di pensare alle parole uscite dalla mia stessa bocca qualche giorno prima a casa di Steven e al fatto che sapevo che l’uomo che mi stava accanto non era l’uomo che volevo.

La pelle che toccavo non era la Sua, gli occhi non erano i Suoi, i capelli, le labbra…

Non amavo Joe. Non l’avevo mai amato e non mi sarebbe mai stato possibile farlo.

Senza guardarlo trascinai le dita sul suo petto, fino ad appoggiarle al capezzolo sinistro. Sentii una nuova piccola crepa farsi strada nel mio cuore ricordando il sottile anello di ferro, un altro riferimento del Suo corpo.

-Elizabeth?-

Venni riportata a terra dalla sua voce.

-Stai bene?-

Di nuovo nel mio corpo, presi consapevolezza del sorriso allampanato che erano andate a formare le mie labbra e del sottile velo d’acqua che mi faceva vedere tutto sfocato: il minimo per inumidire gli occhi, non abbastanza per versare lacrime.

-Credo di sì-

Mentii di nuovo.

Avevo già deciso cosa fare. Non mi era chiaro se in quel momento, o fin dall’attimo in cui avevo iniziato questa parentesi di vita con Joe. Quell’insulsa notte in Indiana era stata l’ultima goccia necessaria a far traboccare il famoso vaso.

Quanti giorni mi ci sarebbero voluti per trovare il coraggio di dare voce alla mia scelta?





 
  
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