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Autore: warblerslushie    20/06/2017    0 recensioni
"Kurt rompe il fidanzamento e lascia Blaine... 3 anni dopo è in uno strip club a festeggiare il suo "nuovo" addio al celibato... e vede Blaine lavorare... Blaine sta lavorando li nello strip club... sopportando sguardi e tocchi sgradevoli solo per assicurarsi che "suo figlio" sia ben curato.... "
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Carole Hudson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Il cigolio della porta della camera degli ospiti avvisò Cooper che qualcuno si era alzato e che stava girovagando per il suo appartamento.

Per molto tempo , Cooper aveva vissuto da solo, a parte qualche volta in cui una delle sue ragazze era rimasta a dormire o a parte qualche scappatella di una notte.

Tuttavia, qualche giorno prima, suo fratello minore si era presentato a LA, spezzato e sconfitto, la sua solita vivacità, che scaturiva da ogni singolo poro, era spente e senza vita.

Cooper non vedeva suo fratello in quelle condizioni da quella sera in cui era tornato a casa dopo una frenetica telefonata di sua madre solo qualche anno prima.

Oh.. quando desiderava che quella donna si interessasse a suo figlio più piccolo ora, come aveva fatto quella sera.

Cooper non era uno stupido.. o almeno non tanto stupido quanto pensava la gente.

Amava i suoi genitori nonostante le loro differenze.

Non pensavano che recitare fosse un lavoro redditizio e gli stavano sempre addosso perché tornasse a scuola e trovare un lavoro molto più concreto.

Per anni, li aveva ignorati, lasciando che riversassero tutte le loro ambizioni su Blaine , invece.

Ma poi suo fratello minore fu cacciato quando fece coming out ( si fa per dire) dopo il Sadie Hawkins quando lui ed un suo amico  furono picchiati fino a ridurli quasi senza vita.

Quella notte, Cooper ed il resto della famiglia Anderson scoprirono il grande segreto che Blaine aveva tenuto nascosto per anni.

Cooper ne aveva avuto il sospetto, ma non aveva mai detto nulla.

I suoi genitori ,invece?

Avevano agito come se la notizia di Blaine fosse il peggiore colpo della loro vita, come se la frase “sono gay” fosse la cosa peggiore che loro figlio potesse dirgli.

Non vi odio o ho ucciso qualcuno.. ma sono gay.

Da allora le cose non furono più le stesse e mentre guardava suo fratello scivolare su uno sgabello al tavolo per la colazione, si chiese cosa esattamente fosse successo trai suoi genitori e suo fratello minore che aveva fatto correre Blaine da lui , percorrendo tutti gli Stati Uniti  invece di guidare/volare a sud per tornare nella loro casa natale.

“Vuoi dei cereali? Ho i tuoi preferiti.. alla mela e alla cannella.”

Blaine guardò la scatola chiusa di cereali che Cooper stava sventolando e scosse la testa, incurvandosi in avanti per appoggiare la testa tra le mani .

Il suo respiro tremante e tranquillo , ma dopo qualche istante di silenzio, si trasformò in deboli lamenti .

“Blaine? Hey.. cosa sta succedendo?

Si tratta di Kurt?

Dai.. non piangere per lui.. non ne vale la pena..”

“Sono incinto…” singhiozzò Blaine , piangendo forte ora mentre tutto il suo corpo tremava , scosso fino ai muscoli

I singhiozzi , che squarciavano il suo petto, spezzarono il cuore di Cooper, ancora scioccato per quello che gli aveva detto suo fratello, che lo aveva gelato sul posto.

Blaine era incinto?

Incinto nel senso che.. avrebbe avuto un bambino?

Come poteva essere successo?

Okay.. in realtà sapeva come era successo.. ma non capiva come muoversi.

Il fatto che suo fratello lo avesse chiamato solo un giorno prima , in lacrime , dicendo che aveva bisogno di andarsene, lo aveva tenuto in agitazione tutto il tempo.

Sapeva che Kurt aveva spezzato il cuore di suo fratello e che questa volta Blaine era stato preso alla sprovvista.

La loro prima rottura fu ovvia; Blaine lo aveva tradito e lasciarsi fu inevitabile.

Ma quando erano tornati insieme e Blaine gli aveva confessato che avrebbe chiesto a Kurt di sposarlo, Cooper gli augurò buona fortuna anche se pensava che impegnarsi così presto fosse una follia.

Ora Kurt se n’era andato.

Blaine era a LA… oh.. ed era incinto.

Blaine, non Kurt.

Blaine , il fratello minore di Cooper .

Dio.. il suo fratellino che non aveva ancora 20 anni.

Aveva solo 19 anni Blaine Devon Anderson.

Futuro padre adolescente.. Blaine Anderson.

Futuro padre single di un BAMBINO.. Blaine…

Cooper si sentì male.

“Cosa farai?”

“Non lo so.. Dio! .. non lo so, Coop.. Cosa dovrei fare?

 Non posso crescere un bambino da solo…”

Blaine stava disperandosi ora, il suo pianto pietoso e straziante.

Questo era un disastro di proporzioni epiche, qualcosa che Cooper non aveva mai visto…

L’ultima volta che era stato con Blaine, mentre suo fratello era così emotivo, fu quel giorno in cui lo aveva spiato al McKinley ed aveva visto il suo timido fratellino arrabbiato cantargli una canzone su quanto Cooper lo facesse incazzare.

Avevano superato quel periodo ( almeno un po’) ed ora erano qui…Blaine era ad un passo dal cadere a pezzi e Cooper non aveva idea di cosa fare.

“Ne verremo a capo.. noi.. aggiusteremo tutto..”

Blaine tirò su col naso , asciugandosi le lacrime dalle guance con la manica della sua maglietta.

Appoggiò le mani sullo stomaco e Cooper si ritrovò con un nodo in gola alla vista della pancetta che sfoggiava suo fratello.

Sotto quelle mani , sotto quella pelle e quei muscoli e dio sa cosa ( Cooper non era un esperto del corpo umani.. fagli causa..) c’era un bambino che cresceva.

Un feto si stava sviluppando nella pancia di Blaine, un ricordo dell’uomo che lo aveva distrutto.

Sarebbe stato capace di portare avanti la gravidanza?

Avrebbe voluto farlo?

Cooper guardò suo fratello , ancora ansante e poi fece un passo in avanti stringendo il ragazzo tremante tra le braccia.

“Andrà tutto bene, Blaine… tutto andrà bene.. troveremo una soluzione.. te lo prometto”.



L’aeroporto LAX era rumoroso come al solito.

Turisti e Californiani frettolosi si facevano strada tra la folla ferma così come Cooper che ci girava attorno, con suo nipote stretto tra le braccia mentre si dirigevano verso il gate dove avrebbero incontrato  due persone molto speciali.

Erano passati anni da quando Cooper  aveva visto per l’ultima volta la coppia ed era incredibilmente nervoso.

Ma nulla gli metteva lo stomaco così sottosopra come il sapere che Landon stava per incontrare per la primissima volta i suoi nonni.

Era un evento enorme.

Per molto tempo il mondo di Landon era formato solo da suo padre, sua zio Cooper e sua zia Avery.

Non c’erano stati nonni, cugini o amici di famiglia intorno a lui, tranne i tre che lo avevano cresciuto.

Ora c’era un’altra persona speciale ( Kurt ) e adesso ci sarebbero stati due nonni che Cooper sapeva che avrebbero adorato ogni singola cosa del loro unico nipote.

“Siamo arrivati?” chiese Landon , riportando Cooper alla realtà, agitandosi arrabbiato tra le braccia dello zio, stanco di essere trasportato.

Di solito Cooper lo avrebbe lasciato camminare, girovagare da solo , tenendolo però d’occhio, o lo avrebbe tenuto al suo fianco per tutto il tempo.

Tuttavia, in un posto così incasinato , non poteva permettersi di perdere Landon tra l’enorme folla.

Il mondo reale era spaventoso e c’erano dei maniaci che avrebbero rapito un bambino in un attimo, se lo avessero trovato impreparato o che vagava da solo .

Landon non si sarebbe allontanato con uno sconosciuto, Blaine era stato bravo ad insegnargli di rimanere sempre accanto alla persona a cui era affidato.

Ma diventando un po’ più grande , Landon era diventato più fiducioso e tendeva a vedere il meglio nelle persone, inclusi gli estranei.

Così , anche se l’odiava , Landon fu costretto ad essere tenuto in braccio per tutto l’aeroporto fin quando non avrebbero raggiunta la zona in cui dovevano andare.

“Siamo quasi arrivati , schizzetto, Aspetta.”

Evitando alcune valigie , Cooper si precipitò giù per il terminale e quasi si scontò con una famiglia che si era , casualmente, fermata a chiacchierare sull’andare a prendere qualcosa da mangiare.

Landon urlò, ridendo quando lo zio fece una piroetta per evitare di calpestare una piccola bambina , e poi , superandoli, con Cooper che si scusava , si immersero di nuovo nella folla disumana.

Gli ci vollero alcuni minuti  e numerose e gentili scuse per superare la folla soffocante, ma presto furono nella zona dell’aeroporto dove avrebbe dovuto incontrare i genitori di Kurt.

Sospirando felicemente per il fatto che finalmente poteva metter giù suo nipote ( Landon non era più tanto leggere come prima.. oh.. i vantaggi dell’essere un bimbo cresciuto..) , Cooper permise al bambino di scivolar via dalla sua stretta e saltellare sul pavimento, unendo immediatamente le loro mani non appena Landon fu accanto a lui, e vide molta gente venire verso di loro.

“Sono qui?”

Landon non sapeva nemmeno chi stessero aspettando.

Tutto quello che Cooper gli aveva detto era che sarebbero andati ad incontrare i genitori del sig. Kurt e questo fu tutto.

La spiegazione più importante poteva essergli data da Kurt e Blaine, e fin quando uno dei due non avrebbe potuto parlare senza sembrare qualcuno che avrebbe sputato a colpi di tosse i polmoni, Landon sarebbe rimasto all’oscuro di tutto.

Stringendo la mano di suo nipote, Cooper gli sorrise, focalizzandosi , poi, sulle persone che gli camminavano davanti.

“Quasi, Lan. Il loro aereo è appena atterrato ; dovremmo aspettarli un po’ “

Si fermò, ruotando gli occhi verso l’altro mentre ripensava ai piani del giorno.

Burt e Carole stavano per incontrarsi con loro, poi sarebbero andati tutti a mangiare qualcosa e poi , secondo le decisioni di Cooper, avrebbe portato i due nonni a casa di Blaine e li avrebbe scaricati li ( insieme a Landon ) e poi se la sarebbe data a gambe.

Sfortunatamente, aveva da registrare questa settimana così’ si sarebbe perso molte delle cose interessanti, ma sapeva anche che se fosse successo qualcosa, Blaine lo avrebbe chiamato.

Comunque ne dubitava …

“Oh!.. hai il tuo cartello?”

Landon sorrise, ridendo un po’ mentre guardava lo zio imponente.

“Lo hai tu, zio Coop! È nella tua tasca!”

“Oh.. beh.. guarda un po’…si.. eccolo..”

Cooper tirò fuori il pezzo di carta e lo diede al bambino, guardando Landon, con un sorriso, mentre lo apriva e cercava di togliere tutte le pieghe, prima di tirarlo su mostrando con orgoglio la scritta:

Ciao nonno, ciao nonna.

Cooper lo aveva aiutato a farlo prima di lasciare l’appartamento, ed ora dovevano solo aspettare per vedere se il cartello era stata o meno una buona idea.

Secondo lui, gli Hummel lo avrebbero amato, ma a volte le cose non vanno come programmate , anche se Cooper sperava che tutto andasse bene una volta che sarebbero stati tutti insieme.

Poi accadde.. proprio mentre lui stava pensando al dannato cartello.



Fine Giugno 2014

Cooper chiuse la telefonata appoggiandosi pesantemente contro il bancone della cucina mentre giocherellava col cellulare in mano e fissava , con aria assente, il corridoio.

Nonostante fosse abbastanza lontano dal bagno, riusciva a sentire gli estenuanti suoni di suo fratello mentre si sentiva male in bagno, il ragazzo ansimava e singhiozzava mentre vomitava tutto il cibo che aveva mangiato.

Era una cosa ordinaria ormai, visto che Blaine era incinto di qualche mese ( era stato abbastanza fortunato da non ammalarsi nel primi mesi fondamentali).

Le nausee erano cominciate da circa una settimana ed erano ormai senza sosta.

Il cibo gli rimaneva a malapena nello stomaco e passava i giorni con la testa nella tazza del bagno o in un cestino che si portava dietro ovunque.

Solo guardarlo in quello stato, faceva sentire abbastanza male Cooper.

Era rimasto stupito quando suo fratello gli aveva detto di essere incinto, ma nulla lo aveva preparato alle conseguenze quando la sua gravidanza fu confermata.

Naturalmente fu una piena conferma vederlo uscire dallo studio del medico con le lacrime agli occhi, e Cooper stava stringendo il ragazzo dopo che delle semplice analisi del sangue e delle urine , confermarono la notizia che avrebbe definitivamente cambiato la vita di Blaine per sempre.

Era a LA da solo un mese e l’intera sua vita era finita sottosopra .

Ormai non passava più il tempo a cercare di superare la sua relazione finita; ora aveva con se un ricordo definitivo della suddetta relazione , che gli causava immenso dolore.

Cooper , sfortunatamente, aveva un posto in prima fila del crollo di suo fratello e solo ora dopo un mese da quando Blaine era sparito, Cooper aveva sentito qualcuno chiedergli dove fosse Blaine… e quel qualcuno che aveva telefonato era il padre dell’ex fidanzato di Blaine, Burt Hummel.

La telefonata di Burt era stata di sicuro uno shock.

Cooper aveva parlato con gli Hummel ( a parte Kurt ) solo pochissime volte in tutta la sua vita.

Era stato da loro solo quando , nel 2012, era in città ed aveva mandato loro dei fiori dopo la morte di Finn, ma oltre a questo, non erano molto uniti, così quando un numero sconosciuto apparve sul suo cellulare ed aveva risposto , pensando fosse qualcuno che lo chiamava per un casting, fu spiacevolmente sorpreso di sentire la burbera voce di Burt Hummel dall’altra parte.

Nei primi minuti della loro telefonata, l’uomo era sembrato gentile, poi era diventato più serio e severo mentre gli diceva di essere alla ricerca di Blaine.

Da qualche parte nelle sue parole, ci doveva essere stata una specie di minaccia, Cooper era certo che l’uomo avesse menzionato qualcosa a proposito di certi danni fisici se Cooper gli stava mentendo su dove fosse Blaine; ma poi Cooper sentì suo fratello minore scappare in bagno e giurò a se stesso che non avrebbe detto una parola su quale fosse il nascondiglio di Blaine a meno che suo fratello non fosse stato d’accordo sul farsi trovare.

Così , anche se odiava raccontare frottole al sig. Hummel , gli disse che gli avrebbe fatto avere notizie se avesse saputo qualcosa e poi aveva chiuso la telefonata, le spalle incurvate sotto il peso dell’enorme bugia che aveva detto.

A dire la verità, probabilmente sarebbe stato nel suo interesse dire a Burt dove fosse Blaine, per stroncare il problema sul nascere, permettendo a qualcun altro di sapere cosa stava succedendo nella vita di sui fratello.

Tuttavia, più pensava a quanto sconvolto fosse Blaine a causa della rottura , più sapeva di non poter tradire la fiducia di suo fratello prima di parlarne con lui, così aveva fatto quello che aveva fatto.

Aveva mentito per proteggere Blaine da ulteriori dolori ed avrebbe continuato a farlo fin quando non avrebbe ceduto e gli avrebbe chiesto di smetterla.. quando succederà.



Gennaio 2015

Il pensiero di dover mandare un messaggio a qualcuno.. gli stava rodendo l’anima..

Blaine gli stava mandando dei messaggi giornalieri, piccole foto che faceva a Landon che pensava fossero belle abbastanza da essere condivise.

La maggior parte dei nuovi genitori avrebbe condiviso queste foto si facebook , ma Blaine aveva disattivato tutte le sue pagine sui social non appena aveva messo piede a LA in Maggio.

Tutte le foto del suo bambino venivano condivise con una persona.. una solo ed unica persona… e Cooper lo odiava.

Non che odiasse suo nipote o suo fratello o altro.

Odiava solo il fatto che Blaine stesse facendo tutto questo da solo.

Non c’era molto che Cooper potesse fare visto che era a Chicago per registrare il suo show e tutto il resto, ma c’erano altre persone in giro per il paese che avevano cercato Blaine un po’ di tempo prima.

Si.. Cooper non li aveva più sentito dal giorno ( giorni) in cui lo avevano chiamato per chiedere di Blaine ma

C’erano due persone adorabili in Ohio che sarebbero i migliori nonni del pianeta per un bambino.

Diamine, erano abbastanza per lui più delle altre due persone che mancavano nella vita di Landon.. nonno e nonna Anderson.

Cooper gli aveva parlato della nascita del bambino e loro avevano ignorato la notizia, fingendo che fosse solo un altro messaggio.

Non c’erano stati messaggi di congratulazioni, nessuna telefonata.

Solo sua madre gli aveva mandato un messaggio : “ok” e nulla di più.

Dal momento in cui era nato, il bambino conosceva solo Blaine.. ed alcune persone che Blaine incontrava al supermercato, ma a parte queste donne, non c’era nessun altro.

Da qualche parte a New York viveva l’altro padre di Landon che probabilmente stava ancora cercando il suo ex fidanzato.

Li c’erano degli amici, delle persone che una volta avevano voluto bene a Blaine.. e se Cooper ci pensava abbastanza , era certo che a loro importava ancora di lui..

Erano stati semplicemente insensibili allora, giusto?

Probabilmente no.

Stava solo cercando di trovare una scusa.

Ma ancora, quando guardava i messaggi con le foto di suo nipote che dormiva appoggiato al grembo di Blaine, si augurava che suo fratello minore avesse altre persone con cui poter condividere queste foto.

Per alcuni giorni, le mani di Cooper prudevano dal desiderio.

Voleva prendere le foto che gli aveva mandato Blaine e girarle a qualcun altro.. a Burt.. a Kurt… a chiunque importava di Blaine.

Se avesse fatto la spia su suo fratello, era  certo che qualcuno sarebbe venuto a riprenderlo per riportarlo nel luogo a cui apparteneva,  a New York e dall’altra sua famiglia.

Kurt sarebbe stato entusiasta di sapere che Blaine stava bene e che avevano un figlio insieme.

Burt sarebbe stato così eccitato di sapere che era diventato nonno e avrebbe contattato Kurt ( se non lo avesse già fatto Cooper ) ed entrambi sarebbero venuti in California a prendere Blaine e Landon per riportarlo a casa, li avrebbero amati  e si sarebbero presi cura di loro, molti più di quanto poteva fare Cooper.

Poi si ricordò di quante volte il suo telefono aveva squillato dopo le prime conversazioni con entrambi .

Ricordò come nessuno dei due lo aveva richiamato, come nessuno dei due aveva ritelefonato, solo nell’eventualità , solo per sapere se Blaine fosse comparso dalle sue parti o se Blaine lo avesse in qualche modo contattato durante le vacanze.

Nessuno aveva chiamato e quella sensazione di prurito che provava, cominciò a scemare fino a sparire del tutto quando Cooper fu svegliato una notte da una telefonata del fratello in lacrime , i singhiozzi esplosero al telefono mentre piangeva per quanto perso si sentisse e sul perché nessuno lo volesse.

Sentire Blaine crollare e sapere che il compleanno di suo fratello e molte alter feste erano passate dalla prima ( ed ultima) telefonata che aveva avuto dagli Hummel , diede il colpo di grazia alla sua voglia di dire o meno loro  dove di nascondeva Blaine o di Landon.

Non lo avrebbero mai  saputo.



Luglio 2015

La prima volta che Cooper mise piede nel primo appartamento di Blaine fu la sera che dovette fare da babysitter a suo nipote, mentre Blaine andava al lavoro.

Le costanti liti tra loto, portarono Blaine ad impacchettare tutte le sue poche cose e andarsene , ed ora viveva dall’altra parte della città in uno dei quartieri più loschi in cui Cooper aveva mai messo piede.

Il suo appartamento era minuscolo e sudicio, ma Blaine faceva del suo meglio per tenerlo abbastanza pulito per il suo bambino.

Mentre Cooper girovagava per l’appartamento con in braccio un Landon in lacrime, rabbrividì alla vista delle innumerevoli trappole per scarafaggi e carta moschicida , disseminati nelle varie stanze, cercando di tenere lontano qualsiasi cosa dal suo bambino.

Blaine era un maniaco dell’ordine , così Cooper sapeva che Blaine stava passando il peggior momento della sua vita in questo squallore, ma quando aveva fatto dei commenti su questo solo qualche ora prima , non appena messo piede sulla soglia di casa, Blaine aveva ruotato gli occhi , lo aveva scansato e se ne era andato senza dire una parola.

Non doveva dire nulla.

Cooper sapeva a cosa stava pensando.. “tu mi hai spinto a venire qui.. non giudicarmi se cerco di tenermi a galla “.

Landon si lamentò di nuovo e Cooper prese un ciuccio pulito dalla sua borsa, avvicinandolo alla bocca di suo nipote prima che Landon lo prendesse e cominciasse a succhiare.

Accarezzando la schiena del bambino, Cooper si lasciò cadere sul divano, arricciando il naso per la puzza, uno squallido, pungente e sbiadito odore di urina di gatto e di muffa riempì le sue narici perfino prima che riuscisse a sistemarsi.

“Dio.. Blaine..” mormorò tra se, rialzandosi per portare il bambino nella camera da letto.

Questa era la stanza più bella; la culla di Landon e tutto il resto delle sue cose erano sistemate qui e Blaine si era assicurato che fossero tutte cose appena comprate e non qualche schifezza con cui era già arredata la stanza.

Almeno qui la puzza non era così forte ( il pavimento ed i muri avevano bisogno di una ripulita però ) .

Cooper si sdraiò sul letto con suo nipote appoggiato al petto , fissando il muro macchiato quando sentì una fitta la cuore.

Non aveva mai voluto questo per suo fratello minore.

La notte che scoprì che Blaine se ne stava andando  ne fu felicissimo, pronto a togliersi dai piedi il fratello depresso e il nipote sempre malato per un po’.

Le settimane passarono senza nessun contatto e Cooper realizzò di sentire la mancanza di avere i due intorno.

Si scambiarono delle telefonate e poi Blaine gli chiese se non avesse problemi a fare da babysitter a Landon per qualche ora mentre lui andava al lavoro.. ed ecco il motivo per cui Cooper scoprì la loro sistemazione.

E la odiava.

Scuotendo la testa, Cooper chiuse gli occhi e lasciò che i suoi pensieri trovassero quello che avrebbe potuto fare.

Ancora una volta, sentì l’urgenza di chiamare l’ex di Blaine e raccontargli tutto.

Era passato più di un anno da quando Cooper lo aveva sentito ma desiderava telefonarlo ancora così tanto.

Il suo cuore continuava a dirgli che Kurt meritava di sapere del bambino e che forse sentiva la mancanza di Blaine, ma l’assenza di telefonate ed il fatto che non fossero venuti a cercarlo, gli fece capire che gli Hummel avevano rinunciato a lui e che probabilmente Blaine non era così importante come pensava.

E poi… che Blaine e Landon dovevano andarsene da quel dannato buco.

Meritavano molto di più , e non vivere nella parte peggiore della città , in un posto pieno di scarafaggi e sostanza allergiche .

Cooper , però, non sapeva cosa fare, così continuò a tenere la bocca chiusa, rispettando la decisione di suo fratello di farsi il culo per prendersi cura di suo figlio.

Era il minimo che potesse fare, soprattutto visto il modo in cui aveva trattato suo fratello proprio quando aveva più bisogno di lui.



Note

La seconda parte .. giovedì...buona lettura.  
  
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