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Autore: telesette    20/06/2017    2 recensioni
Fin dai tempi dell’antica Grecia, i cavalieri al servizio della Dea Atena difendono la pace e la giustizia, attraverso i poteri delle stelle dell’universo. Nessuno però ha mai saputo fino in fondo che genere di forze governa l'intera galassia; forze antiche e misteriose sconosciute persino agli dei. Qualcosa di sconosciuto e terribilmente potente si sta risvegliando, qualcuno è adirato con gli dei e coi loro insulsi giochi di potere. Un misterioso cavaliere, dotato di una forza incommensurabile, è comparso improvvisamente al Grande Tempio e sta cercando Pegasus...
Genere: Guerra, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Ophiuchus Shaina, Pegasus Seiya
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pegasus x Tisifone'
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Lo so, lo so, avete ragionissima di essere incazzati/e, de sputamme 'n faccia, quello che volete... Mi scuso!
Sono anni che tengo questa fanfiction in sospeso e, senza tenere conto dei miei impegni vari ed eventuali, posso dire comunque che non mi aspettavo di dovermi ritrovare alle prese con più di ottocentosedici storie MUTILATE delle immagini che, avendo pazientemente caricato una ad una, sto cercando di restaurare dal 2015 a questa parte... Niente da fare!
A quanto pare il sito non regge più i "copia e incolla" dell'editor - quale che sia il motivo, non lo so e non voglio discuterne! - Lo dico giusto per spiegarvi che, dietro a questi tre anni abbondanti di silenzio, tra imprecazioni e bestemmie varie, ho quantomeno "cercato" di ri-caricare le mie storie esattamente come erano, trascorrendo pomeriggi interi sull'Editor e... Nulla, vedo che i miei sforzi non servono ad una beneamata, perciò mi vedo costretto a rinunciare alle illustrazioni - quelle vecchie e nuove! - dunque proviamo ad aggiornare almeno il testo, ammesso che sia leggibile e che tale rimanga!
Mi dispiace per il ritardo con cui giungono questo capitolo e i successivi - perché sì, Agoràs verrà COMPLETATA - grazie a tutti/e per il sostegno ed il supporto fino a questo punto e, come sempre...

BUONA LETTURA !!!

***

- E' strano - esclamò uno dei Cavalieri Galattici, osservando distrattamente le sofisticate apparecchiature che monitoravano costantemente i movimenti e le oscillazioni di potere da ogni angolo del cosmo. - Il passaggio dimensionale di Alfadiplòs dalla Terra era l'unico segnale in grado di destabilizzare la linea di concentrazioni energetiche in quell'angolo della galassia... Eppure il rilevatore segnala che almeno altre quattro entità superiori hanno lasciato la Via Lattea e puntano dritte nella nostra direzione!
- Impossibile - fece un altro, accostandosi al monitor. - L'apparecchio dev'essere guasto: non esiste alcuna sorgente di tale potere in quella zona!
- Allora devono essersi guastati tutti gli strumenti della Sala di Controllo - ribatté il primo seccato. - Perché segnalano tutti insieme la stessa cosa!
- Storie!
- Mi stai forse dando del bugiardo, Gamàscos?
- No, Betàmos, ma se gli apparecchi non funzionano come dovrebbero è segno che qualcuno non li controlla come si deve... E non sarebbe la prima volta!

L'ultima frase, non senza un tono accusatorio ben marcato, suonò alle orecchie di Betàmos come un'offesa.
Subito il Cavaliere si accigliò, serrando le braccia conserte sul petto e lasciando che il compagno si accingesse a fare tutte le verifiche di controllo al suo posto. Gli strumenti però funzionavano tutti a dovere, l'anomalìa non era dovuta ad alcun guasto, e ciò significava solo che "effettivamente" quattro entità superiori stavano sfrecciando attraverso i confini dell'universo ad una velocità ben quattro volte superiore quella della luce.

- Se non lo vedessi con i miei occhi, non ci crederei - mormorò Gamàscos con una nota di stupore nella voce.
- Guarda i rapporti - lo schernì Betàmos. - Muoio dalla voglia di vedere come lo spiegherai ad Alfadiplòs!
- Perché non glielo spieghi tu, invece?
- Oh no, davvero, non ti priverei mai di questo piacere...
- Sai che piacere - osservò Betàmos preoccupato. - Ogni volta che c'è qualche rogna, mal che vada, Alfadiplòs tende sempre a scaricare la responsabilità su noialtri... Non mi va di farmi dare ancora dell'imbecille!

In quella, il gigantesco Alfadiplòs entrò nella stanza.
Gli altri due Cavalieri si zittirono di colpo, lasciando che lo stesso Alfadiplòs si accostasse ad osservare le anomalìe sullo schermo e sui rilevatori di controllo, tuttavia il braccio destro di Agoràs non sembrava affatto preoccupato.

- Da dove è partito il segnale? - domandò.
- Dalla Terra - si affrettò a rispondere Betàmos. - Per quanto sembri incredibile...
- Allora ho capito - tagliò corto Alfadiplòs impassibile. - Solamente i Gold Saint della Terra hanno capacità sufficienti per creare portali... Devono aver aperto un varco per consentire ai compagni di Pegasus di intraprendere il viaggio dimensionale!
- Ma starai scherzando - intervenne dunque Gamàscos. - Quattro misere nullità in possesso di un cosmo tale da fare impazzire i rilevatori ?!?
- Avranno usato qualche trucco per incrementare la loro forza di base - ipotizzò dunque Alfadiplòs. - Non è poi così strano: sono pur sempre dei Cavalieri e, come tali, vincolati a servire la propria divinità... Avrei dovuto prevedere una simile seccatura da parte loro!
- Come dobbiamo comportarci, allora? - si informò Betàmos. - Credi sia il caso di informare il Sommo Agoràs sul da farsi...
- No - rispose l'altro atono. - In questo momento Agoràs ha questioni molto più serie a cui pensare, non ha tempo per simili sciocchezze!
- Ma allora...
- Gamàscos - esclamò brusco Alfadiplòs. - Preparati ad andare loro incontro: puoi assicurargli che ai loro compagni non verrà torto un capello, se è questa la loro preoccupazione, ma assicurati che non procedano oltre!
- Sembrano piuttosto ostinati, però... E se non volessero darmi ascolto?

L'occhiata gelida e tagliente che Alfadiplòs scoccò al compagno fu più eloquente della risposta stessa.

- D'accordo, ho capito - sospirò Gamàscos rassegnato, indossando l'elmo e i paramenti che completavano la sua armatura runica istoriata. - Peccato, mi ero fatto in programma di spennare Betàmos a carte!
- Sognalo - mormorò Betàmos infastidito.

Senza replicare alcunché, Gamàscos chiamò a sé i poteri derivanti dalle innumerevoli costellazioni del suo cosmo e il suo corpo fisico assunse la forma di una specie di cometa lucente che sfrecciò via nello spazio pronta ad assolvere la sua missione. A differenza di Alfadiplòs, che come sempre non poteva fare a meno di ostentare la propria incrollabile sicurezza, Betàmos non riusciva a nascondere una certa perplessità in merito alla questione.

- Avremo fatto bene a mandarlo da solo?
- Ma certo - disse Alfadiplòs uscendo dalla stanza. - Un Cavaliere Galattico di Agoràs è sempre troppo per quei mocciosi, il punto è che Agoràs non deve essere disturbato prima di aver spiegato a Pegasus in cosa consiste il nostro progetto, dopo non avrà più importanza qualunque cosa il terrestre decida di fare... Dopo però, non prima!

***

Nel frattempo Agoràs, intento a mostrare a Pegasus e Tisifone le meraviglie del suo operato in materia di "ricreazione della vita", era troppo preso dalle sue spiegazioni per rendersi conto del tempo che passava. I due giovani lo ascoltavano, sbalorditi ed affascinati allo stesso tempo, quasi increduli al pensiero che, praticamente all'altro capo dell'universo, potesse davvero esistere una struttura sociale dove il forte non aveva alcun modo di prevaricare ingiustamente il più debole.

- Questo mondo è... è... Incredibile, sul serio, non avrei mai immaginato che...
- Che un leone possa chiudere la bocca su un coniglio senza masticarlo? - osservò Tisifone, alludendo a ciò che entrambi stavano appunto vedendo.
- Anche se lo volesse, non potrebbe farlo - spiegò Agoràs. - E' proprio questa la concezione che dovrebbe reggere l'intero universo, almeno per quanto mi riguarda, il problema è che il libero arbìtrio non coincide precisamente con tutto ciò!

Pegasus e Tisifone non poterono far altro che annuire.

- Beh, certo non lo si può negare: il libero arbìtrio è anche violenza gratuita, io pure ne so qualcosa, ma...
- "Ma" il punto Pegasus, scusami se insisto, è che soprattutto la vostra specie umana persiste nel giustificare l'ingiustificabile!

Così dicendo, Agoràs trasse fuori dalla veste una quantità enorme di giornali e riviste in tutte le lingue possibili ed immaginabili e, nel mentre che si faceva aiutare dai due ragazzi a sorreggerli, passò velocemente in rassegna i titoli e gli articoli di maggiore rilevanza.

- Stragi e vittime, in nome della speculazione edilizia e delle corruzioni sugli appalti, soldati chiamati a morire sui campi di battaglia mentre i loro governanti sorseggiano thé freddo seduti su morbide poltrone, professori e prepotenti che istigano dei ragazzini al suicidio... Ma vi sembra normale tutto ciò?
- E' quello che succede ogni giorno - mormorò ingenuamente Tisifone.
- Appunto questo - ribatté Agoràs. - Anni fa, perlomeno, chiunque conveniva che la crudeltà fosse una costante inevitabile, ma non per questo si affannava a negarla! Oggi, invece, soprattutto le generazioni più giovani, esprimono delle teorie che mi lasciano a dir poco esterrefatto: secondo la più moderna ed autorevole analisi di pensiero, volgere l'attenzione dell'umanità verso la giustizia e i buoni sentimenti altro non è che ipocrisìa dettata da un riprovevole e disgustoso "moralismo di comodo"... Il termine dispregiativo più usato, almeno quello che leggo qui, è la parola buonismo!

Pegasus e Tisifone tacquero.

- Certo, posso capire il diritto all'opinione, se riferito a ciò che è "opinàbile" - puntualizzò Agoràs, mettendo via i giornali. - Non voglio criticare il bambino che dice le parolacce, l'incivile che butta la carta per terra, o men che meno il tizio che lascia la macchina posteggiata in seconda fila e poi si allontana fregandosene degli altri... Questi sono tutti concetti opinàbili, beninteso secondo il metro "umano", ma quando un uomo spara un colpo in testa ad un bambino perché questo gli ha disegnato di gesso colorato il fianco dell'automobile... Eh no, dire che le opinioni valgono anche qui mi sembra un po' troppo!
- In che senso?
- Ma come si può incitare la gente a dividersi e a polemizzare su fatti inequivocabili verso un'unica direzione? - Agoràs si fece terribilmente serio. - Il senso del libero arbìtrio è totalmente stravolto, qui e non solo, la gente è seriamente convinta di poter esprimere opinioni divergenti su tutto... Tutto, capite? La settimana scorsa per esempio, mentre curiosavo sul vostro Facebook, ho letto il commento di un tizio che sostiene che John Lennon era un moralista del ca*** e che meritava ciò che gli è successo! Ma nel vostro mondo, seriamente, simili persone hanno davvero il diritto di opinione?

Silenzio.
Pegasus rivolse a Tisifone un'occhiata interrogativa. La ragazza si limitò ad allargare le braccia, allorché il giovane si ritrovò costretto ad improvvisare.

- Ecco no, normalmente no - provò a spiegare Pegasus. - Cioé, ci sono... Esistono i deficienti, questo sì, però...
- Già, a proposito, hai fatto bene a ricordarmelo perché giustappunto ho qui una lista di cose che ti riguardano!

Ciò detto, Agoràs inforcò un paio di spessi occhiali dalla curiosa montatura triangolare e tirò fuori di tasca un lunghissimo rotolo di pergamena scritto interamente a mano. Sul retro del foglio vi era riportata la dicitura: "MINCHIATE DI PEGASUS"... solo che il rotolo superava abbondantemente i dieci metri di lunghezza.

- Dunque, vediamo - tossicchiò Agoràs, schiarendosi la voce e leggendo. - A quattro anni, stando a tua sorella Patricia, bagnavi ancora il tuo materasso, a cinque ti divertivi a nascondere la parrucca della maestra, a sei anni invece...

Pegasus arrossì violentemente dalla vergogna, Tisifone scoppiò quasi a ridere, mentre Agoràs continuò a leggere imperturbabile.

- Al Grande Tempio poi, quando facevi finta di allenarti, in realtà ti piaceva sbirciare la tua maestra mentre si faceva il bagno e...
- Lo sapevo che era vero - sentenziò Tisifone con una smorfia. - Pervertito!
- BASTA - scattò Pegasus furioso. - Brutto vecchio impiccione, si può sapere dove vuole arrivare?

Agoràs smise di leggere, si tolse gli occhiali e, sorridendo affettuosamente, pose la mano sulla spalla di Pegasus.

- Mio caro ragazzo, come vedi, ti conosco fin troppo bene - esclamò calmissimo. - Ho seguito tutta la tua storia, nei pregi come nei difetti, so perfettamente come sei fatto: sei testardo ed impulsivo, avventato e sbruffone, trasandato e disordinato, hai preconcetti sulle ragazze anche se poi queste ti suonano come un tamburo; ma sei anche generoso ed altruista, hai buon cuore, ti preoccupi più degli altri che di te stesso e, anche se c'è in gioco la tua stessa vita, non ti tiri mai indietro... Come vedi non sei "perfetto", ma nemmeno peggiore di tanti altri, sei un bravo ragazzo e questo mi è sufficiente per chiederti se vuoi accettare o meno la mia richiesta!
- Ancora con questa storia - sbuffò il giovane spazientito. - Vuole dirmi di che si tratta, una volta per tutte?
- Ecco vedi, dovendo scendere nei dettagli, sarebbe un po' troppo lungo ma in sintesi come dire... Ti andrebbe di prendere il mio posto, per aiutarmi a riscrivere il Nuovo Ordine dell'Universo?

 

continua )

   
 
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