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Autore: kike919    20/06/2017    0 recensioni
"Quella storia cominciata in maniera innocente come avrebbero dovuto essere quelle della loro età, che forse è un bene che comincino d'estate e le spazzi via l'inverno come se fosse cambiata l'acqua del mare. Invece si erano presi tempo per capirsi e l'estate era diventata inverno.
Poi un altro inverno, poi altri inverni."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era stata una sofferenza mortale.

Quella storia cominciata in maniera innocente come avrebbero dovuto essere quelle della loro età, che forse è un bene che comincino d'estate e le spazzi via l'inverno come se fosse cambiata l'acqua del mare. Invece si erano presi tempo per capirsi e l'estate era diventata inverno.

Poi un altro inverno, poi altri inverni.

Pelle nella pelle, occhi negli occhi senza conoscersi mai.

E lei ci credeva così tanto, l'avrebbe sposato subito se solo avesse potuto.

Non si erano più incontrati da quando era successo: abitavano così vicini, forse lui non ha voluto incontrarla di proposito, lei gli aveva detto di non farsi vedere mai più.

Doveva solo evitare di farla soffrire, invece era stato tutto così dannatamente doloroso e atroce fin dall'inizio. I primi silenzi che sembravano durare decenni, le incomprensioni che lui sanava esclusivamente sotto le coperte e mai con un discorso sensato. Erano arrivati poi i divieti, nonostante avesse promesso di non farli. Divieti, privazioni, ossessioni.

Mai era stato capace di amare in modo sano.

Mai era stato capace di concedersi davvero, evitando discussioni, confidenze, dialogo.

Tanto a che serve? Lei resta lì.

E lei era rimasta lì. Ci è rimasta per un tempo interminabile, pensando che ancora ci fosse molto da vedere, che la relazione sarebbe presto decollata e che lui avrebbe fatto grandi cose e avrebbe salvato entrambi. Lui era capace solo di promesse a vuoto per poi prendersela con il mondo perché non riusciva a mantenerne una.

Quegli occhi fondi e neri che dicevano di amare, ma come fai ad amare quando non hai la più pallida idea di cosa significhino i sentimenti?

Come si fa ad amare, quando non è importante ciò che vaga nella testa della persona “amata” e la si abbandona a se stessa, costantemente persa nel proprio dolore?

Che amore è, che quando ci sono i problemi “fai tu, la vita è tua”?

Non era forse la vita di entrambi?

E invece diceva giusto: la vita era sua. Sua, sua, sua, esclusivamente sua.

Lui non era nessuno per portargliela via così, derubandola degli anni migliori per poi lasciarla a sanguinare.

Lui non era nessuno per dirle come vestire, con chi parlare, fin dove potesse andare. Non era nessuno per potersi permettere quelle scenate di gelosia spropositate, cicloni che si perdevano in fumo, in suppliche untuose e false. Non era nessuno per permettersi gli scatti di rabbia durante un dialogo, non era nessuno per fare il folle quando lo riteneva opportuno.

Non era nessuno per svalutarla quando si sentiva fragile e tremante, quando aveva bisogno di una mano e c'è stato sempre il rigetto delle proprie responsabilità. Non era nessuno per negarsi in tal modo quando lei aveva solo bisogno di lui.

Non era nessuno per far funzionare una coppia esclusivamente facendo l'amore, senza parlare mai davvero delle proprie vite, dei sorrisi, dei pianti, delle delusioni. Non era nessuno per essere geloso della propria vita, tagliandola continuamente fuori, per poi pretendere di essere coinvolto in tutto.

Non era nessuno, perché diceva di amarla, che se l'avesse persa si sarebbe addirittura suicidato... e mentre diceva queste cose, mentre supplicava, l'aveva tradita una volta, due volte, tre volte, per molto, molto tempo.

E non fu uomo nemmeno alla fine, quando lei lo scoprì e ne fu certa, aveva le prove, e lui continuò a negare. Negò con lei, con la sua famiglia, negò con gli amici ed alcuni gli credettero anche. Dopo il danno anche la beffa.

Fece passare lei per quella a cui non importava niente, solo per essersi rifatta una vita. Non ammise mai ciò che fece davvero. Mai.

Lei ha sofferto e tanto. Ma chi è certo di dire la verità non ha niente da temere, non ha bisogno di comunicarla in maniera soffusa, a bassa voce, per non essere smentito. Per cui i problemi di lei finirono quando lui finì, il resto aveva poca importanza.



 

Un giorno lei passeggiava distratta. Passeggiava con il cane frettolosamente, non fece caso alle strade che prendeva e incrociò quegli occhi color catrame.

L'incrociò e pensò una cosa fra sé e sé, le venne da ridere: mai più.

Mai più anche se aveva amato tanto, anche se per anni lui era stato tutto, anche se lasciarsi l'aveva devastata in ogni angolo di se stessa.



 

Ma a ricostruirla non fu lui; fu un principe che un giorno le disse che la vita era la loro, che l'avrebbero costruita insieme.

Da lì ebbe inizio la vera vita, che non era più solo la sua, ma con un uomo che l'aveva accolta e amata realmente, del quale non poté più fare a meno.

Ogni donna che si accontenta di subire volta per volta, giorno dopo giorno, muore un po'.

Non lascitevi mai morire.

O se l'avete già fatto, never more.

 

 

 

 

 

Ps: ricordatevi sempre, che per descrivere un uomo vero bastano due righe. Salta all'occhio da sé.
   
 
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