Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: DanieldervUniverse    20/06/2017    0 recensioni
Una famiglia di tre fratelli cerca di vivere la sua vita mandando avanti un attività lasciatagli in eredità dai genitori e da un loro socio, il simpatico Makarov Dreyar, che dispensa consigli e aiuti in giornate terribilmente difficili come quella in cui un nuovo vento ha cominciato a soffiare...
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elfman, Lisanna, Mirajane
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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A\N: Scusate il ritardo, esami da finire.

DII\N: Continua a sbavarti addosso allora, fai una figura migliore.

A\N: È così solo nei giorni pari.

DII\N: ...


-Mira, fai qualcosa!

-Ti avevo detto di fare il gentiluomo, non di scatenare una rissa!- replicò lei, tirando la testa appena fuori dalla cucina.

Nel locale, quando Elfman aveva cercato di portare fuori i quattordici tizi in costume, si era scatenato il disastro: quelli, del tutto ubriachi, avevano iniziato a tirare le sedie, Elfman allora aveva invocato l'aiuto dei commensali che siccome erano tutti vecchi amici erano accorsi con tavoli e sgabelli alla mano.

Mira si ritirò per evitare un tavolo scheggiato, e si mise a pregare in ginocchio che qualche miracolo li facesse smettere prima che le toccasse ricostruire l'intera locanda.

-BASTA COSÌ!

La ragazza si affacciò speranzosa una seconda volta, sperando che il vecchio Makarov fosse riuscito nell’intento, ma le morì la speranza in gola quando notò il lampo da guerriero nei suoi occhi.

-Oh mamma- mormorò Mirajane ritirandosi dentro le porte della cucina -Ora si che dovrò ricostruire Fairy Tail, sempre che rimanga il tempo per farlo.


-Cana per l'amor della luna allontanati da quella cosa!- gridò Lisanna, raggiungendo l’amica presso i rottami di quella che decisamente non sembrava più una meteora, ma bensì una scialuppa di salvataggio.

-Non sappiamo che cosa ci sia dentro!- le fece eco Gaijel.

-Nè se potrebbe esplodere!- completò Levy.

-E piantatela. È evidente che qualcuno è intrappolato dentro e ha bisogno del nostro aiuto- lì zitti l’amica, mentre si aggirava come una forsennata attorno all’oggetto.

-State indietro- Gaijel prese posizione davanti un oblò oscurato dal fumo, tirò fuori un pugno di ferro e con un colpo preciso sfondò il vetro, provocando una ventata di calore e fumo che fece indietreggiare tutti.

Quasi subito dopo il passeggero, avvolto in mantello lurido e strappato, riuscì a spingersi fuori dal relitto, tossendo convulsamente.

Il volto era annerito dal fumo e il cappuccio sul capo rendeva impossibile individuare qualche tratto distintivo del suo volto.

-È vivoooooooohhh…!!!!!- Cana urlò, imitando il dottor Frankestein.

-E sta morendo- fece notare Levy, con tono sarcastico.

-Dobbiamo portarlo in ospedale- Lisanna prese l’iniziativa, cercando di sollevare l’uomo sulla sua spalla.

-Okay, ragazze mettetelo su quel pezzo di scafo e trasportatelo fino alla locanda- ordinò Cana, spingendo Levy verso il malcapitato -Gaijel tu corri fino alla stazione di polizia più vicina. No ferme! Non quello, usate quell'altro lì, sennò non c’entra!

Levy e Lisanna rimasero per alcuni, preziosi, istanti a fissare l’amica, battendo le palpebre, prima di fare come diceva, trascinando l’individuo per le gambe e braccia.

-Non per le braccia…- riprese Cana, al punto che Lisanna perse la pazienza, sbattendo l’indivudo a terra (almeno per la metà che lei reggeva, e andò dritta a fissare l’amica fronte a fronte.

-Hai finito di dare ordini?- chiese, senza battere le palpebre.

-È una situazione d'emergenza!- replicò l’altra.

-Non è una buona scusa per comandarmi a bacchetta- insisté Lisy, testardamente irremovibile.

-Smettila di lamentarti Lisy e porta quell'uomo dentro- replicò Cana, incrociando le braccia sul petto.

-Allora dammi una mano!- le urlò in faccia, sollevando il pugno ed agitandolo minacciosamente in aria, prima che Levy potesse richiamarle entrambe.

-Coppia di idiote sta cercando di parlare!

L'improvvisa intermissione fece venire ammutolire ambedue le litiganti.

Un attimo dopo l’attenzione di Lisanna era tornata allo sconosciuto, che Gaijel e la ragazza avevano messo a sedere.

-Non preoccupahtevi pher... mehh dovetehhhhh... portare questoooh al sicuro.

A fatica, l'uomo tirò fuori un piccolo avvolto di panno, dal contenuto ignoto, avanzandolo con mano tremante verso Lisanna.

Nel chinarsi a prenderlo, la ragazza notò finalmente che sotto la fuliggine spuntavano due folte sopracciglia di colore tendente all’arancione.

Le parve anche di notare una gamba di legno spuntare da sotto il mantello, ma solo per un attimo.

-Perché è così importante?- chiese Cana, inginocchiandosi affianco a Lisy.

-Dovete...portarla...al .

L'uomo iniziò a tossire violentemente cadendo faccia avanti- e a quel punto giacque immobile.

-D'accordo...noi tre andiamo all'ospedale, tu vai alla locanda con quel…- riprese Cana, ma Lisanna l’interruppe quasi subito.

-Frena ahò, perché me lo devo portare via io?- disse, alzandosi in piedi, ancora confusa.

-Perché ha dato a te il suo prezioso pacco- osservò l’altra, lasciando la ragazza ancora più confusa.

-E allora?

-Ragazze...

-Che razza di domanda è?

-La tua che razza di domanda è?

-Che c**** dici?

-Ragazze.

-Cosa vuoi che ti dica?

-Portalo via.

-Ma perché io?

-RAGAZZE!- esclamò Levy, tirando fuori un megafono dalla borsa

-Che c'è?!- esplosero in coro le due, dopo essere state violentemente assordate.

-Non è il momento di discutere.

Indicando dietro di lei, Levy fece notare che Gaijel era già lontano con il tipo in spalla, mentre loro erano ferme in mezzo ad un mucchio di rottami, e un possente rombo riempiva l’aria.


Quando avvertì il silenzio, Mira si azzardò a sbirciare fuori dalla porta della cucina.

Non vide altro che corpi riversi nelle posizioni più innaturali (uno aveva anche un manico di scopa infilato nel sedere, e aveva tutta l’aria di esserne contento) e con quasi tutti i mobili nella sala ridotti a brandelli e schegge di legno.

L'unico in piedi era Makarov, che sembrava tre volte più alto, forse perché era sopra una pila di gente svenuta.

-Cosa. È. Successo?- disse minacciosamente la donna, andando ad afferrare il nanerottolo per la testa, dato che anche tre volte più alto non superava le dimensioni della ragazza.

-Mirajane cara, scusaaaahh no-no-no-no l'orecchio no mettimi giù!- provò a protestare l’anzino locandiere, ritrovandosi suo malgrado sospeso a un metro e poco più da terra.

-Credevo che fosse il modo più semplice per calmare gli animi- ammise con semplicità l’anziano, allargando le spalle.

-Ma che bell'idea: facciamo altro casino così andiamo in bolletta- lo rimbeccò Mira, sentendo crescere in sé un bieco e maligno potere demoniaco.

-Come fai a pensare una cosa del genere? La locanda "Fairy Tail" è rimasta in piedi per generazioni. Non sarà una rissa da taverna a farla crollare- replicò offeso Makarov, incrociando le braccia sul petto.

-Questo. È. STATO. UN. COMPLETO DISASTRO!- esplose la giovane donna, lasciando andare l’anziano -D'accordo d'accordo devo calmarmi.

Il suono di legno scheggiato segnalò che Makarov era stato involontariamente lanciato via dal gesto esagerato di Mira, ma lei non se ne curò, cercando di rifare ordine.

-Allora Elfman è sepolto sotto qualcuno, tu sei qui, io pure, e Lisanna, ehi a proposito…- si fermò a metà del gesto.

-MIRA…!-

SBAM

Lisanna, catapultandosi nella locanda senza posa, aveva sbattuto di lato la porta con tanta foga che quella era rimbalzata e l'aveva colpita in pieno volto, spedendola un paio di metri indietro.

Nella caduta le cadde un involto di panno, da cui uscirono rimbalzando due semisfere di color viola con striature verdi.

Sembravano metalliche, con vari bottoni lungo tutta la loro superficie.

Mira si precipitò ad aiutare la sorella, e pochi attimi dopo anche Makarov si aggiunse, riuscendo a riportare la ragazza nella stanza, appoggiandola ad una delle poche sedie ancora intatte.

-STO BENE! Sto ben-ahuch. Che botta- replicò Lisy mentre l’adagiavano dolcemente sul legno, tradendosi tuttavia per il dolore.

-Cosa diavolo sono questi?- le chiese Mira raccogliendo da terra le due semi-sfere.

-Una cosa che un tizio mi ha detto di mettere al sicuro dopo che è caduto con la sua nave sulla rampa. Ohiohiohi.

Lisy si portò una mano alla fronte, dove la porta aveva colpito con più forza.

Mira fece un cenno a Makarov con la testa, e quello filò dritto in cucina a recuperare del ghiaccio.

-Un tizio?- chiese Mira, posando una mano sulla guancia ancora savia della sorella -Che tizio?

-Non lo so!

-Va bene, va bene. Mi spiegherai tutto col tempo- la rassicurò la maggiore, riavvolgendo i due oggetti nel panno.

TUMP

-Lisy!

Cana entrò a sua volta a piena velocità, evitando però la porta -Dobbiamo andarcene!

-Si giusto via di qui!- esclamò l’altra, balzando in piedi e trascinando Mira verso l’uscita.

-Cosa? Perch…?- provò a protestare quella.

-Stanno arrivando i pirati!- replicò Cana, spingendola.

-Chi?!

Ma in pochi attimi tutti quelli che erano svenuti si rialzarono molto rapidamente e si lanciarono fuori dalla porta, rischiando di travolgerle.

Lisy, Cana e Mira riuscirono ad addossarsi alla parete, prima che Elfman emergesse dai resti della sala reggendo Makarov.

-Cosa facciamo?!- chiese la maggiore, in preda al panico!

-Io resterò e combatterò da vero uomo- replicò il gigante, agitando con foga il grande pugno in aria, ma Makarvo gli assestò una sana botto in testa.

-Ma tu sei tutto scemo! Usciamo dal retro e prendiamo il mio veicolo!

Gramps si catapultò davanti a tutti e li guidò attraverso la cucina, mentre fuori si sentivano già degli spari.

-Dov'è Levy?!- chiese Lisanna.

-È scappata!- replicò Cana.

-Salite tutti svelti!- esclamò il vecchio, una volta raggiunta la semi-scialuppa.

Una nave di dimensioni poco ragguardevoli era parcheggiata praticamente davanti all'ingresso posteriore della locanda, con le brutali vele al vento.

Aveva a malapena abbastanza spazio per reggersi.

-Qualcuno ha chiamato le guardie?!- gridò Mira, andandosi ad appoggiare al bordo tra il tra fratello e la sorella.

-Ovviamente no! È una situazione di emergenza e non le voglio intorno- replicò l’anziano locandiere.

-Gramps- replicò la ragazza, sentendo le braccia sul punto di cadere.

-È la pura verità- proseguì lui, prendendo il timone -Reggetevi!

La nave schizzò in avanti, poi Gramps lo girò verso la zona residenziale e le banchine d'ancoraggio.

Mentre la locanda e metà delle navi alla fonda erano semidistrutte, una nave pirata di medie dimensioni torreggiava in mezzo allo spiazzo, la bandiera con il teschio sventolava fiera e le vele nere sembravano riempire tutto lo spazio visivo.

Makarov virò senza esitazione, puntando dritto contro l’albero maestro e colpendolo con lo scafo.

Il legno cedette sotto la pressione del bronzo, e si piegò con uno schianto, tra le urla di protesta di molti pirati.

-Yeah! Prendete questa bastardi!- replicò il vecchietto.


A\N: Ecco qui il terzo capitolo. Ce ne sono altri in arrivo, non temete, ma non andranno molto lontano.

DII\N: Per vostra fortuna, se no il nostro amico sarebbe rimasto frustrato tutta la vita.

A\N: Piantala, è più complicato di così.

DII\N: Più coplicato di uno che prende trenta e lode e poi non capisce dove sta parche…

A\N: Questa non la dovete sentire. Alla prossima. Ciao.

  
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