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Autore: AlnyFMillen    20/06/2017    3 recensioni
[Robin Hood AU]
Era passato il tempo della rabbia, era passato anche quello della tristezza. A breve, null'altro che vuoto.
“Prometti che non mi dimenticherai” enunciò lei improvvisamente decisa.
Forse avrebbe dovuto farle promettere la stessa cosa, forse avrebbe dovuto risponderle con parole diverse di quelle che invece usò, così da non aver più rimpianti.
“Non ce n'è pericolo”
Gli piaceva quindi stare all'ombra di quella magnolia, si, ma gli piaceva davvero molto di più stare lì in compagnia di Judith.
“Come potrei mai dimenticare la coniglietta che mi ha salvato?”
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A mille ce n'è ~ nel mio cuore di fiabe da narrar'
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Titolo: Steal from the rich, give to the poor
Personaggi: Nick Wilde, Judy Hopps, un po' tutti
Genere: avventura, romantico
Rating: G
Avvertimenti: crossover
Note: Ed ecco qui il primo chap! Prima di tutto, ci tengo particolarmente a ringraziare tutti coloro che hanno recensito prologo, chi ha inserito la storia tra le seguite, le ricordate o addirittura tra le preferite, ma grazie anche ai lettori silenziosi. Detto ciò, salve a voi bella gente. Come dicevo, primo chap, introduzione alla storia e bla bla bla. Premetto che ogni scritto sarà nettamente più corto dei miei standard abituali, per il semplice fatto che preferirei non appesantire troppo la narrazione della storia. In compenso, cercherò di aggiornare più spesso: almeno due volte al mese. Senza annoiarvi troppo segnalo un paio di paroline che, senza questa legendina, forse potrebbero sembrarvi strane:
­­­­||Eaglterra: si intende la zona dell'attuale Inghilterra - Eagle + Inghilterra
||Zootthingam: ovvero la contea in cui si svolge la storia - Zootropolis + Notthingam
||Terze Crocdiliate: nonchè il terzo conflitto di religione attuato durante il Medioevo - Crocdile + Crociate
In quanto alle date, non sapevo bene come orientarmi. Ho fatto qualche ricerca su internet, e alla fine ho deciso di inserire la data in cui sono svolte le vicende del film del 1938, ovvero 1191, poichè sembrava mettere abbastanza d'accordo il cartone, le fonti storiche su Riccardo I, le leggende popolari e il libro di Dumas.
Per qualunque dubbio o critica, non fatevi scrupoli: questa ff è un esperimento, un salto nel vuoto e mi farebbe piacere avere opinioni più varie possibili.
Buona lettura!

 



Steal from the rich, give to the poor
 

Capitolo 1





Correva l’anno di grazia 1191 e sul trono regnava la regina Bellwether, ormai vedova dopo la morte del superbo marito. 
Tempi duri, quelli in cui erano capitato gli abitanti dell'epoca: malattie, pestilenze, carestie, tutto causa di sovrani poco graditi. 
Ebbene, la nostra storia non incomincia da qui bensì da quando, molti anni prima, re Leodore Lionheart I, legittimo erede al trono di Eaglterra, partì per far guerra e suo fratello minore esurpò lui il trono prendendo moglie. 
Dovete sapere che Lionheart era un leone dalla stazza piuttosto imponete, burbero nei modi ma sempre attento alle esigenze dei suoi sudditi. Certo, poteva capitare alle volte che commettesse qualche sbaglio, ma sempre fatto con i migliori propositi e le più buone intenzioni. 
Fatto sta che questa sua partenza rientrava proprio nella categoria sopracitata poichè, nonostante la sua presenza sul campo di battaglia non fosse inevitabile, il re aveva deciso sin da subito di partecipare. Le Terze Crocdiliate, diceva, erano state intraprese nel nome del Signore e, per quanto tali, dovevano essere da lui combattute. 
Negligente ed orgoglioso, avremmo aggiunto alla sua descrizione, assieme ad una piccola dose di ingenua stupidità. Proprio a causa di tali difetti, non aveva messo in conto il piano che suo fratello minore s'apprestava a collaudare. Passate nemmeno poche settimane - ma che dico, giorni! - dalla partenza di Lionheart, subito prese il potere assieme alla coniuge.
Nonostante ciò, poco ci volle perchè quella mammifera, persino più subdola ed infima, gli tagliasse la gola così da acquistare lei stessa il dominio del regno. Ella mandò poi una missiva al sovrano inconsapevolmente deposto, cui comunicava il decesso del familiare e l'ormai presa di potere da parte sua. 
Neanche il tempo di accorgesi del fatto che quello s'era già compiuto e d'improvviso eccoci nuovamente nel 1191, dove in un batter d'occhio nessun soldato è più tenuto ad alcun tipo di gentilezza nei confronti di Cuor di Leone. Eccoci, con i poveri cittadini della contea di Zoottingham costretti dalla propria regnante a pagare tasse ben più alte di quel che in realtà fosse permesso dal misero guadagno quotidiano. 
Ah, direte voi, come mai si sarebbe potuto vivere tanto a lungo in condizioni simili? 
Beh, con Nicholas Wilde s'è fatta tutta un'altra storia.
Di per certo si sa solo che costui era visto, in quei tempi, come l'unica e sola speranza del popolo. "Rubare ai ricchi per dare ai poveri", pare fosse il motto, ma ci sono un'infinità di storie diverse sul suo conto: c'è chi dice che in realtà non fosse altro che un cialtrone, chi ne parla al pari di un eroe. 
Ebbene, anche noi del regno di Zoottingham abbiamo la nostra versione.

Per i stretti e tortuosi sentieri della Rainforest, proprio nella contea di Zoottingham, si aggiravano due viaggiatori vestiti di logori abiti. 
Ci credereste se vi dicessi che questi non erano altri che Nicholas Wilde ed il suo fedele quanto socievole compagno Finnick? Ed invece è proprio così! 
I due passeggiavano per la foresta senza curarsi minimamente dello sceriffo, anzi, del tutto a loro agio. Se poi Finnick poteva mostrare qualche accenno di preoccupazione, causa il ricordo di troppe notti passate in cella, rese evidenti dalle continue occhiatacce mandate a scandagliare l'ambiente circostante, l'altro non pareva curarsene poi molto.
"Ehy, furbacchione. Penso sia proprio arrivata l'ora che tu ti faccia venire qualche idea. Una di quelle che ci permetta di filarcela senza troppi problemi, possibilmente" enunciò quello che era un piccolo e scorbutico fennec.
"Alla svelta, magari." 
In tutta risposta, Nick si limitò a sghignazzare lievemente e saltare su di un tronco nelle vicinanze, in un modo tale da poter mantenere l'equilibrio.
"Cos'è, Little Finn? Temi che il Capitan Bufalo Muschiato possa appenderti per le orecchie da qualche parte?"
Ci volle poco perchè il colpo arrivasse, dritto e preciso, così come lo aveva previsto. Ci volle ancor meno perchè lui cadesse in acqua, annaspando come un pesce rosso privo di branchie. 
Aveva peccato di imprudenza, il nostro giovane eroe, poichè non c'era stato modo di fare, appunto, i conti con la forza bruta del complice che, sebbene la statura, possedeva una certa dose di muscolatura nascosta.
Il piccolo esserino ghignò, roteando magistralmente la mazza che teneva fra le mani ed indirizzando uno sguardo eloquente al rosso, inzuppato dall'acqua del fiumiciattolo in cui era annacquato.
"Chiamami un'altra volta Little Finn e giuro che, quando avrò finito con te, la forca ti sembrerà un lusso"
"Non sono certo io ad aver passato il Sabato in gatta buia" borbottò l'altro, alzando gli occhi al cielo con la sua immancabile faccia da schiaffi.
"Non è mia la testa su cui pende una taglia di cinquemila e più denari"
"Ah, che vuoi farci? In questo paese non si giudicano le virtù con il dovuto rispetto"
"Certo, se lo dici tu" acconsentì Finn, tanto per mettere fine alla conversazione.
Non c'era mai molto dialogo fra loro e quell'improvviso scambio di battute pareva essergli, non solo bastato, ma anche abbondantemente avanzato.
La volpe captò facilmente lo stato d'animo del complice - difficile non farlo, dato il tono assolutamente cordiale utilizzato nel pronunciare cinque misere parole - e risalì sul ponte, sgrullando pelo e vestiti dall'acqua, sorriso sulle labbra.
Si trovavano in una zona abbastanza distante dal centro abitato, eppure non così lontana da essere fuori portata per lo Sceriffo e i suoi Lupi.
Non era stata propriamente un'idea brillante quella di disturbare le guardie nel momento del pisolino pomeridiano, nel loro unico attimo libero, ma, a pensarci bene, loro si erano solo assicurati che quei brav'uomini facessero il proprio lavoro. I farabutti erano dietro l'angolo, la giustizia non poteva prendersi il lusso di riposare! 
Poi, beh, derubare il gruppetto di tutti i loro averi, vestiti compresi, e annaffiare bellamente i loro volti così da donargli un risveglio tutt'altro che soave, era stato puro piacere personale. Se lo meritavano, dopotutto, in un modo o nell'altro.
Sorrise sovrappensiero, Nicholas, sin troppo conscio dei pericoli che si correvano nel restare ancora nei paraggi dopo la malefatta, ma abbastanza melanconico da ignorare completamente il suo istinto.
Ebbene, lui conosceva... O meglio, aveva conosciuto qualcuno che, di certo, non si sarebbe fatto scrupoli nel dirgliene quattro, tanto perchè poteva essere pure il più bravo, il più coraggioso benefattore dell'intero paese, ma questo non gli dava il diritto di torturare ufficiali al lavoro. Lo stesso qualcuno che, molto discretamente, gli avrebbe rifilato una delle sue occhiate più indagatrici, giusto il tempo di farlo sentire in colpa, e che, sempre con una certa maestria, riusciva spesso e volentieri ad infiltrarsi tra un suo pensiero e un altro. 
Il famigerato ladro poteva quasi visualizzare quelle piccole labbra, quei petali morbidi e caldi muoversi impercettibilmente a pochi metri da lui, in un movimento così incauto che avrebbe voluto più volte e più volte far presente alla loro proprietaria.
La vedeva, seduta sul prato erboso ormai lontano dalla riva del fiume, a rimproverarlo come fosse un cucciolo di appena cinque anni, le fronde di una magnolia impegnate in stupendi giochi di luce riflessi sul musino roseo.
 
'Dovresti davvero vergognarti Nicholas Wilde, nel nome di quella povera volpe cui è toccato inculcarti un po' di educazione'

Così diversa, così uguale da ciò che ricordava. Più adulta, più matura... Chissà se davvero s'era fatta così graziosa, se la voce delle sue fantasie rispecchiava la moderata avvenenza di bimba che, era sicuro, perfezionata nel tempo aveva solo che potuto sbocciare in una bellezza struggente.
Nick spalancò gli occhi, allarmato da ciò che la sua stessa mente aveva elaborato. 
Perfetto, si disse, ora, oltre ai soliti e sfiancanti problemi di tutti i giorni, oltre ai sogni ad occhi aperti, cominciavano anche le voci. E non voci qualunque, sarebbe stato troppo facile, perfino troppo normale per uno come lui. Adesso gli sembrava di sentire, provenienti null'altro se non dall'angolo più remoto della sua testa, voci perfettamente conosciute.
Quella, per esempio, come ormai era ben inteso, sembrava proprio...

'Cosa? Non mi dirai sul serio che stai pensando quel che penso tu stia pensando'

"E' ovvio che io pensi quel che penso, stupido subconscio" sbottò allora, infastidito.
"Eh?" chiese Finnick.
Al suono di quella domanda ogni pelo sul collo della volpe finì per rizzarsi, rendendo così la sua pelliccia fulva molto più simile a quella di un porcospino che altro.
Pregò con tutto se stesso di non aver davvero espresso ad alta voce qualunque cosa avesse effettivamente blaterato o, almeno, di non essere stato udito dal fennec. Voltò il muso nella direzione dell'amico, trovando ad accoglierlo, con suo rammarico, un'espressione stranita.
"Sarà meglio levare le tende" enunciò, resosi conto solo allora di esser rimasto come incantato.
Forse era solo il caldo a giocargli brutti scherzi, ma, tanto per sicurezza, avrebbe riportato almeno un paio di pantaloni al Capitano.
   
 
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