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Autore: Aliak    20/06/2017    2 recensioni
Post-Season 2
Sono passati diversi mesi dall’invasione Daxamite, Kara deve riaggiustare la propria vita ma non è così facile dopo una grande perdita. Lilian Luthor era finalmente dietro le sbarre e il mondo sembrava essere finalmente in pace. Tutti sono felici, ma non lei, era tutto così frustrante. Odiava sentirsi impotente, eppure eccola lì. Potreste darle torto, però? E 'stata un disastro tutta la sua vita, non aveva mai avuto un momento di felicità che durasse, aveva perso anche lui, ed era di nuovo sola, mentre tutti intorno a se erano felici.
Stava annegando nelle sue stesse paure, non poteva salvare se stessa ma qualcun’ altro poteva farlo, e sta per tornare…
Semplicemente una storia Karamel
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kara Danvers, Mon-El
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Supergirl'
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Era giunto il fatidico giorno Mon-El era stato bloccato in futuro per 2 lunghissimi anni, prima che finalmente riusciti a trovare via di ritorno per lui. In quel tempo, era stato trasformato in un eroe che Kara sempre creduto che potesse essere... l'uomo che aveva promesso di essere per lei, anche senza la sua presenza che lo incoraggiasse.

Lavorare con la legione aveva aiutato a dare un senso, uno scopo e ha preso la sua mente fuori Kara, impedendogli di soffermarsi sul dolore al petto, non lo aveva mai colmato per quanto la legione in qualche modo aveva scalfito il proprio cuore, sapeva che non l’avrebbe mai dimenticata. Dopo aver parlato con Kara si rese conto, che non poteva rimanere lì, per quanto ormai li considerasse come una famiglia, una casa, per quanto l’avevano aiutato a diventare quello che era ora, sapeva di non appartenere a quel luogo, a quel tempo.

 

Finalmente poteva tornare a casa, anche se un po’ gli dispiaceva, avevano fatto tanto per lui, anche se aveva ricambiato il loro favore più e più volte. Stava finalmente per tornare da Kara e lei sarebbe arrivare a vedere l'uomo che era diventato... Grazie a lei la fiducia che gli aveva dato, era cambiato tantissimo, non era più quel principe viziato, che era stato su Daxam, era una persona migliore. 

 

Mon-El si trovava nella sala riunioni nella base della Legione, circondato dai vari membri del team. Dal gruppo erano emersi, Irma Ardeen  insieme a Brainiac 5 che era stato incaricato di lavorare su l'invio di Mon-El di nuovo al suo proprio tempo, e anche replicare il siero che Alex aveva inventato nel 21° secolo, in caso fosse necessaria una seconda dose, per ogni evenienza dopotutto l’atmosfera terrestre nel trentesimo secolo era stata liberata la presenza del piombo, ma nel suo tempo sarebbe stata a pieno regime il rischio sarebbe stato alto se qualcosa fosse andata storta.

 

-Sei pronto?-  Saturn Girl gli si era avvicinato poggiando una mano sulla sua spalla, eri teso se qualcosa fosse andata storta? Non voleva in realtà pensarci, avevi annuito semplicemente non trovando la forza per parlare liberamente. Brainiac si era avvicinato tenendo in mano quello che sembrava un anello.

 

-Che cos’è?- Mon-El aveva chiesto osservandolo, forse grazie a quell’oggetto sarebbe finalmente tornato a casa.

 

-L’ho soprannominato l'anello della Legione-  Brainiac 5 ha risposto. -Ha le capacità di mandarti nel viaggio del tempo, e ti invierà a casa al tuo tempo. Tuttavia, se si dovrebbe mai aver bisogno dell’assistenza della Legione, l'anello ci porterà da voi. Almeno i detentori degli altri anello. Tenetelo al sicuro, Mon-El, e fate in modo che non finisca mai nelle mani sbagliate.-

 

-Certo- annuì. -Grazie per tutto quello che avete fatto per me. Non so come potrò mai ripagare-

 

-Hai fatto più di quanto ci saremmo aspettati, e ti saremmo grati per sempre.- Irma rispose con un sorriso. -Valor-

 

Valor... non aveva mai pensato che un giorno avrebbe avuto un nome da Supereroe, che avrebbe avuto un abito per lui. Era rosso e ricorda dei suoi vecchi abiti da daxam con l'aggiunta di un mantello blu. I colori erano come una versione invertita del costume di Kara, un pensiero che aveva ulteriormente rafforzato la sua determinazione ad essere un eroe. Sul petto all’altezza del cuore portava il simbolo della casata degli El, in suo onore l’aveva fatto aggiungere in modo da tenerla sempre vicina a lei.

 

-Grazie- aveva sussurrato prima che indossare l’anello e il portale si aprisse lentamente alle sue spalle, aveva esitato a attraversarlo, guardando attentamente la sala i suoi amici, i Supereroi gli occhi si erano soffermati verso una figura che era rimasta vicino alla porta, avevi appena sorriso alla stessa, donandogli un cenno del capo, avevi visto una lacrima solitaria solcare il volto prima che ti voltassi verso il varco, e lo attraversassi.

 




25 ° Giugno, 2017 - 8 mesi dopo Mon-El è stato costretto a lasciare la Terra
"Supergirl appena salvato un intero edificio di orfani in un attacco terroristico anonimo…" 
Kara guardato le notizie e sorrise, divertita e sollevata dal fatto che J'onn stava facendo un ottimo lavoro al posto suo, la città non era stata abbandonata a se stessa, J’onn nelle sue vesti insieme a Superman quando poteva si occupavano di proteggere la città al posto suo.

Considerando che era attualmente incinta di 8 mesi e non aveva visto i suoi piedi in settimane, non c'era modo che lei poteva andare fuori per salvare un intero edificio pieno di gente. Erano ormai passati diversi mesi da quando aveva lasciato il suo lavoro da supergirl, appendendo al chiodo il proprio costume, finché non era stato visibile aveva continuato a aiutare la città, ma poi J'onn gli aveva chiesto che lei smettere di andare fuori e che avrebbe preso il suo posto in modo da non rischiare che gli succedesse qualcosa a lei e il bambino.

 

Appena Clark aveva appreso della sua gravidanza, aveva insistito per volare in National City di tanto in tanto per dare una mano e per verificare su di lei. Era diventato improvvisamente molto protettivo con lei... ed era dolce, anche un po' fastidioso a volte. Anche Alex era diventato sempre più prepotente nella sua protettività della sua sorella minore e suo nipote, aveva più e più volte ripetuto che era invulnerabile e probabilmente anche il suo bambino, che non dovevano preoccuparsi così tanto.

 

Kara gemette mentre sentiva il bisogno di fare pipì, per quella che sembrava la milionesima. Goffamente si spostò dal divano, sollevandosi leggermente in volo, lievitando a pochi centimetri dallo stesso pavimento, si domandava come facevano le donne umane senza la capacità di volare, e la super forza, a riuscir a portar al termine una gravidanza. Si domandava tutto questo, perché ha trovato difficile tutto questo, anche con il solo vantaggio dei suoi super poteri. 

 

Un rumore l’aveva fatta sobbalzare, qualcuno era atterrato al di fuori della propria finestra, poteva riconoscere quel suono tra mille -Kal come mai sei qui?- aveva domandato lentamente voltandosi verso la stessa vetrata, aspettandosi la figura del suo cugino invece incontrando qualcun’ altro. Aveva sentito il suo respiro mancare, mentre si era avvicinata lentamente alla stessa andando infine a aprirla.

 

Poteva vedere davanti a se la figura di Mon-el, doveva essere un illusione creata dalla sua mente, forse stava ancora dormendo e quello era un sogno, un magnifico incredibile sogno. Mon-el non volava o almeno non ancora, e indossava quello che sembrava un costume simile a quello di suo cugino, tranne che per i colori invertiti, e lo stemma del casato degli El, non al centro del petto ma semplicemente sul cuore.

Sul viso aveva, uno dei suoi sorrisi luminosi che tanto gli erano mancati, l’avevi visto lentamente volare all’interno dell’appartamento, e atterrare con grazia di fronte a te. Potevi sentire lo sguardo di lui, soffermarsi su di te fermandosi sul ventre, che l’ultima volta che l’aveva vista si mostrava piatto, che invece ora mostrava il frutto del loro amore, ormai quasi pronto a mostrarsi al mondo, mancavano ormai poche settimane e avrebbe abbracciato il suo bambino, il loro bambino.

 

-Kara, sei incinta?- questa era decisamente una sorpresa inaspettata, ora che ci pensava diverse volte Brianiac 5 aveva alluso nelle sue parole, a qualcosa del genere, ma aveva sempre ignorato la questione ma ora, poteva vederlo con i suoi occhi. -Perchè non me lo hai detto?- avevi chiesto, potevi tranquillamente fare da te i calcoli, quel bambino non poteva essere di un’altro uomo, non avresti mai nemmeno messo in discussione che avesse scelto qualcun altro al posto suo, mentre era mancata, probabilmente era impossibile per un uomo umano ingravidare Kara.

 

Ricordava la prima volta che erano stati insieme, quella sera gli aveva rivelato di essere ancora vergine, non che avesse tentato di ottenere la stessa cosa, c’era stato un solo problema che allo stesso tempo l’aveva spaventata dal lasciarsi andare con Mon-el temendo di potergli fare del male, il fatto che lei era invulnerabile in tutti i punti di vista, anche quella parte di lei, e credeva che tutto quello potesse essere impossibile.

 

-Non lo sapevo, giuro che non sapevo- Kara tirò su col naso e Mon-El non ha perso un secondo di più, prima che si è avvicinato a lei, andando lentamente ad abbracciarla, tirandola strettamente a se, cercando allo stesso tempo di far attenzione, e non rischiar di ferire il loro bambino. -Ti amo... non c’è stato  un giorno senza di te che tu non mi sia mancato, avevo paura di averti perso per sempre, quando il  tuo pod è scomparso.-

 

-Rao, Kara mi dispiace di non essere arrivato prima, mi dispiace di averti lasciato sola di non esserti stata accanto per tutto questo tempo, sarei voluto tornare, ma non mi era possibile non c’era modo di riuscire di nuovo a aprire quel varco.- gli dispiaceva di averla lasciata da sola, a affrontare tutto quello si sentiva male per tutto questo.

 

-Mi sei mancato così tanto- aveva sussurrato tra le lacrime, che avevano cominciato lentamente a scendere dal viso della propria compagna bagnandolo, ti sentivi in colpa per quello, non la volevi veder piangere.

 

-Non c’è stato un momento che non ti abbia pensato, o che abbia sognato finalmente di tornare da te, abbracciarti baciarti. Sono qui con te, e prometto che non ti lascerò mai più. Ti amo Kara.- avevi pronunciato prima di afferrare delicatamente il suo mento e sollevarlo leggermente, in modo da incontrare le sue labbra, baciarla intensamente come se non ci fosse un domani, come se da quel gesto dipendesse la tua vita.

 

-E 'stato il pensiero di tornare da te, che mi ha fatto attraversare questi due lunghissimi anni.-

 

-Aspetta, 2 anni? E come hai fatto a tornare qui e come stai ancora respirando?- Kara guaì, seduta quando si rese conto che non aveva fatto la domanda ovvia precedenza, spaventata che da un momento all’altro potesse sentirsi male, gli occhi si era lentamente sgranati, ti eri allontanata leggermente da lui, guardandolo attentamente negli occhi. -Dobbiamo andare di corsa da Alex, non puoi star qui, l’aria l’atmosfera. Non voglio perderti di nuovo.- 

 

Mon-El la tirò di nuovo tra le sue braccia e le accarezzò i capelli rassicurante. -Va tutto bene Kara, sto bene non mi può succedere niente. Questo potrebbe essere un po 'difficile da credere, ma sono finito attraverso un wormhole che mi ha portato nel 31° secolo.  Dove l’atmosfera si era ormai liberata della presenza dal piombo, e tua sorella da secoli era riuscita a ottenere il siero contro l’avvelenamento da piombo-

 

-Alex ci è veramente riuscita?- aveva chiesto, ancora sembrava essere in alto mare a trovare la soluzione a tutto quello, credeva in lei ma cominciava a dubitare che potesse riuscire nell’intento prima che nascesse il loro bambino -31° secolo?-

 

-Sì, nel trentunesimo- rispose timidamente. -Quando mi sono svegliato, mi è stato detto che sono scivolato attraverso un wormhole. Sono stato trovato e salvato da una squadra di supereroi. Mentre lavoravano per trovare un modo per tornare a casa, li ho aiutati nel loro lavoro. Mi hanno anche fatto un abito. Sono diventato l’eroe che ti avevo promesso di diventare.-

 

-Sono contenta che hanno trovato un modo per riportarmi a me- sorrise dolcemente le lacrime avevano smesso di scendere dal suo viso, la guardavi attentamente negli occhi osservandola in silenzio, doveva parlargli anche se questo gli avrebbe fatto male, anche se ora sapeva del loro bambino, era stato così anche nel trentesimo secolo, o forse era stato diverso, avrebbe voluto chiederglielo.

 

-Io… io non posso dire molto circa le persone che mi hanno preso, mi hanno chiesto di non farlo, in quanto potrebbe essere pericoloso per molte persone di conoscere il futuro, ma posso dire che...  che mi hanno dato la cura senza esitazione, mi hanno dato una casa un luogo dove sentirmi sicuro, e gli sono grato per questo e molto altro- Intrecciò le dita tra quelle di Kara, che lo stava guardando negli occhi con una espressione indecifrabile sul volto -sue, guardando le loro mani per un secondo prima di continuare. 

 

-Tranquillo non serve che mi dici altro, posso capire.- aveva cercato di dargli un sorriso rassicurante -Sapevo che saresti tornato da me il più presto possibile, se si aveva questa possibilità. E' stata molto duro senza di te, ma ora sei qui, ma immagino per te ancora di più. Due anni?- avevi chiesto ricordando quello che prima aveva detto.

 

-Si. E '... E' stato duro, due anni senza di te- disse con voce roca. L'espressione sul volto di Mon-El è stata la conferma sufficiente. Ha cercato di scrollarsi di nonchalance, come se non fosse stato un grosso problema, ma non ha funzionato. Il dolore tremolante nei suoi occhi, la tensione nelle sue spalle. 

 

-Oh Rao- Due anni. Mon-El aveva trascorso due anni senza di lei prima che potesse tornare indietro, e lei ... Non poteva nemmeno immaginare cosa poteva essere stato. Anche i suoi otto mesi trascorsi senza di lui, con quel bambino che cresceva nel suo ventre è stato straziante per lei, e ci sono stati momenti che voleva rinunciare a tutto, lasciarsi andare completamente farla finita perché sentiva di non riuscir a sopportare tutto quel dolore. 

 

Lei dubitava che al posto di Mon-el sarebbe riuscita a sopravvivere. Almeno questa versione di lei non l'avrebbe fatto, lei davvero non voleva sapere  se ne fosse stata all’altezza di sopravvivere a tutto questo. Era sul punto di premere le sue labbra sulle sue di nuovo... quando sentì le sue mani sulle spalle, cercando di fermarla aveva decisamente una presa più forte di quanto ricordasse, anche se non stava limitandosi. 

 

Aggrottando le sopracciglia  cercò di guardarlo negli occhi, ma lui aveva abbassato quasi subito lo sguardo, non riusciva a capire il perché l’avesse fermata, e cominciava a aver paura di tutto quello, possibile che non l’amasse più, che avesse trovato qualcun’altra nel futuro. 

 

-È necessario sapere una cosa.- Kara poteva sentire il suo cuore perdere un battito, sentendo quelle parole, c’era qualcun’altro, lo stava perdendo di nuovo, magari era venuto fino a lì solo per dargli un ultimo saluto dirgli addio. Cercò di deglutire, ha cercato di fermare il suo cervello di saltare alle conclusioni, ma era quasi impossibile. Non poteva dire niente, come Mon-El continuò, tirando le mani in grembo, come se volesse mettere una certa distanza tra lui e Kara. 

 

-Quando ero lì, io... ho avuto modo di vedere, quello che farete in futuro quello che diventerete.- dove stava andando a finire quel discorso -Kara, hai fatto tante cose grandi che…che vorrei poter raccontare, ma non posso farlo. Che verranno narrate raccontate, negli anni, nei secoli. E tutto quello che è successo, senza di me-

 

Questa è stata probabilmente l'ultima cosa Kara aspettava che gli raccontasse, del suo viaggio, di lei di quello che aveva fatto nel futuro, di quello che sarebbe diventata. Aprì la bocca, ma niente è venuto fuori, almeno in un primo momento. Batté le palpebre più volte, respirò lentamente cercando di ricomporsi. 

 

-Mon-El, di che cosa stai parlando? Che vuoi dire con questo?- Non poté trattenersi dal chiedergli, il perchè avesse tirato fuori quell’argomento, proprio ora, sapeva benissimo o quanto meno temeva dove volesse arrivare quel discorso intrapreso da lui. Lei potrebbe aver fatto tutto quello senza di lui, ma questo non significava che non poteva fare loro con lui. Lei dubitava che sarebbe un ostacolo. In realtà, lei era sicura che non sarebbe mai stato uno.

 

-Ti meriti quel futuro, Kara, e molto altro ancora. E c'è una possibilità che... che per colpa mia tutto questo non accada, e non voglio che la terra, non abbia questa possibilità per colpa mia. Vedi quello che è successo con mia madre, se il baccello non avesse raggiunto la terra, non sarebbe successo tutto questo, e la terra non sarebbe stata in pericolo. Tu non saresti stata in pericolo.-

 

-Mon-El…- Kara sussurrò, allungando la mano destra a cercare la guancia, di Mon-el cercando infine delicatamente di sollevargli il volto e guardarlo di nuovo negli occhi. -Ti amo.- Le parole rotolato fuori dalla bocca così facilmente, così onestamente che anche lei era sorpresa. Sentì il respiro di Mon-El bloccarsi, i suoi occhi allargarsi. 

 

Non poteva fare a meno di sorridere. -Ti amo, va bene? E se devo scegliere tra un grande futuro e perderti, o avere avere te. Preferisco un futuro vicino a te, alla persona che più amo, insieme a nostro figlio, o ai nostri figli e essere felice.- un guizzo di gioia vide passare tra gli occhi di Mon-El per un breve istante, ma tutto questo era scomparso rapidamente, si era accigliato quasi subito ma non si era sottratto dal suo tocco.

 

-Kara, potrei essere uno ostacolo. Che cosa succede se per colpa mia, tutto questo non succederà? La terra a bisogno di te- 

 

-Non sarai mai uno ostacolo- Kara intervenne, cercando di donargli un sorriso rassicurante -Sono la ragazza d'acciaio, nessuno può impedirmi di ottenere quello che voglio. Quindi non devi mai dubitare, va bene? Non lo farai. Mi fai felice, Mon-El, così felice, e questo è tutto quello che posso chiedere dal mondo.- Ci sono voluti un paio di secondi per Mon-El per rispondere, ma poi annuì, la felicità tremolante nei suoi occhi.

 

-Voglio che nel mio futuro ci siate voi-

 

-Ti amo- sussurrò, accarezzandole i capelli. Un sorriso si diffuse sul volto di Kara a questo, e si sentiva le farfalle nel suo stomaco. Lei lo guardò intensamente negli occhi, prima di baciarla intensamente sulle labbra, era tornato e sarebbe stato questa volta per sempre, non l’avrebbe mai più abbandonata, era lì per rimanere, per sempre…

 


 

30 ° secolo dC - dopo che Mon-el è tornato nel suo tempo.
Si trovava lì come ogni mattina, appena le porte del museo venivano aperte, entrava silenziosamente sedendosi su uno dei tanti divanetti lontano da sguardi indiscreti. Nessuno faceva caso alla vecchia donna, che prendeva il suo posto, lasciando che il suo tempo scorresse lentamente e inesorabilmente senza fine, osservando la gente che veniva ogni giorno ad ammirare quel luogo a ascoltare la sua storia.

 

Il personale del museo gli rivolge un saluto cortese, un saluto privato, delle volte si erano avvicinati a lei chiedendogli se gli serviva aiuto o qualsiasi cosa erano a sua disposizione ormai si erano affezionati a quella vecchietta, dolce e gentile che aveva sempre un sorriso per loro. Ma aveva sempre rifiutato cortesemente, ringraziandoli della loro premura. Si siede in silenzio e lei guarda studia i visitatori, i vari ologrammi che li seguono, mentre delle volte sorseggia in silenzio il suo caffè.

 

Rimane la fino alla chiusura, e in realtà nessuno degli inservienti l’ha mai vista uscire dallo stesso museo, quando giunge l’ora di chiusura scompare nel nulla come se non fosse mai stata lì, come se la sua presenza fosse semplicemente un illusione.

 

Lei non viene mai con nessuno, non incontra mai nessuno, e sempre lì da sola e silenziosa, riservata. Non ricordano esattamente quando fu la prima volta che venne nel museo. Ci sono stati un paio di giorni, sporadici e apparentemente casuali nei quali, che un uomo più anziano ma ancora estremamente bello, quanto la stessa donna; si avvicina a lei, sedendosi sul divanetto prendendo proprio posto affianco, rimanendo in silenzio, a lungo anche lui fino alla chiusura. 

 

Hanno gli stessi occhi, spenti dalla vecchiaia dal dolore dalla perdita, lo stesso sorriso malinconico, non vi erano parole fra di loro solo sguardi cenni, come se potessero leggersi nella mente, capirsi senza emettere alcun suono, alcuni ipotizzano fossero amanti, compagni forse semplicemente amici, o conoscenti. Ma nessuno osa disturbarli, rompere quegli attimi unici fatti di silenzi.

 

In certi giorni, i sorrisi lasciano spazio alla rabbia, alle lacrime alla frustrazione al dolore, i suoi occhi diventano vacui, le loro mani si congiungono, come sempre tra di loro non vi sono parole, e infine entrambi scompaiono insieme all’ora della chiusura senza lasciare alcuna traccia.

 

Il personale ama speculare su quelle due presenze, il museo parla di una leggenda. L’ipotesi preferita è che lei in realtà è un fantasma, in attesa di qualcuno, un incontro con un amante a lungo perduto lo scopo di incontrarla di nuovo qui al museo, dove forse da giovani si erano conosciuti. E che quell’uomo in realtà sia colui che aspettava in morte finalmente si erano ricongiunti.

 

La verità è più triste.

 

Gli ultimi eredi di un pianeta ormai scomparso, gli ultimi a resistere al tempo, e alla morte, hanno perso ormai tutto la famiglia, hanno perso gli amici. È rimasta solo l’ombra, dei due Supereroi che hanno sacrificato tutto di loro, per l’umanità.

 

C’è una Perdita, visibile nella piega tra le sopracciglia.
C’è una Perdita, dipinta nelle rughe provocate dai loro sorrisi stanchi…
C’è una Perdita, nella loro postura che anche nella vecchiaia, non è cambiata alti fieri orgogliosi, davanti al mondo davanti a tutto perché loro sono la donna e l’uomo d’acciaio, e non si piegano e non si spezzano.

 

Due anime spezzate, lo stesso destino, la stessa Perdita che non sarà mai cancellata o attenuata o sostituita con qualcosa di meno doloroso.

 



PS: Si siamo giunti alla fine o almeno il prossimo capitolo sarà l'ultimo, Mon-el è tornato finalmente a casa, dalla nostra Kara, l'ultima parte del capitolo l'ho voluta dedicare a Superman, e Supergirl di Terra 2 se non si era capito chi era l'uomo nel fine capitolo, che non è Mon-el, beh ora avete capito chi è.
E' stata una bella avventura questa storia, e sono contenta di averla scritta, non me ne pento, avevo troppo bisogno di Karamel alla fine di questa maledetta stagione. Spero di non aver deluso, e ci vediamo al prossimo e ultimo capitolo.

Un bacio
Aliak
   
 
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