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Autore: Cri4_TimeLady    20/06/2017    1 recensioni
La "notte prima degli esami" di Sam, in bilico tra un futuro felice e la sua famiglia
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Erano quasi le dieci quando Sam staccò gli occhi dal suo libro di letteratura, forse una delle materie che, alle superiori, più amava e odiava allo stesso tempo, ma che non lo aveva mai colpito veramente quanto diritto. Si fermò per un istante a contemplare la spoglia camera del motel in cui alloggiavano da circa un mese, così da potergli permettere di finire l’ultimo anno nella stessa scuola e non in quattro o cinque differenti istituti. Inoltre l’ultimo caso aveva impegnato Dean e John per circa tre settimana, e ne erano usciti feriti e distrutti fisicamente e psicologicamente, quindi non valeva la pena spostarsi quando restavano tre settimane al completamento degli studi di Sam. “Il nerd della famiglia...il ragazzo dalla pagella d’oro...” questi erano i diversi epiteti che suo fratello gli propinava costantemente, e in quel momento, fissando le pareti della stanza, non potè far altro che sorridere, ma di un sorriso carico di amarezza. 'Domani inizieranno gli esami di fine anno, e se prenderò il massimo dei voti...non potranno rifiutarmi all’Università di Standford.' pensò tra sé e sè mentre chiudeva il libro e riordinava il tavolo dove aveva posto tutti i suoi appunti.
Nelle ultime due settimane era quello il suo pensiero fisso e tutte le volte che si ripeteva quella frase una fitta lo colpiva diretto al cuore, un misto tra gioia e profonda tristezza. Non poteva negarlo, si sentiva una persona orribile, non tanto per abbandonare la caccia, anche se quel lavoro salvava innumerevoli vite, non tanto per papà, con il quale non faceva altro che litigare, ma per Dean. Come poteva fare un torto simile a suo fratello maggiore? Come poteva essere così meschino con la persona che lo aveva accudito fin da quando aveva meno di un anno? Se pensava a Dean, la scelta da fare sembrava così semplice e determinata, ma poi il suo pensiero si fermava a se stesso, alla sua felicità, a quello che si era sentito dire da un professore anni prima, il quale credeva nelle sue capacità e che gli chiedeva di scegliere il suo futuro, non quello che il padre voleva. Era allora, quando i pensieri si caricavano di egocentrismo, che la scelta diventava insidiosa, sofferta, impossibile da compiere, ed era sempre allora che Sam non riusciva più a pensare a quel dannatissimo futuro, e decideva di rimandare. Questo perchè in cuor suo sapeva quale delle due possibilità lo avrebbe reso felice e gli avrebbe permesso di essere 'normale', come aveva sempre voluto, ma allo stesso tempo non riusciva ad accettare questo suo egoismo.
Finito di riordinare e di prepare la sacca per la mattina successiva, decise di andare al frigo bar e prese una delle bire di suo padre e di suo fratello, tanto non sarebbero tornati fino a notte tarda. Immaginava fossero a un bar, magari a guadagnare qualche soldo, o forse solo a ubriacarsi per dimenticare il dolore che ogni lotta procurava alla loro anima. La loro assenza, però, gli aveva permesso di ripassare in pace le ultime materie, e per questo li ringraziò mentalmente, mentre si accingeva a bere il primo sorso di birra. Non era un gran bevitore, ma nell’ultimo periodo aveva capito che un po’ di quel 'nettare' (così lo chiama Dean per prenderlo in giro del suo astenersi dal bere) non faceva male, soprattutto se si avevano dei pesi sulla coscienza da dimenticare. Si straiò sul suo letto, sorseggiando la birra e contemplando il soffitto sudicio ricoperto da una carta da parati riportante una geometria complessa e studiata, ma comunque davvero triste e orribile. Mentre contemplava l'intricata trama della carta del soffitto, ricominciò a pensare agli esami imminenti, all’Università, alla scelta delle diverse facoltà, anche se era più che convinto di voler fare legge, ai progetti futuri. Poi nella sua mente si palesava il suo fratellone, le loro avventure da bambini, le loro litigate, tutte le volte che suo fratello lo aveva salvato, e quelle volte invece in cui lui aveva salvato Dean, perchè nessuno poteva far del male a suo fratello maggiore. Fu in quel momento che a Sam scese una lacrima, carica di ansia per l’esame, d’indecisione, e con un sapore salato come la verità che aveva la consapevolezza di conoscere ma che non voleva riconosce come tale.
Improvvisamente, sentì un rumore famigliare, quello dell’Impala che si avvicinava e si spegneva di fronte alla porta della stanza, e pensò che anche quella dannatissima macchina gli sarebbe mancata. Poi una chiave girò nella serratuta ed entrò il soggetto dei suoi pensieri, Dean, che stranamente era da solo, nonostante fosse partito con John.
“Papà è rimasto al bar, ha detto che tornerà a piedi o si farà chiamare un taxi, ma a mio parere non tornerà fino a domani mattina. Inoltre ho deciso di accompagnarti a scuola domani, anche se potresti prendere l’autobus, ma visto che hai gli esami mi sembrava d’oblig...” Dean aveva parlato tutto d’un fiato mentre chiudeva la porta e si avvicinava al frigo bar per prendere una birra, che neanche si era accorto che suo fratello era già straiato sul letto con i capelli castani spettinati, gli occhi rossi e...UNA BIRRA IN MANO.
“O mio Dio! Ma tu stai bevendo una birra!!!” esclamo Dean con molta enfasi, che fu recepita da Sam come sarcasmo poco velato.
“Si, Dean, sai..sono maggiorenne..” rispose il minore rivolgendo al fratello un sguardo contrariato. Dean, senza preavviso, scoppiò in una risata, si sedette sul letto di suo fratello e si trasformò nel fratellone comprensivo
“Allora che succede Sammy? Pensi che non si vedano gli occhi rossi?”
“Non ho piano e a te non interessa cosa penso...e smettila di chiamarmi Sammy, non ho più dodici anni”
“Vero, ma sei comunque il mio fratellino e ti chiamo come voglio, e soprattutto mi interesso dei tuoi problemi da ragazza adolescente” disse cercando di fare il solletico a Sam, perchè non sopportava davvero di vederlo così triste. L’altro comprese il suo tentativo e non si arrabbiò, anzi accennò un debole sorriso, perchè anche se da quando era diventati più grandi le loro discussioni a ‘cuore aperto’ erano ridotte praticamente a zero, Dean sentiva sempre quando l’altro aveva un problema e cercava di risollevargli il morale. ‘Dean non merita questo da me...non lo merita..’ si fermò a pensare, e subito tornò nei suoi occhi quel velo di tristezza che il maggiore aveva intravisto quando era arrivato.
“Sicuro di non volerne parlare Sam?”
“No, no, tranquillo, tutto a posto. Solo un po’ di ansia per gli esami e diversi argomenti su cui non sono sicuro, quindi davvero, non preoccuparti per me. Piuttosto preoccupati per te e per la ferita alla spalla, che a quanto vedo non è ancora guarita.” gli rispose il giovane, cercando di cambiare argomento.
“Ma no, ormai è guarita del tutto. Comunque, mio caro Sammy, non devi preoccuparti per gli esami! Come puoi avere ansia se sei uno dei ragazzi più intelligenti e nerd che io conosca! Sai qualsiasi cosa, non solo sui mostri, ma anche sulla storia, sulla chimica, sulla letteratura inglese e americana, su tutto in pratica. Le mie conoscenze, invece, si fermano ai cantati degli anni Ottanta, film sul Far West e al mostro che devo affrontare in settimana. Davvero, fratello, non preoccuparti. Riuscirai a prendere dei bellissimi voti.” disse Dean.
“Grazie, idiota” rispose l’altro sorridendo.
Dean alzò la birra in direzione del fratello, aspettando che l’altro facesse lo stesso. “Un brindisi a Sam il nerd, che nei prossimi giorni dimostrerà a tutti le sue illimitate conoscenze!” e dopo aver brindato bevvero un bel sorso. Il maggiore sapeva che il suo fratellino era ancora pensieroso, lo sentiva, e forse conosceva anche il motivo: l’unica cosa che lo faceva sentire un ragazzo normale stava per finire, poi gli sarebbero rimaste solo la caccia e la famiglia. Non sapeva ancora se Sam avrebbe retto, dati i continui litigi con il padre, le volte che scappava e la sua avversione per la caccia, così cercò di consolarlo.
“Lo so, Sam che per te è difficile dover finire la scuola, perchè così finirà anche l’unica cosa che tu consideri da ‘ragazzo normale’. Non riuscirò mai a capire come mai tu ti ostini a voler essere normale, come tu forse mai capirai il mio senso del dovere nei confronti della caccia e di nostro padre, ma voglio che tu sappia che io sarò con te. Qualsiasi sarà la tua scelta ti prometto che l’accetterò, anche se all’inizio mi farà arrabbiare, anche se magarì potrò insultarti in mille modi, sappi che alla fine capirò che stavi cercando la tua strada e la tua felicità, e te lo lascerò fare, perchè meriti di essere felice.”
Sam avrebbe volentireri pianto in quel momento, perchè non si aspettava una dichiarazione simile dal suo fratellone, come se già sapesse quale era la questione che più lo affliggeva. Davvero Dean non meritava il dolore che gli avrebbe causato, ma se davvero diceva di sostenerlo e di volerlo vedere felice, niente più gli impediva di scegliere l’Università ed un futuro lontano da quel mondo, anche se suo padre non avrebbe mai accettato. Sarebbe stata una scelta egoista, lo sapeva, ma il suo fratellone nella vita da cacciatore aveva trovato il suo posto, o almeno così pensava, ed era ora che anche lui trovasse il suo posto, con il benestare del maggiore. Non seppe trattenersi e di slancio abbracciò suo fratello, ma dopo poco si accorse del gesto forse troppo affettuoso e si staccò arrossendo, mentre l’altro iniziò subito a ridacchiare.
“Ahhh, la mia sorellina emotiva” e scappò, prima che Sam gli tirasse un calcio.
Si sedette sull’altro letto e sorseggiò ancora la sua birra, quando il minore prese la parola “Se pensi davvero a quello che hai detto voglio che tu sappia una cosa, Dean, dovunque io sia e qualsiasi cosa io stia facendo, non smetterò mai di essere tuo fratello, e quindi ti prometto che sarò sempre pronto a fare qualsiasi cosa, se ne avrai bisogno. Troverai sempre la mia porta aperta, perchè non c'è niente al mondo che non farei per te” 
Forse fu per quella frase che Dean comprese che presto suo fratello li avrebbe abbandonati molto presto, infatti, quando seppe della sua ammissione a Standford, non ne fu sorpreso, ci rimase si male, ma mantenne la sua promessa e accettò il volere del fratello minore. Forse fu sempre per quella promessa che Sam, quando il fratello si presentò a casa sua in cerca di aiuto, decise di seguirlo per cercare John, ormai disperso da qualche settimana. Entrambi, in un modo o nell’altro, mantennero le promesse che si fecero quella sera in cui decisero di accettare le volontà dell’altro senza ripensamenti, perchè erano una famiglia, e per la famiglia si fà questo e altro.
“Grazie Sammy. Ora cerca di dormire anche se sei in ansia, perchè domani sarà un grande giorno” gli disse Dean con un tono più da mamma che da fratello, nascondendo un sorriso per l'affeto che il fratellino gli riservava. Sam, rincuorato e alleggerito da quel carico, finì la birra, corse a lavarsi e infine si infilò nel letto per poter finalmente riposare, dopo giorni in cui non riusciva.
“Good night, jerk”     “Good night, bitch”
Era la sua notte prima degli esami.

NOTE:
Allora, è la prima volta che scrivo quindi ho abbastanza ansia, ma ho dovuto davvero scrivere perchè dovevo sfogarmi in qualche modo. Spero davvero non ci siano troppe incongruenze con la serie e con il modello scolastico americano, dato che per rendere la cosa "all'italiana" ho dovuto fare uno strappo alla regola. :)
Ho ritratto forse un Sam troppo buono e un Dean altrettanto buono, ciò non toglie le scelte che poi entrambi abbiano fatto nella serie (che tipo è la mia droga).
Spero vi piaccia e qualsiasi commento abbiate, non esitate a scrivermelo, soprattutto se sono commenti costruttivi, in modo da potermi migliorare in futuro!
In bocca al lupo per la MATURITA' !!!! (anche a me stessa!!!!)
PS. Non uccidetemi se ci sono errori ma domani ho la prima prova e non mi va più il correttore del computer!! chiedo umilmente venia!! 
 
  
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