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Autore: Light2015    20/06/2017    0 recensioni
E' quando tutto sembra essersi sistemato che sorgono i veri problemi. Un arresto e un ricatto non saranno le sole questioni che Alex, Nicki, Mark, Cloe e Sam dovranno fronteggiare... un uomo che torna in città, una proposta al momento sbagliato e un segreto tra amici mineranno tutto ciò che di certo è stato negli ultimi due anni. E allora... come what may, qualsiasi cosa accada, verso il gran finale...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8
Something about Mark


Uscivo spesso con Mark prima che andassi ad abitare a Malibu. Quel giorno, in onore dei bei vecchi tempi, andammo a Rodeo Drive a fare shopping. Eravamo nella boutique di Alexander McQueen. Io, a differenza di Mark, non ero in vena di fare acquisti.
- “Reagisci! Come sei passivo!” mi riprese lui “Mi ha sempre affascinato Alexander McQueen, usa dei tessuti molto particolari... e si chiama quasi come te”
Sfiorai con la mano una giacca su un manichino. Niente di che. O forse ero io che non apprezzavo.
- “Quanto costa?” chiesi alla commessa che passò velocemente vicino a noi per andare a servire un altro cliente.
- “Millenovecentonovanta. Se vuole provarla le mando subito la mia collega”
- “No grazie...”
Una volta di nuovo soli Mark mi sussurrò ironico:
- “Perchè il tuo problema sono i soldi...”
- “Non è questo, ma duemila dollari sono sprecati per quella cosa... Certo, se ne trovassi una a costo zero nell'armadio di qualcun altro forse la terrei”
Uscimmo dal negozio, Mark si era comprato un paio di scarpe semplicissime, total white, da quattrocento dollari. Nemmeno troppo.
- “Come vanno le cose con Nicki?”
Feci spallucce. “Lo sai... mi ha detto no” Non mi andava di pronunciare certe parole, sperai che quella frase bastasse. “E poi c'è suo padre. Ha provato a convincerla a tornare a casa sua”
- “Questo non lo sapevo. E lei?”
- “Niente” feci spallucce di nuovo. “Resta con me...” Forse gli sembrai poco convinto, così continuai. “E' tutta questa situazione che mi infastidisce. E' frustrante”
- “Te l'ho detto che dovremmo andare via per qualche giorno. E dai cazzo, ci sono cittadine lungo la costa andando a nord che scommetto non hai mai visto...”
- “Non lo so...” temporeggiai “E' solo che...” Mi interruppi non appena passammo davanti alla vetrina di unna gioielleria, mi avvicinai.
- “Pensavo che di orologi ne avessi abbastanza...”
Ma fu come non sentirlo. C'erano in esposizione anelli di fidanzamento molto belli, alcuni più pacchiani, altri più fini ed eleganti.
- “No dai” Mi disse Mark quando capì “Hai appena detto che non ti vuole sposare”
- “Non ho... non ho detto questo... non è quello che lei ha... oh senti, lasciamo stare. E' inutile parlare con te di queste cose”
Riprendemmo a camminare lungo la via.
- “Dico solo che dovresti lasciar stare per adesso... forse suo padre ha ragione, dovreste prendervi un po' di tempo”
Non gli risposi, mi stavo innervosendo. Procedemmo in silenzio e dopo pochi minuti arrivammo alla mia auto. Quando accompagnai a casa Mark lui continuò ad insistere con la proposta del week end fuori città.
- “Vediamo, ti faccio sapere”. Non ne avevo voglia, però avrei potuto davvero pensarci dopotutto.
Quando arrivai a casa Paco mi venne incontro, non potevo più prenderlo in braccio, stava diventando troppo grosso e pensante. Nicki era sdraiata sul divano, spense la tv.
- “Com'è andato il pomeriggio soli uomini?”
- “Bene... ma non ho comprato niente”
- “Tutto qui? Che ti ha detto Mark?”
- “Niente... ha solo commentato ogni capo di ogni negozio, comprato delle scarpe inutili da quattrocento dollari e insisito più volte per farmi andare con lui fuori città qualche giorno”
Lei non sembrò entusiasta da quest'ultima affermazione.
- “Ah... come mai?”
- “Sulle scarpe perchè ama spendere e sul week end non lo so. Penso voglia solo passare un po' di tempo insieme come facevamo prima che abitassi qui”
Nicki non disse niente. Mi sedetti anche io sul divano e notai, vicino ai suoi libri, una busta rosa.
- “Paris?” chiesi indicandola con un cenno del capo.
- “Si... vuole vederci la prossima settimana alla villa. Credo abbia pianificato qualcos'altro.

Vernice. Questa volta Paris voleva che rovinassimo con vernici colorate ogni parete della villa di Rick Salomon.
- “Dio, diventa sempre più faticoso” brontolò Cloe mentre scaricavamo i barili di pittura. Sam ci aveva anche dato buca quella sera perchè era il compleanno di Jordi, quindi eravamo solo in quattro. E la villa era enorme. Nemmeno il tempo di entrare che stavo già pianificando un modo per ridurre il lavoro al minimo. L'unico problema era che Paris seguiva i telegiornali nei giorni successivi per accertarsi che avessimo svolto il lavoro come da sue indicazioni. Non so cosa aveva intenzione di fare se fosse stata insoddisfatta... e non avevo voglia di scoprirlo, per cui mi misi l'anima in pace sapendo di dover trascorrere la nottata a imbrattare casa del suo ex. Uno, dei suoi ex.
Ci dividemmo le stanze, io e Mark ci occupammo dell'enorme sala e open space, Cloe dei bagni e Nicki delle camere da letto. Del resto (cucina, salotto, studio e corridoi) ce ne saremmo occupati insieme più tardi.
Dopo un'ora buona di pennellate mi dispiaque quasi lasciare li la mia opera, avrebbero certamente ridipinto tutto di bianco così decisi di fare una foto ricordo. Mark aveva finito da poco la sua zona ed era salito al piano superiore. Quando feci per raggiungerlo vidi Cloe scendere le scale in maniera frenetica.
- “Telecamere! Telecamere!”
- “Cosa?”
- “Ci sono delle telecamere in casa! Cazzo... dov'è Mark? Lui ci sa fare con questa cose”
- “Perchè Paris non ce l'ha detto?”
- “Si vede che non lo sa! Dov'è Mark?” ripetè.
- “Di sopra, vado io”
- “Digli di trovare il sistema centrale e cancellare i video di questa sera, cazzo! Io intanto chiamo Paris”
Solo mentre salivo al piano di sopra mi resi conto della gravità della situazione. Se non avessimo trovato la centralina saremmo stati veramente nei casini. Ogni stanza della villa era danneggiata dalla vernice, avevamo quasi finito. Dovevamo solo cancellare i video che ci riprendevano. Il piano superiore sembrava desolato, poi finalmente sentii delle voci. O forse erano urla. Mi fermai nella penombra del corridoio.
- “Sei un'ipocrita Nicki! Non te ne frega un cazzo!”
- “Io sarei ipocrita? Guarda... ma... pensi l'abbia voluta questa situazione?”
Non avevo mai visto, o in questo caso sentito, Mark e Nicki litigare così.
- “Pensavo mi aiutassi! E invece riesci solo a farmi incazzare... pensavo mi lasciassi più spazio!”
- “Mi sono comportata da amica, non ho detto niente cercando di darti l'occasione perchè facessi da solo, per darti più tempo”
- “Ah si... cazzo ti sei sprecata... e dimmi, queste cose le pensavi anche mentre te lo scopavi contro un muro a casa di Kenye West?!”
Calò il silenzio. Io mi accorsi di avere la bocca semi aperta.
- “Eravate spariti quella sera” continuò Mark molto più calmo “così sono salito a vedere dove eravate finiti... la porta era socchiusa. Avresti potuto evitare, sapendo...”
- “Mi dispiace” Dalla voce sembrava che Nicki fosse veramente mortificata. “Mi dispiace”
- “Non ne sono così sicuro sai?! Secondo me ti è piaciuta l'idea... dopotutto, perchè no?”
- “Smettila!”
La situazione sembrò essersi calmata e feci qualche passo avanti per entrare nella stanza anche se non sapevo cosa avrei potuto dire.
- “Eppure sei così senza scrupoli, sei perfida. Forse nemmeno lo sai. Ti importa solo di te stessa...”
Non resistetti più e feci capolino all'ingresso della stanza. Mi irritava che Mark le parlasse così, anche se non sapevo le motivazioni. Io, invece, di Nicki mi fidavo.
- “Mark...”
Si voltarono entrambi. Lui sembrò terrorizzato.
- “Ci sono delle telecamere in casa” lo guardai minaccioso, volevo che capisse che lo avevo sentito. “Cloe vuole che trovi la centralina e cancelli i video” dissi lentamente senza distogliere lo sguardo.
“Ora.” Lui non disse una parola, deglutii e lasciò la stanza. Attesi finchè non lo vidi scomparire lungo il corridoio.
- ”Lascialo stare, non voleva...”
- “Perchè ora lo difendi? Di cosa stavate parlando? C'è... c'è qualcosa tra voi due che...”
- “Ma figurati!” Nicki sospirò. “Però devi parlargli. Non è niente di grave ma è meglio se ne parli con lui. Fidati”
Mi appoggiai al muro.
- “E' frustrante... quello sta succedendo. Tra noi due.”
- “E' colpa mia, per tutto. Ma ti prometto che risolverò... Parla con Mark prima, e cerca di non essere arrabbiato con lui, vedrai che capirai”
Sembrava molto saggia, forse la era. E' sempre stata più intelligente, sapeva le cose in anticipo, semplicemente ci arrivava prima, deduceva e capiva. Io, invece, dovevo parlare con Mark.

   
 
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