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Autore: Wolfgirl93    20/06/2017    0 recensioni
Hibari che decide di fare qualcosa di speciale per Tsuna, con lo zampino di Dino.
Credo che Hibari sia un po' OOC
Pairing: 1827
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dino Cavallone, Kyoya Hibari, Tsunayoshi Sawada
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Cosa?” Chiese sorpreso il decimo Boss della famiglia Cavallone
“Mi hai sentito bene, Bronco!” Sibilò Kyoya già sul punto di alzarsi dal divano e andarsene.
“Ok ok, solo che mi prendi un po’ alla sprovvista, non sono un amante di poesie però dovrei avere qualche libro di qualche poeta italiano.” Ammise il biondo alzandosi per rovistare fra i vari libri della libreria, ancora era sorpreso per la richiesta del suo studente, voleva trovare qualche poesia da dedicare ad una persona importante e Dino non aveva di certo dubbi su chi potesse essere il fortunato.
Sfogliò alcuni libri di poesie arricciando il naso ogni volta che trovava una poesia triste o magari troppo semplice.
“Bingo!” Disse Dino sorridendo, si voltò a guardare il suo studente e voltò il libro per fargli leggere la poesia. “Non è una poesia italiana, però in questo libro è tradotta quindi direi che potresti impararla, vuoi che ti dica di cosa parla?” Chiese, sapeva che Kyoya non era molto ferrato con l’italiano.
“No, spera solo che sia bella, se non lo sarà tornerò e ti morderò a morte!” Disse lapidario mentre afferrava bruscamente il libro.

Kyoya passò l’intero pomeriggio a imparare a memoria quella poesia, alcune parole gli erano famigliari ma altre proprio non sapeva cosa volessero dire.

La sera arrivò presto e la residenza Italiana della famiglia era silenziosa, solo due stanze erano illuminate: quella di Kyoya e lo studio di Tsuna.
Il moro prese un respiro profondo mentre bussava alla porta del Boss, ancora si chiedeva perché avesse deciso di fare quella cosa, eppure la reazione che aveva avuto il castano nel sentire una poesia alla radio era stata bellissima e voleva assolutamente che quell’espressione questa volta fosse per causa sua.
“E’ aperto” La voce ovattata di Tsuna gli diede il via libera per entrare nella stanza, lo trovò seduto alla scrivania intento a controllare vari fogli, di certo erano delle missioni o dei conti da pagare per i danni che lui e gli altri guardiani erano soliti fare.
Tsunayoshi alzò il viso e gli sorrise prima di stiracchiarsi languidamente “Se sei venuto a controllarmi sappi che ho quasi finito, tra poco andrò a letto.” Disse trattenendo uno sbadiglio.
“In realtà voleva fare altro.” Disse prima di schiarirsi la voce, quella era la prova del nove, se fosse andato male la famiglia Cavallone avrebbe dovuto cercare un nuovo Boss.
“Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.
T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.”

Il suo italiano non era di certo come quello di Dino o del bambino ma aveva cercato di fare del suo meglio, appena la poesia fu finita alzò gli occhi su Tsuna e quello che vide gli fece spalancare gli occhi: il castano teneva una mano davanti alla bocca mentre i suoi occhi erano lucidi e le sue guance erano rosse quasi quanto la fiamma del guardiano della tempesta.
“E’...E’ bellissima” Riuscì a dire Tsuna mentre si alzava dalla scrivania e andava ad abbracciare di slancio il suo guardiano nonché fidanzato.
Kyoya sorrise fra se e lo strinse, magari per quella volta avrebbe lasciato vivere Cavallone.

“E’ una delle poesie che più adoro di Neruda, è piena di ti amo e di altre cose dolci, ah aspetta credo di avere una versione giapponese da qualche parte.” Disse Tsuna prima di alzarsi dal letto e cercare il libro con tutte le poesie di Pablo Neruda, afferrò il vecchio tomo e lo porse ad Hibari.
“Domani la leggerò, ora dobbiamo dormire, altrimenti domani ti alzerai tardi e sai che io odio i ritardatari.” Ammise prima di dargli un bacio veloce sulle labbra.
“Buonanotte, Kyoya.”

Erano passate da poco le tre di notte quando Kyoya si voltò sul letto non riuscendo a trovare pace, quel tomo lo stava chiamando e lui era tremende curioso di sapere il contenuto di quella poesia; accese l'abat-jour e afferrò il libro cercando la poesia.
Quando finì di leggere sentì le vene del collo pulsare e le mani fremere, quello stupido erbivoro avrebbe pagato per avergli dato una poesia così imbarazzante!

Quella notte alla residenza Cavallone il giovane Boss fu svegliato da una serie di starnuti e dal continuo fischiare delle orecchie.

   
 
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