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Autore: sangueoro    20/06/2017    3 recensioni
Le vicende si svolgono dopo il finale di The Vampire Diaries.
Nella scuola che Caroline decide di aprire, arriva una bambina speciale… che ha bisogno di “protezione e preparazione“…
Ma chi proteggerà e preparerà Caroline al ritorno di Klaus nella sua vita?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Rebekah Mikaelson | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tom guidava silenzioso, ogni tanto lanciava un’occhiata a Demelza che sedeva accanto a lui, anche lei sembrava persa nei suoi pensieri.

Avevano lasciato Elena e Caroline nel casolare dove avevano vissuto negli ultimi mesi.

Entrambi avevano convenuto che era la scelta giusta… l’unica da fare se volevano avere qualche possibilità di portare a termine il loro piano.

Quando anni prima Tom si era risvegliato come vampiro, avevano provato a mettersi in contatto con Katherine e sua figlia Nadia ma avevano scoperto che erano morte entrambe. Demelza era impazzita, non gli aveva neanche chiesto il permesso… lo aveva addormentato ed aveva simulato la sua morte, accecata dalla sete di vendetta per la morte di sua sorella. Quando si era risvegliato, l’aveva trovata in pessime condizioni di salute e depressa per il fatto che il piano dei Viaggiatori non fosse andato a buon fine, così l’aveva convinta a partire lasciandosi tutto alle spalle.

Non era stato difficile perché la sua congrega la credeva morta. Non sarebbe mai potuta tornare a casa e dire che aveva stretto un accordo con le Petrova, confessare che aveva di fatto aiutato i Viaggiatori a compiere il loro rito, l’avrebbero di certo confinata in un qualche mondo prigione! Molto meglio far credere a tutti che fosse morta insieme a Hezel nel tentativo di fermarli.

La Congrega aveva organizzato per loro un funerale, una cerimonia molto sentita che Demelza aveva guardato da lontano… aveva visto sua madre vinta dal dolore, aveva visto Joshua, il loro leader, officiare il rito che di fatto anni dopo, le aveva salvato la vita. Da quel momento lei e sua sorella erano delle eroine, morte per salvare la congrega, ma ovviamente non ne facevano più parte.

Tom e Demelza erano partiti ed avevano viaggiato ovunque, si erano avvicinati molto e vivevano come marito e moglie. Tra loro non c’era quella passione che ti brucia e ti consuma, come la raccontano nei libri, era un amore nato da un profondo affetto, la loro vita era serena ed a loro stava bene così.

All’improvviso una sera la strega si ammalò. Tom aveva provato di tutto, il suo sangue ovviamente, ma essendo anche un paramedico, le aveva prestato tutte le cure necessarie. L’aveva accudita e vegliata per mesi, poi come si era ammalata, improvvisamente e senza una ragione, aveva cominciato a guarire.

Tutto gli si era fatto chiaro qualche anno più tardi quando Nadia, ritornata dall’Inferno, li aveva ritrovati. Aveva spiegato loro il piano di sua madre di radere al suolo Mystic Falls e vendicarsi.

Demelza aveva saputo della fine della sua congrega, di Kai che era diventato il nuovo leader e che si era ucciso per diventare un eretico provocando la morte di tutti… quasi tutti… 

Nadia le aveva parlato delle gemelle, le future leader, le figlie di Jo… era grazie a loro, al fatto che la congrega le avesse messe in salvo che lei era guarita!

Il piano delle Petrova era molto semplice, avrebbero ucciso tutti a Mystic Falls. Tutti tranne le due gemelle. 

Demelza le avrebbe cresciute e preparate, a Katherine serviva una congrega di streghe forti! Tom sarebbe diventato Stefan Salvatore, fingendo di essersi miracolosamente salvato, così Josie e Lizzie sarebbero vissute con il loro amato zio ed avrebbero superato meglio la morte dei loro genitori. Tutti avrebbero avuto la propria vendetta, era un piano perfetto!

Ma le cose non erano andate come le Petrova avevano programmato: Nadia si era polverizzata davanti ai loro occhi nel momento in cui Stefan aveva ucciso Katherine.

Dopo un primo attimo di smarrimento, Demelza aveva compreso che per lei nulla era cambiato. Lei avrebbe potuto avere quello che voleva, non era la vendetta che cercava, l’unica cosa che la strega desiderava era ricreare la Congrega Gemini e lo avrebbe fatto senza spargimenti di sangue.

A Demelza serviva l’ultima coppia di doppelganger per riacquistare del tutto i propri poteri, Katherine non c’era più… ma c’era Elena Gilbert.

Tom sarebbe diventato Stefan, tutti lo stavano ancora piangendo e sarebbero stati ben contenti di riaverlo, avrebbe studiato i suoi diari, si sarebbe preparato e poi a tempo debito sarebbe ricomparso, portando Demelza con sè. 

Avrebbe detto a sua moglie che lei lo aveva salvato, che negli anni si erano innamorati ed avrebbe chiesto il divorzio. Lei e Tom avrebbero fatto parte di quella famiglia allargata e avrebbero visto crescere Josie e Lizzie dando a Demelza la possibilità di prepararle al ruolo che le attendeva.

Tutto era andato come previsto, avevano dovuto superare qualche intoppo, ma niente di complicato. Quando per errore avevano provocato la trasformazione di Felicity si erano allarmati, ma poi avevano rigirato la situazione a loro favore, ora avevano Oliver all’interno che li aiutava.

Il primo vero grande problema erano state Rebekah ed Hope. I Mikaelson non erano previsti, specialmente dopo che dalla lettura dei diari era emersa la storiella tra Caroline e Klaus.

Demelza, da donna, aveva subito capito che era un particolare da non sottovalutare…

Tom riviveva i fatti di quelle ultime settimane, Demelza aveva capito subito che qualcosa in lui era cambiato, avevano modificato il loro piano, decidendo che per il momento sarebbe ritornato solo lui, lei sarebbe stata presentata solo in seguito.

La strega aveva visto il cambiamento di Tom, giorno dopo giorno… si era accorta che gli piaceva essere Stefan, gli piaceva essere il marito di Caroline, la gelosia l’aveva quasi accecata e per poco non aveva mandato all’aria anni di lavoro e pianificazione.

Quando la situazione era precipitata, con Oliver che aveva assunto la verbena, per un attimo aveva pensato che il suo Tom fosse ritornato, il suo piano di rapire Caroline le era sembrato sensato, l’aveva convinta che fosse l’unico modo per sistemare la situazione e tenere in piedi la farsa. Avrebbe finto di essere stato rapito anche lui, avrebbe fatto l’eroe salvando lei ed Elena e a Mystic Falls sarebbero stati troppo felici per soffermarsi sulle incongruenze.

Ma poi Demelza aveva visto con che cura l’aveva legata, facendo attenzione a non bagnare troppo le corde con la verbena, l’aveva visto accarezzare il viso di Caroline… l’aveva visto dargli un fugace bacio sulla fronte e la gelosia aveva avuto la meglio!

Senza contare che avevano lasciato andare Oliver! Lei voleva ucciderlo… ma Tom non era dello stesso avviso, Demelza come al solito si era lasciata convincere.

 

Tom sapeva che era un errore, ma la conferma l’aveva avuta vedendo entrare Klaus nella casa di New York.

Al solo pensiero un brivido di terrore lo scosse, lo rivedeva entrare come una furia, cercare ovunque… poi lo vedeva trasformarsi, distruggere tutto… ma la cosa che l’aveva ferito di più era stato lo sguardo di Caroline.

Care aveva una strana luce negli occhi, lui aveva passato con lei le ultime settimane e più i giorni passavano, più diventava geloso dell’amore che aveva percepito lei provasse per Stefan. Tom la voleva per sé… ma quello sguardo era ancora diverso… ed era una cosa alla quale non era preparato.

Caroline stava guardando lo sfogo di Klaus e non ne era affatto spaventata, quello che le si leggeva in faccia era eccitazione, desiderio… ammirazione, era lo sguardo di una donna fiera della forza del suo uomo, le aveva spezzato il collo perché la smettesse di guardarlo in quella maniera.

Ora il solo pensiero che lui l’avesse ritrovata e che stessero insieme in questo momento, lo faceva impazzire.

Con Demelza avevano deciso di prendere tempo, avevano prelevato molto sangue da Elena, sarebbe bastato addirittura per anni, lui aveva provato a dire alla strega che stavano esagerando, che stavano rischiando di ucciderla, solo le sue competenze mediche avevano salvato la vita alla doppelganger, ma Demelza non aveva voluto sentire ragioni, a suo dire non si sapeva con esattezza quando avrebbero potuto portare a compimento il loro piano e non voleva rischiare.

La loro idea era di attendere che i Mikaelson tornassero a New Orleans e poi quando tutti a Mystic Falls avrebbero abbassato la guardia, rapire le gemelle.

Ma se Demelza non aveva fretta, la stessa cosa non valeva per lui… lui voleva che Klaus ripartisse al più presto…

 

Era ancora in braccio a Klaus quando arrivarono alle auto dove li stavano attendendo. 

L’Ibrido con cautela la face scendere e Caroline si affrettò ad andare incontro alle figlie, le abbracciò strette strette, poi Lizzie si liberò ed andò di corsa tra le braccia di Klaus, imitata dalla sorella.

«Grazie Sire!» urlarono in coro.

L’Ibrido le sollevò entrambe da terra ridendo «Non c’è di che mie suddite adorate!» proclamò divertito.

Caroline le guardava perplessa.

«Mi risulta che sei stata tu a dirgli che sono un Re…» spiegò Klaus inarcando un sopracciglio.

Rieccoli lì… a giocare al gatto e al topo… “Quanto mi è mancato questo suo modo di fare“ pensò la vampira sorridendo un po' imbarazzata.

 

L’incontro tra Damon ed Elena era stato emozionante, la ragazza era debolissima, molto provata, ma appena fu tra le braccia del suo amore, sembrava avesse ripreso i colori, l’uomo l’abbracciava e la copriva di baci, lei rideva in maniera sommessa, aggrappata a lui.

“E pensare che ho sempre creduto che questi due non avessero proprio nessuna possibilità di farcela…“ stava pensando Klaus guardando la scena. Non si era accorto che stava tenendo Caroline per mano da quando erano entrati a Casa Salvatore.

Era stato come un riflesso incondizionato, l’aveva aiutata a scendere dall’auto tenendole aperta la portiera, poi si erano presi per mano come se fosse la cosa più naturale del mondo.

La consapevolezza che entrambi non riuscissero a fare a meno di un piccolo contatto fisico, Klaus l’ebbe quando si rese conto che, mentre Caroline stava raccontando cosa le era accaduto, gli aveva tenuto una mano sopra la sua gamba.

Care era seduta sul divano, lui si era accomodato sul bracciolo accanto a lei, la vampira durante il racconto gli aveva appoggiato la mano sul ginocchio e di tanto in tanto la muoveva accarezzandolo, lui di contro teneva un braccio sulla spalliera.

Se gli altri nella stanza si stavano accorgendo di cosa stessero facendo non lo diedero a vedere… Ad un certo punto del racconto però, si era reso conto di aver perso il filo del discorso, l’unica cosa che riusciva a percepire era la sua mano sulla spalla della ragazza, il suo pollice che le accarezzava il collo, i suoi capelli che si muovevano sul suo braccio, come una carezza.

Si sentì osservato, “Se ne sono accorti…“ fu il suo primo pensiero, invece no… Elena stava raccontando cosa fosse avvenuto nella casa, vide Rebekah sorridere maliziosa, Bonnie che ascoltava a bocca aperta continuando a spostare lo sguardo da Elena a Caroline che era arrossita. A Klaus non era sfuggito lo sguardo d’intesa tra la strega e sua sorella, come a dire “Dopo mi racconti!“, non era sfuggito neanche a Caroline che si mise le mani sul viso.

L'Ibrido si avvicinò al suo orecchio «Voglio sapere tutti i commenti…» sussurrò divertito.

«In questi anni hai perso un po' di autostima… love?» rispose la vampira sarcastica.

Klaus la fissò a lungo sorridendo, quanto gli erano mancati i loro battibecchi.

Tutti li stavano guardando, ovviamente sia Care che Klaus sapevano perfettamente che Rebekah ed Elijah avevano ascoltato anche il loro scambio di battute, ma mentre l’uomo cercava di fare l’indifferente, la ragazza non nascondeva quanto la cosa la rendesse felice.

Quando il racconto finì e loro avevano terminato di fare il punto della situazione, convinsero Elena ad andare a riposare, Damon l’aiutò a fare le scale e la portò nella loro stanza, anche gli altri avevano bisogno di rilassarsi un po’, una bella nottata di sonno serviva a tutti.

«Io prima devo andare a fare rapporto» disse Caroline indicando con un cenno del capo le telecamere.

«Ti accompagno» rispose pronto Klaus.

Care annuì, diede la buonanotte a tutti e si incamminò verso le segrete seguita dall’Ibrido.

Erano circa a metà del passaggio sotterraneo, quando l’uomo la bloccò contro il muro, le prese il viso tra le mani e lentamente, continuando a fissarla negli occhi, si avvicinò.

Le loro bocche quasi si sfioravano, rimasero a guardarsi per un tempo infinito, neanche l’osservatore più attento avrebbe potuto asserire con certezza chi dei due si fosse deciso per primo a mettere fine alla distanza. Il bacio che seguì fu appassionato e tenero, si presero tutto il tempo necessario, si assaporarono a lungo, poi si divorarono… per poi tornare a degustare l’uno il sapore delle labbra dell’altra.

 

Le quattro sorelle li stavano attendendo nello scantinato.

«Lui non può saperlo… ma tu cara, te lo ricordi che ci sono le telecamere nel passaggio?» attaccò subito Donna con un sorriso radioso.

Caroline era arrossita fino alla punta dei capelli.

«Confidiamo nella vostra discrezione» rispose l’Ibrido divertito.

«Si… certo… come se non se ne fosse accorto nessuno che non siete riusciti a togliervi le mani di dosso per tutta la sera» commentò Cristina risalendo le scale.

Klaus non riusciva a smettere di ridere, Caroline gli diede una gomitata.

L’Ibrido questa volta si tenne a distanza di sicurezza, non voleva perdersi neanche una parola del racconto di Caroline, doveva rimanere concentrato.

«Quello che non capisco è il perché vi hanno lasciato li, da sole…dove abbiamo trovato Oliver per giunta!» commentò Emma.

«Infatti… dato che c’erano potevano portarle direttamente alla scuola! Sarebbe stato più comodo anche per loro! Non dovevano neanche legarle!» rincarò Donna.

«Magari con un bigliettino di scuse» ironizzò Cristina.

Klaus si stava divertendo, stava mangiando un muffin che gli aveva offerto Lucy, Alaric aveva ragione, quelle quattro erano una forza della natura.

«Stefan… Tom… » si corresse Caroline «ha discusso con Demelza, pensava che stavano prelevando troppo sangue ad Elena, diceva che la metà di quello che le avevano preso le sarebbe potuto bastare per anni! Si è fatto in quattro per tenerla in vita, Elena continuava a collassare» sussurrò con gli occhi velati dalle lacrime.

«Tesoro» la confortò Lucy «mi dispiace molto… per tutto…» aggiunse evitando lo sguardo di Klaus.

Cristina fece un colpetto di tosse.

«Quella rompiscatole di mia sorella, vorrebbe che ti dicessi che lei lo aveva capito subito! Che non le era mai piaciuto e che era sicura che portasse guai… ma noi… IO in particolare, non le abbiamo voluto dare retta» confessò infastidita Lucy.

«Ecco! Vedi? Non è stato difficile! Volevo solo che lo sapesse» commentò soddisfatta Cristina.

«Beh… potevi dirmelo allora» disse Caroline sorridendole.

«E come facevo? Te ne andavi in giro con gli occhi a cuoricino!» rispose pronta la vigilante. «Credeva fosse suo marito!» puntualizzò rivolta a Klaus.

L’Ibrido alzò le mani.

«Credo che per un po' non li vedremo» cominciò a ragionare Klaus «anche la storia del rapimento della piccola Martha, mi sto convincendo che era per spaventare me, una streghetta di New Orleans? Non può essere una coincidenza, volevano che portassi via Hope e di conseguenza Rebekah».

Klaus fino a quel momento non era intervenuto ed ora mentre parlava aveva la completa attenzione delle cinque vampire che erano in quella stanza.

«Pianificavano questa storia da anni!» continuò guardandole «Ma non avevano previsto noi Mikaelson e prima di tornare ad agire, aspetteranno che ce ne torniamo a casa e che voi abbassiate la guardia» concluse.

«Non lo faremo mai… saremo sempre pronte a difenderci» asserì Cristina.

«Ed io non ho intenzione di andare da nessuna parte… quindi siamo a cavallo» ribatté l’Ibrido. «Devono solo pregare che il sangue della doppelganger che hanno, gli basti davvero per anni!» aggiunse.

«Caroline… hai bisogno di riposare» asserì poco dopo con un tono che non ammetteva repliche, mentre si incamminava verso le scale.

Cristina trattenne un attimo Caroline per un braccio «Lui si che è sexy!» le sussurrò. 

«Sono un vampiro Cristina! Ti sento…” disse Klaus senza voltarsi.

«Volevo che mi sentissi, Splendore…» ribatté l’anziana vampira.

L’Ibrido scosse la testa divertito.

 

«Dove stai andando?» chiese allarmata Rebekah ad Oliver, che aveva dato la buonanotte a tutti e si stava dirigendo verso la porta d’ingresso.

«A riposare…» rispose il ragazzo.

«Devi andare di sopra…» rispose la vampira indicandogli le scale.

«Ma non ci penso proprio! Ho bisogno del mio letto… di andare a casa mia!»

«Sei impazzito? E’ pericoloso!» quasi urlò.

«Dovete proteggere Lizzie e Josie, non vogliono me…»

«Oliver!»

«Beh… se sei così preoccupata potresti offrirti come guardia del corpo…» disse Oliver ammiccando.

«Sono seria Oliver!… OK! Ti accompagno fino alla dependance» dichiarò Rebekah uscendo infuriata.

«Beh… era quello che ti ho chiesto di fare!» rispose Oliver seguendola.

Rebekah camminava a passo spedito, continuando a borbottare.

«Non mi dire che avevi capito che ti stavo facendo una proposta indecente? Non mi permetterei mai Miss Mikaelson» la prese in giro Oliver.

«OLIVER! Se non la finisci ti uccido io! Sei uno scriteriato! Un irresponsabile… una persona normale con quello che ha vissuto nelle ultime 72 ore sarebbe a dir poco terrorizzato! No lui no… lui vuole andare a dormire nel suo letto, da solo, in una casetta vicino ai boschi!» sbraitò Becca, che ormai era arrivata alla porta della dependance.

«Beh… da solo dipende da te…»

Rebekah si girò e lo guardò furiosa, poi gli mise una mano contro il torace e lo sbatté contro la porta, lo afferrò per il collo e lo avvicinò a sé cercando le sue labbra con rabbia. Oliver reagì subito al bacio, l’afferrò per la vita e invertì le posizioni.

Rebekah era alta ma lui la predominava, la ragazza si incuneò contro di lui, era un incastro perfetto, sembravano fatti per stare l’una tra le braccia dell’altro.

Oliver si staccò per primo, la guardò e con un braccio la strinse a sé, con l’altro aprì la porta della dependance, senza dire una parola la condusse verso la camera da letto e cominciò a spogliarla.

Rebekah lo assecondava, stranamente remissiva… stranamente silenziosa.

Le mani di Oliver scesero lungo i suoi fianchi, prendendo l’orlo della sua maglia, Rebekah alzò le braccia per farsela sfilare, poi il ragazzo prese a baciarle il collo, scese lungo le spalle e con la bocca le spostò le spalline del reggiseno, le sue mani le accarezzarono la schiena fino ad arrivare al gancetto, la pelle di Rebekah era morbida, candida, come aveva sempre immaginato, le sollevò il mento e la baciò di nuovo, le sue labbra erano un qualcosa di meraviglioso. Con una mossa rapida la fece stendere sul letto, inginocchiandosi tra le sue gambe, le sbottonò e sfilò delicatamente i pantaloni, iniziò a baciarle il ventre fino a scendere all’elastico dei suoi slip.

«Sei bellissima» sussurrò Oliver.

Rebekah era ammutolita, lo guardava… i suoi meravigliosi occhi blu erano enormi, spalancati…

«Becca…» la chiamò il ragazzo fermandosi e mettendosi seduto sui talloni.

La ragazza si passò la lingua sulle labbra gonfie e rosse, si mise seduta anche lei, di fronte a lui, poi cominciò a sbottonargli la camicia, un bottone dopo l’altro con lentezza. Oliver l’aiutò sfilandosela dalle braccia e gettandola a fare compagnia ai vestiti delle ragazza, che aveva fatto volare nella stanza qualche minuto prima.

Rebekah cominciò ad accarezzargli il torace, poi si fermò in corrispondenza del suo cuore, lo attirò a sé e ci appoggiò il suo orecchio, chiuse gli occhi e rimase così… ascoltando.

Il cuore di Oliver batteva come se fosse un martello pneumatico, il contatto del suo viso sul suo petto lo stava facendo impazzire, senza muoversi da quella posizione, le mani di Rebekah andarono sul bottone dei suoi jeans, poi la cerniera…Infilò le mani nel bordo accarezzandogli le natiche, Oliver fece per alzarsi e sfilarsi quell'inutile indumento. 

«No…» quasi urlò la ragazza «voglio sentire… fammi sentire quello che provi» disse in un sussurro attirandoselo di nuovo a sé, rimettendo il volto sul suo petto.

Fu lei a liberarlo dei pantaloni, senza mai perdere il contatto, continuando a dargli piccoli baci sull’ampio torace.

Il cuore di Oliver perse qualche battito… Rebekah con delicatezza passò il palmo della mano sui suoi boxer attillati, sentendo la sua erezione, alzò lo sguardo e gli fece un sorriso, che lui ricambiò, poi richiuse gli occhi appoggiandosi di nuovo a lui.

Oliver la contemplava, era semplicemente stupenda… le labbra schiuse, il seno sodo, rotondo, che sembrava creato appositamente per le sue mani, la curva perfetta dei fianchi. Le sfiorò il collo dolcemente, prima con la sua guancia solleticandola con il suo accenno di barba, poi con le labbra, per scendere più giù, su quelle due curve candide, facendole sue, stringendole più forte ad ogni sussulto, ad ogni sospiro soddisfatto.

Il ragazzo si stava gustando ogni singolo momento, le sue mani poggiate su quella pelle così liscia, morbida e profumata. Lei sospirò infilandogli le mani tra i capelli scuri, spingendolo più giù, divaricando leggermente le gambe, inarcò la schiena e alzò il bacino invitandolo a spogliarla del tutto, lo aiutò a sfilarle l’ultimo indumento, piccolo ma ingombrante, poi ricambiò il favore liberando lui.

Oliver entrò con un gesto rapido, naturale, mentre con la mano stringeva una ciocca dei suoi capelli biondi, muovendosi contro di lei e dentro di lei, con un ritmo lento, pacato… le spinte erano profonde, cadenzate… si muoveva dondolando, possedendola piano, godendosi i suoi sospiri, i suoi gemiti sommessi. Non aveva mai smesso di guardala, percepiva che si stava trattenendo, così accelerò le spinte, Rebekah aprì gli occhi ed un ringhio uscì dalle sue labbra, piccole venature cominciarono a formarsi sul suo volto, i suoi occhi divennero rossi, i canini spuntarono dalle sue labbra perfette.

Oliver perse completamente il controllo, il suo respiro si fece affannoso e le spinte più forti, più profonde, la afferrò per i fianchi per spingere ancora e ancora, per entrarle il più dentro possibile. Rebekah si arpionò con le gambe ai suoi di fianchi, completamente fuori controllo le sue unghie entrarono nella carne della schiena del ragazzo… ma Oliver non sentiva nessun dolore. Gli occhi fissi sul volto di Becca che scossa dal piacere si muoveva contro di lui, era lo spettacolo più bello a cui avesse mai assistito, si stava mordendo da sola…. i suoi canini conficcati nelle sue labbra, il sangue che colava… poi un grido forte, animalesco… Oliver chiuse gli occhi e la prese per le natiche schiacciandola il più possibile contro di lui, la sentì esplodere intorno a lui con un flebile lamento d'estasi nel momento stesso in cui si sentì irrigidirsi contro di lei nell'orgasmo, gemettero insieme con ogni fremito, uno nel corpo dell’altra.

Sfinito Oliver si appoggiò con tutto il suo peso su Rebekah, che non aspettandoselo cadde all’indietro contro il materasso in un tonfo. Suo malgrado gli scappò una risatina, il ragazzo capovolse subito le posizioni, trascinandosela dietro, poi abbassò lo sguardo alla ricerca dei suoi occhi, ma vide solo una nuvola di capelli biondi sparpagliati sul suo petto, cominciò a giocarci, arrotolando le ciocche tra le sue dita.

«Non so cosa dire…» annunciò con la voce arroccata «sinceramente…»

«E allora stai zitto!» si sentì rispondere da sotto quella matassa di fili dorati.

Oliver rimase interdetto a fissarla.

«Sono ancora arrabbiata con te» continuò la vocina.

«Mi era sembrato che avessimo fatto pace…» rispose il ragazzo tra lo stupito e il divertito.

Rebekah sollevò un po' la sua testa, per poi fargliela ricadere pesantemente sul torace.

La risata del ragazzo fu impercettibilmente guastata da un lievissimo fremito di dolore.

«Cos’hai…» chiese subito la ragazza sollevando il viso e spostandosi i capelli dal viso.

Poi cominciò a tastarlo ovunque…

«Rebekah… non credo che potrei… concedimi altri 5 minuti…» disse il ragazzo facendole l’occhiolino.

La ragazza si rimise a sedere… offrendogli una ampia visuale del suo petto nudo, Oliver era troppo impegnato a guardare il panorama e si lasciò tirar su senza opporre resistenza.

«Mio dio…» sussultò la ragazza vedendo le lenzuola sporche di sangue, si mise in ginocchio e si appoggiò Oliver addosso per guardargli dietro la schiena «Santo cielo!» sussurrò.

«Si… santissimo cielo… è così che mi immagino il paradiso» commentò Oliver mentre sprofondava il naso in mezzo ai suoi seni.

«Ti ho ferito…» mormorò Becca «mi dispiace… perdonami…» aggiunse con un filo di voce.

«Spero tu stia scherzando» disse Oliver serio sollevando lo sguardo e lasciando per un momento il capezzolo che stava mordicchiando «sono solo un paio di graffi!» aggiunse.

«No, non è vero… sono ferite più profonde di semplici graffi…» commentò con la voce rotta.

«Guariranno…» la rassicurò Oliver.

Rebekah scosse la testa, poi si nascose il viso tra le mani.

Oliver la prese tra le braccia, stringendola forte, poi cercò la sua bocca, la baciò… un bacio lieve come una carezza «E' per quello che sei stata così silenziosa? Stavi cercando di mantenere il controllo?» le mormorò a fior di labbra.

La ragazza annuì «Ma poi tu…» sussurrò.

«Lo prendo come un complimento» mormorò con un sorriso.

Rebekah gli sorrise di rimando, scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo.

Oliver la fece sdraiare sul letto, poi la bloccò con il suo corpo.

«Becca… so perfettamente cosa faccio, so chi sei e cosa sei… e ti garantisco che ne sono più che consapevole. Vuoi sapere perché ci ho messo un po' per arrivare a questo punto, vuoi la verità? Vuoi saperla senza nasconderci?» chiese il ragazzo senza mai perdere il contatto con i suoi occhi.

La ragazza annuì.

«Bene… mi hai fulminato dal primo momento che ti ho visto, quando Hope mi è venuta addosso, io ho sollevato lo sguardo e tu stavi arrivando, bellissima… poi quando mi hai concesso di chiamarti Rebekah, lo hai fatto con un’altezzosità… » sorrise il ragazzo al ricordo «ma quando è arrivato lo sceriffo, il modo in cui gli sei andata incontro, allegra, genuina… una bambina! Nei giorni successivi ogni volta che ti vedevo sembravi una persona diversa… mille sfaccettature che non riuscivo ad inquadrare, mi intrigavi… perché io di solito sono abituato a farmi un’idea ben precisa delle persone, deformazione professionale» spiegò.

«Ho capito subito che eri un vampiro» continuò a parlare Oliver «ti vedevo sgattaiolare ogni sera dalla finestra, mi chiedevo dove andassi… e subito mi rispondevo che non lo volevo sapere» le rivolse una smorfia un po' mortificata facendo un sospiro.

«Quando sono arrivato qui ho notato subito la straordinaria bellezza di April, ho capito subito che era una ragazza “normale“ ed io avevo bisogno di semplicità… di un qualcosa di convenzionale, dopo quello che era accaduto a Felicity. E poi non mi voleva… era una sfida e la cosa mi divertiva! Perché avevo bisogno di lottare per qualcosa… in quel periodo avevo dovuto subire di tutto! Non ho avuto la benché minima scelta sul mio futuro… era tutto nuovo e sentivo di non aver la capacità e la facoltà di decidere cosa fare».

Il ragazzo si mise seduto, appoggiandosi alla spalliera del letto, prese una mano della ragazza e se la mise in grembo.

«Mi piaceva April, ma poi ho cominciato a conoscere meglio te… » il ragazzo si interruppe per fissarla intensamente «quando ti ho raccontato della trasformazione di Felicity, eri rattristata… è impossibile non esserlo, ma sei stata gentile, affettuosa… senza commiserarmi, hai risposto alle mie battute, assolutamente di cattivo gusto!» rise divertito Oliver al ricordo.

Anche Rebekah lo fece «Si… sei stato pessimo!» concordò.

«April un giorno mi ha detto che provava pena per me…che la cosa che mi era successa era impossibile da superare e che non riusciva a capire come potevo essere così amico di Caroline che aveva trasformato mia sorella…
Io a Care, a Bonnie, a Damon ed Elena, a Jeremy ed Alaric, devo tutto… loro sono piombati nella mia vita in un momento dove avevo perso qualunque cosa, mi hanno ridato mia sorella e ci hanno circondato di affetto e comprensione. Gli sarò eternamente grato per essere capitati su quella strada in quel momento, mai… neanche per un secondo ho pensato che avrei preferito che mia sorella fosse morta davvero in quell’incidente… Io quando li guardo, non vedo vampiri, streghe, cacciatori o strani sosia… vedo solo degli amici, delle persone straordinarie.

Ed è quello che ho tentato con tutto me stesso di vedere in te, un’amica ed una persona fantastica, con la quale stavo benissimo, una persona con la quale fin da subito ho avvertito un alchimia… una chimica pazzesca.

Ti ricordi quando mi hai detto che Matt accettava, anche se a fatica, di avere amici vampiri, ma quando si tratta della persona con la quale avere una relazione le cose erano diverse? Beh… ha ragione Matt! Stramaledettamente ragione! »

Becca abbassò lo sguardo.

Oliver la afferrò per le spalle e la costrinse a guardarlo negli occhi.

«Perché quando i sentimenti che provi per un altro individuo non sono solo di amicizia, ti devi rendere perfettamente conto di chi hai di fronte! Lo devi accettare a 360 gradi e a me piace Rebekah Mikaelson, che è un vampiro di oltre 1000 anni, che ha avuto una vita pazzesca e tutto quello che ha provato e vissuto, l’ha resa la persona che è… una persona complicata ed assolutamente fuori dall’ordinario! Ed io non accetto che neanche per un secondo, quando è con me, lei cerchi di rinnegare anche la più piccola parte di se!» disse tutto d’un fiato, senza interrompere mai il contatto visivo… con voce ferma e seria.

Rebekah lo guardò a bocca aperta.

«Non ti sto dicendo che ti amo Rebekah… perché sono ancora in stato confusionale… specialmente dopo quello che è successo tra noi, poco fa… ma ti posso assicurare che se non è amore… beh, è una cosa che gli assomiglia stramaledettamente!» le disse mentre si avventava su di lei.

«Ora basta parlare… perché non ce la faccio più a vederti qui, nel mio letto… nuda… la creatura più bella che abbia mai visto in vita mia! Ti chiedo solo una cosa… quando impazzirai di piacere… perché io ti farò impazzire… e quei deliziosi canini spunteranno dalla tua meravigliosa bocca… usali per mordermi, perché è la cosa che sogno ogni dannata notte, da quando lo hai fatto la prima volta…»




 





Nda:
Ho aggiornato un po' prima del solito, sono andata avanti con la storia più velocemente in questo periodo e non vedevo l'ora di pubblicare questo capitolo...
quando ho dovuto decidere il rating, ho scelto l'arancione, non sapevo esattamente come scrivere e descrivere, questi momenti... ma sapevo che sarebbero arrivati.
Questa è la mia prima storia e di conseguenza anche i primissimi approcci con questo tipo di “situazioni“ spero che vi sia piaciuto e che il colore del rating, sia giusto
alla prossima

 
   
 
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