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Autore: telesette    21/06/2017    2 recensioni
Un momento mezzo serio e mezzo buffo, ispirato alle prime indimenticabili stagioni della serie, dove Buffy riscopre quanto sia importante ed eccezionale sua madre proprio attraverso le parole di uno Spike, a quei tempi, da lei "odiatissimo"...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Buffy Anne Summers, Joyce Summers, William Spike
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa fanfiction ad una persona a me molto cara, un'amica dolcissima e coraggiosa che in questi giorni sta combattendo la sua battaglia più dura, con l'augurio che sia lei a scrivere la prossima e tutte quelle che verranno...

***

La straordinaria signora Summers
immagini tratte da internet

Risultati immagini per joyce summers gif

Quando Buffy entrò in casa e si ritrovò dinanzi l'espressione stravolta e spaventata di sua madre, con Spike che alludeva intenzioni fin troppo evidenti, per un attimo fu indecisa se attaccare d'istinto oppure ascoltare le condizioni del vampiro. Ma un attimo dopo, ascoltando quello che Joyce aveva da dirle, capì di avere frainteso almeno parte della situazione.

- Buffy - esclamò la donna, correndo ad abbracciarla in preda all'ansia. - Tesoro, non mi avevi detto a che ora saresti tornata!
- E' vero, scusami mamma, il fatto è che...
- Amore, senti, d'accordo: niente scenate, te l'ho promesso, ma in questa storia della Cacciatrice devi comunque trovare il modo di avvertire tua madre!
- Hai ragione, ti ho chiesto scusa, ho provato a telefonarti ma non...
- Ti rendi conto che sono rimasta qui sei ore, cercando di non pensare che avrebbero potuto chiamarmi dall'ospedale o dalla polizia per dirmi di te?

La povera Joyce accarezzò Buffy sulla fronte, ignara che Spike stava praticamente sghignazzando alle sue spalle.

- Meno male che questo ragazzo è arrivato qui per tranquillizzarmi - fece Joyce, alludendo a Spike con un sorriso colmo di gratitudine. - E' stato gentilissimo: mi ha tenuto compagnia, ascoltando tutti i miei sfoghi, spiegandomi in quale zona saresti stata occupata stanotte!
- Ma che gentile - Buffy si sforzò di sorridere.
- E' un tuo collega, vero? Cioé, anche lui si occupa di vampiri e cose simili... giusto?

Buffy e Spike si scambiarono una rapida occhiata interrogativa, in cerca di una risposta veloce.

- NO, no, non esattamente - dissero insieme.
- Spike - esclamò Buffy. - Cioé, il professor Pratt, è un insegnante di storia, molto qualificato... Ci sta aiutando per... per una ricerca, ecco!
- Oh, sì, sì certamente - Spike, annuì con un cenno del capo. - Sa com'è: tombe, monumenti, cripte e cose simili... A volte, può essere necessario il parere di... Ecco, di un esperto!
- Davvero? Complimenti - fece Joyce ammirata. - Così giovane ed è già un esperto?
- Ha studiato molto - continuò Buffy, intrecciando le dita. - Sta conseguendo studi e ricerche un po' ovunque!
- Interessante, e di quali materie si occupa di preciso?
- Letteratura - disse Spike.
- Architettura - disse Buffy.

Entrambi si guardarono negli occhi, prima di correggersi.

- Architettura - disse Spike.
- Letteratura - disse Buffy.

Joyce sbarrò gli occhi dallo stupore.

- E' un tipo un po' eclettico - aggiunse Buffy, proseguendo la farsa. - In realtà sa un po' tutto di tutto e, con tutto che ci occorre, insieme facciamo un po' di...
- Di tutto, appunto - concluse Spike.
- Già!
- Capisco - annuì Joyce molto più rasserenata. - Grazie infinite, signor Pratt, è stato di una gentilezza squisita!
- Prego, si figuri, per me è un piacere!
- Oh, ma che stupida, non le ho offerto nulla... Gradisce un thé, un caffé, un aperitivo?
- Mamma, il professor Pratt purtroppo sta andando via... Vero ?!?

Senza ribattere alcunché, Spike lasciò che Buffy gli strattonasse il braccio per buttarlo fuori di casa.

- Lieta di averla conosciuta, signor...
- E' contento anche lui, mamma!

Il rumore della porta sbattuta con violenza lasciò la povera Joyce immobile nel soggiorno come una statua di sale.
Una volta che si ritrovarono all'esterno, da soli, Buffy prese da parte quel bellimbusto e la sceneggiata finì in quel medesimo istante.

- Che cosa sei venuto a fare, Spike?
- Ehi, calma, non voglio litigare adesso!
- Se ci sei venuto per dissanguare mia madre davanti ai miei occhi, non è stata una grande idea da parte tua!
- Già in effetti, per un attimo, ho pensato che fosse il caso di sbudellarla e di fartela trovare a pezzi nel freezer!

Il pugno di Buffy scattò automaticamente.
Spike accusò il colpo in pieno volto, assumendo le sembianze vampiriche, tuttavia non si avventò contro Buffy ma si limitò a riderle letteralmente in faccia.

- E questo cos'era? - ridacchiò, malgrado la bocca e le labbra sporche di sangue. - Ti stai dando al ricamo, Riccioli d'Oro, o vuoi farmi credere che quello per te era un pugno?
- Preferisci questo ?!?

Buffy e Spike si guardarono in silenzio, l'aria carica di tensione e la punta acuminata di un paletto di legno a dividerli.

- Ehi, vedi di rilassarti, okay - sentenziò il vampiro, scostando l'arma dal proprio volto con il dorso della mano. - Non avrei mai fatto del male a una signora come tua madre: è eccezionale, una donna gentilissima, tutto quello che NON si può dire di te!
- Dovrei credere che sei venuto qui solo per fare quattro chiacchiere?
- No, in realtà ero venuto per regolare i nostri conti ma...
- "Ma" cosa?

Improvvisamente Spike si fece serio.
Calmo.
La deformazione del volto si appianò e i tratti umani riaffiorarono come se niente fosse.

- Non mi aspettavo che tua madre potesse essere così - mormorò.
- Ah no?
- No, per niente!
- Sei deluso?
- Sorpreso, più che altro: ero venuto per pareggiare i conti con una smorfiosa piccola Cacciatrice isterica... E invece mi sono ritrovato ad ascoltare il dramma di una madre, una donna con un cuore grande così, che quasi non sa più a quale santo rivolgersi per pregare che sua figlia torni a casa la notte!
- E' superfluo dirti che la cosa non ti riguarda?
- Non riguarda me, ma riguarda te... Cristo, è tua madre!
- Lo so benissimo questo - sbottò Buffy in preda alla rabbia. - E allora?
- Allora, che cosa ti costa uscire un minuto più tardi per salutarla, o cinque minuti per lasciarle scritto un biglietto... Pensi che sia fatta di ferro, come te?
- Non ti permettere mai più - sibilò Buffy tra i denti. - Posso accettare rimproveri da mia madre, ma non da un animale come te!
- Io non tratterei mai una madre a quel modo!
- No, certo, immagino che esempio di figlio saresti...

Spike fece per ribattere ma si fermò.
Non poteva certo ammettere quel ricordo che ancora gli bruciava dentro, come una cicatrice aperta nella carne, ma neppure era disposto a tollerare le insinuazioni e gli insulti di una mocciosa arrogantella e viziata.

- Ringrazia tua madre - sentenziò il vampiro, minacciandola con l'indice della mano destra alzato. - Ringrazia che ho troppo rispetto di lei, per darti la lezione che meriteresti...
- Sparisci - soffiò Buffy con stizza.
- Me ne vado - concluse Spike accondiscendente. - Questa volta non ti faccio niente, ma tu vedi di comportarti meglio con lei perché se lo merita!

Ciò detto, prese una folle rincorsa per saltare oltre alcuni bidoni dell'immondizia, col cappotto che gli svolazzava dietro come un paio di nere ali da pipistrello, e scomparve nella notte.
Rientrando in casa, Buffy si rese conto che c'era del vero nelle parole di Spike, anche se le seccava ammetterlo. Sua madre era ancora in ansia per lei, desiderosa di sapere di conoscere ciò che la figlia era costretta a fare come Cacciatrice, e forse non era sbagliato alleviare un po' di quelle preoccupazioni parlandole... con gentilezza e comprensione, proprio come avevano sempre fatto,

- Scusa Buffy - gemette Joyce con un filo di voce. - Lo so, lo capisco che la tua vita è già complicata di per sé, ma vedi...
- Mamma - singhiozzò Buffy, sorridendole tra le lacrime. - Vieni qua, abbracciami, vieni dalla tua bambina!

Le due donne si guardarono per un attimo, dopodiché si abbandonarono a mute effusioni: teneri abbracci, risatine di mamma e figlia, baci reciproci sulle guance... con la rinnovata promessa di raccontarsi tutto davanti ad una buona tazza di thé con biscotti.
La notte era ancora lunga.

- Buffy, senti, ti volevo chiedere...
- Sì, dimmi pure?
- Questo ragazzo, questo Pratt... Piker... Bof, già non mi ricordo il nome... Come ti sembra?

Buffy deglutì.

- Beh, insomma... Come dire, lui è...
- Io lo trovo semplicemente adorabile - disse Joyce sincera. - Sì, forse è ancora un po' troppo grande per te ma... Dimmi la verità, non ti ho messa in imbarazzo con lui, no?
- No, mamma, ma che dici ?!?
- Oh, tesoro, io non voglio passare per la classica madre isterica che vede problemi dappertutto: non mi perdonerei mai, se i tuoi amici dovessero sentirsi a disagio per colpa mia!
- Tranquilla mamma - la rassicurò Buffy tenendole la mano. - Innanzitutto Spike è solo un conoscente e, a parte questo, pensa che sei straordinaria!
- Davvero?

Buffy annuì.
Era la verità, dopotutto.

FINE

   
 
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