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Autore: lenina blu    21/06/2017    2 recensioni
Oltre a San Valentino, in Giappone si festeggia il White Day: esattamente un mese dopo il 14 febbraio, i ragazzi si dichiarano alle loro amate regalando qualcosa, rigorosamente bianco. Ricevere un regalo da parte di un ragazzo è qualcosa di impensabile dentro il Collegio femminile Furinkan, nel centro di Tokyo, soprattutto per Hikari Tanaka, che i maschi nemmeno sa come sono fatti. Lei ha un solo sogno, diventare una rockstar. Eppure prima di tornare a casa, trova nascosto nel suo armadietto una lettera. Completamente Bianca.
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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14 Marzo, Tokyo, quartiere di Ikebukuro.

Tokyo era instancabile. Niente si fermava mai. A tutte le ore c'era qualcuno che faceva, camminava, piangeva, si disperava, gioiva, viveva. Era quasi mezzanotte e diluviava. Il rumore delle gocce che si infrangevano sui muri, sui vetri, sulle pareti era rilassante. Nonostante la tempesta, dalle grandi vetrate della camera da letto, Heiji vedeva tutta la città. Era coricato da qualche ora ormai, ma non riusciva a prendere sonno. Tutte quelle luci colorate, quegli edifici così imponenti, quel caos incessabile, gli ricordava che era una semplice formica. Era un piccolo essere umano e come tale poteva sbagliarsi, poteva morire. Aveva bisogno di ricordarlo spesso, perché sapeva che gli esseri umani sono deboli, soprattutto quando credono di essere forti. Lui sapeva di esserlo. Sia debole, sia forte. Ma questo faceva parte del gioco.

Era disteso a braccia a parte, comodo nel suo letto matrimoniale. Allungò la mano sul comodino e prese una busta bianca. Se la rigirò tra le mani, le labbra incurvate e soddisfatte. Anche quest'anno aveva ricevuto la lettera bianca. Anche quest'anno si sarebbe divertito e avrebbe vinto. Non aveva bisogno di soldi, ne di visibilità. Lo faceva solo per mostrare agli altri quanto lui fosse diverso. Non migliore, ma semplicemente diverso. Era consapevole che tutti fossero particolari a modo suo, ma lui voleva dimostrarlo, perché solo così scopriva e conosceva se stesso. Gli altri conducevano le loro esistenze senza preoccuparsi molto di quello che li circondava. Non erano ne curiosi verso il mondo, ne curiosi verso se stessi. Per lui invece era la sola cosa che contava nella vita: scoprire continuamente il mondo. Scoprire gli esseri umani, scoprire se stesso.

Lasciò cadere la piccola busta bianca sul letto e si tirò su. Appoggiò la schiena alla testiera del letto. Si stiracchiò un po' e prese il telefono. C'era un messaggio non letto.

 

Ti è arrivata? Comportati bene”

 

Heiji sorrise tra sé e sé. Non riusciva a dormire perché era eccitato da quello che stava per succedere. C'erano prove da fare, ricerche, acquisti e strategie da fare. Voleva già mettersi all'opera. Guardò l'orologio e decise che se ne sarebbe uscito. Tanto non riusciva a dormire. Si sarebbe fatto una passeggiata sotto l'acqua e si sarebbe schiarito le idee. Adorava la pioggia e non si sentiva per niente stanco.

Si cambiò, indossò una felpa di quelle che usava per andare a correre e se ne uscì. Ikebukuro era enorme. Era vissuto anni e anni in quel quartiere, ma ogni volta c'era un negozio, una via, un locale nuovo. Adorava quella città perché lo riusciva a stupire sempre in qualche modo.

Quel giorno era andato a portare le chiavi di casa al suo migliore amico. La ragazza l'aveva scaricato e lui era visibilmente instabile. Ma Heiji sapeva che sarebbe successo prima o poi. Sapeva perché era in parte complice di quello che era successo. Miyuki era stata da sempre indecisa se seguire suo padre e da brava fidanzata non aveva mai detto nulla a Shou. Lui aveva solo fatto in modo che lei si decidesse. Sapeva che i sentimenti di Shou erano eccessivi, che aveva perso la testa per una ragazza che non lo ricambiava nemmeno. Gli sarebbe servito come lezione.

Senza rendersene conto camminò fino alla zona in cui abitava il suo amico. Si rese conto di avere fame, e si mise alla ricerca di un qualche supermercato rimasto aperto. La pioggia nel frattempo si era calmata e aveva lasciato spazio solo all'umidità e ad una brezza fresca.

Quando svoltò l'angolo si ritrovò di fronte a un negozio illuminato. Nonostante fosse mezzanotte c'era qualche cliente ancora. Si avvicinò alle porte automatiche ed entrò. Si abbassò il cappuccio e venne investito dalla luce al neon bianca accecante. Un po' stordito si avvicinò alle casse per prendere la prima schifezza da mettere in bocca, quando una ragazza le tagliò la strada.

Era decisamente più piccola di lui, aveva dei lunghi capelli neri lisci legati in una coda alta. La frangetta e i grandi occhi scuri le davano l'aria di una persona decisa. Avrebbe detto fosse stata anche una bella ragazza se non avesse indossato una felpa oversize rosa shoking e dei pantacollant grigi. Era evidente che ci galleggiava dentro quei vestiti. Ed era altrettanto evidente che probabilmente erano il pigiama.

Le aveva tagliato la strada e gli aveva rubato il posto per fare la fila. Non che a quell'ora ci fossero tante persone, però era rimasto sorpreso da quel modo di fare. Sembrava sicura di sé, nonostante l'aspetto sciatto e disordinato.

                                                                                               

-Prego maglia rosa- disse Heiji divertito.

-Le donne incinta hanno la precedenza- disse la ragazza girandosi verso di lui. Aveva in mano una scatoletta di antidolorifici. Inoltre quella ragazza era decisamente magra per poter essere in gravidanza. Inoltre Heiji si chiedeva se una donna incinta potesse comprare medicinali di decima categoria e che potesse assumerli così senza problemi.

-E' per questo che vai in giro con un sacco rosa addosso?- disse Heiji divertito.

-Esattamente- tagliò corto lei. Era venuto il turno della ragazza. Il cassiere prese svogliatamente il pacchetto, passò il codice a barre, e allungò la mano verso la ragazza. Non disse nemmeno quanto costava, quasi fosse abituato.

La giovane lasciò gli yen nella mano del cassiere, prese la scatoletta e se ne scappò in tutta fretta fuori dal negozio. Heiji aveva capito il perché di quell'atteggiamento, ma non sapeva ancora che quell'incontro non sarebbe stato l'ultimo.  

   
 
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