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Autore: Clara_Oswin    21/06/2017    2 recensioni
Storie di pescatori narrano la presenza nelle acque di Deep Alley, di creature dal corpo per metà umano e per metà pesce. Nuotando un giorno in quelle acque Elena, trasferita da poco in quella città con la madre, terrorizzata vede qualcosa, non sa che quell'incontro cambierà per sempre il corso della sua vita. Segreti e verità mai svelate la catapulteranno in un mondo estraneo dal suo, dove alla fine anche lei si ritroverà a scegliere tra la vita e la morte.
Per saperne di più: Pubblico in questa sezione perché la storia si ispira molto ai personaggi originali di Ariel ed Eric, presenti nel corso della trama e durante la loro storia, questo però è un punto di partenza per qualcosa di nuovo, in cui la fiaba originale della disney si intreccia in un racconto di sirene come non l’avete mai letto.
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ariel, Eric, Re Tritone, Ursula
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Cap 29 Sotto Scacco

 

Era da poco passato mezzogiorno nella calda cittadina di Deep Alley, Aris e Elena avevano trovato riparo dalla calura estiva all’interno del parco in centro città dove avevano deciso di fermarsi per un po’.
I due ragazzi erano seduti su una panchina in legno rigorosamente all’ombra, faceva molto caldo per un tritone che da poco aveva abbandonato la sua forma per diventare umano e le sue mani iniziavano ad apparire screpolate come se quel caldo lo stesse privando del resto dell’acqua presente nel suo corpo.
Aris non aveva ancora detto nulla da quando aveva lasciato la casa di Elena, e lei aveva rispettato il suo silenzio non proferendo parola.

Le ultime parole della strega gli risuonavano in mente come un disco rotto, il fatto che lui fosse un principe e che spettasse a lui prendere quella decisione lo caricava di un ulteriore responsabilità, lui avrebbe fatto a meno di quel libro e avrebbe voluto distruggerlo così come aveva proposto Elena, ma quando la strega gli aveva ricordato che proprio l’incantesimo che gli avrebbe permesso di diventare permanentemente umano era stato scritto su quel libro e che lui stesso ne aveva avuto bisogno, il dubbio su quel che stesse facendo prese a tormentarlo.

Qual era la cosa giusta da fare?

“Aris?” la voce di Elena gli arrivò come un sussurro lontano.

“Aris, ti senti bene?” la ragazza lo stava guardando con un’espressione preoccupata dipinta in volto, “non hai una bella cera”

“Sto bene tranquilla…” ma quando lui sollevò la mano per tranquillizzarla vide un orribile crepa nella sua pelle.

La bionda fissò più attentamente il ragazzo, le sue labbra stavano diventando secche e anche la sua pelle sembrava si stesse trasformando in polvere.

“cosa sta succedendo? Aris tu non stai affatto bene!”

“a quanto pare sono queste le controindicazioni…” sussurrò tra sè e sè guardandosi le mani e studiando quel fenomeno. “Ursula ha realizzato un inibitore che ci rendesse umani, ma è un qualcosa di temporaneo… per far sì che diventi permanente bisogna realizzare un'altra pozione…” il ragazzo si alzò con fatica aiutato da lei.

“e l’incantesimo di cui stiamo parlando era contenuto originariamente nel libro di Alimede, distruggendo il libro probabilmente distruggeremmo anche delle magie buone.”

E così finalmente anche Elena adesso sapeva cosa tormentasse i suoi pensieri

“non pensiamo al libro adesso, dobbiamo fare qualcosa per te prima che questa situazione si aggravi” La paura iniziò ad invaderla ma tentò di non darlo a vedere, doveva mantenere la calma o non sarebbe stata di nessuna utilità.

Ma il suo ragazzo si stava trasformando in polvere sotto i suoi occhi e lei non aveva la più pallida idea di cosa fare!

“forse se rientri in acqua potrebbe andar bene…”

“no, l’acqua del mare è assolutamente vietata, se qualcuno ci trovasse non oso immaginare cosa potrebbe succedere.”

“c’è una piscina pubblica non lontano da qui, potrebbe andar bene? Certo ci sarà del cloro nell’acqua ma dovrebbe andar bene se non respiri sott’acqua”

Mentre lei parlava Aris si sentiva sempre meno in forze, “va bene, proviamo” e così con grande fatica, passo dopo passo i due s’incamminarono verso la piscina pubblica.

 

****

 

“Buongiorno, mi servono due set da piscina”

Elena aveva lasciato Aris a sedere su una poltroncina mentre si dirigeva verso il bancone per iscriversi e comprare anche il necessario visto che non avevano praticamente nulla e di certo non ci si poteva fare il bagno in biancheria.

“solo un momento” le risposte la signorina mentre andava a prendere tutto l’occorrente, dopo qualche istante tornò con un borsone dove dentro vi erano costumi, scarpe e asciugamano.

“ho aggiunto anche dell’acqua, il tuo ragazzo non sembra stare molto bene…” Elena si girò e vide Aris con la testa appoggiata al muro e gli occhi socchiusi.

“soffre molto il caldo, dopo una bella nuotata in piscina starà molto meglio” le rispose pagando il tutto.

O almeno, spero che funzioni. Pensò fra sé e sé.

****

Superando la reception si accedeva ad un grande spazio aperto con al centro una grande piscina piena di acqua cristallina ed azzurrissima, fortunatamente non c’erano molte persone, colpevole il mare vicino che rubava tutti i potenziali clienti che potevano fare il bagno nell’acqua gratis anziché pagare per una piscina artificiale.

“Aris, e se entrando in contatto con l’acqua ti ritornasse la coda?” 

“ci avevo pensato anche io, ma è un rischio che dobbiamo correre… non credo di poter resistere ancora per molto…”

I due ragazzi si avvicinarono nel posto meno affollato di tutti, un angolo semi vuoto con alcune sdraio dove poterono mettere le loro cose e stare in tranquillità.

“potrebbe darti un po’ fastidio il cloro…” Elena stava uscendo la sua asciugamano per sistemarla sulla sdraio.

Il ragazzo fissava l’acqua di un innaturale colore azzurro chiedendosi quale sensazione avrebbe avuto toccandola,

“Preferisci entrare piano o in un sol colpo?” chiese lei venendogli vicino

Aris si girò a guardarla. “non sono tipo da entrare piano, adesso o mai più.”

Dopodiché si slanciò e fece un tuffo davvero magnifico, Elena non rimase certo lì ferma ad aspettare, prese slancio e anche lei si tuffò subito dopo di lui. Fortuna che non c’era nessuno vicino perché bagnarono mezzo lato.

Elena riemerse quasi subito e mentre cercava di vedere dove fosse finito Aris vide una ragazza in lontananza che la stava salutando.

Chi era? Una compagna di classe? Eppure non le sembrava un volto conosciuto. Si avvicinò al bordo per guardarla meglio, la ragazza aveva un asciugamano tra le mani e non c’era alcun dubbio sul fatto che stesse venendo verso di lei.

“Ciao!” la salutò non appena fu abbastanza vicina, era alta e slanciata, troppo magra per i gusti di Elena, anzi troppo magra per i gusti di chiunque, capelli lunghi e scuri e due occhi verdi che le sembravano familiari.

“ciao” la salutò lei incerta.

“non ti ricordi di me … vero?” la ragazza aspettò per qualche istante, dopo proseguì “ma certo, come potresti, ci siamo viste solo una volta dopotutto… sono Lara, una tua compagna di classe.”

Adesso le stava tornando qualcosa in mente, era una ragazza che aveva visto solo una volta, era stata gentile con lei e le aveva raccontato di essere sempre all’ospedale per dei controlli medici.

“scusami Lara… sai sto ancora cercando di ambientarmi e poi ti confesso che non sono affatto una buona fisionomista…” tentò di giustificarsi lei.

“io invece riesco a ricordare subito un volto anche se lo vedo una sola volta” le sorrise gentilmente ma Elena percepì del risentimento nella sua voce.

Aris emerse accanto a lei all’improvviso. “certo non è come il mare ma…” si interruppe bruscamente vedendo che Elena non era più da sola, con lei c’era una ragazza umana.

“è un tuo amico?” chiese subito Lara.

Elena si accorse che la sua compagna aveva preso a squadrare Aris come se ne avesse dovuto dipingere un ritratto tanto era concentrata.

“no, il mio ragazzo è venuto a trovarmi per le vacanze” rispose secca.

Aris guardava quella ragazza dai lunghi capelli neri con sguardo vigile.

“Sei un’amica di Elena? Anche tu qui per fare un bagno in piscina?” la squadrò dall’alto in basso, la sua pelle non aveva un colorito sano come quello di Elena, era un grigio pallido quasi malsano.

“oh no no, io preferisco di gran lunga il mare alla piscina.”

Il ragazzo la guardò per un lungo momento, c’era qualcosa di strano in quella ragazza, ma non riusciva bene a capire cosa fosse.

“adesso sarà meglio che io vada, non voglio disturbarvi” La ragazza sorrise enigmaticamente ad entrambi e senza aspettare che le rispondessero voltò le spalle e si incamminò verso l’uscita.

Elena guardò Aris.

“un tipetto strano” aggiunse lui.

La bionda annuì, poi prese a nuotare accanto al ragazzo, fortunatamente sembrava stesse meglio.

“dai, non guardarmi in quel modo, sto bene!” le disse.

“hai…hai provato a respirare sott’acqua?” Nemmeno a lei piaceva molto la piscina, faceva un gran fatica a rimanere a galla e se non stava attenta in qualunque momento poteva inghiottire un po’ di quell’acqua amara.

“no, preferisco non rischiare, ma sto molto meglio adesso, te lo giuro” le sorrise tentando di rassicurarla.

Si avvicinarono alla zona dove si poteva toccare il fondo con i piedi, Aris non era abituato a nuotare senza coda e a dir la verità lo trovava molto più faticoso e improduttivo. Muoveva le gambe su e giù ma riusciva a stento a restare a galla, Elena in confronto era veramente molto brava non avendo la coda.

“stavo pensando a quello che avevi detto poco prima” iniziò lei avvicinandosi ad una zona della piscina dove l’ombra degli alberi creava un angolino discreto. “magari Ursula ha ragione, distruggere un libro come quello può essere sbagliato, ed in più se ci sono delle magie buone sarebbe quasi un crimine.”

Il rosso l’ascoltava, lui non aveva fatto altro che pensare a quello per tutto il tempo. Fu felice di sapere che anche lei la pensava come lui.

“però potremmo trovare una soluzione, potremmo distruggere tutti gli anelli così che nessuno possa usarli e poi potremmo distruggere solamente alcune pagine del libro dove questa magia viene spiegata. Che ne pensi?”

Aris la guardò, in realtà non aveva valutato quell’ipotesi ma probabilmente era l’idea brillante che stava cercando. La cosa a cui non aveva pensato era come riunire tutti gli anelli.

“si, hai ragione potrebbe funzionare.”

Elena sorrise, era felice che la sua idea fosse stata utile.

“però ci sono alcune complicazioni in questo piano…” appoggiò le braccia contro le piastrelle che delimitavano il bordo piscina, l’acqua continuava a muoversi increspata dal vento simulando quasi un vero e proprio movimento.

“come sai noi non abbiamo tutti gli anelli in nostro possesso e bisognerebbe rintracciare anche quelli portati sulla terra”

La ragazza incrociò le braccia contro il bordo, prese a fissare l’acqua che veniva risucchiata nella grata in cerca di un'altra buona idea, che però non arrivò. “è complicato…” ammise alla fine.

“E riguardo al libro, solo il re sa dove si trovi esattamente.”

“nemmeno Ursula ha qualche idea?”

“che io sappia, l’informazione viene tramandata in punto di morte al futuro sovrano, però potremmo sempre provare a chiederglielo, magari ha sentito qualche pettegolezzo o si è fatta un idea di dove possa essere”

Un pensiero poco felice gli attraversò la mente. “ciò significherebbe…” il ragazzo prese una pausa, era difficile anche solo pensarlo, figurarsi a dirlo. Sin dal primo momento in cui si erano incontrati lui ed Elena avevano avuto momenti di alti e bassi, quando credevano di poter stare finalmente insieme qualcosa puntualmente sconvolgeva tutti i loro piani. Persino stavolta.

Lei lo guardò in attesa.

significa… che dovrò ritornare ad Atlantica” concluse lui.

Il silenzio calò in un istante, adesso solo il rumore dell’acqua che sbatteva contro le grate e il lento frusciare delle foglie faceva da sottofondo ai loro pensieri. Tutta la fatica che avevano fatto, tutte quelle prove che avevano affrontato per stare insieme, lui che era persino diventato umano per stare con lei. E adesso? Ora si scopriva che per adempiere a quel compito lui doveva tornare tritone, avrebbero dovuto separarsi ancora e chissà per quanto tempo.

Quegli stessi pensieri avevano preso a turbinare nella mente di Elena come uragani impazziti. Lei quel pensiero non l’aveva minimamente sfiorato. Aris era diventato umano, ormai loro due sarebbero rimasti insieme e questo era quanto. No invece. La storia non era ancora finita, lui avrebbe dovuto andarsene di nuovo, e lei che lo amava moltissimo avrebbe dovuto lasciarlo andare.

Si guardarono per un momento ma subito scansarono lo sguardo quando lessero negli occhi dell’altro le medesime emozioni.

“non c’è altra scelta” disse lei quasi rassegnata. Avrebbe voluto porre quella frase come una domanda ma nel momento stesso in cui l’aveva formulata si era resa conto che sentirselo confermare da lui sarebbe stato peggio.

Aris si avvicinò e l’abbracciò.

Il suo corpo le sembrava così familiare, quante volte l’aveva abbracciata, sorretta, trasportata, protetta. Troppe, ma mai abbastanza.

“non potrai più tornare umano?” aveva paura di quella domanda, aveva paura di quello che lui potesse risponderle.

Il ragazzo appoggiò la sua testa contro la sua spalla, poteva sentire il suo profumo così vicino, la sua pelle bagnata era tutto quello di cui aveva bisogno in quel momento. Perché la vita li stava dividendo di nuovo?

“Nessuno a parte il re sa dove sia quel libro. Potrebbero volerci anni per trovarlo. Tu capisci che prima di allora noi…non potremo stare insieme fino a che tutto questo non sarà finito.”

Elena si fece seria, l’aveva appena potuto riabbracciare, perché dovevano dividersi ancora? Perché lei non poteva fare nulla per quella situazione? Si sarebbero potuti vedere, magari una volta al mese nel loro piccolo angolo segreto sulla spiaggia o in cantina, ma stare così tanto separati sarebbe stata una tortura.

La bionda sollevò il capo, Aris vide che aveva gli occhi rossi e sapeva che lui ne era la causa.

“Come faremo con Tritone? Io non voglio perderti” Una lacrima le scese dal viso. “ma so anche che tutto questo è necessario…” Aris le posò una mano sulla guancia e le asciugò le lacrime che stavano scendendo dal suo viso.

“mi sento così inutile” ammise lei. “ma se c’è una cosa che posso fare è proprio questa, darti tutto il mio appoggio Aris.”

Lui la guardò per un istante, silenziosamente la ringraziò per quello che gli aveva detto, perché stava facendo molto più che lasciarlo libero di andare, gli stava dando la forza per farlo.

Nemmeno lui sapeva a quanti pericoli sarebbe andato incontro eppure, il solo pensiero che Elena sarebbe stata sempre lì per lui ad aspettarlo e supportarlo gli infondeva coraggio. Tutto era meno spaventoso con lei al suo fianco.

Si chinò sulle sue labbra e la baciò.

grazie” Le disse semplicemente, “perché se tu avessi detto anche una sola parola io non l’avrei mai fatto.”

Elena lo guardò tristemente. C’erano delle cose che andavano fatte e non sempre la via più giusta era anche quella più facile da seguire.

Mentre annuiva al suo tritone di una cosa era assolutamente certa.

Lei non gli sarebbe stata di ostacolo.

 

****

 

Il rosso attendeva in piedi la ragazza davanti all’ingresso della piscina dove erano appena stati, Elena stava ancora finendo di cambiarsi dopo la loro nuotata e gli aveva detto di iniziare ad andare avanti, non c’era da biasimarla se lei volesse stare da sola qualche istante per ricomporsi, per quanto avesse voluto sembrargli forte e decisa, nonostante le lacrime traditrici, era ancora sconvolta dalle ultime conclusioni che avevano raggiunto.

D’un tratto una voce lo raggiunse alle spalle “ci si continua a rivedere…”

Ancor prima che lui si potesse girare qualcosa lo colpì violentemente alla testa, poi tutto divenne buio.

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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