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Autore: Em_    21/06/2017    7 recensioni
«Hai impegni per stasera?» mi domandò. Tanto avevo già capito benissimo dove voleva arrivare, ma decisi di fare la finta tonta.
«No, la mia amica ed io siamo venute qui per festeggiare la sua promozione al lavoro.» spiegai.
«Ottimo! Quindi ti andrebbe di fare un giro? Ho appena portato a lucidare l’auto.»
«È così che abbordi le ragazze solitamente?» chiesi divertita.
«No, di solito vengono loro ad abbordare me.» rispose ridacchiando. Non potevo negare che il suo sorriso dal vivo fosse ancora più bello e affascinante.
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Nuova storia. Nuova avventura.
Oliver e Felicity hanno 25 anni, sono due ragazzi completamente diversi, in tutto e per tutto. Una sera si incontrano in un locale e decidono di concludere la serata a casa di Oliver, ma questa bravata comporterà importanti conseguenze nelle vite di entrambi.
Trama ispirata dal film 'Molto incinta', ma la storia sarà completamente diversa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Felicity Smoak, Oliver Queen, Sarah Lance, Tommy Merlyn
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12. Eighteen weeks pregnant (2)





Felicity
Non avevo visto né sentito Oliver per più di due settimane. Dopo che lo avevo friendzonato (come si dice di questi tempi) lui era sparito ed io non avevo mosso un dito per contattarlo. Non che non mi mancasse, perché mi mancava molto, ma non sapevo che cosa dirgli, né come comportarmi. In fondo era stata colpa mia, ero stata io a mettere in chiaro che non volevo complicazioni tra di noi. E sotto sotto era vero, volevo mantenere un bel rapporto con lui in modo che nostra figlia avesse due genitori pressoché normali, ma non potevo negare che mi facesse piacere ricevere attenzioni da parte sua. Mi ero affezionata un sacco ad Oliver e forse questa mia paura di andare oltre all’amicizia mi aveva impedito di ascoltare ciò che lui aveva da dire. In qualche modo ero ancora influenzata dalla sua reputazione da sciupa femmine e non volevo essere una delle tante conquiste, non dopo aver scoperto di essere incinta. Lui mi aveva dimostrato chiaramente di essere cambiato, lo vedevo nei suoi gesti, nelle sue parole, persino nel suo sguardo, eppure ancora non riuscivo a lasciarmi andare del tutto. In queste settimane di totale silenzio non avevo fatto altro che pensare e ripensare al fatto che lui provasse dei sentimenti veri per me, oltre al classico affetto che uno può provare per la mamma di sua figlia. Sara mi aveva detto senza peli sulla lingua che anch’io provavo qualcosa per lui, ma che ero troppo codarda per farmi avanti. Nonostante mi fossi arrabbiata in un primo momento, dovevo ammettere a me stessa che aveva ragione lei. Certo, non potevo dire di essere innamorata di Oliver, ma stavano nascendo dei sentimenti profondi, e non potevo reprimerli ancora per molto visto che Oliver si era presentato alla mia porta con un’aria disperata.
«Puoi dormire qui.» gli dissi mostrandogli la sua stanza «È un po’ spoglia, lo so, ma non so proprio come arredarla.» continuai provando a distrarlo con qualche argomento stupido.
«Va benissimo così com’è. Grazie, Felicity.» rispose senza aggiungere altro.
«Mi dispiace davvero per quello che è successo con i tuoi genitori, Oliver.» mi sentii di dirgli, anche se non l’avrebbe risollevato molto.
«Non è colpa tua. Purtroppo sapevo che sarebbe finita così, mia madre è legata all’apparenza e mio padre l’ha sempre lasciata fare. Non dico che non mi vogliano bene, ma non accetteranno mai questa situazione.» sospirò lui.
«Tu che cosa vuoi, Oliver?» gli domandai di getto. Alla fine l’importante era ciò che lui voleva, non quello che volevano i suoi genitori.
«Che domande mi fai? Voglio mia figlia. E voglio te.» replicò sinceramente, senza pensarci due volte.
Io arrossii, non potei evitarlo. Oltre a nostra figlia voleva anche me, nonostante gli avessi detto che volevo solo un’amicizia tra noi, lui non aveva minimamente negato che mi volesse nella sua vita. Ero una stupida ad aver lasciato andare un ragazzo così? Sì, probabilmente sì.
«Voglio farti sentire una cosa.» esclamai, cercando in tutti i modi di evitare il discorso “amicizia o qualcosa in più”.
Lo invitai a sedersi sul letto della stanza ed io feci lo stesso. Mi misi accanto a lui e mi tirai su leggermente la maglietta, vidi Oliver strabuzzare gli occhi e mi venne spontaneo ridacchiare, chissà che cosa stava pensando in questo momento. Poi con calma gli presi la mano e la portai sopra la mia pancia così che potesse sentire la bambina.
«E… Era un calcio?» mi chiese impressionato.
«Sì. Ha iniziato a farlo la settimana scorsa, credo le mancassi.» replicai.
«A volte faccio ancora fatica a credere che lì dentro ci sia nostra figlia.» mi disse senza staccare la mano dal mio ventre.
Non risposi, mi limitai a sorridere e a distogliere lo sguardo. Stare lontana da Oliver per due settimane mi aveva aiutato a capire che io stessa provavo dei sentimenti, ma non avevo mai avuto le cosiddette palle per confessarglielo. La verità era che in questo momento averlo vicino mi stava mettendo in confusione, non avevo mai provato queste sensazioni, né con Cooper né con nessun altro. 
Volevo baciarlo. Lo volevo da morire. La vecchia Felicity non avrebbe mai fatto la prima mossa, ma oramai non ero più la vecchia Felicity. Mi voltai con naturalezza verso Oliver e senza pensarci due volte posai le mie labbra sulle sue. Fu un bacio leggero, appena accennato, ma segnò la svolta decisiva nel nostro rapporto. Ci eravamo già baciati, mesi fa, ma questo era tutta un’altra cosa.
«E questo per cos’era?» mi domandò sorridendo.
«Per scusarmi.» risposi.
«Scusarti?» esclamò non capendo.
«Avevo paura di ammettere che anche io provo qualcosa per te, Oliver. Volevo meno complicazioni possibili, volevo che la piccola ci vedesse andare d’accordo anche se non stavamo insieme, non avevo il coraggio di provare ad essere qualcosa in più, nonostante lo volessi.» 
«Credimi, Felicity, anche io ho paura per il futuro della bimba, ma non per questo mi voglio negare un po’ di felicità con la sua mamma.» affermò tranquillo.
Quel sorriso prima o poi mi avrebbe ucciso, non so se fossero gli ormoni o cosa, ma non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.
«Dovremmo darci una possibilità.» aggiunse poi.
Annuii, arrossendo nuovamente come una ragazzina «Credo ne dovremmo riparlare domani mattina, sai? Non rispondo delle mie azioni stasera.» affermai facendolo ridere.
«Siccome sono un gentiluomo ti accompagnerò in camera tua e ti lascerò tranquilla, anche se non posso negare che una parte di me vorrebbe approfittare di questi sbalzi ormonali.» mi disse ammiccando.
«Oh, credimi, ne vorrei approfittare anche io, ma penso che si spezzerebbe il precario equilibrio in cui ci troviamo.»
«Concordo con te.» dichiarò dandomi la buonanotte con un altro bacio sulle labbra. Questa volta però fu lui a fare il primo passo ed io mi sciolsi come un pezzo di ghiaccio.

Oliver
Mi stesi a pancia in su sul letto e sospirai un paio di volte. Nella testa avevo una gran confusione, da una parte la rabbia e la delusione nei confronti dei miei genitori, dall’altra l’euforia e la felicità nel sapere che avevo una concreta possibilità con Felicity. Avremo potuto dare a nostra figlia una vera famiglia, due genitori che si amano e una vita normale. Nonostante fossi molto spaventato all’idea di crescere un neonato non potevo far a meno di pensare che in due sarebbe stato più semplice, sia per noi sia per la bambina.
La cosa che più mi aveva stupito era che fosse stata proprio Felicity a fare un passo avanti, non me lo sarei mai aspettato. Due settimane fa in ospedale aveva messo in chiaro che non voleva complicazioni tra noi e avevo rispettato questo suo desiderio, l’unica cosa che forse avrei dovuto fare era quella di non sparire nel nulla. In quel momento, però, non riuscivo a pensare ad altro e il solo starle vicino mi faceva star veramente male. Avevo provato ad affogare i dispiaceri nell’alcol come facevo sempre, ma non era servito a niente se non a portarmi un grandissimo mal di testa. 
Oltretutto non mi pentivo affatto di aver confessato tutto a mia madre e mio padre, ora lo sapevano ed era decisamente meglio così. Se erano arrabbiati o frustrati sinceramente m’importava poco e niente, era la mia vita e la mia bambina. Ammetto che un po’ di sostegno l’avrei apprezzato, ma se volevano allontanarsi e diseredarmi come figlio potevano farlo senza alcun problema.
Mi dispiaceva solo per Thea, lei ci era inevitabilmente andata di mezzo anche se non aveva nulla a che fare con la questione. Non volevo che fosse costretta a schierarsi e non volevo certamente che ci rimettesse. Lei era quella che mi aveva sostenuto più di chiunque altro e farle vivere questa storia con i nostri genitori non mi piaceva affatto.
Chiaramente non chiusi occhio per tutta la notte. Forse mi ero appisolato qualche volta, ma più che altro mi ero rigirato a destra e a sinistra per tutto il tempo. Alle sei e mezza circa decisi di alzarmi e scendere al bar vicino casa di Felicity per comprarle la colazione. Optai per un croissant ed una ciambella con glassa al cioccolato, sapevo che ne andava matta. Una volta rientrato frugai nel suo frigo e negli armadietti in cerca di un bicchiere e del succo di frutta. Volevo viziarla un po’, dopo tutta la storia con il suo ex capo e Cooper, se lo meritava davvero. 
Entrai in camera sua senza bussare, la porta era socchiusa e Felicity dormiva su un fianco con le coperte tirate su fino al collo. Appoggiai la colazione sul comodino, abbastanza lontano da evitare che finisse per terra.
«Ehi.» le sussurrai spostandole una ciocca di capelli.
«Ma che?» disse assonnata «Oliver! Ma cosa stai facendo?» sbraitò coprendosi.
«Guarda che ti ho già vista nuda.» le ricordai «Ti ho portato la colazione comunque.»
«Oh.» affermò rilassandosi «Grazie.»
«Come ti senti?» le chiesi.
«Sto bene, e tu? Credo di averti sentito sbuffare stanotte, o forse l’ho solo sognato.»
«Scusa.» ridacchiai «Non ho dormito molto.»
«Dovresti parlare con i tuoi genitori.» mi disse prendendo prima la ciambella «Wow, è deliziosa.»
«Non ora, non servirebbe.» replicai. In una notte non gli avrei certamente fatto cambiare idea.
«Sono pur sempre i tuoi genitori, capiranno in qualche modo. Siamo entrambi adulti, è successo e non stiamo chiedendo niente a nessuno, non vedo dove stia il problema.» commentò Felicity.
«I pettegolezzi, ecco qual è il vero problema.» le feci notare «Mia madre vuole i figli perfetti, la casa perfetta, il marito perfetto, l’azienda perfetta.»
Lei sospirò tra un boccone e l’altro «È un gran casino, lo ammetto. Ma credo che prima o poi si renderanno conto che non hanno motivo di prenderla così tanto sul personale.»
«Già, lo spero.» alzai le spalle «Comunque, oggi che vuoi fare?»
«Dovremmo comprare qualcosa per la bambina, non abbiamo assolutamente niente.» rispose.
«Buona idea.» annuii.
«Credi che ce la faremo?» mi domandò.
«A comprare dei vestitini? Penso proprio di sì.»
«No, intendo noi due… E poi noi tre…»
«Ehi, un passo alla volta, okay?» le dissi stringendole la mano.
«Un passo alla volta.» ripeté.











Angolo autrice
Sì, state vedendo bene. I'M BACK. Dopo 28773268 mesi sono tornata, ve l'avevo promesso no? Ho finito gli esami ieri, e sperando di averli passati ho deciso di buttarmi a scrivere il nuovo capitolo.
Riprende esattamente da dov'era finito l'altro, ovvero da quando Oliver si presenta a casa di Fel dopo aver confessato della gravidanza ai suoi genitori.
Che dire? C'è una piccola grande svolta. Dopo non essersi visti per più di due settimane, Felicity riflette seriamente su ciò che sente e capisce che sta solo mentendo a se stessa dicendo che non prova niente per Oliver. Nonostante tutto però decide di fare un passo verso di lui e provare a cambiare le cose. And finally, si baciano xD
È un capitolo tranquillo, in cui ho voluto dar spazio alla svolta nel loro rapporto :)

Spero ci sia ancora qualcuno che ha piacere di leggere questa storia, io attendo i vostri pareri!

Un bacio,
Anna
   
 
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