Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
Segui la storia  |       
Autore: jaspeg    21/06/2017    2 recensioni
Questa storia parla della sorella maggiore di Ciel, scomparsa durante l'incendio che distrusse la loro famiglia.
Durante l'incendio riesce a salvarsi tuffandosi nel lago della residenza che era collegato a un canale che andava nel Tamigi.
Venne trascinata per chilometri, fino a Londra, dove verrà salvata da un misterioso ragazzo che dopo se ne andrà lasciandola nelle mani di uno zingaro.
Trascorsero 3 anni, fratello e sorella si ritroveranno, ma, ricomparirà anche il misterioso ragazzo che l'ha salvata, nonostante non volesse avere niente a che fare con lei spesso in quegli anni ha dovuta tirarla fuori dai guai riuscendo sempre a celare la sua identità (o quasi).
Quando Ciel ritrova sua sorella riesce a convincerla a tornare a casa con lui dopo varie suppliche, Sebastian era preoccupato, non bastava un Phantomhive? Ma con sua grande fortuna la sorella era il contrario del suo padrone e finì per affezionarcisi. Con il suo rientro in società finalmente scoprirà chi è il suo salvatore ma si verrà anche a scoprire il segreto più oscuro di Sebastian.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sebastian non poté avvicinarsi oltre che avvertì una fame irrefrenabile. 
Con uno scattò fu alle spalle di Shade che reagì immediatamente puntando una lama sotto la gola del demone; una spada, che lui conosceva e nell'altra mano, un cristallo spezzato molto particolare. Dallo sguardo del demone si capì che quell'oggetto non gli era estraneo.
- Dove lo hai preso quello?
- Questo? Diciamo che la catena di Undertaken non era l'unica cosa che ha perso.
Serrò i denti cercando di nascondere la frustrazione nel vedere quell'oggetto nelle mani di qualcun'altro al di fuori di lui, ma fu impossibile per Shade non notare il rivolo di sangue rubino scendergli a lato della bocca. 
Il ragazzo strinse il cristallo nella mano lasciandolo scivolare nel taschino interno per poi rinfoderare la spada. Aveva capito che fino a quando avrebbe tenuto quel ciondolo lui non l'avrebbe attaccato.
- Tu sei molto diverso dagli altri demoni.
Quell'affermazione infastidì non poco il maggiordomo. Raccolse tutte le sue forze per non tranciargli il collo di netto con le proprie mani. Stava superando il limite della sua sopportazione e di questo il ragazzo ne era consapevole, ma sapeva anche che, se non si fosse spinto oltre in quel momento, probabilmente molte cose non sarebbe riuscito a scoprirle.
Sebastian pensava e ripensava a quanto accaduto da quando erano saliti sulla nave; di quanto il becchino sia stato in grado di rivelare. Undertaker d'altronde non poteva conoscere il suo passato. Uno dio della morte non arrivava mai oltre i 300 anni di servizio. Allora... come? 
- Cosa vuole altezza? 
- Vorrei che mi spiegassi le parola di Undetaker riguardo la progenie demoniaca.
- Non so di cosa stia parlando.
- Ah, no? 
Un pugno ben serrato colpì la ferita del serviente piegandolo dal dolore. Chissà quante maledizioni stava inveendo Sebastian contro di lui in quel momento.
- Anche... anche io avrei... qualche domanda.
Poco dopo diede anche una forte ginocchiata sullo stesso punto facendolo crollare definitivamente a terra.
- Ti metti a trattare con me adesso?
Stanco dei continui supplizi, il maggiordomo si alzò in piedi prendendolo per il collo sbattendolo contro il muro. Gli occhi cremisi sembravano volerlo scorticare vivo; chiunque guardandolo sarebbe morto di paura, ma Shade... Shade ne aveva uccisi di mostri come lui. Il come, il demone ancora non lo sapeva. 
Intenzionato a scoprirlo lo mise a terra e lasciandolo andare cercò di riprendere un minimo di autocontrollo. 
- Questa cosa è meglio chiarirla una volta tornati a casa.
- Bene. Allora? Come hai conosciuto mia madre?
Il demone dopo un primo momento di sorpresa, si passò una mono tra i capelli con l'espressione tesa e frustrata, guardando in un punto indefinito il mare. Sembrava non sapere come rispondere.
- Non so come Undretaker sia venuto a conoscenza del mio passato, ma ti assicuro che io non ho mai fatto un contratto con tua madre.
- Allora mi spieghi come mai ho sangue oscuro che mi scorre nelle mie vene? 
Lo sguardò del domestico tornò sul giovane.
- Non ne ho idea. Come ha detto Undertaker noi demoni non possiamo procreare con chi non è della nostra specie e se vogliamo sopravvivere o lasciare la nostra erdità quello del sangue è l'unico modo.
- Mi stai dicendo che non hai idea di come il tuo sangue sia finito nelle mio corpo? 
- Praticamente si.
I due poco dopo vennero interrotti da Alys.
- Ragazzi! Ma che fate qui fuori? La cena è pronta, si fredderà se aspettate ancora un po'.
- Arriviamo.
Shade si diresse verso la ragazza per accompagnarla; quando questa si voltò vide dei strani segni sul collo e sul seno a lui familiari.
- Alys. Dove te li sei fatti? 
- Eh? Questi? 
Annuì.
- Non ricordo. Bhè, con tutto quello che è successo come puoi pretendere che mi ricordi di ogni singola botta che mi sono fatta?
- Hai ragione. Lascia stare. 
- Bene!
Lo prese per il braccio e lo trascinò fin dentro la sala da pranzo, lasciando indietro Sebastian. Si capiva che era spaventata da lui ora che sapeva la sua identità e così decise di stare fuori ad ammirare il tramonto riordinando le idee e....
- Aralia...



Una volta a tavola Shade sedette insieme a tutti gli altri come se non ci fossero ranghi a dividerli, Alys dimenticò totalmente l'etichetta e si mise ad ingozzarsi di tutto e di più, mentre lui continuava a guardarle quelle ferite in modo assiduo e famelico. Sentiva una strana fame e gli occhi gli bruciarono costringendosi a coprirli con la mano per alleviare il fastidio della luce.
- Qualcosa non va? 
Scostò la mano dopo aver ritrovato la calma.
- Come? 
- Continui a fissarmi. Ho qualcosa di strano sul viso? 
- No, nulla. Stavo solo pensando.
- Dovresti mangiare invece di scervellarti su Undertaker.
Gli prese della zuppa riempiendogli il piatto. Lui da perfetto gentiluomo si mise a mangiare rispettando l'etichetta, ma era come se la zuppa non lo saziasse. Qualcosa non andava. Guardandosi intorno vide che il conte Phantomhive e il resto della loro compagnia non c'era.
- Dove sono gli altri? 
- Mh? Ah, loro sono nella stanza degli ufficiali a mangiare.
La guardò interdetto
- E perché noi siamo qui? 
- Perché... sto aiutando le volontarie a distribuire i pasti e visto che non avevo molto tempo per portarti di sopra ho fatto praparare un piatto anche per te.
- Certo che tu non hai alcuna remora dell'opinione altrui.
- Non sei tanto diverso da me. Anche tu fai quello che ti pare.
Il ragazzo mugugnò qualcosa di incomprensibile all'orecchio della ragazza per poi alzarsi.
- Eh? Non ho capito. Dove vai? 
Prevedibile; Lo seguì dirigendosi nella stiva della nave, un luogo dove nessuno di solito andava.
- Cosa facciamo qui? 
- Nulla.
- Allora vieni a mangiare.
- Prima devo... calmarmi.
Si resse ad una cassa di legno mettendosi la mano sul viso... 
- Shade, sei strano... Sicuro di stare bene?  
Girandosi di colpo si avventò su di lei la buttandola a terra le strappò la chiusura del vestito. Spaventata cercò di urlare, ma le tappò la bocca e si mise a carponi sopra il suo corpo.
- Non fare rumore.
Cominciò a spogliarla e infine prese a visionare il corsetto. Era da poveracci; non adatto al suo rango... al corpo di quella creatura che teneva bloccata a se. I lacci sul dorso si allentarono appena sciolse il nodo rivelandone una schiena candida e perfetta. A terra sul pavimento freddo lei si agitava intenta a sciogliersi dalla sua presa. Era molto forte ed impossibile da contrastare. Cosa diavolo gli era preso? Una volta che la schiena fu libera da quelle stecche di balena, passò la sua lingua assetata sulla pelle candida e ancora umida dalle ferite sanguinanti... del suo squisito sangue.
Spaventata chiuse gli occhi e prese a tremare rannicchiandosi su in fianco in posizione fetale cercando di tenere la stoffa, abbastanza da coprirle il seno. Gli occhi di Shade risplendevano nel buio proprio come rubini di fuoco, identici a quelli del maggiordomo. Era preso da una irrefrenabile voglia di assaggiare il suo sangue, la sua anima.
- N.. no ti prego!
Lui si bloccò solo per un'istante, poi cominciò a togliersi la camicia e a slacciarsi la cintura. Alys tremava come un cucciolo impaurito dinnanzi al suo predatore, stava persino piangendo mentre con le mani si proteggeva il capo.
- Perché mi fai questo? 
- Perché.... ho fame!
La prese e la morse sul seno macchiando la carnagione candida di un rosso vivo. Le gocce scivolava tra gli anfratti della pelle, dipingendo pennellate di sangue su quelle morbide curve, ma non le faceva male; sembrava assuefatta da quella sensazione. La cingeva sempre più a se mentre le sue labbra bramose scivolavano lungo la cute in cerca di posti più stuzzicanti per la sua fame, ma c'era altro che lui voleva. 
Le prese una gamba e alzando la sottogonna si mise di fronte la sua intimità coperta da una biancheria piuttosto succinta per l'epoca. Le mani lascive dalle ginocchia scivolavano sempre più verso l'interno coscia mentre le baciava il ventre; con dolcezza si stava insinuando sotto la biancheria come un serpente torturatore in cerca dei piaceri femminili.
Per lei era la prima volta, non se l'era mai immaginata così. Aveva paura, ma impossibilitata a muoversi, ormai era in balia delle sue perversioni e succube dalla sua fame. Quando si slacciò i pantaloni non riuscì più a reggere.
- Non guardarmi. Ti prego...
Shade si fermò.
- Ti prego... Sono orribile! Non guardarmi!
Spiazzato da quella scena si lasciò cadde a terra. Cosa stava facendo? Era per caso impazzito?! 
Alys era lì inerme, terrorizzata... Shade con quel poco di lucidità che gli rimaneva la coprì con la sua giacca e si allontanò.
- Mi spiace. Non... non volevo farti questo... 
Si rimise la camicia e se ne andò lasciando la poveretta a terra tremante. Fortunatamente era riuscito a fermarsi prima di fare qualcosa di irreparabile.






Era passato un mese dall'incidente della Campania. Ciel, Alys e Sebastian erano tornati alla villa e tutto tornò alla quotidianità.
Il conte aveva fatto rapporto a sua maestà, il maggiordomo era guarito e in perfetta forma; per quanto riguardava Alys le cose erano cambiate. 
Dal giorno dello sbarco a Londra non aveva più rivisto Shade. Dopo l'incidente nella stiva e quelle parole, non lo aveva più rivisto, non solo per tutto il viaggio, ma anche allo sbarco. In parte sua sentiva che il giovane lo aveva fatto inconsapevolmente, ma ciò non toglie l'atto compiuto. Se non si fosse fermato prima chissà cosa le sarebbe successo.
Sebastian aveva visto il disagio della padrona in particolare nei suoi confronti. Da quando aveva scoperto che lui era un demone lo evitava come la peste e faceva di tutto per non incontrarlo. Spesso andava in città e faceva del volontariato negli ospedali.
Una sera a notte fona Alys si svegliò per andare a bere un po' d'acqua. Non aveva intenzione di svegliare nessuno e in particolare non voleva vedere Sebastian. Mise la vestaglia e con una candela si diresse verso la cucina. Era incredibile come la villa avesse potuto tornare ai suoi antichi splendori, ma come sempre le incuteva timore vederla avvolta nelle tenebre. 
Mentre scendeva la scalinata guardò il quadro dei genitori e le venne in mente che quando era piccola chiamava sempre suo padre la notte. Aveva paura delle ombre che vedeva camminare nella stanza, ma Vincent premuroso e paziente le raccontava che era solo la sua immaginazione e che non aveva niente da temere; quando sarebbe cresciuta quelle ombre sarebbero scomparse. 
Si sbagliava; anche mentre scendeva le scale vedeva qualcosa muoversi nell'oscurità, ma se un tempo aveva imparato a conviverci serenamente ora non era più così. Con un demone in casa non riusciva a stare tranquilla. 
Arrivata in cucina prese una brocca d'acqua e un boccale da birra in latta, probabilmente di Bald, ma essendo pulito non ci fece caso. 
Guardandosi in torno le venne in mente la prima volta che aveva parlato con Sebastian; Dovevano fare la gara di torte e grazie a quel concorso il loro legame si era rafforzato, ma solo ora molte cose cominciavano ad avere un senso. 
Tornando verso la sua camera sentì qualcuno parlare nell'ala sud della villa. Seguendo le voci arrivò allo studio del fratello da dove filtrava della luce. Che diavolo ci faceva sveglio alle 2 di notte? Spense la candela e si avvicinò senza fare rumore, abbastanza da poter sentire le voci: una era del fratello, la seconda del maggiordomo e la terza.... Shade?!
Si chinò per guardare dall'uscio della serratura e capire cosa stesse succedendo. Vide il giovane principe porgere dei documenti a Ciel e al maggiordomo.


- Queste sono le ultime informazioni che la famiglia ha ricevuto prima che lo studente scomparisse nel nulla.
I due visionarono attentamente i fascicoli.
- Mm... da quel che posso vedere qui, l'unica soluzione è di agire dall'interno.
- C'è molta omertà tra gli studenti e questo non aiuta le indagini.
Shade lo interruppe 
- Infatti sua maetà suggeriva di agire sotto copertura.
Sebastian e Ciel guardarono il ragazzo ad occhi sgranati. Chi diavolo avrebbe potuto andare sotto copertura? In pochi istanti lo sguardo dei due mori si posarono sul conte 
- EH?! IO?!
- è l'unica soluzione signorino.
- Ma perché io?!
Sebastian gli rivolse uno sguardo disarmante.
- Io non posso di certo passare per uno studente.
- E io sono un principe d'Inghilterra, ho un precettore di conseguenza non posso andare a scuola. Senza contare il lavoro che svolgo e la mia reputazione.
- Ho capito, ho capito. Ci andrò!
Shade riprese il mantello e il cilindro.
- Bene. Allora ci organizzeremo domani.
Il conte prima che se ne andasse lo fermò.
- Aspett! Mia sorella in questo periodo... non si sente molto bene. Non me la sento di lasciarla sola.
- Cosa vuole dirmi con questo? 
- Se questa cosa va in porto vorrei che stesse qui alla villa.
- Ci penserò. Con permesso.


Appena Alys vide che stava per aprire, si praprarò per scappare, ma non fece in tempo che la porta si spalancò ritrovandosi davanti a se Shade
- Alys?!
Il conte sorpreso si agitò cercando di accampare una scusa abbastanza credibile da giustificare la presenza del principe alla villa a quelle ore. Il principe la guardò per un secondo e la superò dirigendosi verso l'ingresso come se niente fosse. 
- Signorina! Cosa fate qui...
Sebastian preoccupato per la sua padrona andò da lei, ma appena la toccò sguainò il pugnale che Shade le aveva lasciato al loro primo incontro, causando al demone un graffio al polso. La ragazza era con le spalle al muro e gli occhi pieni di rabbia e paura. Quello sguardo non sfuggì al giovane che si fermò ad osservare la scena. 
- My lady....
- Non toccarmi!
Ciel intervenne frapponendosi tra lei ed il maggiordomo. Alys non era più la stessa dall'ultima volta che l'aveva vista, anche lui se n'era reso conto. Negli incontri precedenti Sebastian aveva accennato ad un cambiamento nella ragazza, ma non gli aveva dato tanto peso, ora che lo vedeva coi propri occhi però, capì che la situazione non era normale. 
La giovane aveva il suo pugnale in grado di uccidere: dei della morte, angeli e demoni. A quanto pare lo teneva ancora con se nonostante il legame che c'era. A quel punto al ragazzo venne un'idea:
- Conte? Credo che passerò la notte qui.
- Cosa? 
- è tardi e tanto ormai ci ha scoperti, non c'è necessità che io me ne vada.
- Si.. ha ragione. Sebastian, prepara la stanza per sua altezza.
- Yes, my lord.


Una volta che i fratelli furono soli Ciel decise di parlare chiaro e tondo con la sorella.
- Si può sapere che ti prende? 
- Come...
- "Come" cosa? 
- Come hai potuto vendere la tua anima?!
A quelle parole il conte non seppe come rispondere. Solo ora si rendeva conto dell'errore fatto, ma era determinato ad arrivare al suo obiettivo.
- La... la cosa non ti riguarda. Ho preso una decisione e non ho rimpianti.
Si voltò dirigendosi in camera.
- Ne sei davvero sicuro? 
- Si.
- Allora.... devi dire addio a Katrin.
La marcia del giovane si boccò in uno sguardo che era sprofondato nel vuoto.
- Che.. che stai dicendo?
- Per me ormai è tardi, ma so che tieni a lei. Non ti permetterò di farla soffire!
Ciel furioso si diresse dalla sorella.
- Tu non hai alcun diritto di darmi ordi...
Non riuscì a finire che uno sonoro schiaffo si accalcò sul suo candido viso.
- Se il Ciel che ho conosciuto è morto.... sappi che lo sono anch'io.
Alys se ne andò nella sua stanza senza mai voltarsi indietro.






Quella mattina si alzò presto come sempre per evitare la visita del demone e chiunque altro avesse a che fare con lui. Era andata sulle rive del lago in attesa che il maggiordomo si allontanasse dalla cucina per fare colazione in santa pace. Passeggiava tra le rose bianche del giardino che suo padre amava tanto. La nostalgia la pervase e improvvisamente le venne in mente un ricordo di quando era piccola e quel sogno che la perseguitava. Lo spavento la scosse ferendosi con una spina e a causa della distrazione il dito cominciò a creare una perla scarlatta su quel candore. 
Sangue. Quanto ne aveva visto su quella maledetta nave? E perché quei vuoti di memoria? 
Le domande si affollavano nella sua mente come una mandria impazzita e tra tutta quella confusione solo una cosa le era chiara: Gli occhi cremisi!
Quei bellissimi e maledetti occhi di sangue. L'avevano stregata, o erano sempre esistiti dentro di lei? In quel sogno...
Scrollandosi di dosso quei pensieri si diresse verso il retro della cucina da dove si accedeva al giardino e non vedendo nessuno dalle finestre entrò senza preoccuparsene. Voltando verso il forno (unico punto cieco della finestra) avanzò spedita urtando Shade che era sbucato all'improvviso da dietro il muro che separava l'angolo cottura dal resto della cucina. Il bollitore che teneva in mano gli scivolò rovesciando l'acqua bollente sui due. Urtando il pentolino col polso si mise tra lei e il liquido evitando che si scottasse. Sfortunatamente lo aveva preso in pieno al braccio e in parte del volto. La pelle si arrossò raggrinzendosi e Alys prontamente prese il braccio del giovane mettendolo sotto l'acqua fredda e con un panno bagnato avvolto con pezzi di ghiaccio frantumato, lo premette contro il viso. Una volta tornata la calma si chiese cosa stesse facendo. Non lo odiava? Non era lui la causa dei suoi mali?
Mentre era persa nei suoi pensieri notò il suo sguardo che la scrutava. Quei silenziosi occhi rossi stavano urlando più di mille parole. Seri e privi di difetti, nascondevano molte domande, ma anche inquietudine. Allontanò il panno col ghiaccio dal viso per poterlo vedere meglio.
- Che hai da guardare?
- Nulla
Mollò la presa sul suo braccio e una volta sicura che le vesciche non si sarebbero formate prese la cassetta di primo soccorso e cominciò a bendarglielo dopo avergli messo la pomata anti-ustioni.
- Non ce n'è bisogno.
Seccata da quelle parole gli laciò lo straccio col ghiaccio sul viso proprio dove era ferito.
- Bene! Allora arrangiati!
Andò verso i pensili per cercare un pentolino per il tè. Essendo sulle mensole più alte per lei fu ardua arrivarci e anche sulla punta dei piedi a malapena lo sfiorva.
- Ci sono quasi....
Stava per toccarlo quando Shade arrivandogli alle spalle lo prese passandoglielo.
- Non ce n'era bisogno.
La tensione tra loro era palpabile. Nessuno proferiva parola e si lasciarono trasportare da quei gesti quotidiani che ogni persona, che sia povera o ricca, faceva. Shade aveva preso del pane e il vasetto di marmellata, quando si voltò vide che Alys aveva messo sul tavolo due tazze da tè. Che volesse parlare? 
Dal giorno in cui aveva perso il controllo non si erano più visti, quindi, figurarci rivolgersi la parola. Si sedettero l'uno di fronte all'altra e notò che indossava abiti piuttosto accollati nonostante stesse per iniziare l'estate
- Non hai caldo? 
- No.
Ancora il silenzio si impossessò di quello spazio modesto. Ognuno si era preso la sua tazza di tè sorseggiandola lentamente, quando...
- Mi stai nascondendo qualcosa?
Con violenza portò le mani sul tavolo alzandosi in piedi con gli occhi furenti.
- No! Sono io che nascondo qualcosa agli altri per colpa tua!
L'inarcamento del sopracciglio e la bocca leggermente piegata in una sorta di broncio, laciò intendere che lui non capisse a cosa si stava riferendo. Alys posò la mano sul seno stringendo il pizzo che ornava l'accollatura dell'abito.
- I segni di quella volta.... non sono ancora scomparsi.
La guardò per un po' posando la tazza sul piattino.
- Mi dispiace.
La rabbia si fece strada tra le lacrime e i singhiozzi.
- Perché? 
Shade la guardò confuso da quella domanda vaga. Lo prese per la camicia strattonandolo obbligandolo ad alzarsi
- PERCHé MI HAI FATTO QUESTO?!
Continuava a tirare la camicia scuotendolo, ma lui non reagiva, poi passò a dargli pugni sul petto con forza, ma nemmeno lì ebbe reazioni finché non le prese i polsi fermando la sua furia. 
Aveva lo sguardo basso, nascosto dai capelli neri che cadevano sugli occhi celandone ogni espressione.
- Perdonami.
Finalmente si calmò ed entrambi affiancarono le braccia lungo il corpo, troppo stanche per andare oltre.
- Posso vederli? 
Quella richiesta fece suonare un campanellino d'allarme nella ragazza che indietreggiò di un passo.
- Non voglio farti nulla. Solo vedere... quello che ti ho fatto.
Era restia, ma... era diverso da quel giorno, sembrava abbastanza in se e volle fidarsi piuttosto che chiamare Sebastian per allontanarlo. Cominciò a slacciare i ganci dietro del colletto in raso che sosteneva il pizzo in una sorta di vedo/non-vedo e lentamente liberò la pelle da quel pizzo macramè tutt'altro che casto. Osservò con attenzione e notò che c'erano ancora le ombre dei morsi e... qualche "ematoma".
Guardandolo lei comprese che era disorientato. Sembrava non capacitarsi di essere stato lui a fare una cosa del genere, come... se non rammentasse.
- Tu... non ricordi niente!
Quella cosa la spaventò portandola a coprirsi di nuovo e cercando di bloccarla nella colluttazione, urtarono il tavolo rompendo le tazze. 
Quando si accorsero del danno entrambi si premurarono di raccogliere i cocci, ma lei si tagiò il dito nell'istante in cui stava prendendo l'ultimo pezzo che aveva riaperto la ferita della spina in giardino.
- Ti sei fatta male? 
- No... è solo un graffio.
Lui prese il dito e lo poggiò sulla sua lingua. Era morbida e cada, una sensazione attraente la pervase, la stessa che stava provando sulla nave con lui. Si sentiva mancare le forze e il fiato cominciava ad accorciarsi, mentre con la bocca torturava il suo indice, il sapore ferroso del sangue scendeva dissetando la gola arsa da giorni.
Alys poggiò la schiena contro la gamba del tavolo mentre lui si protese sempre più avido di lei.
- Ti... ti prego...
Fu in quel momento che nella cucina irruppe Sebastian con gli occhi luminescenti in preda alla rabbia e alla fame. 
- Alys!
Prese la spalla del ragazzo allontanandolo con violenza, ma questi reagì finendo l'azione alla pari.
- Basta!
La ragazza deglutì come se stesse faticando a pronunciare le parole.
- Non è successo nulla Sebastian. Mi sono tagliata e lui... stava cercando di fermare il sangue.
- Che cosa? 
- Puoi ritirati.
- Ma... Non penserà che ci creda?!
- VATTENE!
Il demone non potè esimersi da quell'ordine, ma poco prima di uscire trafisse Shade con uno sguardo tutt'altro che rassicurante. Quando furono soli...
- Anche tu Shade.
Il principe non proferì parola e la lasciò. Una volta sola, crollò a terra fissando il pavimento. Accanto a lei c'era ancora il tè finito a terra. Prese uno straccio e china si mise ad asciugare, quando guardando il suo riflesso vide qualcosa che non doveva esserci. La sua immagine non era quella che conosceva, ma qualcuno che non vedeva da tempo... qualcuno con lunghi capelli d'argento bianco 













Ciao a tutti. Spero vi sia piaciuto il capitolo. Non so se certe scene siano contemplate nel bollino arancione, ma.... Vabbè. A parte questo sembra che ormai il maggiordomo amato da tutti noi (o quasi) non abbia più molto tempo per i misteri.
Per quanto riguarda Shade, lui è un mistero di per se e sembra che Anche Alys ne abbia uno. Vi aspetto al prossimo capitolo. Forse è la vota buona che riesco a rivelare chi sia questa Aralia che tormenta il povero demone.
Cooomunque! Grazie a tutti per avermi seguito fino adesso. Spero di sentire le vostre opinioni. Grazie ancora e... Ciao XD
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler / Vai alla pagina dell'autore: jaspeg