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Autore: _Pobluchan_    21/06/2017    1 recensioni
La mia memoria funziona per immagini. Fin da piccolo quando mamma mi raccontava dei suoi ricordi io non riuscivo a focalizzare la scena. Solo un preciso istante immobile nel tempo. Congelato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La mia memoria funziona per immagini. Fin da piccolo quando mamma mi raccontava dei suoi ricordi io non riuscivo a focalizzare la scena. Solo un preciso istante immobile nel tempo. Congelato.


La prima immagine č di una bambina seduta a terra che guarda perplessa la mia mano tesa verso di lei. Probabilmente ho circa sette/otto anni e sono nel cortile della mia scuola elementare. Ricordo i dettagli dei riflessi dei suoi capelli: erano rossi dove il sole si rifletteva. La sua bocca esprimeva estremo stupore. Penso che sia la prima persona per cui ho pensato: voglio crescere.


La seconda č il primo giorno delle medie. L'esatto momento in cui ha varcato la soglia della classe.
I suoi capelli erano cresciuti molto ed erano tenuti dietro da un cerchietto scuro. Indossava un maglione, penso li portasse spesso, aperto davanti con sotto una maglietta con un gatto. Ricordo di esser rimasto confuso: chiaramente non era pių una bambina, eppure rispetto a tutti gli altri lo sembrava.
Ma soprattutto, ricordo i suoi grandi occhi castani fissarmi in mezzo a tutti gli altri. Guardavano me. Proprio me.
Anche quella volta pensai che sarei dovuto crescere in fretta.


Le superiori furono tragiche per me. Andavamo in scuole diverse, quindi riuscivo a intravederla ogni tanto lungo la strada o alla fermata dell'autobus. Le immagini che ho di lei in quel periodo sono sempre mosse: come se avessi scattato una fotografia mentre mi muovevo. Ho piccole immagini: la prima volta che notai che portava il lucidalabbra; un vestito azzurro che le arrivava al ginocchio, mostrandomi per la prima volta le sue gambe affusolate; un anello piccolo alla mano destra; una collanina che portava spesso; le sue labbra screpolate dal freddo invernale; il suo naso rosso per l'allergia; i suoi occhi persi nel vuoto mentre ascoltava la musica.
Dovevo crescere.


Quando mi diplomai non persi tempo: lavoravo come un pazzo da un meccanico. Facevo quante pių ore potevo. Ricordo le mie mani sotto l'acqua del lavandino sporche di grasso, la prima chiave inglese che mi hanno regalato; le rughe agli angoli degli occhi neri del mio capo.

Poi ricordo la prima volta che mi sono innamorato.

Penso che stessi correndo, visto che l'inquadratura di quest'immagine č un po' storta e mossa. Eppure lei era perfettamente a fuoco. Aveva un piede sul gradino del bus, la sua mano, rimasta cosė piccola rispetto alla mia, era saldamente attaccata alla maniglia della porta, le sue gambe erano fasciate da dei jeans scuri. La sua maglietta era bianca, con le maniche leggermente a sbuffo e con dei disegni sopra. Ma io in quel momento guardavo solo il suo volto.
Mi stava guardando: le sue guance erano arrossate, probabilmente aveva corso anche lei, i suoi capelli erano scompigliati intorno al suo viso, forse c'era vento, i suoi occhi guardavano esattamente ME e me soltanto brillando. E il suo sorriso. Il suo sorriso era il pių smagliante che avessi mai visto.

In quel preciso istante io mi sono innamorato.

  
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