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Autore: Midluuna    22/06/2017    1 recensioni
"Cosa ne sarà di me, d'ora in poi?"
Questa era l'unica cosa che fui in grado di pensare, poco di perdere la mia coscienza e anche me stessa. Morire è incredibilmente triste e, probabilmente, la peggior cosa è che non hai nemmeno il tempo di rendertene conto.
Un grido soffocato mi fece riacquisire la coscienza.
Sentii il suo piccolo corpo affondare giù.
"Così... il mio sacrificio, la mia battaglia sono stati inutili? No... no! Non voglio diventare la sua tomba! Non lo permetterò!"
In pochi istanti, tutto divenne nero. L'unica cosa che riuscii a vedere, era un volto bianco sorridermi in modo inquietante.
E la bambina aprì gli occhi.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Alphys, Nuovo personaggio, Sans, Un po' tutti, Undyne
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
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La bambina correva nel sotterraneo della casa stringendo il coltello da cucina, con il cuore che le batteva all'impazzata. Toriel l'aveva intravista scendere le scale e aveva iniziato a correrle dietro, dicendole di fermarsi. Ma lei non doveva fermarsi, doveva trovare l'uscita e abbandonare quel posto per sempre. Le avrebbe fatto male andarsene in quel modo, ma era l'unica cosa che poteva fare.

Quando vide la porta davanti a sé, il cuore iniziò a batterle sempre più forte. Le sarebbero bastati pochi metri per raggiungerla. Pochi centimetri. Ma una mano pelosa l'afferrò per il maglione, tirandola all'indietro per fermarla.

- Che cosa stai facendo?!- gridò Toriel, guardandola con un espressione arrabbiata. Poi sgranò gli occhi: la bambina aveva puntato la lama contro di lei, con le mani tremanti e il fiato corto.

- Stammi lontana!- gridò la ragazzina, guardandola impaurita- Io devo andarmene, non posso rimanere qui!

- A... Aspetta piccolina... tu sei spaventata in questo momento.- disse la capra, cercando di usare il tono più rassicurante che poteva, ma la sua voce tremava- Metti giù quell'arma e... saliamo al piano di sopra, così ti spiegherò tutto...

- No, non serve, io so già tutto!- esclamò allontanandosi appena, con gli occhi pieni di paura- E non mi interessa nulla se quel mostro mi ucciderà!

Toriel fece un espressione molto sorpresa- Come fai a-

- Me lo hai detto tu!- rispose aggrottando la fronte, facendo un espressione triste- Tu vuoi distruggere l'uscita per impedirmi di scappare, e mi hai anche... mi hai anche...

La bambina si portò una mano al viso, ricordando il momento in cui quelle fiamme le colpirono la faccia e il dolore. Poi l'orribile e tristissima sensazione di sparire.

- … Io non ti ho mai detto queste cose. Ma ciò che hai detto è vero, una creatura malvagia vuole ucciderti per strapparti via l'anima. Ed io non lo permetterò.- disse Toriel con un tono serio, avvicinandosi alla porta. Materializzò delle fiamme azzurre che la circondarono, pronta a combattere per il bene della piccola. Quest'ultima strinse il coltello e guardò la capra con un espressione triste e spaventata- No... No, no, no! Non di nuovo!

Toriel attaccò la ragazzina con delle fiamme azzurre, e lei le evitò. La bambina non voleva ferire Toriel, quindi provò più di una volta a supplicarla di smetterla e di lasciarla andar via, ma la capra non sembrava darle ascolto. Continuava a lanciare attacchi uno dietro l'altro, attacchi sempre più consistenti.

Allora, sentì di non avere altra scelta. Doveva trovare un modo per superare Toriel e oltrepassare l'uscita. No, non l'avrebbe uccisa, non avrebbe mai potuto fare qualcosa di così orribile. La capra le aveva detto di provarle di essere in grado di sopravvivere, quindi sarebbe stata alle sue regole. Forse se le avrebbe dimostrato di essere in grado di difendersi l'avrebbe lasciata andare.

Dopo aver evitato un'altra raffica di fiamme corse verso di lei, sferrando un debole attacco contro Toriel, colpendola sul braccio. Aveva paura di farle male.

Si allontanò di qualche passo, guardando il taglio sul suo mantello scuro. Un liquido azzurro fuoriuscì dallo strappo.

“Cos'è quello?” pensò corrucciando la fronte “Sangue?”

Toriel alzò il braccio guardando la ferita, con un espressione dolorosa, poi attaccò la bambina con altre fiamme. Queste erano più difficili da evitare, perché si muovevano in modo confuso e indefinito. Cercò di schivarle come poteva, avanzando verso Toriel, ma non riuscì a schivarle tutte. Gridò per il dolore tenendosi il braccio ferito, poi l'attaccò nuovamente con un altro colpo, stavolta più forte. Colpo che però non andò abbastanza a fondo da ferirla, perché la capra arretrò in tempo. Quest'ultima si circondò di altre fiamme che lanciò contro la bambina.

“No... non posso farcela” pensò la ragazzina, mentre cercava di schivare tutte le fiamme, spostandosi di lato più volte, mentre serrava i denti per il dolore al braccio. Poi, gridò con tono supplichevole - Per favore, smettila! Io non voglio farti del male!

- Non hai altra scelta! Se proprio non vuoi, vai al piano di sopra! Ti prego, io... io ti darò tutto quello che vorrai...- rispose con voce piena di dolore, mentre si portava una mano al petto, sorridendo triste- Ma ti prego, lascia che io ti protegga! Avremo una vita felice qui!

La bambina serrò tristemente i denti, poi l'espressione si fece quasi arrabbiata- Tu hai detto che se uscirò da qui Asgore prenderà la mia anima. Però, tenendomi qui, ti prenderai la mia vita. Allora, che importanza ha?!- disse con voce esasperata, mentre correva nuovamente verso di lei, per colpirla ancora una volta. In quel momento, Toriel cercò di fermarla, lanciando una fiamma contro le gambe della bambina. Quest'ultima cercò di evitare il colpo ma, colta di sorpresa, non riuscì a schivarlo del tutto. La gamba le faceva male. Perse l'equilibrio e cadde in avanti, fra le braccia di Toriel, che si era avvicinata per soccorrerla. Ma il coltello che teneva in mano incontrò qualcosa e vi affondò. Toriel emise un lamento di dolore, mentre la bambina si staccava dal suo abbraccio, estraendo istintivamente il pugnale, e guardò la scena incredula: la donna, curva, teneva le mani sul petto, da cui scendeva copiosamente quello strano sangue azzurro. Questa abbassò il capo guardando la ferita, e spalancò gli occhi colmi di orrore. Poi la paura lasciò spazio al dolore, e Toriel cadde in lacrime sulle proprie ginocchia. La bambina abbassò lo sguardo sul coltello fa cucina che teneva fra le mani, sporco del liquido azzurro. Realizzò, sgranando gli occhi che si riempirono di lacrime.

- … N-No... No...!- balbettò con voce flebile, mentre lasciava cadere a terra l'arma dalle sue mani tremanti.

La capra respirava a fatica, mentre guardava il pavimento. Allontanò una mano sporca di azzurro dalla ferita, e la contemplò facendo un sorriso triste- Huuh... allora... è così che doveva finire, heh... ? Beh... credo che questa sia la fine che mi merito...

La bambina guardò Toriel portandosi le mani al viso, mentre lacrime salate scendevano sulle sue guance- N-No... non morire! Basta... basta fermare l'emorragia! Posso usare il mio maglione!- esclamò con un filo di speranza, facendo per togliersi il maglione, ma la mano di Toriel la fermò.

- No... non c'è più nulla da fare...- disse la donna, cercando di mantenere un tono di voce ancora udibile- La mia anima è rotta, fra pochi istanti non ci sarò più.

Quella frase colpì il cuore della bambina come un pugnale, mandando in frantumi le sue speranze. Gli occhi lacrimarono più copiosamente, mentre il volto si contorceva in una smorfia di dolore- No... ti prego... Toriel... I-Io... Io non volevo ucciderti...- mormorò soffocando nei singhiozzi.

- Non... non è colpa tua, piccola mia.- disse provando a rivolgerle uno dei suoi sorrisi dolci e calorosi, ma ciò che ne uscì fuori fu una smorfia triste- E' colpa mia, non avrei mai dovuto trattenerti in questo posto orribile. E' che per un momento... ho pensato che non avrei più potuto sentirmi più sola...

Quelle parole ferirono ancora di più la ragazzina. Toriel era sola in quel luogo da chissà quanto tempo e voleva solo un po' di compagnia. Voleva soltanto proteggerla. E invece lei l'aveva ferita a morte.

- Toriel... Io... Mi dispiace...- balbettò con la voce rotta dal pianto, e la capra l'abbracciò con le sue ultime forze, sorridendo triste. La bambina si lasciò andare.

- Non piangere piccolina. Adesso... va'. Oltre questa porta troverai un lungo corridoio... attraversalo. Poi... ti troverai in mezzo ad un bosco. Lì troverai una persona, lui... ti aiuterà...- disse con voce debole, smettendo di abbracciarla. Le rivolse il sorriso più dolce che ebbe mai potuto fare- Fai la brava, va bene?

Poco dopo che Toriel ebbe pronunciato quelle parole, sul volto della bambina si dipinse un espressione piena di orrore: il corpo della capra stava iniziando a perdere forma.

- T-Toriel, il... il tuo corpo!- gridò angosciata, allontanandosi di scatto. La donna capì subito di cosa stava parlando e fece una smorfia triste, coprendosi il volto con una mano, che ormai non aveva più un aspetto riconoscibile.

- E' il modo in cui noi mostri scompariamo. Non... non voglio che tu assista a questo, non guardarmi!- disse la capra con voce disperata, rannicchiandosi su sé stessa- Vai via!

La bambina non se lo fece ripetere più di una volta, spaventata dalla scena che aveva dinanzi ai suoi occhi. Strizzò gli occhi e corse via, attraversando l'uscita. Percorse il lungo e buio corridoio piangendo. Più si allontanava dalla stanza precedente e più il peso sul suo cuore si aggravava. Aveva ucciso una persona che le voleva bene e l'aveva abbandonata lì, a morire in quel modo orribile.

Correva in quel corridoio che sembrava non finire mai, mentre le lacrime non smettevano di scendere. Dopo un po' riuscì a vedere la fine del corridoio, dove c'era una porta. Alcuni metri e sarebbe finalmente uscita da quel posto. Però c'era qualcos'altro prima della porta.

Quel fiore.

La guardava in modo strano.

Lei sgranò gli occhi appena lo vide e si fermò in tempo. Il fiore la osservò da capo a piedi, poi chiuse gli occhi sorridendo- Bene bene... vedo che tu hai finalmente capito come funziona qui.

L'espressione sorpresa della bambina si trasformò in una smorfia di dolore- Ti... Ti sbagli! Io non volevo ucciderla, è stato un incidente!- provò a giustificarsi, mentre si asciugava le guance che però continuavano a bagnarsi di lacrime.

- Sarà anche stato un incidente, ma sei stata tu a scegliere di prendere con te quell'arma! E' banale come prima uccisione, ma da qualche parte bisogna pur cominciare, no?

La ragazzina si coprì il volto con le mani. Quello che aveva detto era vero. Lei era un'assassina. Non aveva modo per giustificare il suo gesto così orribile. Pregò con tutte le forze di restare in piedi di fronte a un dolore così grande, ma le gambe si piegarono e lei cadde in ginocchio, emettendo un lamento, che andò a sparire fra i singhiozzi. In quel momento non sapeva più cosa fare, non aveva più il coraggio di oltrepassare anche quella porta. I sensi di colpa erano troppo forti, e nella sua mente permaneva ancora l'immagine del coltello sporco e del volto sorridente di Toriel che si deformava. Non aveva il coraggio di obiettare ancora una volta, non sapeva nemmeno cosa dire. Così, col volto chino, mormorò con voce rotta- Io... Io non merito di vivere... io... io... ho fatto una cosa orribile... io... voglio sparire...

Flowey guardò la ragazzina cambiando espressione. Ora non sorrideva più, e la guardava con un espressione diversa. Sembrava di colpo essere diventato serio.

- E così, preferisci scappare in questo modo invece di assumerti le proprie responsabilità e cercare una soluzione? Patetico.- disse il fiore, continuando a guardarla severo.

La bambina sgranò gli occhi, sorpresa dalle parole che aveva appena sentito. Flowey, l'essere spregevole che le aveva detto cose orribili e che aveva cercato di ucciderla, le stava facendo un discorso sull'assumersi le proprie responsabilità. Quel che aveva detto era logico e ragionevole, ma era incoerente che un soggetto come lui avesse detto qualcosa del genere. Probabilmente la stava prendendo in giro per l'ennesima volta, oppure quel fiore non era così perfido come sembrava.

La ragazzina alzò lo sguardo, guardandolo con gli occhi avviliti- Toriel è morta... per colpa mia...- singhiozzò tremante- Non c'è rimedio a quello che ho fatto... Non esiste nessuna soluzione...

- Già, non puoi risolvere qualcosa di così grave.- disse il fiore, restando serio. Poi distolse lo sguardo- A meno che tu non abbia qualche... potere speciale.

La bambina restò a fissarlo in silenzio, confusa e curiosa al tempo stesso.

- Te ne sarai accorta fin dall'inizio, immagino, di vedere cose che altri non possono vedere. Come... delle luci.

La bambina ebbe un tonfo al cuore. Ricordò delle misteriose luci dorate sparse nelle rovine, della morte orribile che aveva esperimentato e del risveglio accanto a uno dei bagliori. In quel momento pensò che quelle luci avessero a che fare con la sua “resurrezione”. Era tutto così strano e familiare, era come se fosse finita in uno strano fumetto d'avventura. O in un videogioco.

“Se quel che è successo è collegato a quelle strane luci, è davvero come se fossi finita in un videogioco” pensò la bambina, fissando il pavimento “perché a questo punto quelle luci sarebbero... dei checkpoint.”

Poi rabbrividì, mentre realizzava.

“A questo punto, questo significa che io sono...”

- Immortale.- disse Flowey, continuando a guardare altrove, con un espressione indecifrabile- Tutto sembra tornare, giusto?

- Tu... tu sai cosa posso fare per salvare Toriel?- domandò la ragazzina, sperando che il fiore le dicesse la soluzione. Quest'ultimo si voltò verso di lei, tornando a sorridere come al suo solito.

- Certamente, tesoruccio. Ma se credi che ti suggerirò, ti sbagli di grosso. Sei tu quella che ha fatto questo errore, devi arrivarci da sola. Quindi, arrivederci... perdente.- concluse lui, sparendo nuovamente sotto il terreno.

La bambina, di nuovo sola, tornò a guardare a terra, pensierosa. Doveva trovare un modo per tornare indietro, al momento prima di entrare nella casa si Toriel. Ma come... ?

“Io sono tornata in quel punto dopo perché sono morta...” pensò la bambina, per poi, tutto d'un tratto, diventare pallida “Quindi... questo significa che per tornare indietro... io... dovrei...”

Lo stomaco le si chiuse a quel pensiero e si coprì la bocca con una mano. Ripensare a quel momento in cui le fiamme le bruciavano la faccia e in cui poi tutto diventava nero le faceva venire i conati. “No... non posso fare una cosa così...” pensò, mentre scuoteva la testa “Dev'esserci un'altra soluzione.”

Si portò le mani al petto. Non aveva idea di come funzionasse quel potere, ma una cosa era sicura. Lei voleva davvero bene a Toriel, e se fosse tornata indietro nel tempo non avrebbe mai fatto quella cosa orribile.

In quel momento, sentì qualcosa di freddo fra le sue mani ed il suo petto. Confusa, allontanò le mani dal petto, e vide qualcosa che la sorprese: davanti a sé, a mezz'aria, c'era una luce, simile a quelle che aveva visto prima. Però anziché essere dorata era argentea. La bambina osservò quel bagliore, con occhi colmi di speranza. Non aveva idea di cosa fosse di preciso, ma tese istintivamente la mano verso essa. La luce era fredda, e sentì quel gelo entrare dentro la sua pelle, nelle vene, nel suo cuore.

E tutto divenne bianco.

-Va tutto bene!- disse una voce che sembrò riconoscere. Era la stessa voce che aveva sentito quando era morta. Confusa, si voltò verso la fonte del suono, e vide un bambino. Questo era basso quanto lei, aveva la pelle giallina e gli occhi a mandorla, i suoi capelli erano corti e marroni. Inoltre indossava un maglione simile al suo, ma azzurro e viola.

Lui le sorrideva, rassicurante- E' successo anche a me. Anche io ho fatto lo stesso errore, ma presto riusciremo a sistemare tutto.

Il bambino tese la mano verso la bambina, che lo guardava confusa. Non aveva idea di cosa sarebbe accaduto a breve. Dove era finita? Cosa stava accadendo? E chi era quel bambino? Aveva la mente piena di punti interrogativi, ma in quel momento l'unica cosa certa era che, per qualche motivo, si sentiva già legata a quel ragazzino che non aveva mai visto.

Così, senza fare domande, prese la sua mano.

 

La bambina aprì gli occhi. La prima cosa che notò furono i fiori azzurri su cui era atterrata. Rimase a fissarli per un po', dopodiché iniziò a realizzare. Si mise seduta quasi bruscamente, poi si guardò attorno. “Sono... tornata indietro così tanto?” pensò, prendendo gli occhiali crepati e mettendoseli sul naso, per poi alzarsi in piedi. In effetti, voleva tornare soltanto nel momento in cui doveva entrare nella casa di Toriel. Però, almeno era riuscita a tornare indietro, e adesso poteva evitare di commettere quell'orribile errore. Avanzò nella grotta, arrivando nel punto in cui aveva incontrato Flowey per la prima volta. E lui era lì, e la fissava in silenzio, con quel sorrisetto odioso. La ragazzina sospirò: avrebbe dovuto subire nuovamente il discorso di quel dannato fiore.

Ma ciò che disse non se l'aspettò affatto.

- Hey, perché mi guardi in quel modo?- domandò Flowey, sorridendo- Stai aspettando una presentazione o cosa?

La bambina fece un espressione sorpresa, guardando il fiore confusa.

- Credi davvero di essere così furba? Sai benissimo chi sono, ed io ricordo chi sei e cosa hai combinato... perdente!- esclamò lui, sghignazzando divertito, per poi infilarsi sotto il terreno, lasciando la bimba spiazzata. Poco dopo, un suono di passi che lei riconobbe le fece battere forte il cuore.

Toriel era lì, viva, e la guardava sbalordita, come se non l'avesse mai vista prima. Poi fece un espressione preoccupata, dopodiché le rivolse un sorriso rassicurante, e gli occhi della bambina si riempirono di lacrime.

- Ciao piccolina, va tutto bene? Devi essere confu-

Ma la capra non fece in tempo a finire la frase, che la bambina si precipitò da lei e l'abbracciò forte, scoppiando in lacrime. Era felice. Toriel era nuovamente lì, e stava bene. Stavolta non l'avrebbe lasciata morire.

- Bambina mia... devi essere molto spaventata. Però non ti preoccupare, andrà tutto bene finché ci sarò io. Dimmi... qual'è il tuo nome?

La bambina restò in silenzio. Poi, dopo quella pausa, rispose- Il mio nome è Sfigghy.

 

Toriel si era nuovamente circondata di fiamme azzurre, di fronte alla ragazzina. La guardava con un espressione sofferente.

L'altra invece, la guardava decisa. Le tremavano le gambe, aveva paura. Paura di morire, paura di trovarsi costretta a fare del male a Toriel. Però stavolta era diverso, era consapevole dei rischi correva, ma era determinata ad affrontare quell'incubo, cercando di fare la cosa giusta.

La capra le lanciò contro una fiamma azzurra.

La bambina aveva visto i suoi attacchi più di una volta, quindi schivò il colpo senza problemi. Poi tirò fuori il cartello con su scritto “PIETA'”, e lo mostrò a Toriel. Stavolta non l'aveva lasciata cadere nelle rovine.

Toriel guardò il cartello con un espressione sorpresa, poi spostò lo sguardo sul viso della bambina, fissandola severamente. - … Quel cartello che ti ho dato non funziona con me, Sfigghy. Gettalo via e combatti!

Ma la bambina non rispose. Continuò a mostrare il cartello, speranzosa, però ciò non sembrò fare effetto su Toriel. La capra continuò ad attaccarla, e la ragazzina continuò ad evitare i colpi muovendosi a destra e sinistra, cercando di riparare anche il cartello dalle fiamme. Quando Toriel si fermò, la bambina tornò ad alzare quel bastoncino con sopra il foglio attaccato, con le mani tremanti, sotto il suo sguardo incredulo.

- ...Che cosa stai facendo? Mi hai sentita o no?- domandò la capra con tono aspro, i suoi occhi erano lucidi- E' tutto inutile, arrenditi e basta!

Toriel attaccò nuovamente la bambina, e quest'ultima trovò difficoltà ad evitare tutti i colpi. Il maglione e la gonna erano un po' bruciacchiati. Quando, in quelle condizioni, mostrò ancora il foglio con su scritto “PIETA'”, Toriel non riuscì più a trattenere le lacrime.

- Ti prego, smettila. Non posso lasciarti andare... non posso lasciare che lui ti uccida!- gridò con un espressione arrabbiata e triste, mentre riprendeva a lanciare le fiamme, ma stavolta non sembrava intenzionata a voler colpire la bambina- Perché... perché stai facendo tutto questo?!

- I-Io... io lo sto facendo perché non voglio combattere con te.- rispose l'altra, abbassando lo strumento e guardando la capra con gli occhi umidi. Iniziò ad avanzare verso di lei, mentre le fiamme azzurre la sfioravano per poco- Non voglio farti male, e... lo so. L-Lo so che neanche tu vuoi farmi del male. Lo so... tu stai soltanto cercando di proteggermi...

La capra ascoltò quelle parole stupefatta, mentre le lacrime scendevano copiose sulle sue guance pelose- A... Allora perché non lasci che io ti protegga? Saremo al sicuro qui, avremo una vita felice!- disse con voce rotta, sorridendo disperata. Quel triste sorriso colpì la bambina come una coltellata.

- … Perché questo posto è troppo piccolo per me, e lo sai anche tu in fondo.- rispose la piccola, ormai soltanto un metro la distanziava da Toriel. La guardò con labbra tremanti, cercando di trattenere le lacrime, invano- Prima o poi crescerò, e le rovine saranno davvero troppo piccole per me. Non posso immaginare me crescere, invecchiare e morire intrappolata in questo posto, senza rivedere più mio padre, mia madre e... e tutti gli altri. Ti prego, Toriel... lasciarmi andare è l'unica cosa che tu possa fare per aiutarmi.

In quel momento, Toriel sospirò triste. La bambina aveva ragione, e lo sapeva. Chiuse gli occhi arrossati e si lasciò cadere in ginocchio, per poi ridere miseramente- Hahah... ed io che credevo di poter salvare almeno una bambina. Almeno una... una soltanto...

La ragazzina osservò quella donna coprirsi il volto, mentre si lasciava andare in un pianto disperato. Ormai lacrimava anche lei, e non poté fare altro che avanzare verso la capra e stringerla in un abbraccio, per consolarla- Mi dispiace...

Toriel ricambiò subito con un abbraccio più forte, singhiozzando e bagnandole il maglione con le lacrime- Perdonami piccola... sono un mostro orribile. Volevo proteggerti, ma ho finito per comportarmi in modo strano e inquietante... rischiando di ucciderti.

- Toriel... l'importante è che ora stiamo bene tutte e due...- mormorò tirando su col naso, sorridente. Ce l'aveva fatta. Erano entrambe sopravvissute a quello scontro e finalmente poteva procedere oltre quella porta. Non aveva idea di cosa l'aspettava là fuori, era spaventata, ma cercò di non pensarci. Adesso voleva godersi quella piccola vittoria.

- Promettimi di non morire...- bisbigliò Toriel, sorridendo triste.

- … Te lo prometto.

Toriel smise di abbracciarla e si asciugò le lacrime con il dorso della mano, mentre si alzava in piedi- … Bene... ascoltami bene. Oltre questa porta c'è un lungo corridoio. Dopo troverai l'uscita. Ti troverai in un luogo dove nevica spesso, lì troverai un amico che ti aiuterà.

La bambina annuì decisa, mentre stringeva forte a sé il cartello. Aveva un espressione determinata sul viso, anche se le lacrime continuavano a scenderle lungo le guance. Toriel si allontanò appena, andando verso le scale da dove la bambina era scesa, poi si fermò e la guardò malinconica- Allora... fai attenzione e prenditi cura di te. E... ti prego, non tornare indietro. Spero che tu capisca.

Dopo averle detto queste parole, le fece un sorriso dolce.

- Addio, piccola mia.

La bimba vide Toriel allontanarsi, per poi sparire. Era sola adesso, e doveva fare i conti con ciò che sarebbe avvenuto dopo. Si asciugò gli occhi con la manica del maglione, per poi voltarsi e avviarsi oltre quella porta. Mentre camminava per il lungo corridoio non poté fare a meno di ricordare di quando correva disperata dopo aver ucciso Toriel. Poteva ancora sentire quel misto di dolore, orrore e sensi di colpa. Ma stavolta era andata diversamente. Non doveva più pensare a ciò che era successo, doveva solamente prepararsi a ciò che sarebbe stato il vero inizio del suo viaggio.

Stavolta, davanti all'uscita del corridoio il fiore non c'era ad attenderla. Dopo essersi guardata attorno fece un respiro profondo per raccogliere il coraggio. Poi, con il cuore che batteva a mille, aprì quella porta.

 

Su uno dei tanti monitor di quel grigio laboratorio, si poté vedere qualcosa, qualcosa con un aspetto differente da quello di un mostro uscire dalle rovine. Appena lo notò, la lucertola sussultò nervosa, per poi premere dei tasti con le dita tremanti, dando l'ordine di trasmettere quei dati sullo schermo principale, che era molto più grande rispetto agli altri. L'immagine che venne riprodotta la lasciò senza fiato: una bambina dai capelli color carota, che indossava dei grossi occhiali e un maglione verde a strisce rosa, era uscita dalle rovine, e stava percorrendo incerta il sentiero in mezzo al bosco innevato. La lucertola rimase a bocca aperta a contemplare quell'immagine. Poi socchiuse gli occhi, sorridendo sinistramente.

Sogghignò.

- Bene bene... questo è piuttosto interessante.

   
 
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