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Autore: mononokehime    22/06/2017    2 recensioni
Elizabeth Thompson abita a Dover, a poche miglia dalle scogliere. La sua vita scorre tranquilla e senza pensieri, fino a che non viene coinvolta in un matrimonio di convenienza con uno degli scapoli più ricchi d'Inghilterra e si ritrova a vivere in una sfarzosa tenuta dello Staffordshire.
Nonostante i mille lussi che la circondano, si sente prigioniera di una vita che non è sua e desidera solo scappare... fino a quando non incontra un affascinante ragazzo dal passato avvolto nel mistero, che complicherà ancora di più la situazione.
***
DAL TESTO:
Infilai le mani nelle tasche della felpa, mentre camminavo lentamente godendomi quel raro momento di tranquillità lontano dall'opprimente sfarzo di Rangemore Hall. Proprio mentre stavo per tornare indietro notai una figura di spalle seduta su un muretto ai limiti del parco.
[...]
Rimanemmo a guardarci in silenzio per alcuni secondi, quando lui accennò un piccolo sorriso.
«Tu devi essere la famosa principessina di Tomlinson»
Storsi leggermente la bocca, contrariata.
«Non è esattamente il modo in cui mi definirei, ma suppongo che ormai tutta Rangemore Hall mi conosca come tale»
Il ragazzo ridacchiò divertito.
«In effetti non posso darti torto. Qui si parlava di te ancora prima che arrivassi»
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Il mattino dopo mi svegliai decisamente riposata. Un timido sole faceva capolino attraverso i vetri delle alte finestre, dal momento che non tiravo mai le tende prima di andare a dormire.
È un nuovo magnifico giorno per la principessina di Rangemore Hall.
L'appellativo mi fece ripensare a Harry, e sorrisi ricordando quel bizzarro incontro. Da quando vivevo lì era la prima persona che non mi aveva trattata come una reginetta da servire e riverire.
Mi aveva fatta sentire... quasi a casa.
Casa.
Sospirai.
Chissà se riuscirò mai a considerare questo posto casa mia.
Mi mancava Dover, mi mancavano la mia routine, i miei amici e le mie scogliere.
Improvvisamente ebbi un'idea: avrei trascorso il weekend a Dover. In fondo non avevo nulla da fare a Rangemore Hall; Louis lavorava tutto il giorno, e spesso a pranzo aveva incontri d'affari con qualche pezzo grosso della finanza.
Rinfrancata da questa prospettiva saltai giù dal letto come una molla, e dopo essermi data una rapida rinfrescata mi vestii e mi diressi verso la sala da pranzo dove trovai allestita, come tutte le mattine, una colazione che non aveva nulla da invidiare ad un banchetto regale.
Accidenti, quanta roba credono che possa ingurgitare in un solo pasto? E dove diavolo va a finire tutto il resto?
Cercai di non fare caso a quell'eccessiva abbondanza di cibo e mi sedetti di fronte a Louis, che leggeva il bollettino economico sorseggiando un caffè dall'aroma delizioso. Quando mi sentì arrivare alzò lo sguardo e sorrise con una luce maliziosa negli occhi.
«Buongiorno, mia cara Elizabeth. Ti vedo particolarmente radiosa oggi; per caso questa notte hai sognato me?»
Se avessi sognato te sarebbe sicuramente stato un incubo.
Sfoderai il mio miglior sorriso a denti stretti ed ignorai la domanda; non avevo nessuna intenzione di farmi rovinare l'umore dall'odioso rampollo.
«Buongiorno, Louis. Pensavo fossi già al lavoro»
Scosse la testa, senza perdere il sorriso.
«La prima riunione sarà in tarda mattinata, perciò ho pensato che sarebbe stato piacevole fare colazione insieme oggi»
Ehi wow, non dovevi disturbarti. Cioè, in realtà avrei preferito non vederti proprio.
«Ehm... Grazie del pensiero» risposi con un sorrisetto più finto di una banconota da tre sterline mentre davo un morso ad una fetta di pane tostato.
«Volevo dirti che oggi andrò a Dover e ci resterò per il weekend» dissi dopo un po' con tono casuale.
Mi fissò con espressione indecifrabile.
«Come pensi di arrivarci, a Dover?»
A piedi, Sherlock.
«Pensavo di andare in taxi fino a Stafford, poi prendere il treno per Dover. Dovrebbe esserci il cambio a Londra» ragionai.
Louis alzò gli occhi al cielo.
«Elizabeth, è ovvio che non metterai piede su un treno. Dirò al mio autista di accompagnarti, e ti verrà a riprendere lunedì mattina a Dover»
Rimasi a bocca aperta. Non mi sarei mai abituata ai lussi della vita da ricconi.
«Il tuo autista? E tu come farai mentre lui sarà in giro a scarrozzare me su e giù per l'Inghilterra?»
«Di macchine ne ho, e so anche guidarle piuttosto bene» rispose facendomi l'occhiolino. «Se non altro per una volta me le potrò godere un po'»
Annuii, dubbiosa.
«Beh, allora... Grazie»
Louis finì l'ultimo sorso di caffè, si pulì la bocca e si alzò dalla sedia, venendo nella mia direzione.
«Non c'è di che, piccola» mi sussurrò all'orecchio, lasciandomi un bacio sulle labbra. Non riuscii a fare a meno di irrigidirmi, ma cercai di non darlo a vedere.
«Mi mancherai questo weekend, Elizabeth. Farai meglio a non perdere la testa per nessun ragazzo in mia assenza, ricordati che ormai mi appartieni» rimarcò lanciandomi un'occhiata eloquente mentre usciva dalla sala da pranzo.
«Lascerò detto al mio autista di essere a tua disposizione» disse poi, prima di girare l'angolo e sparire dalla mia vista.
Rimasi imbambolata per qualche secondo, poi scossi la testa come a voler scacciare il ricordo dell'invadente mania di controllo di Louis. Prima o poi sarei impazzita, ne ero certa. Ma non prima di regalarmi un rigenerante weekend nella mia amata Dover.
 
***
 
Dopo pranzo avevo chiamato mamma per avvisarla che entro sera sarei tornata a casa, e lei ne era stata felicissima. Non vedeva l'ora di scoprire come stesse procedendo la mia dorata vita a Rangemore Hall e naturalmente tutti i dettagli della mia appassionata storia d'amore con Louis.
Una volta preparato il bagaglio per il weekend – che consisteva in uno zaino con un paio di cambi, biancheria e beauty case – decisi di farmi una passeggiata nel parco, spingendomi fino al grande stagno vicino cui sorgeva la dépendance della tenuta.
In cuor mio speravo di rivedere Harry; mi sarebbe piaciuto conoscerlo meglio. Sentivo che avrei avuto bisogno di un amico a Rangemore Hall, qualcuno con cui potevo semplicemente tornare ad essere la ragazza delle scogliere senza maschere di circostanza né opportunismi.
Arrivai al limitare del parco fino al muretto dove avevo incontrato Harry. Qui una lunga ed alta siepe nascondeva lo stagno alla vista; esso si poteva raggiungere tramite un arco di pietra incastonato nella siepe come una gemma su un anello.
Non mi ero mai spinta così lontano dalla villa, per cui ero curiosa di vedere come fosse questo stagno di cui avevo solo sentito parlare. Quando oltrepassai l'arco in pietra rimasi a bocca aperta.
Mi trovavo in un grande giardino verdeggiante recintato da un alto muro di pietra quasi completamente ricoperto di glicine, nel pieno della sua rigogliosa fioritura blu-violetta. Lo stagno, che occupava buona parte del giardino, ne era l'indubbio protagonista; l'acqua era verde e limpida, e accoglieva sulla sua superficie numerosi fiori di loto bianchi e rosa. All'interno vi nuotavano grosse carpe koi variopinte ed altri pesci più piccoli che non riconobbi. Vicino alla riva vi era una graziosa dépendance in massello, e a pochi metri troneggiava un magnifico acero rosso di almeno dieci metri d'altezza.
Il giardino era elegantemente punteggiato di alberi e piante ornamentali, disposte strategicamente in modo da rendere l'ambiente ordinato ma non troppo impostato. Il risultato complessivo era un piccolo angolo di paradiso, e decisi all'istante che quello sarebbe stato il mio posto preferito dell'intera tenuta.
Mi avvicinai allo stagno, ammirando lo splendido acero. Appoggiai una mano sul tronco e chiusi gli occhi, ascoltando il piacevole fruscio delle foglie accarezzate dalla brezza di maggio.
Rimasi così per un paio di minuti, finché il rumore della porta della dépendance che si apriva non mi riscosse facendomi voltare di scatto. Mi ritrovai davanti Harry, che dopo un primo momento di sorpresa si aprì in un sorriso.
«Ehi, Dover! Sei venuta a goderti la pace del piccolo Eden di Rangemore Hall?»
I suoi capelli erano tenuti a bada da una classica bandana Hav-A-Hank blu notte indossata a mo' di fascia, e gli occhi – alla luce del giorno potevo vedere quanto fossero verdi – erano anche più luminosi di quanto ricordassi.
«Più o meno... a dire la verità sono in esplorazione, non ero mai venuta qui» confessai, sorridendo di rimando.
L'espressione di Harry si trasformò in una smorfia giocosamente scandalizzata.
«E tu vivresti qui da due settimane? Questo dovrebbe essere il primo posto da vedere una volta arrivati a Rangemore Hall, è il fiore all'occhiello della tenuta; non per niente ci abito io» scherzò facendomi l'occhiolino. Ridacchiai e alzai le mani, con aria colpevole.
«Hai ragione, chiedo umilmente perdono. Prometto che ci tornerò molto spesso, è un posto incantevole» dissi guardandomi ancora intorno e soffermandomi sull'enorme acero.
«È una bellezza, vero?»
Trasalii, non l'avevo sentito avvicinarsi. Era talmente vicino che potevo quasi avvertire il calore del suo corpo.
«È splendido» sussurrai. «Quanti anni ha?»
Corrugò la fronte, cercando di ricordare.
«Non ne sono sicuro. Io e Phil l'abbiamo piantato insieme quando ero ancora un ragazzino, ma non ricordo di preciso quanti anni siano passati»
«Phil?»
«Ah, è il capo giardiniere della tenuta» spiegò sorridendo. «Vivo con lui qui alla dépendance da quando ho memoria. È diventato un po' più burbero col passare degli anni, ma è ancora in gamba e sa fare il suo lavoro come nessun altro. Gli voglio bene, si è sempre preso cura di me»
Mille domande avevano iniziato a frullarmi nella testa, ma non avevo il coraggio di formularne nemmeno una ad alta voce.
Vive da sempre con il capo giardiniere? E i suoi genitori? È stato abbandonato? È destinato a fare il tuttofare a Rangemore Hall per il resto della sua vita?
Harry doveva aver intuito la mia perplessità; si leccò le labbra e si passò una mano tra i capelli, sembrava improvvisamente a disagio e non volli approfondire il discorso.
«Si vede che Phil ci sa fare: questo giardino è incredibile, e anche il parco è stupendo. Immagino che anche tu abbia contribuito, perciò anche tu meriti la tua fetta di complimenti» dissi alla fine con sincerità.
I lineamenti di Harry si distesero in un sorriso e annuì. Potevo quasi tastare il suo sollievo.
«Sono contento che ti piaccia. Mantenerlo sempre al massimo del suo splendore è un lavoraccio, ma ne vale la pena» commentò soddisfatto, lanciando uno sguardo carico di orgoglio all'acero che ci sovrastava.
Sorrisi, felice di essere riuscita ad alleggerire l'atmosfera dopo quel momento di imbarazzo, e di colpo mi ricordai del programma che avevo maturato quella mattina.
Lanciai uno sguardo all'orario sul display del mio iPhone; era tardi, probabilmente l'autista di Louis mi stava già aspettando davanti all'ingresso della villa.
«Sei in ritardo per qualcosa? Hai un appuntamento con il tuo bel principe?» scherzò Harry, e credetti per un momento di aver colto una nota amara nella sua voce.
«No, no» risposi scuotendo la testa, «avevo in programma di tornare a Dover per il weekend, e se non mi sbrigo a partire arriverò a notte fonda»
Il viso di Harry si illuminò.
«Quindi torni alle tue amate scogliere! Sono felice per te, qualcosa mi dice che ne hai un gran bisogno» disse facendomi l'occhiolino con aria di complicità.
Risi e annuii, mentre per l'ennesima volta mi sorprendevo di come potesse indovinare sempre il mio stato d'animo nonostante ci fossimo appena conosciuti.
«Allora passa un buon weekend, ci rivedremo al tuo ritorno. Sempre se avrai voglia di venire a trovarmi» ridacchiò lui. Gli diedi una leggera spallata, senza smettere di sorridere.
«Tornerò, anche se il tuo bel giardinetto non potrà mai competere con le colossali Bianche Scogliere di Dover» asserii con tono di finta superiorità.
«Forse, ma quel che conta è che ritornerai» replicò, aprendosi nel suo luminoso sorriso. «Buon viaggio, Liz»
«Grazie, Harry. A presto!» lo salutai di rimando, prima di girarmi ed incamminarmi verso l'ingresso della villa.
Sorrisi tra me e me.
Mi ha chiamata per nome.
Per la prima volta.



Spazio autrice
Salve a tutti! Innanzitutto mi scuso per il ritardo - iniziamo bene con le tempistiche di pubblicazione ahah - ma in questo paio di giorni il mio amato pc mi ha definitivamente abbandonato e sono tuttora in lutto. Ieri sera ne ho preso uno usato e solo ora sono riuscita a portarlo alle condizioni minime operative. Ma ora veniamo a noi :D
Il capitolo è breve ma più avanti nella storia i capitoli si allungheranno, lo prometto. Qui Lizzie inizia a farsi le prime domande su Harry, che sembra avere un passato piuttosto particolare. Tuttavia la sua imminente partenza per Dover la porta a risparmiarsi la curiosità per quando tornerà indietro, e fidatevi che ne avrà da soddisfare :D
Ringrazio tutti voi lettori silenziosi - ci siete solo voi per ora ahah - e spero che continuiate a seguire High Society fino alla fine <3

Un abbraccio,
mononokehime
   
 
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