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Autore: katren    22/06/2017    0 recensioni
Attenzione probabile spoiler.
Felicity ha scoperto la verità sul figlio di Oliver e ora vuole capire se è in grado ancora di condividere la vita con lui o se l'ennesimo tradimento la porterà lontana da lui.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Felicity Smoak, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un ragazzino correva giù per le scale a perdifiato. Capelli neri, ma i suoi occhi o quegli occhi li avrei riconosciuti tra mille, erano i suoi stessi occhi. Aveva gli stessi occhi di Oliver. Il ragazzino dopo essere sceso per le scale di corsa frenò la sua corsa davanti a sua madre e si girò nervoso quando si ree conto che non era solo con lei ma c'erano altre persone che non conosceva nella stanza. Il ragazzino si avvicinò titubante e con un po' di timore allungo' la mano verso di me e disse; "Io mi chiamo William e tu chi sei? Perché sei seduta su una sedia a rotelle e chi sei tu?" chiese rivolto anche a Barry. Rimasi sconvolta nell'ascoltarlo, allora è questo che i ragazzi provavano quando i cominciavo a parlare a raffica? Comunque mi ripresi e allungai una mano verso il ragazzino e dissi: "Io sono Felicity Smoak e sono ..." stavo per terminare la frase quando venni interrotta da Samantha che mi fulmino' con lo sguardo come se temesse che io potessi rivelargli la verità e si rivolse verso il figlio e cominciò a rimproverarlo per i modi dimostrati. Al termine del rimprovero io pensai di alleggerire la situazione e dissi con il mio miglior sorriso: "Ho sentito prima che hai un problema al tuo pc, si da il caso che qui davanti a te hai, tatatatah.. il CEO della Palmer Tech e di pc me ne intendo un po' vuoi farmi dare un'occhiata?" William spalancata la bocca riusci' a balbettare con un sussurro semplicemente un si grazie e corse di nuovo su per prendere il suo portatile. "Non si deve preoccupare, ho i soldi per far riparare un pc, non voglio la carità" - disse Samantha "Ma non è carità la mia, aiuto volentieri e poi per me riparare pc è la cosa che mi riesce meglio, ho costruito il mio primo pc quando avevo 7 anni, per me non è affatto un dovere ma un piacere" e lo pensavo davvero, vedere i suoi occhi così tristi per il suo problema mi aveva riportato indietro nel tempo a quando ero solo una ragazzina con una mamma sempre tanto impegnata per garantirmi un futuro dignitoso. Il piccolo scese le scale lentamente e con gli occhi pieni di speranza mi porse il suo computer sperando che io potessi sistemarlo. Lo guardai un po', lo accesi pigiai alcuni tasti e scopri il problema, per fortuna era un problema che potevo risolvere, cominciai pertanto a lavorare di buona lena, dimentica di cosa accadeva intorno a me e ignorando tutto e tutti. Barry capito il mio stato, chiamò William e cominciò ad intrattenerlo con una serie di storielle, in attesa che potessi finire. Un paio d'ore dopo riusci a consegnargli di nuovo il pc come se fosse nuovo senza più problemi. "Grazie, Grazie non so come ringraziarti, ti voglio tantooooo bene" mi abbracciò forte e appoggiato alla sua spalla sentii un odore di buono, sole e foresta, proprio come Oliver. "Non preoccuparti non ho fatto proprio nulla ora se vuoi puoi utilizzarlo l'ho anche potenziato" - William salì di corsa per le scale lasciandoci nuovamente soli - "In alcuni modi mi sembra Oliver, in altri è molto diverso, penso sia un giusto equilibrio tra di Voi. Ti chiederei la cortesia di non privare Oliver di suo figlio e di non privare suo figlio di un padre. Credimi, crescere senza un padre non è affatto bello, puoi dargliene uno è bellissimo". Samantha mi fissava un po' sulle sue e ancora un po' restia a credere che la mia venuta non avesse un secondo fine se non il semplice fatto di conoscerli. Con voce perentoria di chi ha deciso di chiudere una situazione non proprio piacevole dichiara "Non lo so devo pensarci, non era nei patti che altri conoscessero William, ne parlerò con Oliver e vediamo cosa ne viene fuori, voglio provare a dargli il beneficio del dubbio" e con queste parole non proprio carine ci scortò verso la porta e ci invitò a lasciare la sua casa.
  
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