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Autore: thestoryreader    22/06/2017    0 recensioni
In un'avvincente storia a capitoli conoscerete la storia di Sara, una ragazza che viene a scoprire il segreto di sua madre e un ragazzo misterioso, Michael. I due hanno un piano e cause di forza maggiore spingeranno la ragazza a chiedere il suo aiuto. :)
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LJ le afferrò la mano mentre saltava sulla piattaforma mobile. Atterrò ma le gambe cedettero e cadde in ginocchio.
“Mettiti questa” disse LJ dando a Sara una cinghia e un'imbracatura. La aiutò a infilarla per le gambe e agganciarla. Intanto Michael faceva scendere la piattaforma più velocemente di quanto fosse effettivamente previsto per una piattaforma così pesante. Quando fu imbragata LJ agganciò il moschettone alla sua imbracatura. Di certo non poteva scendere da sola, aveva una spalla ingessata ed era troppo debole. Poi le chiese se fosse pronta. Lei annuì e lo abbracciò con l’unico braccio rimasto, tenendosi a lui il più forte possibile. Era la prima volta che lo toccava davvero e appoggiò il mento nell’incavo del suo collo. Chiuse gli occhi. Poi la piattaforma iniziò a precipitare. Si schiantò al suolo mentre loro scendevano lasciandosi scivolare sulla corda. Scesero pochi secondi dopo che la piattaforma toccò terra. Avevano frenato la caduta con il moschettone delle imbragature. LJ sganciò Sara che vendendo Lincoln si precipitò verso la macchina. Correva ma sentiva la stanchezza, la fatica, i vetri della finestra le avevano ferito la pianta dei piedi e pensava che sarebbe svenuta dalla paura da un momento all’altro. Anche il ragazzo e Michael corsero. Sucre aprì la portiera della macchina affinché tutti e tre potessero entrare. Sara fu la prima e quasi si lanciò. LJ fu il secondo e infine Michael.
A quel punto si sentì un urlo “SCOFIELD”. Era Mahone, impugnava una pistola e nel suo sguardo c’era collera pura, niente che Sara avesse mai visto. Iniziò a sparare all’impazzata contro la macchina e alcuni degli agenti lo imitarono. Michael chiuse la porta appena in tempo. Lincoln partì sgommando mentre tutti gli altri tenevano la testa più bassa possibile per non essere colpiti. Lincoln sfrecciava veloce tra le macchine e la ragazza cercava di tenersi per non urtare la portiera. Sentiva le sirene lontane.
“si può sapere chi è quello?” chiese Sara
“mi segue da quando ci siamo separati a Tooele, non riesco più a togliermelo di dosso.” disse lui.
Il braccio le faceva male ma non si lamentò.

Nel giro di 10 minuti si trovarono al porto. Scesero tutti dall’auto. Sara si aiutò appoggiandosi alla portiera. C’erano due donne sulla barca che fecero loro segno di sbrigarsi. Sara cercò di percorrere pochi metri di corsa ma era ancora a piedi nudi ed era tutta dolorante e… alla fine il buio.

Il movimento oscillante della barca la cullò mentre riprendeva conoscenza. Si svegliò con tranquillità, Vide una donna seduta sul letto di fianco a lei. Quando vide i suoi occhi aprirsi le sorrise e le chiese come si sentisse.
“scusa non mi ricordo di te..ci conosciamo?” chiese la ragazza
“no non ci conosciamo. Mi chiamo Sara e sono un dottore”
“cosa è successo?” chiese la bionda.
“sei svenuta. Probabilmente per lo spavento. Ti ho fasciato i piedi meglio che potevo, erano tutti tagliati a causa dei vetri. Poi ti ho controllato la spalla e la testa ma anche se l’hai battuta di nuovo sembra che non sia successo nulla di grave.”
“si in effetti mi fa male” disse ridendo. Rise anche la donna. “dov’è Michael?”
“è di sopra non preoccuparti, noi siamo nella stiva”
“siamo su una barca?”
“Si. Stiamo andando a Panama. Da lì spariremo”

“da quanto tempo sono svenuta?” chiese poi.
“sei rimasta addormentata 16 ore” disse lei. “eravamo tutti preoccupati. Ma alla fine meglio così. Hai riposato”
“16 ore?” disse lei incredula “non ho mai dormito così tanto in vita mia”. Poi girò la testa e vide LJ dormire sulla poltrona di fianco al letto. Sgranò gli occhi e la dottoressa capì. “è rimasto qua tutta la notte. Si è affezionato a te: avete più o meno la stessa età e state vivendo lo stesso inferno. Tu rappresenti l’unica persona che lo può capire” disse. Lei annuì.

La dottoressa le chiese se volesse camminare un po’ e poi mangiare qualcosa. Sara si mise seduta sul letto.

Mentre scendeva LJ si svegliò di soprassalto, vide la ragazza, traballante ma in piedi e le sorrise contento. “stai bene Sara?”.
Lei si perse un attimo nei suoi occhi e poi annuì leggermente. “Mi piedi mi bruciano.” disse poi. Lui annuì “avevi dei tagli incredibili. Non sai quanto tempo ci ha messo Sara per toglierteli” poi si alzò e le propose di andare di sopra. Si aggrappò al suo braccio e si tenne mentre saliva le scale. Quando sporse la testa fuori, con gli occhi serrati per evitare la luce abbagliante,tutti si girarono. Michael si precipitò ad aiutarla. Per la prima volta dopo 1 mese e mezzo dalla scomparsa dei suoi genitori si sentì di nuovo amata da qualcuno.

Salì sulla piattaforma in legno della barca a vela. Era abbastanza grande da contenere 7 persone e doveva essere costata un partimonio. Sara abbracciò Michael, che ricambiò con delicatezza per non farle male. Iniziò a piangere “grazie di essere venuto a recuperarmi. Pensavo che sarei finita sulla sedia elettrica” disse bisbigliando nell’orecchio del ragazzo.
“Ti avevo promesso che ti avrei portata a Panama, e io mantengo sempre le promesse.”
Quando si staccò da lui si voltò ed abbracciò anche LJ. Quello fu un abbraccio più forte e più sentito, come se aspettasse da sempre di farlo. “grazie di essere il mio eroe” gli bisbigliò. A quelle parole lui la strinse più forte. Poi si staccò e la guardò. Si guardarono per un attimo poi Lincoln interruppe quel momento appoggiando la sua mano sulla spalla sana della ragazza. Lei sobbalzò, diresse un ultimo sguardo ad LJ e poi si girò ad abbracciare anche suo padre.

Si sedette al tavolo in fondo alla piattaforma con LJ e Sucre. Sucre preparò un panino alla ragazza. Aveva dentro del burro di arachidi e della marmellata. Lei lo ringraziò e mentre mangiava di gusto (era stata a digiuno più di 24 ore) parlò con il ragazzo di Portorico. “Senti è da quando ci siamo incontrati che volevo dirti una cosa… Mi dispiace di essere stata così fredda nei tuoi confronti mentre tu volevi solo consolarmi. Io non volevo essere toccata da nessuno, ero sotto shock e….”
Il ragazzo la interruppe “no problem, chica. é tutto sistemato. Non mi sono offeso”
Lei annuì come per ringraziare e finì il suo panino. Poi disse ai due che ne voleva un altro.

Erano passati 14 giorni dalla loro partenza da Panama City, Michael aveva deciso di viaggiare in acque non territoriali. Non vennero fermati da nessuna barca della guardia costiera e incrociarono solo qualche nave da crociera. Sara era nettamente migliorata. Le ferite ai piedi erano guarite completamente e ora riusciva a muovere la spalla quasi del tutto. La dottoressa, che Sara aveva scoperto fosse la compagna di Michael, le aveva detto di fare un po’ di fisioterapia e provare a muoverla se non sentiva eccessivo dolore. Quel giorno il vento sfiorava i suoi capelli che si era seduta sulla prua della barca a vela. Si erano fermati, dalla loro partenza, diverse volte per fare rifornimento di cibo e di carburante. Il sole splendeva nel cielo. Si ricordò di quel sabato. Si ricordò della semplicità della mattina in cui lei e sua mamma erano andate a fare shopping al centro commerciale e della tragedia della sera, in cui i suoi genitori l’avevano lasciata. Le mancavano entrambi moltissimo, ma cosa poteva fare? Lincoln la raggiunse e le si sedette di fianco. Lei fece in tempo ad asciugarsi le lacrime che le rigavano il volto e sorrise.
“tutto bene?” chiese lui
Lei annuì cercando di sorridere poi il dolore prevalse e iniziò a piangere piano.
Lui le passò un braccio intorno al collo e la consolò.
“Non ti preoccupare tutto si sistemerà. Sarai di nuovo felice” disse lui.
Lei annuì, poi sospirò.
“Avevo una pistola. Avrei potuto difendermi ma non sapevo usarla”
“come avresti potuto? quelli erano killer professionisti. è meglio che tu sia scappata. A quest’ora saresti morta. E non avresti avuto la possibilità di ricominciare. Ora ce l’abbiamo tutti e sette. Cogliamo questa possibilità e ricominciamo.”
Lei annuì, questa volta convinta che Lincoln avesse ragione. Le diede una pacca di incoraggiamento sulla spalla non ingessata e disse “ti voglio in forma per quando saremo arrivati. Devo aprire un negozio di surf e non voglio che la mia commessa sia ingessata come una mummia”
Questo la fece ridere.

Il 18 giorno dopo la loro partenza, arrivarono a Distretto di Colon. La barca entrò come se fosse un sogno nel porto. Tutti erano zitti e non osavano proferire parola. Quando la barca fu attraccata tutti si guardarono. Poi Sucre esplose in un urlo di gioia abbracciando Mari Cruz. Tutti quanti urlarono per la felicità. Erano riusciti ad espatriare.

Scesero dalla barca. Michael indossò lo zaino con i soldi e tutti si radunarono a cerchio intorno a lui.
“Ok, questi sono i vostri documenti.” disse consegnando a ognuno un passaporto falso. Sara ricevette il suo “Abigail Watson, nata nel Maine, il 24 settembre 1995” lesse tra sè e sè. Poi LJ porse la mano alla ragazza “piacere miss Abigail. Il mio nome è Isaac” disse ridendo.
Lei stette al gioco “il piacere è tutto mio mr. Isaac” disse ridendo
“bene ora che avete fatto le nuove presentazioni” disse Michael con un sorriso “ho dei compiti per voi”
   
 
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