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Autore: Crilu_98    22/06/2017    5 recensioni
Secondo capitolo de "The Walker Series" - non è necessario aver letto la prima storia.
Mark ed Elizabeth Walker sono fratelli ma non si vedono da dieci anni, da quando un terribile incidente ha cambiato per sempre le loro vite. Elizabeth è una ragazza insicura e tormentata dai sensi di colpa che all'improvviso è costretta a lasciare la cittadina di campagna dove ha sempre vissuto e a raggiungere San Francisco per salvare il fratello. Aiutata da uno scontroso gentiluomo dalle origini misteriose, da una risoluta ereditiera poco convenzionale e da un impacciato pescatore italiano, Elizabeth dovrà fronteggiare un intrigo molto più grande di lei. Un complotto che potrebbe diventare la miccia di un'incontrollabile rivolta operaia...
Genere: Azione, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Il Novecento
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'THE WALKER SERIES '
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-Buongiorno…-
La voce di Connor alle mie spalle mi fece sobbalzare e per poco non lasciai cadere gli acquisti che avevo fatto al mercato. L'uomo era adagiato con la sua solita indolenza ed un'aria ancora più sfatta ed assonnata del solito contro lo schienale della poltrona e mi osservava con evidente riprovazione.
-Buongiorno anche a te!- replicai, tentando di tenere fermo il mio tono di voce. Ognuna delle parole che aveva pronunciato la sera prima erano ben impresse nella mia testa, ma mi rifiutavo di rimuginarci sopra; cercavo disperatamente di convincermi che fossero solo i deliri sconnessi di un ubriaco, sebbene intimamente sapessi bene che era la pura verità.
Lo sguardo vigile di Price e la sua rude sollecitudine nei miei confronti erano la prova che le sue non erano parole buttate al vento… Era una situazione troppo complessa per una ragazza pratica e semplice come me e quasi desiderai che ci fosse mia madre lì a consigliarmi.
Non potendo rivolgermi a lei, mi ero risolta ad ignorare sia la tormentata dichiarazione di Price sia il corteggiamento di Tony: l'uno mi attraeva come l'ago di una bussola viene attratto dal Nord, una sensazione ineluttabile ed imprescindibile, l'altro era tutto ciò che da ragazzina sognavo di trovare in un uomo, ma preferivo anteporre ad entrambi la salvezza di mio fratello.
"Codarda!" mi rimproverò la mia coscienza, mentre mi dirigevo in cucina e Price mi seguiva con un'espressione strana in viso.
-Dove sei stata?-
-Non è evidente?-
-Con Tony?-
Mi voltai, scrutandolo in viso per vedere se quella domanda nascondesse un collegamento con le confessioni del giorno prima; ma Connor sembrava solo stanco e provato, oltre che reduce da una colossale sbronza.
"Bene, così non dovrò affrontare altre conversazioni imbarazzanti."
-Quel gentile ragazzo ha un lavoro, a differenza di un certo nobile di mia conoscenza!- sibilai, con tono più duro del dovuto -Sono uscita da sola.-
-Hai perso il senno? Con tutto quello che è successo due giorni fa dovresti restare chiusa in casa e…-
Fu interrotto da degli energici colpi alla porta. Price si immobilizzò, lanciando un'occhiata alla camicia stropicciata e sporca che indossava dal giorno prima.
-Renditi presentabile!- gli sussurrai, superandolo per andare ad aprire. Connor mi afferrò per il polso, da cui si diramarono piacevoli brividi caldi lungo tutto il braccio:
-Non farlo! Non sai chi puoi trovare dall'altra parte!-
-Chiunque sia, non assaliranno una ragazza senza apparente motivo!-
Lo sguardo di Connor si addolcì, mentre chi era sul pianerottolo bussò una seconda volta:
-Sei così ingenua…- mormorò, come in un'eco di ciò che aveva ammesso tra i fumi dell'alcool, accarezzando la mia mano. Sembrò quasi sul punto di aggiungere altro, ma una voce imperiosa gridò:
-Connor Price, apra la porta, in nome della legge!-
 
I gendarmi che mi apparvero davanti quando aprii l'uscio erano diversi da come li immaginavo: avevano un'aria torva, ma erano entrambi sgraziati e con le divise male allacciate, perciò fallivano nel loro intento di sembrare minacciosi.
-Cerchiamo il signor Connor Price!- sbraitò il più basso, cercando di introdursi nell'appartamento.
-Che modi!- replicai, indignata, ma la bocca mi si seccò nel notare la terza figura che si stagliava nel vano della porta. Non perché l'uomo con l'elegante cappotto grigio fosse orribile a vedersi, anzi: si trattava di un bell'uomo sulla quarantina, con capelli brizzolati ben pettinati, lineamenti decisi e una barba grigia ben curata. Sorrideva con aria accondiscendente e lo si sarebbe potuto definire affascinante, se i suoi occhi non avessero avuto un inquietante scintillio rapace. Le iridi azzurre si fissarono su di me e con un gesto intimò ai due colleghi in divisa di fermarsi:
-La signora Price, suppongo?- disse, con voce paterna. Io arrossii e spalancai la bocca.
-No, io veramente…-
-Non siete sposati?- insinuò ancora l'uomo con il cappotto, sempre sorridendo. Ora la sua voce aveva un tono più mellifluo.
-La signorina Walker è sotto la mia tutela, ispettore Nelson. Salve, signori, a cosa devo l'onore dalla vostra visita?-
Connor era apparso al mio fianco al momento più opportuno e poggiandomi una mano sulla spalla, come a sottolineare le sue parole, mi aveva salvato dalle domande infide dell'ispettore.
-Lo conosce?- sibilai, utilizzando la terza persona per pura formalità davanti a degli estranei. Connor non distolse lo sguardo da Nelson, rispondendo cupamente:
-Ci siamo incontrati anche troppo spesso, ultimamente…-   
-Walker, eh? Parente di Mark Walker?- ridacchiò l'ispettore, senza perdere il buonumore.
-Sono sua sorella!- risposi, stupendomi io stessa della tranquillità con cui fronteggiai lo sguardo dell'uomo.
-Oh, adesso si spiega tutto! Sa, Price, il principale testimone nel processo del suo amico… Nonché fratello della signorina qui presente… E' stato ritrovato morto ammazzato ieri mattina. Conveniente, non le pare?-
Connor non abbandonò la sua aria rilassata ed indolente, ma strinse le labbra e rispose beffardo:
-E' un'accusa, ispettore? Per favore, sia più chiaro! Mi ha già accusato di istigazione alla rivolta, di aver partecipato a convegni illegali e di finanziare i rivoltosi socialisti… L'omicidio, in effetti, mancava alla lista!-
Nelson divenne serio di colpo:
-Attento, Price! Lei scherza un po' troppo, per i miei gusti… Siamo qui per ispezionare la dimora e trovare eventuali prove della sua implicazione nell'omicidio di Roger Jefferson. Con permesso, signorina Walker!-
Mentre i due poliziotti frugavano in ogni dove e l'ispettore studiava l'appartamento vagamente annoiato, io feci del mio meglio per non scoppiare a piangere.
"La camicia sporca di sangue, la pistola… Troveranno tutto. Oddio, anche Connor finirà in carcere, anzi, dritto al patibolo!"
Non riuscivo a capire come facesse a nascondere così bene l'ansia e la preoccupazione.
-Avete finito?- domandò Nelson quando i due gendarmi gli si presentarono davanti. Quelli esitarono:
-In realtà, signore, ci mancherebbe la camera da letto…-
-E perché non avete proceduto con l'ispezione?-
-Credo di capire cosa sia successo.- intervenne Price con un sorrisetto serafico sul volto -Deve sapere, ispettore, che la camera da letto è ad uso esclusivo della mia ospite. Da quando lei è qui, io dormo sul divano!-
Nelson spostò lo sguardo da Price agli altri due uomini, poi ghignò:
-Se questo è un trucco per non farci indagare in quella stanza, Price, non le è riuscito! E voi due, muovetevi, avanti!-
-Ma, signore, non è decoroso!- protestò debolmente uno dei due.
Connor si voltò verso di me; tutt'oggi non so come feci a comprendere così bene il messaggio delle sue iridi ambrate, ma feci un passo avanti ed esclamai:
-Se i signori sono d'accordo, vi scorterei io nella mia camera!-
Sostenni fermamente lo sguardo indagatore di Nelson:
-Non vorrete mica frugare in mezzo alla mia biancheria privata, spero!- insistetti, con tono sdegnato.
L'ispettore sbuffò, scuotendo la testa, poi ci fece cenno di procedere.
I gendarmi sembravano incapaci di agire con discrezione: aprivano i cassetti facendoli quasi uscire dal cassettone, mettevano in disordine i miei abiti senza curarsi poi di rimetterli al loro posto… Quando il più allampanato e giovane dei due provò ad aprire il cassetto della biancheria, mi piantai davanti a lui con le braccia incrociate e le guance che andavano a fuoco.
-Qui no, per favore!- esclamai, con tono più dimesso ed incerto di quanto intendessi. L'uomo, però, si affrettò ad obbedirmi e in pochi minuti l'ispettore Nelson dovette ammettere che la perquisizione non era andata a buon fine.
-So che lei è implicato in questa storia, Price… E troverò anche il modo di provarlo!- ringhiò nell'andarsene, avendo ormai perso tutta l'amabilità ed il buonumore di quando era arrivato.
Una volta che la porta si fu richiusa alle sue spalle, Price si lasciò andare ad un sospiro di sollievo, rilassando i muscoli contratti per la tensione, mentre io mi diressi a passo spedito verso la camera.
Come avevo immaginato, nel cassetto della mia biancheria c'erano la camicia impregnata di sangue di Connor e la sua pistola.
-Brutto…!- provai ad esclamare, prima che la sua mano mi tappasse la bocca.
-Ssssh, tigre!- sussurrò nel mio orecchio, con un accenno divertito -Potrebbero essere ancora lì fuori ad ascoltarci!-
-Sei un pervertito!- sibilai allora, inviperita. -Hai superato il limite della decenza, Connor!-
-Sì, direi di sì!- rispose, sornione e quasi compiaciuto. Poi mi strizzò l'occhio:
-E non sarebbe neanche la prima volta!-
Sbuffai, pronta a rispondergli a tono, ma fu allora che mi resi conto appieno della nostra situazione: Connor mi stava vicinissimo, aveva fatto scivolare la mano dalla bocca al collo e non sembrava intenzionato a spostarla. Il contatto con quel palmo caldo e morbido era piacevole, ma stuzzicava anche un istinto che credevo di non possedere: sentii il mio corpo scaldarsi mentre lo sguardo di Connor si posava sulle mie labbra.
-Sei… Sei incorreggibile, Price!- balbettai, imponendomi di non fissare quelle iridi ammalianti.
Connor non si scompose:
-Mai affermato il contrario, tigre. Ma ti devo fare i miei complimenti: prima hai compreso immediatamente ciò che non potevo dirti a parole!-
Io mi strinsi nelle spalle, mentre l'uomo continuava:
-Sai, forse mi sbagliavo ieri sera.-
Mi irrigidii e sentii la bocca farsi d'improvviso molto arida:
-Cioè?-
-Forse non siamo così incompatibili, io e te!-
E fischiettando per quella conclusione beneaugurante prese il cappello ed uscì di casa, lasciandomi basita ai piedi del letto.
 
 
Angolo Autrice:
E così conosciamo un altro personaggio particolare (e leggermente sinistro): l'ispettore Nelson sarà la minaccia appostata alle spalle di Connor, che d'ora in poi dovrà stare molto attento a come si muove. Che ne dite della sua trovata? E' proprio nel suo stile xD anche se Lizzie pare non aver apprezzato… In questo capitolo mette in pausa i suoi sentimenti in nome dell'affetto fraterno, ma per quanto potrà reggere questa debole scusa?
 
Crilu 
   
 
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