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Autore: Eilanor    23/06/2017    2 recensioni
|STORIA INTERATTIVA| |FANART|
Raccolta di one shots multishiping e create a partire da una fanart inviata dai lettori.
Nessuna ship o fan art è sgradita.
Per partecipare attenersi al regolamento nel primo capitolo.
CAP 1 - scisaac (Photograh)
CAP 2 - sterek (WANTED - Dead or alive )
CAP 3 - sterek (I'll be there for you)
CAP 4 - sciles (Sorry)
CAP 5 - sterek (Oh Darling, what have I done?)
CAP 6 - thiam (People help the people)
CAP 7 - sterek (Poison)
|RICHIESTE APERTE|
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Personaggi - Scott McCall, Isaac Lahey
Coppia - none
Raiting - verde
Note - Missing moment, brotp, kind of sad
 
Dedicata a Larksunset che mi ha fornito l'ispirazione, in bocca al lupo con la tua storia ;)


Photograph




autore: 

kira kira




Scott era steso sul letto dopo aver fatto una lunga doccia nel vano tentativo di allontanare il dolore che lo torturava.

Era passata appena una settimana dalla morte di Allison e soffriva come il primo istante, quando era spirata tra le sue braccia.

Gli sembrava di sprofondare nelle sabbie mobili o di vivere nelle profondità oceaniche: ogni suo gesto, ogni suo respiro era faticoso come se avesse su di lui la pressione della fossa delle Marianne.

L’unica cosa che alleviava leggermente il senso di soffocamento era consumarsi gli occhi sulle foto della ragazza.

Allungò la mano verso il comodino e prese il telefono; aprì la galleria e prese a scorrere per l’ennesima volta le immagini della cacciatrice che gli aveva spezzato il cuore, prima lasciandolo poi morendo.

“Qui eravamo appena usciti da scuola… qui un’uscita col branco… qui di nascosto durante una delle lezione di Harris…”

Si bloccò trovando una foto di cui non aveva memoria: lui e Isaac che dopo essergli salito in groppa gli dava dei pizzicotti sulla guancia.

Isaac. Isaac che era a migliaia di chilometri di distanza, in Francia con Chris e probabilmente l’unico che poteva capire il suo dolore perché, suo malgrado, anche lui si era innamorato della ragazza e soffriva della sua perdita.

Quando l’avevano scattata?

Poi i ricordi si fecero strada nella sua mente.

---

Aveva appena finito di parlarne con Stiles per capire cosa dire e come dirlo e non ne erano venuti a capo quando l’aveva visto nei corridoi. Non aveva un piano pronto, ma non voleva aspettare oltre, perciò gli era corso dietro chiamandolo per nome.

- Isaac? Isaac! Hai un minuto? – disse quando finalmente il mannaro si fermò.

- ho un ora intera, farei qualsiasi cosa per saltare fisica – rispose con un sorriso sghembo.

- oh, ottimo… ho un’ora libera, vieni con me? –

Il ragazzo annuì e si lasciò condurre fino al cortile secondario, più piccolo e nascosto. Arrivati, Scott si mise comodo sedendosi su un tavolo mentre il biondo rimase in piedi difronte a lui stritolando gli spallacci del suo zaino.

- quindi… hai un piano su come affrontare il branco di alpha? Qualche idea su dove raccogliere informazioni? – chiese nervoso.

- nula di tutto ciò – rispose il bruno stringendo le labbra.

- cos… e allora di che vuoi parlare?! – chiese il ragazzo stupito.

- di te –

Subito Isaac si irrigidì al punto che a malapena respirava e si fece pallido come un lenzuolo, spaventando l’altro ragazzo.

- Isaac, calmati. È esattamente di questo che volevo parlarti: ogni volta che io e mia mamma siamo in casa ti irrigidisci, quasi non parli e a momenti non mangi neppure. Si può sapere qual è il problema? Non voglio sentire perennemente l’odore della tua ansia… mamma è preoccupata per te, ha paura di star facendo qualcosa di sbagliato… -

- no, no, no! Lei non sta facendo nulla di sbagliato, anzi… - lo interruppe il biondo – a volte credo che sia fin troppo buona con me… - mormorò abbassando gli occhi.

- vuoi spiegarmi perché lo fai? –chiese il bruno con un sorriso che voleva essere incoraggiante.

Cercò i suoi occhi ma il biondo si ostinava a tenerli bassi.

- non lo faccio apposta… -

- allora dimmi perché ti succede. Se è per qualcosa che facciamo senza volerlo faremo in modo di cambiare le nostre abitudini. -

Prima di rispondere il ragazzo si prese il tempo di mordicchiarsi le labbra combattendo con l’istinto di tenere tutto per sé e mentire, ma il bisogno di sfogarsi ebbe la meglio

- prometti di non fare commenti? – chiese incerto e subito l’altro ragazzo fece un sospiro e allargò le braccia; non poteva sapere come avrebbe reagito, sapeva solo che avrebbe fatto di tutto pur di capire cosa fare per farlo stare tranquillo.

- sai che mio padre non è stato esattamente un genitore esemplare… a volte quando facevo degli errori o non rispettavo le sue regole mi chiudeva nel freezer… crescendo è poi diventato troppo piccolo per contenermi e mio padre non aveva nemmeno la forza di mettermici dentro, così ha preso a chiudermi fuori di casa indipendentemente dal tempo o dall’ora che era… quando andavo a fare i test non dimenticava mai di dirmi che se lo fallivo potevo fare a meno di tornare a casa… non esattamente la cosa più rassicurante da sentirsi dire dal proprio padre, no? – mormorò strascicando i piedi e continuando a fissare le foglie morte a terra.

Scott lo ascoltava accigliato, non poteva credere che suo padre fosse davvero così crudele.

-… poi papà è morto e Derek mi ha preso con sé e le cose sono migliorate, anche se Derek restava Derek mi sentivo più accolto che a casa… insomma mi aveva scelto lui, mi voleva lì… poi all’improvviso mi ha sbattuto fuori dal loft senza un motivo apparente e mi sono ritrovato da voi… non faccio che chiedermi dove ho sbagliato, cosa l’ha spinto a cacciarmi e vivo col terrore di rifarlo e di essere buttato fuori anche da casa vostra… - concluse quasi inudibile anche alle orecchie di un mannaro.

Scott era incredulo al punto che non sapeva cosa dire lasciando il biondo in sospeso.

-Isaac, no…. No, no, no! Noi non ti butteremmo mai fuori di casa, sei parte della famiglia! Mamma ti vuole bene e anche io, e Stiles, Lydia, Allison… nessuno vorrebbe che tu te ne andassi… -

Non sapeva se a sorprenderlo di più era ciò che aveva passato il ragazzo o il fatto che potesse pensare che lui o sua madre potessero metterlo alla porta.

- ti sei offeso? – chiese il giovane mannaro distogliendolo dal suo pensare.

- beh, un po’ sì ma non ti caccerò di casa per questo! – esclamò ancora incredulo.

- anche se baciassi Allison? –
- fallo e ti do un pugno! Poi ti ci segrego, in casa! – scattò quasi fosse un gatto a cui avevano pestato la coda.

Per Scott l’argomento “Allison” era ancora un tabù e non gli piaceva sapere che qualcuno si interessasse a lei, per quanto avesse notato che il biondo aveva un debole per la ragazza. Aveva perfino fatto brillare gli occhi da mannaro, ma vedendo come Isaac aveva incurvato le spalle aspettandosi di essere colpito, si ricompose subito.

- senti… non c’è bisogno che tu sia sempre così teso, davvero. Noi ti vogliamo a casa e siamo felici che tu sia con noi, vogliamo che tu stia bene e non ti metteremmo mai alla porta. – disse guardandolo dritto negli occhi, serio.

- perciò puoi smettere di trattenere il respiro ogni volta che sei con me o la mamma – concluse Scott aprendosi in un sorriso.

Isaac lo imitò un po’ incerto, ma sembrava già un po’ più sereno; aveva smesso di stritolare gli spallacci del suo zaino.

Si sedette accanto a lui e, passato qualche istante, chiese:

- quindi… cosa facciamo per il resto dell’ora visto che abbiamo già concluso il discorso? –

Il bruno si tolse lo zaino dalle spalle e, apertolo, si mise a frugarci dentro per poi estrarne un pacco di biscotti.

- merenda? Mamma dice che pesi troppo poco per essere così alto. –

---

Le cose erano poi cambiate molto più velocemente di quanto si fosse mai aspettato: a sine lezioni infatti Isaac aveva già smesso di puzzare d’ansia e si era lasciato andare a comportamenti più disinvolti che erano poi culminati in quella foto.

Stiles e Allison stavano cercando di capire come evitare che gli occhi creassero riflesso e proprio nel momento in cui il suo migliore amico scattava l’ennesima, il biondo gli era letteralmente saltato in groppa e aveva preso a pizzicargli la guancia ridendo come un matto.
Scott, superato il primo momento di sconcerto, si era unito a lui, così come la ragazza che era letteralmente caduta in ginocchio e aveva le lacrime agli occhi per il troppo ridere.
L’unico a non farlo era stato Stiles in effetti, un po’ perché geloso del suo migliore amico e un po’ perché lui stava cercando di fare una cosa seria “da cui dipendeva la sua memoria scolastica” per citare il ragazzo.

Avrebbe dovuto arrabbiarsi anche Scott in effetti, ma il biondo era così sereno e allegro che non ci sarebbe riuscito, anche se si era comportato da idiota. Dopo tutte le brutture che aveva visto però Isaac si meritava di essere un’idiota felice.

L’alpha sorrise mesto allo schermo del suo cellulare mentre pensava a quel ragazzo a cui era legato per gioia e dolore; nessuno poteva capire meglio di lui quello che stava passando.

Le sue dita indugiarono per un attimo sulla tastiera per poi cercare il suo numero nella rubrica. Non aveva idea di che ore fossero in Francia, ma aveva bisogno di parlare con lui e forse per l’altro valeva lo stesso.

Portò il telefono all’orecchio e attese che qualcuno accettasse la chiamata.

Dopo vari squilli a vuoto, finalmente un mogio “pronto” rispose dall’altro capo della chiamata.

- ehy Isaac… hai un minuto? -

 

Angolo Autrice
Indovinate chi non riesce a tenere le mani ferme? Io, esatto. Vincete un biscotto <3
Spero sia all’altezza delle vostre aspettative, volevo darvi un assaggio di come vorrei che fosse questa raccolta in segno di buona volontà. Se volete partecipare potete inviarmi anche gli URL o cercarmi su FB, so che EFP rende i messaggi un po’ complicati, cercherò di agevolarvi il più possibile :)
Grazie infinite per aver letto fino a qui e per aver messo tra le seguite/ricordate/preferite e ci vediamo prossimamente :D
Mi ci vorrà un po’ perché l’idea per la prossima fanart è una meraviglia. Vi dico solo che è un’AU *w*

A presto,
bye!
 
   
 
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