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Autore: Altair13Sirio    23/06/2017    1 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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Corvina sollevò un masso dalle macerie che si erano raggruppate al lato della strada dopo l’attacco alla gioielleria da parte di Mammut, e lo scagliò con tutta la sua potenza contro il grosso energumeno che la stava caricando in quel momento. Il pezzo di muratura e cemento colpì in pieno la mascella del gigante, che cadde indietro rotolando in modo molto scoordinato, mentre alle spalle della maga faceva la sua comparsa la nuova arrivata nel gruppo degli H.I.V.E. Five: Cheshire, la agile ragazza mascherata. Sembrava che, dopo l’abbandono di Jella della squadra, gli H.I.V.E. avessero cercato un altro componente per poter tornare a formare una squadra vincente, capace di mettere nuovamente a segno colpi che li avrebbero fatti tornare in prima pagina su tutti i giornali.
Corvina non fu abbastanza veloce da schivare il colpo di frusta dato dalle due lunghe trecce della ragazza mascherata e fu lanciata via pesantemente, mentre quella si lanciava subito all’inseguimento sguainando gli artigli e preparandosi a colpire; per salvare la sua amica intervenne prontamente BB, che si tramutò in una grossa tartaruga e parò il suo carapace di fronte alle lame, respingendo così il colpo. Cambiò aspetto diventando poi un canguro e calciò con forza l’avversaria per permettere a Corvina di avere un po’ di spazio e tempo per riprendersi dal colpo. Bastò uno sguardo tra i due per capire se andasse tutto bene, poi i supereroi si diedero le spalle e si concentrarono ognuno sui rispettivi bersagli: BB assunse le sembianze di un grosso orso e si preparò ad affrontare Mammut, di nuovo attivo e pronto a combattere, mentre Corvina chiamò a sé tutti i suoi poteri per poterli liberare contro la acrobata mascherata, che in quel momento stava volteggiando con grazia di fronte a lei per confondere l’avversaria.
Gli H.I.V.E. Five erano sempre stati una squadra tosta, ma negli ultimi tempi avevano perso quella caratteristica che li aveva resi degli avversari degni di mettere in difficoltà i Titans; già dopo l’abbandono della loro leader, Jella, avevano subito un calo nei loro risultati, e ora che Coso e Billy Numerous erano stati catturati dopo la loro tentata rapina erano più vulnerabili che mai. Chissà perché stavano attaccando proprio in quella situazione…
<< Potrebbe essere che Coso e Numerous abbiano deciso di mettersi in proprio? >> Azzardò un ipotesi Cyborg, prima di puntare il braccio verso il Soldato Hive, che in quel momento stava correndo verso di lui, e trasformarlo in un cannone per sparargli. Il soldato estrasse lo scudo che teneva legato alla schiena e lo parò davanti per riflettere il colpo del cyborg; poi si lanciò contro di lui tentando di colpirlo con un calcio, urlando per darsi la carica.
Cyborg e Robin si fecero da parte mentre il soldato sfilava in mezzo a loro senza causare danni. << Non saprei… Questo però potrebbe spiegare perché stessero lavorando con Mumbo e Megablock. >> Commentò l’uomo mascherato estraendo il suo bastone e facendolo roteare per prepararsi all’attacco da parte di Kyd Wykkyd e See-More, i due componenti della squadra che non si separavano mai. Il ragazzo dalla vista straordinaria sparò uno dei suoi occhi di ricambio contro il supereroe per distrarlo mentre il compagno spariva roteando in un varco per ricomparire alle spalle di Robin; l’eroe aveva previsto quella mossa e con un rapido colpo di bastone deviò l’occhio e si voltò per colpire il ragazzo tenebroso alle sue spalle, ma fu lento e per un attimo pensò che Kyd Wykkyd lo avrebbe sopraffatto con i suoi trucchi e illusioni; poi però vide un lampo verde colpire il pieno il ragazzo pallido e la voce di sua moglie lo chiamò per rassicurarlo.
<< Fai più attenzione la prossima volta, caro… >> Gli disse lei dall'alto con familiarità, nonostante fosse preoccupata per lui.
Robin fece una smorfia sapendo di essere stato fortunato e ringraziò Stella mostrandole il pollice con approvazione. << Grazie mille, tesoro! Vedrò di ricambiare il favore il più presto possibile… >>
Cyborg si voltò per parare l’attacco del soldato e rimase faccia a faccia con lui per qualche secondo, prima di respingerlo e sparare un’altra volta con il suo cannone. << Di sicuro però non ce lo diranno tanto facilmente! >> Commentò infastidito quando vide che, con la stessa mossa di prima, Soldato Hive era riuscito facilmente a parare il raggio elettrico del suo braccio.
Robin avvistò con la coda dell’occhio Cheshire mentre attaccava Corvina con piroette e giravolte, dandole calci e sfruttando le sue trecce come delle fruste per disorientare e colpire l’avversaria. La maga non era abile come lei nello scontro corpo a corpo e la sua avversaria non le dava il tempo di allontanarsi per riorganizzare le idee: tentò a vuoto di distrarla sollevando del pietrisco di medie dimensioni caduto dalla parete sfondata da Mammut e facendoglielo passare davanti a grande velocità per dividerle; Cheshire fece una capriola indietro e con un forte strattone delle trecce deviò le rocce che si erano parate di fronte a lei e si lanciò di nuovo contro Corvina, avanzando a quattro zampe come un felino a caccia. A quel punto Corvina evocò un campo di forza per bloccare la sua carica e questo le fece conquistare alcuni secondi preziosi di tempo, sbalzando indietro la rapinatrice: la donna incappucciata allungò un braccio lateralmente e lo sollevò esercitando il suo potere su un lampione stradale lì vicino, sradicandolo da terra e facendolo volteggiare sopra la propria testa; agitando con solennità le braccia, Corvina fece ruotare il lampione per metterlo di profilo in modo da colpire Cheshire con una delle sue estremità.
Il lampione venne tirato indietro e poi rilasciato violentemente contro la ragazza mascherata, che inutilmente cercò di scansarsi per evitare il colpo; venne lanciata a gran velocità contro la vetrina della gioielleria che gli H.I.V.E. Five avevano appena attaccato. Il vetro andò in frantumi e la ragazza rovinò in mezzo all'arredamento del negozio, mettendo tutto a soqquadro e facendo strillare il proprietario della gioielleria, che era rimasto nascosto dietro al bancone per non intralciare i Titans durante gli scontri. L'uomo vide la ragazza sistemarsi la maschera e i vestiti, prima di rivolgergli uno sguardo enigmatico e indecifrabile a causa di quella maschera ghignante che trasmetteva solo un profondo senso di disagio.
<< Attento alle spalle, BB! >> Fece la voce di Corvina quando l'uomo bestia parò un pugno a vuoto del grosso Mammut. BB si voltò con le fauci da orso mezze spalancate e vide improvvisamente un grosso lampione di ferro venirgli addosso rapidamente; in preda al panico, l'omino verde si tramutò in una piccola lepre scappò via mentre Mammut veniva preso in pieno dall'attacco della sua amica incappucciata.
Saltellando goffamente, Beast Boy raggiunse Corvina e tornò alle sue sembianze normali. Le rivolse uno sguardo offeso e incrociò le braccia dondolandosi lateralmente. << La prossima volta avvertimi quando mi avrai già colpito! >> Sbuffò con tono burbero mentre lei gli sorrideva leggermente; anche se non lo ammetteva, la divertiva farlo infuriare.
<< Scusa… Ma dovevo sfruttare l'effetto sorpresa, e tu eri così grosso che non si sarebbe accorto di niente. >>
BB sbuffò ancora distogliendo lo sguardo e controllando un'altra volta Mammut, che adesso sembrava aver perso i sensi dopo aver rotolato lungo la strada per una decina di metri, sfondando l'asfalto con il suo peso. Probabilmente non avrebbero dovuto più preoccuparsi di lui. Dopo qualche secondo passato ad osservare in silenzio lo stato in cui avevano lasciato quella strada, BB si voltò verso Corvina sorridendo imbarazzato e chiese:<< Quindi… Ti va di andare a prendere un caffè, dopo di questo…? >> Ma prima che potesse concludere la sua domanda, qualcosa di pesante cadde addosso a entrambi e li schiacciò a terra, svuotando i polmoni di BB e facendo squittire dalla sorpresa la maga incappucciata.
Alle loro spalle arrivò la voce imbarazzata del loro amico Cyborg, che si scusava per non averli avvertiti. Mentre BB si rialzava ancora intontito senza riuscire a capire cosa lo avesse colpito, Corvina scansava malamente il soldato giallo con una gomitata da sopra il suo corpo e si rialzava picchiettandosi i vestiti per togliersi di dosso la polvere che aveva sollevato la loro caduta. << Complimenti per la mira! >> Commentò improvvisamente adirata mentre Cyborg agitava ancora una mano con imbarazzo.
<< Cos'è successo? >> Chiese BB ancora spaesato e frastornato mentre Corvina lo aiutava a rialzarsi. Agitava la testa da un lato all'altro cercando la fonte di quell'attacco a sorpresa che in realtà altro non era che il corpo inerte e dolorante del Soldato Hive lanciato in aria da Cyborg dopo averlo battuto.
<< Titans! >> Chiamò Robin attirando l'attenzione di tutti i presenti. Stava lottando con Kyd Wykkyd mentre See-More correva in direzione dei compagni a terra, forse con l'intento di svegliarli e portarli via da lì. << Non lasciate che scappino! >>
Era proprio quello l'obiettivo dei criminali in quella circostanza: l'arrivo dei Titans aveva cambiato drasticamente i loro piani e il fattore sorpresa nella rapina non aveva fruttato come speravano, quindi adesso era il momento di ripiegare sulla ritirata per evitare almeno la cattura, come era successo ai loro "colleghi" il giorno precedente. BB adocchiò See-More mentre dava qualche schiaffo vigoroso a Mammut per farlo risvegliare e si tramutò in un grosso rinoceronte verde per caricarli; prima che potesse raggiungere i due, però, una figura nera e solida come l'acciaio si materializzò di fronte a lui e lo fece sbattere violentemente contro di essa.
BB fu sbalzato lateralmente, deviato come un proiettile, e riprese le sue sembianze naturali mentre sul suo viso si poteva leggere chiaramente il suo stato momentaneamente assente. Corvina riconobbe Kyd Wykkyd in quella figura nera e si voltò per un attimo a controllare che fine avesse fatto quello che stava combattendo con Robin: non c'era più, era sparito; quel tipo era davvero incredibile quando si trattava di dare teatralità a un'azione, ed era capace di mantenere un perfetto equilibrio tra corpo e mente anche quando attraversava i suoi varchi spaziali per spostarsi da un luogo all'altro, reagendo prontamente a qualsiasi situazione; il suo mantello doveva poter assumere la consistenza di qualunque cosa e per questo aveva potuto respingere la carica di Beast Boy senza neanche perdere l'equilibrio.
<< Dobbiamo impedirgli di riprendersi! >> Esclamò puntando entrambe le braccia verso il piccolo criminale mascherato, mentre alle sue spalle See-More andava da Soldato Hive per risvegliare anche lui e Mammut si grattava la testa con aria assente, ancora un po' frastornato dopo il risveglio. Dopo aver pronunciato la sua classica formula magica, Corvina sparò un raggio nero verso il gruppo di criminali, che però venne parato un'altra volta da Kyd Wykkyd. Sorprendentemente, lo stesso Kyd Wykkyd scomparve dalla scena e ricomparve accanto alla maga per confonderla e spaventarla, limitandosi a fissarla inespressivo con i suoi occhi rossi. Un attimo soltanto e la figura di Kyd Wykkyd scomparve di nuovo, dopo che Corvina ebbe tentato di colpirlo senza risultati concreti; se lo vide ricomparire alle spalle e la donna questa volta indietreggiò sorpresa dalla rapidità di movimento dell'avversario. Fu inutile l'attacco alle spalle di Cyborg, che riuscì solo a bucare l'aria con il pugno mentre Kyd Wykkyd svaniva in una nuvola di fumo e lui capitombolava a terra, spinto dall'impeto. Arrivò anche Robin, ma ormai i criminali erano tutti in piedi e li guardavano con espressioni piene di astio a distanza di sicurezza; anche Kyd Wykkyd, che si era occupato di coprirli fino a quel momento, ritornò da loro comparendo dal nulla mentre il suo mantello vorticava come una spirale.
<< Fatevi sotto! >> Esclamò Robin estraendo due suoi boomerang e stringendoli con fermezza tra le dita, lasciando comparire le punte in mezzo alle nocche. Seguendo il suo esempio, anche Cyborg e Corvina si prepararono allo scontro: mentre il grosso cyborg attivava il suo cannone puntandolo contro gli avversari, la donna incappucciata inarcò la schiena in avanti e agitò con forza il suo mantello blu per intimorire gli avversari, mentre le sue mani si illuminavano di una leggera aura oscura.
Ma gli H.I.V.E. Five sembravano tutt'altro che pronti alla battaglia. Ognuno se ne stava fermo a fissare i tre eroi pronti a tutto, rivolgendo loro sguardi di sufficienza o addirittura di indifferenza. Sembrava quasi che stessero aspettando qualcosa…
Mentre nella strada i tre Titans rimasti in piedi si preparavano allo scontro con gli H.I.V.E. Five, nella gioielleria in cui avevano fatto irruzione i criminali Cheshire stava minacciando il proprietario del negozio a farsi consegnare la sua merce.
<< Non ti consiglio di perseguire nella tua impresa ladresca! >> Tuonò la voce di Stella quando la donna aliena entrò nel locale oscurando per un attimo la piccola sagoma della ragazza mascherata che le dava le spalle. Quella si voltò appena, mostrando di essersi accorta della sua presenza, ma non ritirò le sue lame né lasciò intendere di volerle allontanare dalla gola dell'uomo di mezz'età che, per sua sfortuna, quel giorno stava svolgendo il suo lavoro al posto del suo giovane apprendista, malato.
La ragazza mascherata non parlava, ma mostrò tutto il suo disinteresse nel fare come diceva Stella ghignando malignamente e facendo un leggero cenno alla aliena alle sue spalle, pronta ad attaccare al minimo movimento di Cheshire. E fu così che cominciò lo scontro: Cheshire si voltò di scatto sguainando gli artigli dell'altra mano e tranciando l'aria con essi nel tentativo di colpire Stella in verticale. La donna aliena eseguì una capriola all'indietro e atterrò con leggerezza piantando i piedi saldamente prima di lanciarsi addosso alla sua avversaria per cercare di bloccarla; Cheshire però piantò violentemente i suoi affilatissimi artigli nel bancone del negozio e diede un forte strattone mandando in frantumi il legno pregiato e scagliando una miriade di schegge addosso a Stella, che dovette pararsi il viso con le mani per proteggere gli occhi. Approfittando della sua temporanea cecità, Cheshire fece un salto con avvitamento girando sopra alla aliena e atterrando sopra di lei, incrociando le gambe attorno al suo collo e cercando di immobilizzarla mentre con le braccia agitava furiosamente gli artigli per ferirla.
Non appena sentì il corpo della ragazza mascherata caderle addosso, Stella cominciò ad agitarsi e si buttò a terra cercando di fare una capriola indietro e ribaltare la situazione a suo favore, ma senza riuscirci; decise allora di poggiare i palmi a terra per trovare un punto di appoggio stabile, sollevare le gambe con grande impeto per sfruttare la spinta ed eseguire la stessa mossa che la sua avversaria aveva fatto su di lei. L'operazione riuscì e Stella poté agganciarsi saldamente a Cheshire e liberarsi allo stesso tempo dalla sua stretta, mentre la sua schiena si lamentava per l'eccessivo sforzo che aveva dovuto sopportare. La aliena non era abituata a combattere a quel modo tanto ravvicinato con avversari così veloci; lei era agile ma non era elastica come la sua avversaria.
Ancora con i palmi poggiati a terra, Stella sentì una lama ferirle una spalla mentre Cheshire dava segni di non volersi arrendere tanto facilmente. Sarebbe stato troppo pericoloso rimanere in quella posa a lungo, quindi decise di tentare il tutto per tutto e dalle sue mani vennero fuori due raggi laser che funzionarono come propulsori e le lanciarono in alto, facendogli sfondare i soffitti di almeno altri tre piani nel palazzo. Quando la spinta si esaurì, le due combattenti si separarono: Stella non aveva previsto gli effetti collaterali di quella sua azione, ma dopo aver sfondato con la sua stessa schiena tre piani rinforzati di mattoni di quell'edificio la donna aveva capito di aver fatto una scelta stupida.
Si rialzò a fatica mentre la stanza in cui avevano fatto irruzione si riempiva di polvere; erano in un soggiorno dall'aria molto graziosa, con mobili fini e foto di ragazzi che sorridevano appese alle pareti. Una giovane ragazza dai capelli neri raccolti in uno chignon da cui ricadevano un paio di ciocche boccolute si congelò sul posto, spaventata dall'improvvisa irruzione delle due lottatrici. Sia Stella che Cheshire sembrarono accorgersi di lei allo stesso momento e gli stessi pensieri attraversarono le loro menti; l'eroina non poteva permettere che la ladra prendesse come ostaggio quella civile del tutto estranea alla situazione. Cheshire balzò per prima, lanciandosi come un animale feroce sul corpo inerme della ragazza; quella chiuse gli occhi di impulso e si fece più piccola possibile, pregando che non le accadesse niente di male. Vedendo la paura sul viso della ragazza, Stella fu spinta da una forza sopita che sembrò risvegliarsi in quel momento e le rese possibile raggiungere a gran velocità la sua avversaria prima che potesse fare del male a quella ragazza.
Nonostante fosse ferita e malridotta, la Tamaraniana riuscì ad afferrare saldamente Cheshire e a spingerla alla parete, aprendo un altro buco tra i mattoni e diffondendo altra polvere nella stanza mentre la ragazza risedente lì si metteva a urlare non capendo cosa stesse succedendo.
Quando la sbatté al muro, Stella lanciò a Cheshire un'occhiata furiosa mentre quella le rispose quasi soffiando come un gatto e avvicinando la maschera al suo viso; le diede poi una testata e con un agile movimento riuscì ad alzare la gamba sinistra fino a colpire Stella al viso, facendole perdere l'orientamento.
Stella fu distratta per pochi secondi, ma quegli attimi bastarono alla criminale per farle perdere la concezione dello spazio attorno a sé, e abbassandosi rapidamente a terra fece ruotare l'altra gamba ben tesa in senso antiorario, facendo inciampare la sua avversaria e determinandone così la caduta. Non aveva ancora capito cosa fosse successo, quando Stella udì di nuovo le urla della ragazza; si costrinse ad aprire gli occhi e rivolse lo sguardo verso il posto da cui provenivano le grida, dove vide Cheshire agguantare il colletto della camicia della ragazza e tirarla con sé verso la finestra.
<< FERMA!!! >> Gridò la aliena sporgendo inutilmente il braccio per implorare la criminale di non fare un gesto tanto scellerato. Cheshire si limitò ad osservarla per un attimo, assaporando quel momento in cui era riuscita a piegare sia il corpo che lo spirito combattivo di Stella Rubia, prima di tornare a guardare verso la finestra e scagliarvi contro la giovane ragazza in preda alle grida.
<< NO!!! >> L'urlo di Stella fu così forte da smuovere l'aria e far vibrare il palazzo intero in cui si trovavano. La donna aliena trovò una spinta chissà con quali forze e si lanciò attraverso la finestra mentre dietro di sé lasciava una fiamma rovente che rese il suo punto di partenza lievemente incenerito e la ragazza mascherata si faceva semplicemente da parte per lasciare che l'eroina andasse a salvare la civile.
I Titans erano ancora immobili per strada in attesa di una mossa da parte degli H.I.V.E. Five, quando dall'alto alle loro spalle si levò un grido acuto e graffiante che fece voltare tutti quanti: una ragazza dai capelli neri legati i uno chignon che andava a disfarsi stava volando fuori da una finestra al terzo piano del palazzo assaltato dai criminali. Robin stava per dare l'ordine ai suoi compagni per salvarla, ma da quella stessa finestra venne fuori a tutta velocità sua moglie, gli occhi luminosi dalla furia con cui si era lanciata per salvare la ragazza. Subito dopo di lei saltò con grazia fuori dalla finestra l'ultima componente degli H.I.V.E. Five, Cheshire, che toccò terra continuando a roteare e ad avanzare verso i tre supereroi confusi e sorpresi.
I Titans non ebbero nemmeno il tempo di pensare a qualcosa per fermare Cheshire, i loro sguardi guizzarono da lei alla loro amica Tamaraniana mentre in volo afferrava una mano della ragazza sconosciuta e la portava a sé per poterla sorreggere con la sua forza.
Con un balzo e una capriola, Cheshire scavalcò il trio di supereroi in strada e al suo atterraggio si mise a correre verso i compagni che la applaudirono per la sua destrezza.
Stella atterrò rapidamente ma senza movimenti bruschi per non mettere in agitazione la ragazza che teneva in braccio e le rivolse un sorriso benevolo. Quando ebbero smesso di fluttuare e la ragazza fu di nuovo in piedi sulle sue gambe, sembrò quasi sul punto di dare di stomaco dopo quel rapidissimo volo in cui si era vista passare davanti tutta la vita.
<< Scusa per l'inconveniente e lo spavento che ti abbiamo fatto prendere. >> Le disse Stella dandole un colpetto alla spalla. Quella la guardò come una bambina che guarda un perfetto estraneo e scoppiò a piangere cercando di abbracciare la donna aliena in segno di ringraziamento. << Oh, su… Non è successo niente, adesso è tutto sistemato! >> La rincuorò la supereroina dandole qualche pacca sulla spalla mentre la ragazza continuava a disperarsi e a mugolare parole di ringraziamento per averla salvata.
<< Davvero un bello spettacolo… >> Commentò una voce proveniente dal gruppo degli H.I.V.E. Five che si rivelò essere il Soldato Hive. << Ma se non vi dispiace, preferiremmo squagliarcela! >> Dopo quella piccola introduzione, Mammut fece qualche passo in avanti e gonfiò i muscoli delle braccia tirando indietro gli arti superiori; un attimo dopo il gigante liberò un colpo violentissimo sul cemento sotto ai suoi piedi, schiantando entrambi i pugni per terra e provocando un crollo devastante.
I Titans avvertirono le potenti vibrazioni causate dal colpo di Mammut e alcuni di loro persero l'equilibrio mentre in strada si alzava una fitta coltre di polvere che impediva loro una visione completa e chiara su quello che stava accadendo; Robin rimase immobile e si coprì la bocca con un braccio per evitare di respirare tutta quella polvere pesante, in attesa che quella si diradasse e gli permettesse di nuovo di vedere cosa stesse accadendo in strada.
Quando la polvere si fu diradata, dove avrebbe dovuto esserci la strada si trovava ora un grosso buco e un tunnel in cui scorreva a ritmo costante una sorta di fiume sotterraneo; Mammut era già sceso lì sotto e stava aiutando i suoi compagni a fare il salto grazie alla sua possente mole e la sua forza indiscutibile, partendo da Cheshire che fece un piccolo balzo dalla mano del gigante per atterrare nel tunnel.
<< Non vi consiglio di seguirci! >> Aggiunse Soldato Hive dopo che il rombo del crollo si fu interrotto e la polvere ebbe di nuovo liberato la vista. E lanciando un ultimo sorrisetto vittorioso ai Titans saltò giù nel tunnel mentre Mammut finiva di trasportare di sotto Kyd Wykkyd e si preparava a darsela a gambe assieme al resto del gruppo.
Nonostante l'invito a lasciarli andare del soldato giallo, Robin non era tipo da farsi intimorire né da seguire ordini a caso:<< Fermi! >> Esclamò pronto a saltare giù per impedire ai criminali di scappare, ma Corvina gli posò una mano sulla spalla e lo fece voltare.
<< BB è ancora fuori combattimento e neanche Stella è in ottime condizioni. Per ora consiglierei di lasciarli andare, prima di cadere in una trappola… >>
Cyborg si unì a lei per convincere Robin. << E comunque non hanno rubato niente alla fine. >>
Robin non voleva lasciare andare i criminali dopo quella lotta; non riusciva ad accettare che tutti quegli sforzi fossero stati inutili. << Ma se li lasciamo andare ora potrebbero ritentarci…! >>
<< Io posso ancora combattere! >> Esordì la Tamaraniana tirando fuori il suo spirito combattivo, ma il suo aspetto diceva ben altro
Intanto i criminali sotto alla strada attendevano una decisione del leader dei Titans, curiosi di vedere fino a dove si sarebbe spinto per fermarli.
<< No, non puoi! >> Esclamò Corvina voltandosi verso di lei e alzando una mano per farle segno di restare dove si trovava. Se lei diceva così, allora significava che veramente Stella non era in grado di continuare a lottare; era strano, visto che la sua forza e la sua resistenza avrebbero dovuto permetterle di sopportare il dolore di quelle lame con cui era stata ferita e con le sue abilità aliene non avrebbe dovuto riscontrare troppi problemi per sconfiggere Cheshire, ormai indebolita dalla lotta.
<< Robin, abbiamo già ottenuto parecchie informazioni da questo singolo scontro! >> Intervenne Cyborg guardandolo dall'alto, mentre il suo amico mascherato sembrava non essere per niente d'accordo con lui. << Abbiamo capito che i vecchi H.I.V.E. Five si sono divisi, potremmo interrogare quelli che abbiamo arrestato ieri per cercare di capire qualcosa in questa faccenda. >> Aggiunse a bassa voce per fare in modo che solo Robin udisse quelle parole.
L'eroe non voleva arrendersi di fronte a quella situazione. Se fosse dipeso tutto da lui avrebbe lottato fino a non reggersi più in piedi, ma anche i suoi amici avevano diritto a dire la loro su quella storia; quindi alla fine abbassò la testa e disse:<< Per raggiungere un obiettivo bisogna essere disposti a perdere qualcosa… >> Quella sua affermazione fu il segno che Robin aveva accettato di non continuare l'inseguimento degli H.I.V.E. Five – anche se con lui ci si poteva aspettare di tutto – e fece comparire dei sorrisi liberatori nei due amici che avevano tentato di convincerlo, Cyborg e Corvina.
Una voce alle loro spalle sembrò quasi voler provocare l'eroe, che ormai aveva lasciato fluire fuori dal proprio corpo la furia della battaglia:<< Ottima scelta, capo! >> Robin si voltò e assieme agli altri rivolse delle occhiate minacciose ai due soli H.I.V.E. rimasti allo scoperto, Soldato Hive e Cheshire. << Ci rivediamo alla prossima rapina, allora! >>
Robin decise di rispondere a tono mostrando un sorrisetto canzonatorio. << Quando sarà, vi sconfiggeremo definitivamente! >>
Un semplice cenno poco comprensibile fu la risposta del soldato mentre si voltava riponendo il proprio scudo sulla schiena, facendovi passare la cinghia attorno al collo, e abbandonava la luce del sole per inoltrarsi nel tunnel buio e puzzolente che si stagliava sotto la città e probabilmente andava a diramarsi ovunque come una fitta rete di strade sotterranee. Cheshire rimase ancora qualche istante a fissare in silenzio i Titans e, in particolare, Stella prima di voltarsi senza dire una parola e avviarsi a passi rapidi lungo il tunnel oscuro, seguendo il suo leader. Anche Stella l'aveva fissata intensamente con occhi minacciosi, nonostante la stanchezza che aveva preso il sopravvento dopo la fine della battaglia e la diminuzione di adrenalina nel suo corpo; sentiva che volesse dirle qualcosa con quello sguardo

<< Cyborg. >> Chiamò Robin voltandosi verso l'amico e alzando rapidamente un braccio per indicare Beast Boy riverso per terra, inerte. << Prendi BB e fallo rinvenire. Corvina, tu vai a controllare che non si sia fatto male nessuno in quel palazzo, poi restiamo qui finché non arriva la polizia… >> Con i suoi semplici gesti i due supereroi fecero dei cenni impercettibili e si mossero per seguire le istruzioni dategli dal loro leader. Intanto Robin continuò ad avanzare e raggiunse la moglie per offrirle un abbraccio amorevole. << Va tutto bene? >> Chiese tenendo il viso accanto al suo orecchio mentre lei alzava stancamente le braccia per cingergli le spalle da sotto.
Stella rispose con un debole gemito, fissando la strada dissestata con occhi esausti. Per qualche motivo su di lei era scesa nuovamente quella malinconia del giorno precedente che, unita alla stanchezza improvvisa, l'aveva mandata in uno stato che si sarebbe potuto definire un "coma cosciente". Le parole della figlia riecheggiarono nella sua mente quando il marito la abbracciò, quella mattina quando lei l'aveva accompagnata fino all'entrata di scuola: "Non ti preoccupare, mamma: andrà tutto bene!"
Robin non sapeva della chiacchierata notturna di Stella con Luna, non ne sarebbe stato molto contento: i dubbi che l'avevano sopraffatta erano differenti da quelli di lui, ma avevano la loro stessa sorgente e Robin avrebbe finito per pensare che Stella stesse ammattendo, dopo aver cercato di convincerlo in tutti i modi a rivedere la situazione con meno drammaticità e catastrofismo.
<< Va tutto bene… >> Sussurrò con un filo di voce lasciando che la sua testa si piegasse in avanti e si poggiasse sulla spalla del marito, più basso di lei ma non meno stabile, e lui la sorreggesse con tutto il suo amore pur non sapendo cosa le stesse capitando.
 
*
 
Il responsabile del penitenziario dove erano stati portati Coso e gli altri era un uomo dai capelli rossicci e una barbetta incolta che si accarezzava spesso, vestito con eleganza e dal portamento fiero e professionale. Sembrava sorpreso di ricevere la visita dei Titans così di punto in bianco, quella mattina, ma fu molto cordiale con loro e concesse ai supereroi di poter vedere i detenuti dopo averli riuniti in una stanza per gli interrogatori.
<< Non hanno detto molto in realtà, ma le prove del loro crimine ci sono tutte. Resteranno dentro per un bel po'… >> Aveva detto accompagnando i cinque ospiti lungo un corridoio in cui un lieve traffico di persone dava un'idea di confusione e vita di ufficio attiva. C'erano un paio di agenti che sostavano di fronte a uno sportello dove un loro collega sembrava cercare qualcosa nell'archivio informatico della sua postazione. Dopo aver avuto uno scorcio di quello che somigliava a un grande ufficio, il corridoio si fece più silenzioso e si aprirono sulla sinistra una serie di porte di metallo accanto a delle piccole stanzette dove si ascoltavano e si registravano tutti gli interrogatori.
Il direttore accompagnò Robin e gli altri fino alla stanza numero cinque, dove accostatosi alla porta invitò gli eroi a prendere posto nella stanza di ascolto.
<< Andrò a parlarci io. >> Disse prontamente Robin, ma Cyborg sembrò non essere d'accordo con la sua scelta. << Che c'è? >> Chiese infastidito quando questo gli mise una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione.
<< Penso che tu dovresti restare qui e lasciare che vada a parlarci io questa volta… >> Commentò con un leggero tono preoccupato. Quella era la seconda volta che il cyborg lo contraddiceva nel corso della giornata.
<< Perché? >> Chiese Robin un po' stizzito cercando di far scivolare via il braccio dell'amico dalla sua spalla. Cyborg tolse la mano dalla spalla di Robin e rimase a fissarlo.
<< Ho l'impressione che non parlerebbero con te… >> Alzò lo sguardo verso la porta chiusa e rimase a fissarla per qualche secondo, mentre intanto Robin faceva lo stesso dopo avergli rivolto uno sguardo minaccioso. Dopo un po' però sembrò comprendere le motivazioni di Cyborg e allora lasciò perdere. << Non ti preoccupare, so come parlare con quel nanerottolo e Billy Numerous ha una bella parlantina, ma non sa sopportare la pressione! >> Concluse facendo l'occhiolino e puntandosi un pollice sul petto.
Robin annuì rimanendo serio:<< D'accordo, vai e sii convincente! >> Dopo di quello si voltò verso il direttore del penitenziario ed entrò nella stanzetta di ascolto seguito da Corvina, un BB ancora leggermente frastornato e Stella, che sembrava con la testa tra le nuvole. Dopo che furono entrati tutti e quattro, il direttore fece un cenno a Cyborg e li seguì chiudendo la porta alle sue spalle.
La stanza era stretta e buia, con una grande finestra da cui i Titans potevano osservare l'interno della stanza adiacente mentre alcuni pulsanti su una scrivania assieme a dei microfoni e interruttori facevano pensare a qualcosa di delicato che non andasse toccato.
Robin si posizionò al centro della stanza con le braccia conserte e osservò i due criminali seduti al piccolo tavolo in mezzo alla stanza vuota che guardavano con occhi vuoti la porta di fronte a loro, curiosi su chi sarebbe entrato a parlare con loro; Coso era stato privato di tutti i suoi congegni e gli era stata data una divisa da detenuto dal colore arancione luminoso, e allo stesso modo Billy Numerous, alla quale era stata tolta la sua caratteristica tuta ed era stato costretto ad indossarne una che impedisse l'utilizzo del suo potere di sdoppiamento. Lo spilungone non aveva i suoi soliti occhiali da sole sul viso e i suoi occhi apparivano molto più piccoli di quanto potesse sembrare.
Il fatto che Coso fosse stato spesso trattenuto in un carcere a tutti gli effetti nonostante la sua giovane età aveva sempre sollevato numerose proteste da assistenti sociali di tutta la città, che consideravano fosse più saggio consegnare il ragazzino a un riformatorio dove si sarebbe tentato di raddrizzare la sua condotta senza infierire sulla sua posizione complicata; ma dopo tutte le battaglie e i piani malefici che quel piccoletto aveva architettato, anche se ancora minorenne, i Titans non lo avrebbero mai lasciato in un semplice riformatorio. Anche il suo atteggiamento spavaldo nei confronti di Cyborg quando lo vide entrare, lasciò intendere quanto fosse difficile recuperare quel soggetto:<< Oh, è arrivato quello scimmione di Cyborg! >> Commentò dando qualche gomitata sarcastica a Billy, che però rimase in silenzio.
<< Ciao Coso. Avete già fatto colazione, ragazzi? >> Cyborg salutò cordialmente e si sedette di fronte ai due detenuti, sulla sedia bianca adiacente al tavolino bianco. Era tutto bianco in quella stanza.
<< Faccela tu in questo schifo di posto! >> Si lamentò il piccoletto facendo finta di sputare di fronte a lui. Da quello Cyborg intuì che le razioni di cibo ai detenuti non fossero di ottima qualità.
<< Perché siete venuti qui? >> Chiese a un tratto Billy prendendo la parola senza preavviso. I suoi occhi erano malinconici e la sua voce roca non lo faceva somigliare per niente a quello spavaldo criminale che il giorno prima aveva dato loro del filo da torcere.
Cyborg piegò un labbro mimando un sorriso. << Chi ti dice che non sia da solo? >> Fece inarcando un sopracciglio, curioso di conoscere il grado di attenzione ai dettagli del tipo che aveva davanti a sé.
Billy mosse piano la testa di lato, indicando con il naso lo specchio a senso unico che si affacciava sulla loro stanza. << Nessuno entra mai qua dentro se non c'è qualcun altro là dentro. >>
Cyborg rivolse il suo sguardo nella stessa direzione e sorrise. << Ma tu come fai a sapere che siamo in tanti? >>
Billy tornò a rivolgersi a lui. << Siete sempre insieme, voi. >>
<< Non ieri. >> Ribatté lesto il cyborg, lasciando a bocca serrata quel Billy così stranito. Non disse altro, forse perché non sapeva cosa dire oppure non aveva voglia di inoltrarsi in giochetti simili; in ogni caso il piccolo Coso gli tirò un orecchio e gli disse di smetterla di parlargli con tanta familiarità. A quel punto Cyborg fece un lungo sospiro e decise di passare alle domande che voleva far loro.
Ovviamente, per prima cosa, Cyborg pensò di menzionare il loro complice che era riuscito a sfuggire alla cattura, Mumbo il Magnifico:<< Ieri stavate "lavorando" assieme a due criminali che non hanno mai avuto interesse a fare colpi assieme ad altri: Megablock, che di solito lavorava sempre alle dipendenze di qualcuno più in alto di lui, e Mumbo, il prestigiatore solitario. Visto che il signor roccia è stato catturato, che ne direste di dirmi dove si trova l'altro vostro collega? >> Unì le mani intersecando le dita tra loro e li guardò con un'espressione cupa.
Coso non sembrò per niente intimorito dagli occhi di Cyborg. << Non eri tu il "signor roccia"? >> Sbottò deridendolo, riportando alla mente dei ricordi talmente lontani da sembrare solamente dei sogni rimasti vagamente nella memoria.
Cyborg si rese conto di essersi tirato la zappa sui piedi pronunciando il nome con cui si presentò in incognito ai membri degli H.I.V.E. Five per infiltrarsi nell'Alveare, l'accademia dei criminali dove il misterioso Fratello Blood condizionava i suoi studenti e preparava la realizzazione del suo folle piano di distruzione. Sorrise ricordando con piacere quei giorni in cui la sua vita sembrava essere diventata quella di uno studente "normale", per quanto fosse normale studiare in un'accademia per futuri criminali. Decise comunque di ignorare le battute del ragazzino e andò avanti:<< Avevate un covo in comune dove tornare oppure ognuno era per sé in quel furto? >>
Coso ruotò il collo e guardò da un'altra parte facendo una grande smorfia, sottintendendo che non avrebbe rivelato nulla.
Cyborg piegò la testa di lato. << Vuoi farmi credere che voi quattro vi siate trovati lì per caso? >>
Un'altra smorfia silenziosa. Il piccolo malvivente arricciò il naso e fece finta di concentrare lo sguardo in un angolo del soffitto, mentre Cyborg lo guardava dritto negli occhi.
<< Non hai proprio idea di dove possa essere Mumbo? >> Chiese a un certo punto, vedendo che l'autocontrollo del ragazzino cominciava a scemare.
Coso rispose con poca grazia sbattendo le mani sul tavolo e guardando con occhi assassini il supereroe di fronte a sé:<< Ma insomma! Ho già ricevuto la mia dose di scemenze con l'interrogatorio di ieri, che diavolo vuoi da me ancora?! >>
Mentre Billy sembrò quasi spaventarsi da quella reazione così spropositata, Cyborg sorrise di più sapendo di essere riuscito a infastidire Coso; non doveva esagerare o avrebbe potuto rifiutarsi di parlare del tutto, ma per il momento pensava di stare andando nella direzione giusta. << Bé, se il furto lo avesse commesso solo lui non saresti stato incastrato di certo… Se, viceversa, gli H.I.V.E. Five avessero fatto tutto da soli, sareste finiti in prigione solo voi… >>
Quando Cyborg nominò la squadra di criminali, Coso rimase con le braccia incrociate facendo un versaccio con la bocca e girando la testa dall'altro lato. Billy rimase in silenzio mentre quello gli dava gomitate e gli rivolgeva occhiatacce; sembrava quasi come se stessero recitando su un palco e che Cyborg e i Titans nell'altra stanza fossero il loro pubblico.
<< Perché fai così? >> Chiese riferendosi al suo gesto di prima, quando il cyborg aveva nominato gli H.I.V.E. Five. << C'è qualcosa che non va? >>
Coso scosse la testa vigorosamente e non disse nulla, stringendosi ancora di più tra le sue stesse braccia. Non era credibile come pensasse, Cyborg riusciva a vedere benissimo che ci fosse qualcosa sotto e che non volesse dirlo. Per quale motivo, però?
<< Come mai c'eravate solo voi due sul luogo della rapina? >> Chiese a un certo punto, gettando la bomba proprio in mezzo ai due detenuti e rimanendo a guardare curioso su come avrebbero reagito.
<< Che vuoi dire? >> Chiese Billy desideroso di più informazioni. Proprio quando Cyborg si aspettava che non dicesse proprio nulla, ecco che Billy Numerous sembrava entrare veramente nella conversazione e chiedeva dettagli; non appena parlò, Coso si rivolse a lui digrignando i denti e stringendo un pugno e agitandolo in aria, cercando di intimidirlo. Ma Billy non lo notò nemmeno.
Cyborg annuì piano concedendo a Billy una domanda più completa. << Come mai all'operazione avete partecipato voi, assieme a Mumbo e Megablock, e non il resto del vostro gruppo? >> Alzò un dito sorridendo impercettibilmente. << Dove sono finiti gli H.I.V.E. Five? >>
Nella stanza oscura, Robin sentì le sue labbra piegarsi automaticamente, compiaciuto di come Cyborg stesse amministrando la situazione; forse era stata davvero un'ottima idea mandare lui al suo posto. Osservò il piccolo Coso dimenarsi sulla sedia sbraitando e urlando di non voler più parlare, ma Billy era ancora tranquillo e Cyborg non accennava a dare alcun segnale al direttore del penitenziario, che osservava la scena assieme ai Titans nell'altra stanza con grande interesse.
<< Fa' silenzio, o ti rompo quella faccia da cavallo che ti ritrovi! >> Esclamò il piccoletto agitandosi e cercando di colpire Billy sul viso.
<< Andiamo Mikron, è inutile continuare con questa pagliacciata! Gli H.I.V.E. Five ci hanno piantato e non possiamo certo biasimarli! >> Ribatté voltandosi lo spilungone, che per la prima volta sembrò reagire in modo diverso agli stimoli di quello che accadeva attorno a lui. Il piccolo Coso sembrò essere più sconvolto dal sentire il suo vero nome che la confessione di Billy, ma ribatté con rabbia alle sue parole.
<< Non ci hanno piantato! Siamo noi che ce ne siamo andati! >> Gridò con voce stridula il ragazzino mentre cercava di afferrare il collo sottile di Billy, impedito però dalle manette.
Cyborg alzò le mani per richiamare l'ordine e disse a Coso di smettere di agitarsi. << Perché vi avrebbero piantato? >>
Il silenzio cadde nella stanza quando Cyborg rivolse loro quel quesito; i due ex H.I.V.E. Five si lanciarono delle occhiate timorose e rimasero in silenzio per alcuni secondi, poi Coso sbuffò esasperato e cominciò a raccontare:<< E va bene… Da quando Jella ci ha piantato in asso le cose hanno preso ad andare peggio di prima: ci siamo resi conto che senza di lei non eravamo in grado di mettere a segno nessun colpo, per quanto fossimo bene organizzati; così cominciammo a cercare qualcuno che potesse rimpiazzare Jella e riportarci in alto. Con l'aiuto di un vecchio amico, Soldato Hive, riuscimmo a contattare Cheshire, la ragazza eremita che vive nelle regioni dell'est… A quel punto gli H.I.V.E. Five sembravano pronti a tornare più forti di prima, e invece… >> Coso abbassò lo sguardo abbattuto. Cyborg completò la sua frase:<< E invece non fu così. >>
<< Non è come pensi! >> Fece cercando di giustificare in qualche modo lo scarso esito che avevano portato a casa gli H.I.V.E. Five. << La squadra andava benissimo, ma quella serpe di Cheshire assieme a Soldato Hive è riuscita a convincere gli altri a buttarci fuori a calci nel sedere, addossando tutta la colpa dei nostri insuccessi a noi! Dopo tutto quello che abbiamo fatto per loro, ci hanno ripagato così! >>
<< E quindi hai deciso di formare una nuova squadra, è così? >> Cyborg aveva già intuito come avesse fatto Coso a radunare un nuovo gruppo per quel colpo, ma gli serviva la conferma da parte dell'ideatore del piano.
Coso incrociò le braccia abbandonandosi allo schienale della sedia. << Non esattamente… Si è trattato di un tentativo, un grosso azzardo… "Testa di mattoni" è un babbeo, non è abituato a fare squadra e preferisce sempre seguire gli ordini di qualcun altro, e a "cilindro vuoto" non piace dividere. >> Sbuffò abbassando lo sguardo, pensando ancora a come si erano svolti i fatti del giorno precedente.
Cyborg lo scrutò attentamente e poi passò a guardare gli occhi di Billy Numerous, che stranamente non sembrava in sé. << Quindi pensate di essere stati raggirati? >>
Fu Billy a rispondere:<< Di sicuro non possono fare niente a Megablock; una condanna vale l'altra per un mostro di roccia, e Mumbo è scappato via con i soldi quindi ci siamo rovinati la giornata da soli, chiedendogli di unirsi a noi. >>
<< Faremmo meglio a metterci in proprio una volta usciti da qui… >> Commentò sarcastico Coso scivolando un po' sulla sua sedia, facendo penzolare le gambe dal bordo.
<< Ma io non voglio mettermi in proprio… >> Commentò debolmente Billy girando la testa alla sua destra.
<< E che vuoi che me ne importi a me? Lo vedi dove siamo finiti? >> Ribatté scorbutico il piccoletto.
<< Dopo tutto il tempo passato assieme, ora vuoi tentare la carriera in solitaria? >>
<< Ho passato ancora più tempo con Mammut e Jella, eppure mi sembra che non si siano fatti problemi a darmi un bel calcio nel… >> Cyborg decise di prendere la parola prima che la situazione degenerasse.
<< D'accordo, calmatevi ora! >> Disse con tono autoritario alzando le mani e agitandole di fronte ai due detenuti. << Non pensate che sarebbe una bella rivincita se ci aiutaste a scoprire dov'è finito Mumbo? Almeno lui non sarebbe riuscito a fregarvi… >>
La proposta di Cyborg non sembrò per niente un'ottima idea ai due seduti davanti a lui, che scossero la testa all'unisono. << No. Un ladro non ruba mai a un altro ladro… Però cantare per far sbattere dentro un collega è ancora più disonorevole! >>
<< Ti preoccupi veramente dell'onore? >> Chiese Cyborg con disappunto nella voce.
<< Facciamo che adesso ti do un calcio negli stinchi e me ne vado? >> Ribatté stizzito Coso agitando a vuoto le sue gambe magre, troppo lontano per poter colpire Cyborg in qualunque parte del corpo. L'uomo metallico tirò indietro la schiena e parò davanti a sé le mani; non voleva far arrabbiare Coso, quindi sorrise cordialmente e si scusò per averlo offeso. Robin vide però attraverso il vetro quanto si stesse divertendo in quel frangente, figurando nella parte dello sbirro buono che cercava di familiarizzare con i suoi detenuti. Chissà a chi sarebbe toccata la parte dello sbirro cattivo, se ce ne fosse stata una…
Cyborg abbassò lo sguardo come se dovesse segnarsi qualcosa su un taccuino, ma in realtà sul tavolo non c'era niente; sollevò l'avambraccio e quando questo si aprì mostrando il suo palmare pigiò qualcosa per rammentarsi alcuni indizi. Dopo aver completato l'operazione, abbassò il braccio facendolo tornare al suo aspetto normale e tornò a guardare Coso e Billy negli occhi. << E riguardo ai "nuovi" H.I.V.E. Five che sapete dirmi? >>
<< Quelli di "H.I.V.E." hanno solo il nome. >> Commentò seccamente il piccoletto, restandosene nella sua posa di noncuranza con le braccia incrociate e le gambe distese nell'aria di fronte a sé.
<< Ormai non c'è più nessuno degli H.I.V.E. Five originali… >> Aggiunse Billy con voce atona. In effetti era vero: i primi H.I.V.E. Five comprendevano oltre a Coso, Jella, Kyd Wykkyd, See-More, Mammut e Soldato Hive, ma poi quest'ultimo aveva lasciato la squadra e Billy Numerous si era unito a loro; tuttavia originariamente la banda era composta da solo tre elementi, che erano Jella, Coso e Mammut. Siccome Jella aveva lasciato il crimine già da anni e Coso era stato buttato fuori, della squadra originale rimaneva solo il grosso Mammut.
<< Non pensi che siate stati cacciati perché reputati il vero problema della banda? >> Azzardò a ipotizzare Cyborg, guardando di sottecchi il piccoletto di fronte a sé. Per un attimo Coso sembrò prendersela per quell'insinuazione, ma poi inarcò un sopracciglio e rimase a fissarlo con sgomento.
<< Aspetta… Ora che mi ci fai pensare, avevano detto qualcosa del genere. >> Piegò la testa di lato e alzò gli occhi al cielo per cercare di ricordare, quindi cominciò a borbottare qualcosa. << Ma tu come fai a dirlo? >>
A quel punto Cyborg pensò che fosse inutile continuare a omettere la parte in cui lui e i Titans avevano affrontato i "nuovi" H.I.V.E. Five e decise di raccontare chiaramente quello che era successo. << Questa mattina c'è stata una rapina a una piccola gioielleria vicino al supermarket "Spendi&Spandi". Sai, quel piccolo locale in Tumbler Street… >>
Coso annuì pensieroso. << Sì, avevo adocchiato quel posto da un po' di tempo, ricordo… Ma comunque l'ho messo da parte. >>
Cyborg continuò poggiando la testa su una delle sue grandi mani robotiche. << Devi sapere che a realizzare il colpo sono stati i tuoi ex compagni. >>
Alla sua dichiarazione sia Coso che Billy rimasero senza parole; lo fissarono per alcuni istanti sbattendo le palpebre come inebetiti, poi si voltarono a guardarsi e fecero scorrere i loro sguardi dal cyborg al compagno accanto per un po'. << E… Ora dove sono? >> Chiese Coso quasi divertito all'idea di trovarli in una cella accanto alla sua.
Purtroppo per lui, Cyborg dovette deludere le sue aspettative:<< Sono riusciti a scappare. Anzi, in realtà ci hanno messi nelle condizioni di non poterli seguire, ma tant'è… >>
Dopo la risposta di Cyborg, Coso rimase a bocca aperta. Non disse nulla, nemmeno ebbe la forza di commentare con il suo solito sarcasmo; ci provò a un certo punto, quando alzò lo sguardo piegando leggermente i lati della bocca nel tentativo di ghignare a Cyborg e provò a canzonarlo per essersi fatto battere, ma non riuscì a vedere il lato divertente della situazione. Forse era vero che fossero lui e Billy il problema degli H.I.V.E. Five…
Cyborg si mosse un po' sulla sua sedia per prendere un'altra posizione. << Si sono dileguati aprendo un varco nel condotto fognario della città, quindi abbiamo perso le loro tracce… >> Spiegò con calma, lasciando il tempo ai due detenuti di comprendere appieno cosa fosse successo quella mattina. << Voi avete qualche idea di dove avrebbe potuto condurre quel tunnel? >>
A questo punto Cyborg aveva scoperto tutte le sue carte; il motivo per cui loro erano andati là era finalmente chiaro. Coso e Billy si guardarono per un istante e scossero la testa con poca convinzione. << Non ne sapevo niente… E comunque non te lo direi! >> Disse scontroso il ragazzino lanciandogli un'occhiataccia.
Cyborg annuì cercando di mettere assieme le informazioni che aveva ottenuto fino a quel momento. << Bene… Immagino che non vogliate dirmi se c'è qualcuno più in alto di loro. E la stessa cosa vale per voi, ovviamente… >>
L'unica risposta che ricevette il cyborg fu un grugnito rauco del ragazzino dalla testa liscia come un uovo.
Cyborg annuì un'altra volta e si mise a rimuginare in silenzio, facendo scontrare le punte delle sue dita con delicatezza di tanto in tanto, incrociandole tra loro e sgranchendo le sue nocche robotiche. A un certo punto si ricordò di una cosa e fece un'altra domanda:<< Perché avevi deciso di lasciar perdere la gioielleria? >>
<< Eh? >> Fece Coso alzando lo sguardo allo stesso modo di Cyborg.
<< Hai detto di aver "messo da parte" il colpo alla gioielleria. Vuol dire che l'avevi reputato uno spreco di tempo e quindi non hai voluto rischiare… Perché i tuoi ex compagni avrebbero deciso di assaltare proprio quel posto? >> Si spiegò con più chiarezza Cyborg. La sua domanda suscitò comunque altra confusione in Coso, che non sembrava veramente avere idea del perché gli H.I.V.E. Five avessero scelto quel luogo come loro obiettivo.
<< E che ne so! >> Fece stringendo le spalle. << Per quanto mi riguarda, io avevo accantonato l'idea perché non ne valeva la pena. >>
<< Come mai? >>
Coso si guardò intorno come se stesse mostrando a Cyborg il luogo attorno a loro. << Quella gioielleria è piccola e in un luogo troppo facile da raggiungere per poter sfruttare l'effetto sorpresa; inoltre è dotata di ottimi sistemi di allarme e a pochi isolati da lì c'è una stazione di polizia. Non avremmo avuto nemmeno il tempo di minacciare il commesso, che ci saremmo ritrovati gli sbirri addosso! >>
Cyborg abbassò lo sguardo pensieroso. << Ma davvero… >> Ripensando alla battaglia di quella mattina, non si era visto un solo poliziotto sul luogo del crimine e nessun antifurto era stato attivato; inoltre gli H.I.V.E. Five erano stati in grado di andarsene senza alcun problema e nessuno aveva pensato ad ispezionare i tunnel in cui si erano inoltrati i criminali. Per qualche motivo, Cyborg non fu pienamente convinto delle spiegazioni di Coso.
Cyborg rimase a pensare ancora qualche minuto lì su quella sedia; minuto durante la quale Coso se ne stette fermo a fissarlo con occhi spalancati, forse desiderando di poter prendere a gomitate il suo testone cromato, e Billy quasi si addormentò nell'attesa. A un tratto il supereroe si alzò dal tavolo e fece un piccolo cenno ai due, sbattendo piano le mani sul tavolino e facendo svegliare di soprassalto quel Billy Numerous così melanconico. << D'accordo ragazzi… Grazie per la chiacchierata. >>
Coso fece una smorfia. << Come se avessi avuto scelta… >> Commentò a bassa voce mentre il cyborg si allontanava.
Prima di poter raggiungere la porta, però, Cyborg si fermò e si rivolse allo spilungone. << Ripensandoci… Avrei un'ultima domanda. >> Coso e Billy lo fissarono interrogativi mentre Cyborg indicava il petto del detenuto alla sua destra, quello che era rimasto in silenzio quasi per tutta la durata dell'interrogatorio. << Ti ricordavo più spavaldo, Billy… Sei sicuro di stare bene? >>
Billy Numerous non sembrò recepire il messaggio; se ne rimase immobile a far ciondolare la testa lentamente, come se stesse seguendo il ritmo di un tamburo dentro la sua mente. Vedendo che non dava segni di vita, fu Coso a rispondere per lui:<< E' per l'uniforme. >> Spiegò dandogli una pacca sul petto, che Billy sentì appena. << E' un po' come se Billy non avesse solo la capacità di duplicare il suo corpo per un numero inquantificabile di volte, ma anche di creare sempre tante personalità diverse di sé che vanno a riempire quelle copie… >> Rivolse uno sguardo dispiaciuto al compagno seduto accanto a lui. << Solo che, essendo incapacitato a duplicarsi, Billy non riesce a liberare quelle personalità multiple che dovrebbero prendere vita nei suoi cloni e così è sospeso in una lotta interna tra queste personalità. >>
Cyborg lo guardò sgomento, fissando da capo a piedi quel tipo così silenzioso e stralunato; nessuno avrebbe detto che quello fosse Billy Numerous, il criminale chiacchierone e sempre pronto a scherzare e prendere in giro i suoi avversari.
Coso rivolse un'occhiata seria a Cyborg. << Lo hai trovato in una buona giornata. Non è sempre così ragionevole… >>
Cyborg deglutì qualcosa che seppe di amaro dopo la spiegazione di Coso. Era quasi come se si sentisse in colpa per aver consegnato alla giustizia quell'uomo, che ora se ne stava lì imbambolato a fissarlo con occhi privi di luce, la sua leggera barbetta incolta che mostrava l'incuria che tenesse al suo corpo in quel periodo e la bocca mezza aperta con un filo di bava che colava inerte da un suo angolo. << Mi dispiace… >> Mormorò non completamente convinto di quello.
<< Come no… >> Ribatté Coso annuendo e stravaccandosi sulla sua sedia, rimanendo accanto a Billy quando Cyborg ebbe lasciato la stanza.
Tornato dai Titans, che erano usciti dalla stanzetta buia adiacente alla sala interrogatori, Cyborg sorrise vittorioso nonostante sembrasse non aver ottenuto niente da quella lunga sessione di interrogatorio.
<< Bel lavoro! >> Disse Robin dandogli una pacca sulla spalla. Cyborg annuì e si rivolse al direttore del penitenziario.
<< Grazie per averci dato la possibilità di parlare con loro due. >> L'uomo con la barba e i capelli rossi annuì mostrandosi strabiliato.
<< Non riesco ancora a credere che sia riuscito a parlare così tanto con loro, ma… Avete ottenuto quello che cercavate? >> Chiese perplesso, pensando che i Titans stessero ancora investigando sul caso del giorno precedente.
<< Più o meno… >> Rispose ottimista Cyborg, che mostrò un sorriso obliquo.
<< In ogni caso potremmo tenere le informazioni che abbiamo ottenuto oggi e aggiungerle al grande puzzle di questo mistero… >> Commentò Corvina sorridendo impercettibilmente agli altri.
BB espresse il suo sconcerto avanzando e chiedendo con un sopracciglio inarcato:<< Scusatemi, ma… Quale mistero? Abbiamo combattuto un po' di cattivi e siamo venuti a interrogare altri cattivi che avevamo già preso a calci ieri… Non ci vedo nessun mistero! >>
<< "Combattere" è una parola grossa, da parte tua… >> Lo punzecchiò Corvina con voce di sufficienza mentre BB si mostrava ancora più confuso.
Robin si voltò verso di lui per spiegare la situazione all'amico:<< Per prima cosa dobbiamo ancora trovare Mumbo e pensavamo che Coso e Billy avrebbero potuto tradirsi facendo qualche nome o dando via qualche informazione che avrebbe potuto farci fare un passo in più per trovare il loro complice. E poi, gli H.I.V.E. Five; dovevamo sapere perché si fossero divisi. Può darsi che ci sia qualcun altro a manovrare le loro missioni, e se Coso ci avesse detto per chi lavorava avremmo potuto anche ottenere qualche informazione in più… >>
<< Questa è solo una ipotesi remota, ma le due bande potrebbero anche essere al servizio della stessa persona. Sempre che siano veramente alle dipendenze di qualcuno… >> Aggiunse Cyborg guardando BB con occhi seri. Adesso il tipetto verde sembrava aver inteso meglio quale fosse l'obiettivo dei suoi amici, ma preferì evitare di fare altre domande per non fare ulteriormente la figura dello scemo.
<< Amici… >> Mormorò una voce tanto flebile da non sembrare nemmeno che provenisse da lì accanto a loro. Stella stava in fondo al gruppo e si teneva la fronte pressata su una mano mentre con l'altra mano sembrava stringersi in sé stessa. << Possiamo andare a casa…? >> Mormorò in seguito quando tutti furono girati verso di lei.
I Titans non ebbero nemmeno il tempo di chiederle che cosa avesse, che Stella crollò al suolo innescando immediatamente il panico nel gruppo; tutti quanti le furono addosso per arrestare la sua caduta e uno stuolo di voci si levò a chiamare il suo nome e a chiederle che cosa le stesse succedendo.
   
 
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