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Autore: Sacchan_    23/06/2017    5 recensioni
Hinata si accorge di alcuni atteggiamenti strani tra il suo capitano e il senpai Sugawara. Cercando di scoprire cose finirà col travolgere con sé anche Kageyama.
Introspettivo/Missing Moments/Slice of Life/Sportivo/KageHina con accenni ad altre coppie della Karasuno.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Karasuno Volleyball Club, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Oneshot contest

Fandom: Haikyuu!
Titolo: Accade tutto in famiglia
Pairing: KageHina (con lievi accenni di DaiSuga e/o forse di altre coppie, boh!)
Genere: Slice of Life/Missing Moments/Sportivo/Introspettivo
Rating: Verde
Introduzione: Hinata si accorge di alcuni atteggiamenti strani tra il suo capitano e il senpai Sugawara. Cercando di scoprire cosa finirà per travolgere con sé anche Kageyama.
Current Moode: ...Fangirl? Yes, I think so...
Current Listening: My Lucky Strike (Maroon 5) -perché cosa non è il trash cantato da Adam Levine? <3-

Avvertimenti da parte dell'autrice: non so di cosa mi fossi drogata quando l'ho scritta... l'unica droga che conosco è lo zucchero.


One shot scritta per il “One-Shot Contest” indetto dall'utente Nena Hyuga.



Il tempo di seguire con lo sguardo i suoi due senpai e Hinata si ritrova una pallonata dritta in faccia.
BAM!
La palla cade a terra, rimbalzando di qualche metro, lontana dai suoi piedi e già avverte la minacciosa ombra di Kageyama arrivargli vicino.
“Hinata! Idiota! Che combini? Occhi fissi sulla palla!” Gli inveisce contro, ma Hinata non gli presta la dovuta attenzione; si limita, invece, a inclinare lo sguardo continuando a fissare i due senpai del terzo anno.
“Senti, Kageyama...” Sussurra incredulo. “Anche tu noti qualcosa di strano tra il capitano e Sugawara?”
Kageyama avverte un macigno cadergli direttamente sulla nuca.
“Che stai dicendo? Se hai tempo per pensare a cose come queste utilizzalo per migliorare la tua ricezione nei servizi!”
“No, è solo che...” Continua imperterrito Hinata, noncurante di un pugno ormai alzato sopra la sua testa.
Passi da gigante riecheggiano sul pavimento della palestra.
“Ehi, voi due, novellini! Ne dovete avere di coraggio per mettervi a parlottare nel bel mezzo di un allenamento!”
Nemmeno l'occasione di girarsi che Tanaka-san si trova già alle loro spalle e batte sulle loro schiene con il solito ghigno fintamente minaccioso sulla faccia.
“Allora... sentiamo: che cosa vi tiene qui occupati a confabulare? Eh?”
Sia Hinata che Kageyama deglutiscono all'unisono, per poi tentare di allontanarsi; non prima che la risatina di Nishinoya li blocca dal loro miserabile tentativo di fuga.
“Lasciali stare, Tanaka.” Asserisce il libero, ghignando. “Pare che i nostri due novellini stiano tentando di capire che legame ci sia tra la mamma e il papà della Karasuno.”
“Mamma?” Esclama, stupito, Hinata.
“Papà?” Gli fa eco Kageyama nel medesimo istante.
“Esatto! Mamma e papà!” Tanaka punta loro contro gli indici in modo volutamente esagerato. “Quindi, se non volete farli arrabbiare, vi consiglio di tornare dentro al campo ad allenarvi.”
Un fugace sguardo di comune accordo viene scambiato tra il numero 9 e il numero 10 della squadra: è Hinata a parlare per primo, abbassando deliberatamente la voce per non farsi sentire dalle orecchie lunghe di Tanaka.
“Pensi che ci stessero solo prendendo in giro?” Gli chiede utilizzando una mano per coprirsi la bocca, ma Kageyama si limita a rispondergli scrollando le spalle.
“Mmmh.” Prosegue il piccolo centrale della Karasuno, senza ottenere alcuna risposta, strizzando gli occhi per la concentrazione; Kageyama decide di ignorarlo, raccogliendo il pallone da terra.
“Mmmh.” Continua Hinata grattandosi convulsamente la testa con entrambe le mani, mentre si sforza di rimanere a occhi chiusi per pensare; Kageyama dapprima lo fissa per poi convenire che è meglio lasciarlo stare e lo fa strofinando il pallone contro la maglia.
“Ahhhh! Più ci penso più non riesco a cap...”
Questione di poco e Kageyama gli ha già tappato la bocca per impedirgli di gridare in mezzo alla palestra come farebbe sempre.
“La smetti di essere così rumoroso?” Lo rimprovera l'alzatore. “Vuoi far di nuovo arrabbiare Tanaka o essere rimproverato dal capitano?”
Hinata annuisce spaventato - probabilmente a causa dello sguardo truce di Kageyama - intanto che ciondola su e giù con la testa.
“Ecco, bravo.” Lo ammonisce Kageyama. “Cerchiamo di non dare troppi grattacapi. Ci vediamo dopo gli allenamenti e faremo qualcosa per quei tuoi pietosi bagher.” Lo liquida correndo da tutt'altra parte, lasciando da solo Hinata ad esaltarsi o a crucciarsi, che dir si voglia.
Un paio d'ore dopo - dopo innumerevoli pallonate ricevute sulla faccia, sgridate infuriate da parte di Sawamura, tentativi di pace riusciti stabiliti da Sugawara, innumerevoli inchini di scuse eseguiti da Asahi, impeccabili rolling thunder di Nishinoya e un custode che si è dovuto letteralmente scannare per pregarli di uscire dalla palestra visto ormai l'orario - il capitano della Karasuno dichiara terminata quella sessione di allenamento giornaliera.
Tuttavia Kageyama e Hinata hanno deciso di occupare il campetto dietro la palestra per continuare i loro allenamenti, perché - a detta del Re Tiranno - con quei bagher così deboli persino un bambino riuscirebbe a fare breccia nella difesa di Hinata.
Certo, Hinata sarà anche migliorato parecchio da dopo la sua adesione al club di pallavolo della Karasuno, ma per ora i suoi punti di forza restano solo e ancora la sua velocità e i suoi salti; Kageyama lo sa che deve tirare fuori ancora un sacco di abilità da quel piccoletto: i prossimi tornei sono alle porte, quindi non c'è tempo da sprecare in simili sciocchezze come...
“Oooff!” Si lamenta Hinata massaggiandosi la guancia, diventata rossa a causa di una pallonata. Kageyama lo guarda a occhi sbarrati: stava andando tutto liscio finora e poi? La sua mente ci mette meno di un secondo a capire.
“Idiota! Che cosa ti avrebbe distratto stavolta?”
Ma Hinata lo sta ignorando, rivolgendo il viso verso altra direzione: una direzione dove il campo visivo mette a fuoco Sawamura e Sugawara intenti a scherzare tra loro mentre si incamminano verso casa e lo stanno persino facendo mano nella mano, incuranti di essere osservati da lontano.
E stavolta il pugno, sulla testa di Hinata, ci arriva per davvero.
“Ouch!”
“Finiamola qui.” Dichiara Kageyama, irritato da quella interruzione.
“Eh? Ma no, mi sono solo distratto un attimo. Non capiterà più!”
“Chiariamo una cosa: non sprecherò il mio tempo per uno che continua a distrarsi per un nonnulla! E adesso andiamocene a casa!” Il tono di voce di Kageyama pare non ammettere repliche, come al solito.
Ma Hinata non si muove di un millimetro; anzi, si gira dandogli le spalle, raccogliendo la palla e abbassando il mento pensieroso.
“Sei davvero un re egoista.” Mormora a bassa voce, ma udibile persino dalla distanza che Kageyama ha messo tra loro.
“Cosa?” Ringhia l'alzatore.
“Tutta la squadra è al corrente di qualcosa che noi non sappiamo, ma a te frega solo della pallavolo e quindi, sì, sei un re egoista.”
Kageyama vorrebbe non credere alle proprie orecchie e a quello che ha appena sentito, tuttavia basta lo sguardo terrorizzato che Hinata gli sta rivolgendo ora per capire che, da solo, Hinata ha appena realizzato di aver calcato troppo il discorso.
Sospirando si porta una mano ai capelli, grattandosi la cute, indeciso sul da farsi.
“Ok, va bene, ho capito. Allora cerchiamo di scoprire cosa è questa storia del papà e della mamma...”
Non fa nemmeno in tempo a finire la frase che Hinata gli sta già lanciando un'occhiata sorpresa e interrogativa: non ci vuole molto che Kageyama realizzi a cosa sta pensando.
“Si sta davvero interessando a qualcosa che non sia la pallavolo?”
Non sa se esserne lusingato o meno.
“Però davvero non saprei a chi chiedere.” Asserisce Tobio fingendo di distrarsi e guardando altrove.
“Oh, ma ho già fatto!” Gli risponde Hinata a muso ingenuo, colpendo Kageyama per la sua velocità nel trovare una risposta.
“E..?” Lo incalza Kageyama, trepidante della risposta: non se ne era accorto, a causa della velocità naturale di Hinata nel fare cose, ma il suo compagno di squadra sta reggendo il proprio cellulare in mano.
“Ho appena scritto a Kenma!”
“E gli hai scritto cosa?” Gli chiede domandandosi quando diavolo l'avrebbe fatto se c'è riuscito sotto il suo naso senza farsi accorgere di nulla.
“Gli ho chiesto se nella sua squadra ci sono due suoi compagni che si atteggiano a mamma e papà; avendo degli esempi da seguire ci verrà più facile capire cosa Tanaka-san e Nishinoya-san intendano.”
Kageyama si sente sempre più confuso, ma la curiosità sta prendendo così tanto il sopravvento che nemmeno si è accorto di essersi avvicinato e aver iniziato a sbirciare il display dello schermo dell'altro.
“Comunque ci vorrà tempo perché risponda.”
“Oh, no! Di solito ha sempre il cellulare sotto mano!” Esplicita Hinata e subito il suo dispositivo inizia a vibrare mostrando la risposta da parte di Kozume.


“Se ci fosse una mamma nella nostra squadra credo che quella sarebbe Yaku.”


Dopo aver letto la risposta Hinata e Kageyama prendono a fissarsi studiandosi l'un l'altro.
“Non ti ha detto nulla insomma.” Constata Kageyama rendendo ovvia l'evidenza.
“Aspetta! Fammi riprovare!” Gli risponde Hinata ostinato, prendendo a digitare velocemente sulla tastiera.


“E se ci fosse un papà chi sarebbe?”


“Mmm, Kuroo. Forse.”


Sia Hinata che Kageyama strabuzzano gli occhi, provando a immaginare le due persone coinvolte negli stessi atteggiamenti presenti in Dachi e Sugawara.
“Impossibile.” Esclamano di comune accordo, ma tentano lo stesso un ultimo tentativo.


“E fanno cose ambigue tra di loro? Come scambiarsi occhiate durante gli allenamenti o tornare a casa insieme mano nella mano?”


“Mai visto nulla del genere."


“Sempre chiaro e conciso.” Sbadiglia Kageyama: era sicuro che non avrebbero ottenuto uno straccio di risposta da quella conversazione.
Di tutt'altro avviso è Hinata che continua a strofinarsi il mento in cerca di una risposta.
“Ah!” Spalanca la bocca mentre colpisce con un pugno il palmo della mano.
“Cosa?”
Hinata solleva l'indice davanti a sé.
“Possiamo chiedere al Grande Re!”
Non sa perché, ma a sentire quel nomignolo vede Kageyama balzare indietro per poi abbassare il mento contro il petto e iniziare a guardarsi nervosamente attorno.
“Non credo sia una buona idea.”
“E perché? Oikawa-san mi da sempre l'impressione di sapere un mucchio di cose.”
Ma il volto dell'alzatore non accenna a distendersi; probabilmente Hinata nemmeno si rende conto dell'effetto che il capitano della Seijoh effettua su Kageyama: farsi aiutare da Oikawa-san, per poi ricevere una continua e costante presa in giro fino a quando vivrà, è decisamente fuori discussione.
“Fidati non è una buona idea e basta.” Tronca il discorso l'alzatore junior della Karasuno e il tono di voce utilizzato è sufficiente a far sì che Hinata rabbrividisca e accantoni quella assurda idea.
Tuttavia la sua curiosità rimane prorompente, soprattutto dopo esser sicuro di aver visto il capitano e Sugawara allontanarsi mano nella mano: Hinata sa di non avere grandi esperienze nei rapporti di squadra, poiché tutti sono al corrente che alle medie non ne aveva una vera e propria, ma quello che percepisce tra Sawamura e Sugawara è qualcosa che va ben oltre il rapporto che dovrebbe esserci tra semplici compagni di squadra, o almeno così crede.
Tuttavia, non avendo più motivi per trattenersi oltre, Hinata e Kageyama decidono di smettere di allenarsi, visto l'orario sarebbe anche ora, peccato che...
“Invece di sbattere la testa in questo modo perché non andate a chiederlo ai diretti interessati?”
Le iridi castane di Hinata incontrano esterrefatte quelle blu di Kageyama: entrambi si stanno chiedendo chi ha parlato, ma sanno che non può essere stato né l'uno né l'altro. Quando si girano in direzione della voce si scontrano con il metro e novanta di altezza di Tsukishima che, accompagnato dall inseparabile Yamaguchi, li sta squadrando dall'alto, annoiato come sempre e fresco di doccia.
“Tsukishima!”
“Da quanto tempo sei qui?”
Tsukishima inclina lo sguardo seccato verso di loro.
“Praticamente dall'inizio.” Risponde secco e Yamaguchi subito si sente in dovere di intromettersi nel discorso.
“Abbiamo sentito tutto da quando sei stato colpito con la palla.”
Ed è allora che Hinata si sente illuminato da un esplicativo raggio di sole: dopotutto Tsukishima è il novellino più intelligente della Karasuno, quello con l'occhio più lungo, che si accorge prima degli altri di determinate cose. Quindi, forse...
“Ehi, Tsukishima!” Lo chiama a bassa voce, avvicinandosi a lui, battendogli sullo stomaco con un gomito, manco fossero amici di lunga data, e tenendo Kageyama alle dovute distanze. “Scommetto che tu lo sai che cosa c'è tra Sawamura-senpai e Sugawara-senpai, vero? Perché non me lo dici?”
Prevedibilmente non ottiene alcuna risposta dato che Tsukishima non risponde, ma si allontana da loro in silenzio, lasciando ottenere a Hinata soltanto una battuta da parte di Yamaguchi.
Ma quando il piccoletto pensa che oramai non otterrà più uno straccio di delucidazione vede la schiena di Tsukishima arrestarsi.
“Ripeto: dovreste chiederlo ai diretti interessati.” Tsukishima si volta appena indietro, guardandolo di sbieco da sopra gli occhiali. "Non sono io a dovervi dare spiegazioni in merito."



Il giorno seguente, quando Hinata apre le porte della palestra, si rende conto di aver perso, anche quel giorno, la sua sfida mattutina con Kageyama.
Dell'intera squadra loro due sono sempre i primi ad arrivare e sanno che avranno a disposizione almeno una mezz'oretta prima che si presentino anche gli altri compagni della Karasuno.
“Vieni a darmi una mano con la rete.” Gli ordina Kageyama, lapidario già di prima mattina, e Hinata sa bene che è meglio non contraddirlo fin da subito.
Tuttavia, quella mattina, non è come le altre perché sa che c'è qualcosa su cui ha rimuginato per tutta la notte: quando è tornato a casa ha continuato a domandarsi a che tipo di rapporto possa esistere tra Sawamura e Sugawara e i suoi viaggi mentali hanno completamente deviato direzione fino a pensare come debba essere comportarsi così con Kageyama e ricevere le medesime attenzioni da lui. Dopotutto, da quando hanno aderito al club di pallavolo, sono diventati compagni di squadra a tutti gli effetti, riuscendo persino a mettere da parte l'astio iniziale in favore di un'intesa sempre più crescente, al punto tale che, se gli chiedessero chi è un suo compagno, il primo nome che gli verrebbe in mente di dire sarebbe proprio quello di Tobio Kageyama.
Certamente si è chiesto anche il perché, ma, niente da fare, lui rimane il primo della lista.
“Ok, ora agganciala a...” Kageyama non riesce a terminare la frase perché improvvisamente si ritrova la mano sinistra stretta nella destra di Hinata e non capisce perché questi gli stia tenendo la mano così saldamente, ma, a giudicare dal salto spaventato che ha fatto indietro e dalle scuse che sta blaterando una dietro l'altra, sembra già aver afferrato la situazione.
“Cosa..?” Lo tronca immediatamente e Hinata si zittisce all'istante.
“No, è solo che... mi stavo chiedendo...” Kageyama lo vede sfregare gli indici tra loro con aria decisamente nervosa. “Se ti tengo la mano non senti anche tu una sorta di Gwwwoooo! o Owwww!?”
“Ci stai pensando troppo.” Lo liquida Kageyama portando Hinata a calmarsi e a rabbuiarsi.
“Eh?”
“Il rapporto tra Sawamura e Sugawara, la parole di Tanaka, Nishinoya o Tsukishima... ci stai decisamente pensando troppo.”
Il mento di Hinata si abbassa contro il petto, portando gli occhi a fissare il pavimento.
“Forse... però, pensandoci, non mi dispiacerebbe avere quel tipo di rapporto con te...”
Lo sguardo di Kageyama si distoglie da lui, tornando ad occuparsi della rete rimasta ancora sganciata.
“Dobbiamo prepararci per il prossimo torneo, se vuoi concentrarti su qualcosa fallo su quello.”
Cala un silenzio imbarazzato nella palestra: uno di quelli dove una parola di troppo sarebbe osare - e il momento in sé è già diventato così particolarmente problematico -, al punto tale che Hinata si rende conto sia meglio dare ascolto a Kageyama e preparare il campo prima che arrivino gli altri. Tuttavia, non appena si gira di schiena per andare dal lato opposto della rete, qualcosa lo blocca sul posto: è la mano di Kageyama che lo ha afferrato di colpo, insieme a una espressione spaventosamente indecifrabile sul volto.
“C-Cosa?” Ripete, terrorizzato da quel viso e dalle mille paranoie che gli stanno attraversando la mente.
Di colpo Kageyama lo lascia andare finendo per diventare pensieroso.
“Niente, solo che... è piacevole.” Mormora fissando ancora la propria mano, con la quale lo ha stretto, mentre Hinata lo guarda attonito.
“La pallavolo che gioco con te è piacevole, essere tuo compagno di squadra è piacevole, persino passarti la palla è piacevole.” Kageyama si morde le labbra. “Stare con te è piacevole.”
E ora gli occhi di Hinata sono uguali a quelli di un pesce palla.
“Ah, anche io!” Si sente in dovere di puntualizzare, gesticolando esageratamente con le mani. “Voglio dire, le tue alzate sono sempre così perfette che non mi devo nemmeno preoccupare di guardare la palla; prima non avevo nessuno che mi alzasse la palla in questo modo, ma ora ho te. E ogni volta che la colpisco mi sembra di fare Boooomm! dentro di me. E la cosa più bella è realizzare che a fare punto siamo stati noi due insieme, e...” Grazie a quello sproloquio Hinata si rende conto che Kageyama lo sta puntando impassibile come sempre. “Mmm, è meglio tornare a sistemare la rete, vero?”
Neanche aspetta una risposta che già si sta incamminando, di nuovo, verso il lato opposto del campo.
“Stanno insieme.”
Uno o due passi ancora ed è l'ennesimo stop.
“Eh?”
Kageyama sposta il viso di lato, scrutando un punto lontano e distante che non sia Hinata.
“Il capitano e Sugawara, intendo. Ho incontrato Suga-san ieri sera alla fermata dell'autobus e gliel'ho chiesto. Stanno insieme. Questo è il loro segreto noto a tutta la squadra.” Rimembra Tobio, ricordando la fatica fatta per avere spiegazioni da parte del senpai a causa della sua incapacità ad esprimersi. Poi, quando i suoi occhi tornano a posarsi su Hinata, nota la sua espressione esterrefatta e la bocca spalancata.
“Insieme? Intendi insieme insieme?”
Portando una gamba in avanti e un braccio piegato a pugno dritto davanti a sé - e se avesse avuto una palla tra le mani, forse, gliela avrebbe anche lanciata dritta in testa - Kageyama gli ringhia contro.
“In che altro modo la intendi la parola insieme?”
Un balzo indietro porta Hinata a porre la dovuta distanza di sicurezza.
“Beh, è stata una rivelazione così improvvisa, cioè...” L'esca della Karasuno si fa pensierosa e inizia a scuotere vigorosamente la testa. “Chi se lo aspettava che tra Sawamura e Sugawara ci fosse quella relazione? E tu sei stato anche più veloce di me a scoprirlo, e...”
Vede Kageyama portare entrambe le mani ai fianchi, guardandolo dall'alto con la sua aria di sufficienza.
“Puoi dirlo di nuovo adesso?”
“Eh?”
Kageyama sbuffa al limite della pazienza, prendendosi giusto quei secondi di concentrazione atti a far sì che anche un idiota come Hinata possa capire.
“Avere quei atteggiamenti con me... puoi dirlo di nuovo adesso?”
“Ci sarebbe qualcosa di male?”
La risposta arriva così pronta e repentina che Kageyama si sente basito da quanto possa essere stata fulminea e chiedersi se Hinata abbia colto davvero la palla al alzo è la prima cosa a cui pensa.
E credeva di averlo solo pensato, ma la stramba posizione di difesa assunta da Hinata sembra far intendere il contrario.
"Non è quello che ti ho chiesto, dannazione!"
Hinata giurerebbe di sentirsi la rimbombante voce di Kageyama nelle proprie orecchie e nel proprio cervello; ma, abbandonata la postura difensiva, decide di farsi serio, assumendo quella serietà che sembra attribuirsi solo quando scende in campo.
“Penso che... non mi dispiacerebbe.”
Terminata quella frase Hinata avverte le rotelle del proprio cervello mettersi in funzione, incastrando gli ingranaggi, realizzando ciò che forse avrebbe dovuto capire già da prima, quando Kageyama gli ha reso noto che era piacevole.
Forse, e sottolinea mentalmente la parola forse, anche Kageyama prova le sue stesse sensazioni quando giocano insieme a pallavolo; al punto tale che frequentarsi, dentro o fuori la palestra, è diventato parte di una routine giornaliera in cui entrambi si sentono pienamente a loro agio.
“Aspetta! Tu..” Gli grida incredulo. “Tu saresti d'accordo?” Quando avrebbero superato la soglia della normale amicizia tra due compagni della medesima squadra, poi? Forse il processo è stato così naturale da risultare impercettibile da capire.
Lo vede portarsi una mano al collo, strofinandolo pensieroso e imbarazzato.
“Penso che non mi dispiacerebbe.” Ripete lentamente, imitando la stessa risposta data da Hinata pochi istanti prima.
“Ma... ma... stare insieme vuol dire tenersi per mano, abbracciarsi, baciarsi e forse qualcosa di più. Non sappiamo nemmeno se tra noi potrebbe funzionare.” Hinata abbassa gli occhi imbarazzato. “Davvero ti andrebbe bene?” Sussurra quasi con imbarazzo ora che quella prospettiva potrebbe diventare realtà.
La risposta giunge così veloce da lasciare Hinata senza fiato.
“Non mi pare di essermi mai mostrato contrariato dalla cosa.” Allude Kageyama, riportando alla luce tutte le volte in cui tra di loro c'è stato uno scontro fisico, voluto o meno, cercato o no.
Hinata lo guarda deglutendo; non sa spiegarsi perché, ma questo Kageyama, così risoluto e calmo, è decisamente più inquietante della sua versione perennemente scontrosa; pur tuttavia sa di aver sempre invidiato quella maturità con cui Kageyama ha sempre dato sfoggio nell'affrontare situazioni completamente nuove, sebbene la sua parte irrazionale e irascibile sia sempre lì per lì pronta ad uscire fuori.
Gli viene persino in mente un qualcosa di improponibile, una sorta di prova che aiuterebbe a concretizzare ciò che dentro di loro stanno sentendo, tuttavia...
“Forse dovremmo iniziare con un bacio?”
Non ci crede nemmeno Hinata ad averlo detto sul serio, soprattutto considerando quanto poco ci mette Kageyama a dare di matto: con lui l'uso delle parole è sempre troppo!
Improvvisamente si sente stringere una spalla con forza, mentre l'ombra alta 1.80 cm di Kageyama si eleva sopra di lui. Lo sguardo del moro, perennemente accigliato e intimidatorio, è permeato da un sorriso di sfida.
“Non ti sognare nemmeno di fuggire adesso.”
Ma Hinata non mostra alcun segno di cedimento; dopotutto non è mai esistito un momento dove abbia fatto un passo indietro verso una sfida lanciatagli da Kageyama: al contrario lo fissa nel medesimo modo, sebbene dentro di sé avverte il cuore battere a mille.
Decide di chiudere gli occhi per concedersi un aiuto - e chiudere gli occhi gli è sempre stato d'aiuto, a ben pensarci - nel frattempo che la mano, con cui Kageyama gli sta stringendo la spalla, si sposta fino alla sua guancia, posandosi su essa completamente aperta nella sua lunghezza, rivelandosi grande esattamente come ha sempre pensato; deve esserlo per forza visto con quanta precisione riesce a toccare una palla fino a dargli la direzione voluta.
Mentre continua a mantenere gli occhi chiusi avverte il fiato di Kageyama posarsi vicino alle sue labbra, cosa che lo porta a irrigidirsi ancora di più e a dischiudere la bocca inconsciamente.
"Taci!"
"Non ho detto niente!" Si difende Hinata spalancando le palpebre: che cosa ha fatto di male ora che non si è mosso nemmeno di un millimetro? A guardarlo meglio, però, Kageyama sembra teso esattamente come lo è lui, data l'espressione terribilmente tesa che ha assunto il suo viso.
"Non me ne importa! Taci!" Ripete furibondo Kageyama e Hinata inizia a muovere le braccia agitato, blaterando cose talmente incomprensibili che nemmeno impegnandosi si riuscirebbero a tradurre.
La tensione del momento è talmente troppa che Kageyama lo afferra per la maglietta e lo trascina a sé senza pensarci, portandogli una mano sotto al mento per agevolarlo a sollevare il viso e gli tappa la bocca. Non è esattamente il bacio che i due si sarebbero immaginati come primo bacio, ma un contatto diretto tra due labbra è pur sempre un bacio, no? Quando realizzano che lo stanno davvero facendo, aprendo gli occhi all'unisono e trovandoseli a pochi millimetri l'uno dall'altro, entrambi compiono un salto indietro, increduli di ciò.
Hinata è il primo a portarsi due dita alle labbra per toccarle perplesso e osservando Kageyama potrebbe dire persino lo stesso.
"Un bacio! Quello era davvero un bacio? Cioè io e te ci siamo davvero baciati?" Sproloquia esagitato e Kageyama non sembra da meno, seppure a modo suo.
"Che cos'altro doveva essere, idiota?"
Hinata si porta le mani alle guance, scoprendole calde al solo ricordo di quel breve contatto caldo e morbido. Certamente da adolescente qual è si è sempre chiesto come sarebbe stato, ma di certo non se lo immaginava così. Quando ritorna in sé nota che Kageyama ha già ritrovato la sua tipica compostezza invitandolo a riprendere la sistemazione della rete e iniziando ad agganciarla al palo che dovrebbe sorreggerla. Tuttavia Hinata avverte un senso di frustrazione dentro di sé, come se avesse lasciato qualcosa a metà appena iniziato, perciò solleva una mano verso una delle maniche della felpa di Kageyama, stringendola tra il suo pugno per ottenere nuovamente la sua attenzione.
"Ti va davvero bene così? Cioè..." Lo guarda speranzoso, invitando Kageyama a capire senza doversi dilungare troppo a parole e Kageyama lo studia attentamente per qualche secondo; inclinando il mento si lascia andare ad un sospiro di esasperazione e rassegnazione.
"Va bene." Risponde semplicemente e Hinata non riesce davvero a crederci: quella mattina ha sfidato il fuoco fin troppe volte e ancora è del tutto illeso.
Kageyama sembra comprendere benissimo cosa gli passa per la testa.
"Non guardarmi così. Quando ti metti in testa qualcosa diventi così insistente che non c'è modo di tenerti a freno fino a che non l'hai ottenuta. E poi immagino che anche coi baci serve pratica prima che siano perfetti."
Hinata gli sorride contento, divertendosi al pensiero di quanto, per Kageyama, tutto ruoti attorno alla pallavolo, ma d'altronde se lo è voluto scegliere lui così, pertanto rimane di nuovo immobile aspettando che Kageyama compia lo stesso identico gesto di prima. Non sa se è rosso in faccia come immagina, non sa quanto tempo Kageyama si è preso per osservarlo prima di chinarsi nuovamente verso di lui, non sa che espressione stia facendo in quel determinato momento, sa solo che le loro labbra sono tornate a unirsi nuovamente e se prima il tocco era stato più feroce, ma meno spinto, questo è decisamente più lento e sensuale al punto tale che aprire la bocca è la prima cosa che fa d'istinto permettendo così a Kageyama di insinuarsi più a fondo, di esplorare la sua bocca con la lingua, lasciando modo di toccargli le gengive e i denti.
Aprendo nuovamente gli occhi vede che quelli di Kageyama sono già aperti e concentrati su quello che sta facendo: si sta aiutando tenendogli ferma la testa con le mani e non accenna a smettere di muovere la bocca fino a quando non è Hinata per primo a staccarsi per riprendere fiato. Vorrebbe persino dirgli qualcosa, ma Kageyama lo blocca posandogli una mano sul capo, scompigliandogli un poco i capelli.
"Ne riparleremo dopo l'allenamento, ok?" Asserisce fissando l'orologio a muro posto sulla parete vicino agli spalti: il tempo a loro disposizione per restare da soli è terminato e presto gli altri membri del club potrebbero fare la loro comparsa; ed è davvero questione di pochi secondi prima che le porte della palestra vengano spalancate da un Tanaka più sorridente che mai.

La palla vola in alto, lanciata a parabola sopra la testa di Hinata e distante dalla rete, in una direzione studiata e voluta. Hinata salta in aria, roteando il braccio destro all'indietro, per poi colpirla e schiacciarla al di là della rete come una mina potente; nel momento stesso in cui tocca terra subito si alza in volo per esultare verso Suga-senpai.
"Wooooo!"
Sugawara si precipita subito da lui per schiacciargli un doppio cinque altamente entusiasta; doppio cinque che viene ricambiato con lo stesso trasporto e la stessa medesima forza e, alla fine, Hinata si ritrova costretto a chinare il capo per lasciarselo accarezzare dalla mano del senpai come è sua consuetudine fare.
"Allora? Come era quella alzata?" Gli domanda Sugawara mentre scompiglia i capelli rossicci di Hinata, già arruffati di suo.
"Era fantastica!" Gli risponde estasiato. "Era così morbida e facile da colpire, ma al tempo stesso dovevo stare attento a prendere bene la mira per non far schiantare la palla contro la parete." L'ottimismo di Sugawara è un contagio per tutti, soprattutto per Hinata che è tra i primi ad esserne affetto.
"Facciamo del nostro meglio alla prossima partita, ok? Così da non deludere Kageyama." Gli confida Sugawara chinandosi un poco verso di lui - contribuendo a far salire ulteriormente l'entusiasmo - prima di liquidarlo con un colpetto di incoraggiamento sulla spalla per poi raggiungere Sawamura e affiancarsi a lui. Hinata rimane a osservarli in silenzio dopo aver raccolto la palla da terra: i due si stanno scambiando parole e risatine tra di loro, impercettibili agli altri a causa della loro lontananza dal campo.
Al di là del suo carattere irruento Hinata è uno che sa osservare quando ci si mette d'impegno; qualcosa gli dice che quel momento è uno di quei momenti e vorrebbe anche capirci di più se Nishinoya non gli avesse saltato in groppa sulle spalle, facendolo vacillare su due piedi.
"Allora, Shou-chan! Sei riuscito a capire il perché Daichi e Sugawara vengono chiamati papà e mamma?" Gli domanda guardandolo dritto negli occhi; Hinata abbassa il mento sulla palla, ripensando a ciò che ha imparato da Kageyama e da ciò che si sono scambiati prima che iniziassero gli allenamenti. Certo, ha ancora la testa in confusione, ma ammette che alcune cose ora gli appaiono più chiare e limpide di prima.
"Perché tra loro c'è un legame speciale, che va oltre l'essere semplici compagni di squadra..." Asserisce guadagnandosi le occhiate complici e soddisfatte da parte del libero. "Però non mi è del tutto ancora chiaro come mai li chiamate così."
"Papà e mamma sono dei soprannomi." Pronuncia Asahi dietro di loro: l'asso della squadra deve aver sentito tutto quanto e ora sta tentando di inserirsi timidamente nel discorso grattandosi i capelli lievemente a disagio. "Dopotutto Daichi ha un carattere severo, ma giusto come un papà; mentre Suga è l'unico che sa come prenderlo e calmarlo, esattamente come una mamma. Per questo tutta la squadra li chiama, affettuosamente, così."
Dopo aver liberato le spalle di Hinata, Nishinoya non può fare a meno di saltare in groppa a quelle di Asahi.
"E allora di te cosa mi dici? Vuoi essere il fratellone della squadra con questo tuo modo di fare?" Gli grida esaltato, mentre il povero Asahi tenta di liberarsi da quella morsa, pregandolo come è suo solito fare. Hinata ancora fatica a credere come sia possibile che l'asso della loro squadra venga piegato da un ragazzo che, per giunta, è persino più basso di lui. Guardandoli attentamente si rende persino conto che anche loro due stanno sempre attaccati; della serie: dove c'è Asahi c'è anche Nishinoya, e viceversa. Rimuginando su questo avverte la bocca corrucciarsi e il viso farsi pensieroso, gli sembra persino di avere un deja-vu al giorno prima, ed è con la coda dell'occhio che nota Tanaka, quasi al suo fianco, guardare il libero e l'asso grattandosi il mento con aria soddisfatta.
"Da bravo zio della squadra quale sono non posso che approvare." Mormora pieno di sé e le orecchie di Hinata ci mettono meno di un secondo a tendersi e ad allungarsi verso quelle parole. Dentro di sé inizia persino ad agitarsi.
"Aspetta! Ma allora cose come queste sono facilissime da notare?"
D'istinto si gira indietro, dove qualcosa gli dice che incrocerà lo sguardo severo e altero di Kageyama pronto a rimproverargli l'ennesima distrazione.
"Kageyama!" Grida incredulo. "Tu pensi che..." Non riesce nemmeno a terminare la frase che il palmo di quest'ultimo gli preme sulla bocca, ammutolendo del tutto.
"Mpfh!"
"Dopo l'allenamento." Gli risponde Kageyama, risoluto come solo lui sa essere durante un allenamento o una partita.
"Ma ancora non ho detto niente!" Si lamenta Hinata sottraendosi a quel silenzio imposto balzando all'indietro; tuttavia per le gambe lunghe di Kageyama è un gioco da ragazzi accorciare nuovamente la distanza e portarsi ancora a un palmo dal suo naso. Stranamente Hinata non ne ha paura stavolta e non può che dare la colpa alla bocca di Kageyama e a come si è poggiata sulla sua esattamente un'ora prima.
"Ne parleremo dopo l'allenamento, ho detto. Ora..."
"Interessante!"
Il moderato tono di voce usato da Daichi-san è sufficiente a far sì che Kageyama tace e che entrambi spostino la loro attenzione verso il loro capitano notando come la sua pacatezza sia in realtà tradita da una vena in fronte pronta a gonfiarsi.
"Sono curioso anche io del motivo che vi distrae così tanto oggi. Perché non me ne parlate? Non vorrete lasciare il vostro capitano all'oscuro."
"C-capitano!" Tremano Hinata e Kageyama all'unisono, piegando le loro schiene in segno di scuse; forse sono ancora in tempo ad evitare una chissà quale punizione. Oltre le spalle di Daichi, Hinata vede Sugawara parlargli sottovoce gesticolando frasi che non riesce a comprendere.
Fortunatamente è Kageyama a inchinare il busto per primo, blaterando una serie di scuse atte a far sì che il capitano della Karasuno decida di quietarsi e allontanarsi; con la coda dell'occhio Hinata vede il senpai Sugawara fare loro il segno della vittoria e sorridere compiaciuto, e ora che il pericolo è stato scampato non possono che afflosciarsi e tirare un sospiro di sollievo.
"Kageyama?" Lo chiama Hinata dopo poco, mentre l'alzatore è intento a strofinarsi la fronte per lavare via il sudore. Kageyama lo guarda, ma non gli risponde: non lo dirà mai, però si sente in soggezione poiché Hinata lo sta fissando intensamente, come quando è concentrato è su qualcosa.
"Dopo l'allenamento allora, ok?" Gli dice e senza aspettare risposta si precipita da Asahi che pare lo stia chiamando in campo.
"Quante volte me lo vuoi far ripetere?" Risponde Kageyama pur sapendo di non poter essere sentito, prima di raggiungere il senpai Sugawara e allenarsi con lui nelle alzate.


 
   
 
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