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Autore: shinepaw    23/06/2017    1 recensioni
Bella e Leya stanno finalmente insieme, ora che quest'ultima ha deciso di restare. E vissero felici e contente? Tra un rivale agguerrito, proposte speciali e un passato ancora non lasciato completamente alle spalle, il lieto fine si prospetta - non solo per loro! - lontano... se non irraggiungibile!
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Sequel di Juliet & Juliet.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Keeping Love Again'
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Ian's point of view

Il parco è tristemente deserto a quest'ora del mattino. Potrei anche svegliarmi più tardi, fare colazione a casa e andare direttamente a scuola, tuttavia le abitudini sono dure a morire. D'altronde il lupo perde il pelo ma non il vizio e per un po' ho continuato a fermarmi ad osservare Liam parlare con i fiori.

È così bello... e dolce... e gentile... e guardarlo ogni giorno non mi fa per niente bene, sapendo che ha il ragazzo. Perciò ho iniziato a trascorrere il mio tempo qui, al posto di torturarmi con un amore non corrisposto.

Mi siedo contro il tronco di un albero, sospirando. Da quando ho fatto la spiacevole scoperta non ho più ispirazione. Le mie foto sembrano tutte uguali, piatte, prive di vita. Nulla cattura più la mia attenzione.

Non molto lontano da me c'è un ragazzo seduto su una panchina che sta parlando a voce troppo alta, almeno per i miei gusti.

- Amore! - continua a dire, facendomi sentire ulteriormente depresso... e anche un tantino irritato. Perché deve sventolare in faccia a tutti che sta parlando con la sua ragazza?

- Ugh - sbuffo, appoggiandomi al tronco e reclinando il capo.

- No! Amore, torna qui! - strilla il tipo. Io riesco solo a vederlo inciampare nei miei piedi e spiaccicarsi sull'erba. Mi alzo, sbigottito.

- Ehi... ehi, stai bene? - chiedo, avvicinandomi. Lo sconosciuto alza il capo e sputacchia l'erba. Tra le mani stringe... un topo obeso?!

- Sto bene - farfuglia, lasciando la presa sul topo ciccione e tirandosi a sedere.

- Sicuro? - insisto, studiandolo in cerca di graffi o contusioni. Non ha niente, in apparenza, se non i capelli castani chiari arruffati.

- Sicurissimo! - esclama, esibendo un sorriso così luminoso da accecarmi peggio del flash della macchina fotografica.

Ha i capelli arruffati e un sorriso... molto bello. Anche i suoi occhi sono belli, castani rossicci. È... carino.

- Amore? - chiedo per scacciare pensieri inopportuni, inarcando un sopracciglio.

- È una lunga storia - esala, passandosi una mano fra i capelli. Abbasso lo sguardo: attraverso lo strappo dei suoi jeans noto che ha un ginocchio sbucciato e sanguinante.

- Ho tempo - ribatto. - E tu stai sanguinando.

I suoi occhi seguono i miei.

- Oh mio Dio - dice, impallidendo. - Scusa, il sangue mi fa senso.

- Dovrei avere dei cerotti - replico, sopprimendo un sorriso intenerito. Questo ragazzo, questo sconosciuto... è davvero carino. - Ce la fai a camminare fino alla panchina?

- Certo - sbuffa, offeso. Eppure, dopo aver sistemato il topo in una grande tasca centrale nella felpa, non rifiuta la mano che gli tendo.

Meno male che nello zaino tengo sempre una piccola cassetta del pronto soccorso. Ci sediamo sulla panchina.

- Allunga la gamba sulle mie - ordino, sforzandomi di utilizzare un tono neutro. Non riesco però a fare a meno di avvampare lievemente quando obbedisce.

È una sbucciatura di medie dimensioni, per questo sanguina. Vi applico sopra un po' di disinfettante e poi un cerotto.

- Allora... Amore? - chiedo di nuovo. Arrossisce.

- Dobbiamo proprio parlarne qui... in questa posizione? - domanda, imbarazzato. Ci spostiamo nel bar dove di solito faccio colazione, quello di fronte al negozio di fiori.

- Non ho mai visto una persona andare in giro con un topo nella felpa - commento, imponendomi di non sbirciare fuori dalla vetrata.

Non cercare Liam... non cercare Liam...

- Non è un topo! - esclama lo sconosciuto carino, indignato. - È un cincillà.

- E si chiama Amore?

- Era un regalo per la mia ragazza... ero davanti alla porta di casa sua quando mi ha scaricato con un messaggio. Volevo riportare questa palla di pelo al negozio di animali... ma non ho avuto cuore di farlo. Perché è un amore - spiega, sospirando. Ha poggiato Amore sul tavolo e la accarezza sul capo. - Oh, giusto. Mi chiamo Caleb.

Allunga una mano e io gliela stringo. È estremamente delicato.

- Ian.

~~~

- Buongiorno, Ian!

- Ciao, Caleb.

- E Amore? Lei non la saluti?

Abbozzo un sorriso. Da qualche settimana non sono più solo al parco: c'è questo ragazzo che parla troppo forte con il suo cincillà a farmi compagnia.

- A proposito di Amore...

- Hm?

- Mi piacerebbe farle delle foto. Sai, per la scuola. Sarebbe un soggetto assai inusuale. E originale. Se sei d'accordo, ovviamente.

- Woah, davvero? Ma certo! - risponde Caleb con entusiasmo. - Amore, da oggi sei una modella!

Scoppio a ridere, sistemandomi la macchina fotografica al collo.

- Iniziamo oggi, ti va?

~~~

- La prima volta che ti ho sentito parlare con Amore, credevo fossi al telefono con la tua ragazza. Eri estremamente irritante - dico, mentre il paffuto roditore di Caleb si arrampica su di me e poi si fa un pisolino sul mio stomaco. Non avrei mai creduto di poter andare così tanto d'accordo con un cincillà.

- Ah sì? Perché? - domanda pigramente il suo padrone. Abbiamo iniziato a vederci anche dopo scuola.

- Avevo appena scoperto che la persona di cui ero innamorato stava già con qualcuno! E tu mi stavi sbattendo in faccia la tua felice vita sentimentale! - esclamo, facendolo sghignazzare. La sua risata è estremamente contagiosa e un secondo più tardi scoppio a ridere anch'io. - Non ridere, scemo! Sveglierai Amore!

- E lascia che si svegli - ribatte, esibendo quel sorrisetto che gli fa comparire una fossetta sulla guancia sinistra. Quel dannato sorrisetto. - Le piaci, non andrà da nessuna parte. Stava correndo da te il giorno in cui ci siamo scontrati.

Avvampo, perché nella mia mente s'è insinuato il pensiero che forse Caleb mi piaccia.

~~~

- Davvero è okay che resti qui con me e salti le lezioni?

- Sì. Non ho mai fatto un'assenza durante tutto l'anno... nessuno morirà se per una volta non mi presento.

- Ma perché?

Perché desidero disperatamente passare più tempo possibile con te!, è ciò che vorrei dirgli.

- Così - rispondo, stringendomi nelle spalle. - Non ho molta voglia di andare a scuola.

Lui mi osserva attentamente, quasi cercasse di capire se stia mentendo. E io gli scatto una foto.

- Cos'hai fatto?!

- Niente, avevi un'espressione scema e ho voluto immortalarla.

- Era un'espressione totalmente normale!

- Era scema.

- Stronzo - borbotta, avvampando lievemente. In verità la sua espressione non aveva nulla di sciocco. Proprio nulla. È solo che non sono riuscito a trattenermi.

Ultimamente nella mia macchina fotografica sono comparsi un sacco di scatti raffiguranti Caleb: Caleb che gioca con Amore, Caleb che dormicchia contro il tronco del nostro albero preferito, Caleb che beve il caffè, Caleb che ride.

- Non dovresti cambiare soggetto? O tieni Amore per tutto l'anno? - mi ha chiesto, un giorno.

- No, alla mia professoressa piace - ho risposto. Era una mezza bugia. Mezza, perché alla mia professoressa Amore piaceva un sacco e mi aveva incoraggiato a continuare con il mio progetto. Ma la verità... la verità era che volevo una scusa per continuare ad includerlo negli scatti e fotografarlo di nascosto.

Ho smesso di pensare a Liam. Il giorno in cui mi son trovato a riguardare le foto fatte a Caleb nel giardino di aquilegie del nonno, ho capito che non potevo più fingere di non provare per lui qualcosa di più dell'amicizia.

~~~

Mi fermo davanti all'entrata del negozio di fiori. Liam è dietro il bancone e guarda fuori con aria distratta. Il cuore mi batte così forte nel petto che credo stia per uscirmi dal petto. Prendo un respiro profondo ed entro.

- C-ciao - balbetto, incrociando i suoi dolci occhi castani per una frazione di secondo, prima di abbassare lo sguardo.

- Oh, ciao, Ian - replica, sorpreso. - Come stai?

- B-bene... io... posso avere una margherita?

- Certo.

Mi dà il fiore e io lascio sul bancone i soldi. Sono giusti, non un centesimo di più, non uno di meno.

- G-grazie... buona giornata - farfuglio, uscendo.

- Anche a te - lo sento dire alle mie spalle.

Sono così nervoso! Vado al parco e mi siedo sull'erba, vicino al solito albero.

- M'ama... non m'ama... m'ama... non m'ama...

Quando arrivo all'ultimo petalo, una voce familiare mi fa sussultare.

- E la risposta finale è...? È quella che ti aspettavi, Ian? Sei soddisfatto? - chiede Caleb, sulle labbra solo un'ombra del suo consueto sorriso.

- M'ama - bisbiglio, arrossendo.

Non può essere vero.

- Che fortuna - commenta, forzando un mezzo sorriso. - Per chi stai interrogando i fiori?

- ... guarda - mi limito a rispondere, imbarazzato, porgendogli la mia macchina fotografica. Lui scorre lentamente le foto.

- Lo sapevo - mormora. Per un attimo temo che mi spezzi il cuore. E se la margherita si fosse sbagliata? Ha sbagliato tante volte, con Liam.

- Lo sapevi? - domando con voce strozzata. Non credo di poter sopportare di ritrovarmi un'altra volta con il cuore in frantumi.

- Sì. Aspettavo che facessi il primo passo, che dicessi qualcosa... perché provo lo stesso per te da quando sei comparso al parco, da prima che ci conoscessimo.

Avvampo. Caleb... prova lo stesso per me?

S'inginocchia e mi prende il viso tra le mani.

- Ti amo - sussurra, prima di baciarmi. Rispondo timidamente al bacio.

La margherita non si è sbagliata. Mi ama.

~~~

- Ciao - dico, entrando. Liam alza il capo.

- Oh, ciao. Margherita?

- No. Vorrei una rosa, per favore. Una rosa rossa - rispondo, senza balbettare. Mi lancia un'occhiata sorpresa.

- O-oh, oh, certo! Subito!

Mi porta la rosa che gli ho chiesto in men che non si dica e io pago.

- Grazie mille. Buona giornata, Liam.

- Buona giornata, Ian - replica, prima che esca. Caleb esibisce quel suo dannato sorrisetto che adoro quando mi vede. Dalla tasca centrale della sua maglietta sbuca la testolina grigia di Amore.

- Ehi, piccolo - mi saluta, baciandomi una guancia. - Per me?

- Scherzi? È per Amore, ovviamente - sbuffo, senza dargli la rosa.

- Quindi per me - ribatte, sornione.

- Scemo - rido, e lui mi bacia.

A volte l'Amore unisce nei modi più bizzarri.

-

Note dell'autrice:
e con questo capitolo vorrei ringraziare coloro che tanto hanno insistito perché dessi un lieto fine a Ian. Poche sono le storie che si possono evitare di raccontare, e di sicuro quella di Ian non rientra tra queste. Quindi grazie! Grazie, pasticcini. Con questo capitolo Juliet & Juliet 2 si conclude. Siete pronti a seguire le avventure del caro Brook? Baci
   
 
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