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Autore: addict_with_a_pen    24/06/2017    1 recensioni
Se dovessi descrivermi con una parola, direi bocciolo, un fiore chiuso non ancora pronto per aprirsi e mostrarsi al mondo, poiché tutti chiusi e nascosti si sta così bene che non ho alcuna fretta di sbocciare. I fiori sono così fantastici, meravigliosi e ricchi di significati che non vedo come una singola persona sulla faccia della terra possa non amarli, ma apparentemente questa mia ammirazione non è vista di buon occhio da nessuno, soprattutto quando sei un ventiduenne introverso che ha finalmente realizzato il suo improbabile sogno di una vita. Ebbene sì, sono un fioraio, e la cosa mi riempie di orgoglio e gioia indescrivibili.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brendon Urie, Ryan Ross
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Piccola nota inutile*
Sono riuscita a ricavarmi un pochino di tempo nel marasma maturità perché, reduce dalla seconda prova (catastrofica) di cinque ore e mezza, ho deciso che volevo prendermi una mini pausa dallo studio almeno la sera.
Piccolo avviso: se questo capitolo “non va in porto”, lascio la storia qui. È inutile continuarla, accetto il fallimento ahaha.
Vi auguro comunque buona lettura :* :*
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“E invece sai che le calle si regalano quan-”
“Quando una donna si sposa o quando c’è un battesimo. Sì, lo so.”
“Ti odio...” E non posso far altro che scoppiare a ridere.
Un’altra settimana è passata, i miei fiorellini si sono ripresi, le rose non hanno più bruchi e il “mio” girasole ha passato un giorno sì e l’altro pure nel mio negozio. Non capisco, non riesco davvero a capire cosa ci trovi di così tanto speciale nel mio negozio, ma non posso che essere incondizionatamente grato a questo qualcosa che per minimo un’ora al giorno lo ha portato a stare qui con me.
Un giorno perché voleva annaffiare, un altro perché voleva imparare a fare i mazzi, un altro ancora perché doveva portarmi dei semi da piantare e oggi perché ha trovato un “libro super meraviglioso”, come detto da lui, con tutti i significati dei fiori e le occasioni in cui regalarli. Il fatto è che gran parte della mia vita l’ho passata, o forse sprecata, a studiare il linguaggio dei fiori, così che questo libro mi è… inutile.
“Insomma! Ci ho provato, mostrami un minimo di gratitudine!”
“Va bene, grazie mille Brendon.”
Ma per lui non posso che fingermi felice e grato di sentire notizie e curiosità riguardo ad azalee, lillà e gardenie.
“Scommetto che prima o poi troverò un fiore di cui non sai nulla…”
“Questo è da vedere!” Dico col sorriso e sentendo quel delizioso calore nello stomaco che mi fa sciogliere dalla gioia.
Sembro quasi più “umano”, più estroverso, socievole e simpatico da quando lo conosco e ancora non sono riuscito a capire se sia un bene o un male: non è nel mio carattere, io non sono fatto così, non mi riconosco più.
“Ah!” urla a un certo punto facendomi sobbalzare “Trovato!”
“Ovvero?” Lo incito io, convinto già di sapere la risposta qualunque sia il fiore.
“La fresia è uno tra i fiori più usati per-”
“Esprimere fascino e mistero quando si vede una persona di cui non si conosce l’identità ma che ti ha…” mi schiarisco la voce “…incantato.”
Passano alcuni istanti di silenzio in cui mi chiedo cosa mai abbia fatto di sbagliato stavolta, e poi scoppia a ridere.
“Wow fiorellino, hai vinto!” dice chiudendo il libro e poggiandolo sul bancone “Sai veramente tutto, mi arrendo!” aggiunge col sorriso, tirando su le mani in segno di resa e sedendosi sul bancone accanto al libro.
“Ho passato praticamente tutti e ventidue gli anni della mia vita a contatto coi fiori, concedimi di saperne più di tutti almeno in questo ambito.” Dico con un sorrisino sulle labbra che, visto lo sguardo sconvolto con cui mi sta fissando, non può che scomparire all’istante.
“Hai ventidue anni?”
“Umh… s-sì?” balbetto titubante “Perché?”
“Ah! Sono più piccolo di te, chi l’avrebbe mai detto?”
Già, chi l’avrebbe mai detto? Mai mi sono posto il problema dell’età di Brendon, dando per scontato che avesse la mia stessa età o forse un anno in più, ma a quanto pare ho sbagliato completamente.
“Quanti anni hai…?”
“Venti appena compiuti!” dice con la faccia da scherzo puntandosi le mani sui fianchi “Ero davvero convinto che tu avessi… che so, diciannove o addirittura diciotto anni, non ventidue di sicuro.”
“Non so se offendermi o prenderlo come un complimento…” Dico con una risatina nervosa grattandomi la testa mentre sento le mie guance cominciare ad andare a fuoco.
“Complimento tesoro, vuol dire che dimostri meno anni di quelli che hai, è un bene.” Balza giù dal bancone e me lo ritrovo a due centimetri dal naso, così che stavolta tutta la mia piccola parte estroversa e socievole scompare all’istante e la classica metà timida fa la sua comparsa.
“E tu invece? Quanti anni mi davi?”
“Umh…” E questa è la mia risposta.
Sento i suoi occhi scrutarmi e passarmi da parte a parte così che, anche se vorrei davvero tanto aggiungere qualcosa alla mia precedente “risposta”, non posso che rimanere fermo a mordermi con violenza il labbro inferiore e pregare che cambi argomento.
“Dio se sei carino…” mi fa una carezzina sulla guancia “Beh, chi l’avrebbe mai detto che sono in grado di zittire un ragazzo più grande di me?” dice infine con quello sguardo fiero e presuntuoso che, mi sono accorto, usa molto spesso.
In questi sette giorni mi sono reso conto di parecchie cose, ho notato parecchie piccole sciocchezze che continua a dire e fare quando è in imbarazzo, poiché prima di ogni altra cosa ho capito che anche lui si imbarazza e anche relativamente spesso. Ho notato il cambiamento della sua risata quando il motivo del suo divertimento è dovuto a qualcosa di molto stupido che ho fatto oppure a qualche frase, o forse semplice parola, che lo fa scoppiare in una marea di risatine imbarazzate e stupide.
Mi sono reso conto di essere veramente stregato da questo ragazzo, di essermi abituato alla sua presenza e al suo sorriso e la cosa mi da tanta gioia quanta ansia.
Non mi sono mai innamorato, non mi sono mai preso una cotta per nessuno, così che non ho la minima idea di come fare e cosa dire. Sono uno sfigato, un bocciolo, del mondo esterno so poco e niente e dell’amore soprattutto non so nulla.
“Questo è da vedere…” Bofonchio a bassa voce col sorriso credendo di non essere sentito ma sbagliandomi di grosso.
“Okay, vedremo allora.” Dice sedendosi nuovamente sul bancone e rubandomi, come spesso capita, il fiorellino che ho dietro l’orecchio e mettendoselo dietro al suo.
“Ma la finirai mai di farlo?” Chiedo fingendomi seccato, anche se davanti a quel sorriso posso far tutto meno che arrabbiarmi o innervosirmi.
“Prima di andare via voglio farti un regalo e metterti un altro fiore tra i capelli, ma se già ce n’è uno, come faccio?”
E purtroppo mi ammutolisco ancora, perdendo perciò miseramente già dall’inizio. Regalo? Ma siamo seri?
“Ah! Che ti dicevo?” dice lui trionfante “Arrenditi fiorellino, ho ragione io.”
“C-Che fiore vuoi regalarmi…?” Fa un effetto così strano chiederlo, ma devo pur cambiare argomento e cercare di salvarmi in qualche modo.
“Ho detto che te lo darò prima di andarmene e io ancora non voglio farlo… Voglio stare ancora un po’ con te.”
Arrossisco nuovamente come un povero demente, peggiorando sempre più la mia situazione ma non riuscendo ad evitarlo. Ha ragione lui, a quanto pare un ragazzo più piccolo può zittirmi.
Vista la situazione di mutismo e disagio totale in cui mi trovo, fa una risatina adorabile e mi tende il fiore che mi ha appena rubato che subito riprendo.
“Che fiore è?” Sorrido alla domanda.
“Ibisco…”
“Oh! Sono i tuoi fiori preferiti questi! Cioè, mi ricordo che una volta mi avevi detto che venivi da un campo di ibischi…” altra risatina “…quindi sono per forza i tuoi preferiti, ho ragione?”
In effetti sì, ha piena e assoluta ragione… Come fa a ricordarsi?
“S-Sì, hai ragione…”
“Me ne parli?”
Il fatto è che sembra veramente interessato e in attesa che dica qualcosa, che gli racconti tutta la storia e le leggende che stanno dietro agli ibischi, così che mi riposiziono il fiore dietro l’orecchio e comincio a parlare.
“Umh… è simbolo di bellezza fugace, di un incanto che è destinato a durare p-poco perché vivono solo un giorno…” mi comincio a torturare le mani, a disagio oltre ogni limite “…serve per esprimere un colpo di fulmine o-o comunque qualcosa che è destinato a durare poco.” E mi zittisco.
Avrei mille altre cose da dire ma ho un rapporto strano con gli ibischi, così che ogni volta che ne parlo mi sembra di star raccontando qualcosa di me e la cosa mi imbarazza oltre l’inverosimile.
“Ma tu eri bello la prima volta che ti ho visto e continui ad esserlo anche adesso, quindi non sei più di tanto ibisco secondo me…” incrocia le braccia al petto e comincia a squadrarmi dalla testa ai piedi “Forse ti do ragione per il colpo di fulmine, ma per il r-”
“Poi sono il simbolo per eccellenza della Corea del Sud!” dico urlando forse un po’ troppo “E-E alle Hawaii è usato dalle donne per far colpo sugli uomini, nel senso, se lo tengono dietro l’orecchio sinistro allora vuol dire che sono single e cercano qualcuno, dietro il destro invece vuol dire che già sono impegnate e-e non cercano una relazione.”
Sono rosso come un papavero, ne sono consapevole, ma questo ragazzo pare avere una specie di passione nel mettermi in situazioni imbarazzanti e scomode. Mi ha detto che sono bello! Come potrei non arrossire?
“Quindi… stai cercando di far colpo su di me?”
Mi blocco.
“Come!?”
“Fiorellino, guarda dietro quale orecchio hai messo il fiore…” Dice con un sorriso trasognato e mi ci vuole un secondo netto per capire che in effetti l’ho messo proprio dietro l’orecchio sinistro… Non penso di essermi mai sentito così in imbarazzo in vita mia.
“Oh! Oh, n-no!” mi strappo velocemente via il fiore “N-Non ci avevo fatto caso, n-non…”
Oggi ho decisamente fatto il pieno di situazioni imbarazzanti. Sono vergognoso.
“Ora penso sia arrivato il momento di darti il mio regalo…”
Mi si avvicina, così che il cuore prende a bucarmi il petto, e mi mette tra i capelli un altro fiore.
“Che cos’è…?”
“Una fresia…” mi fa una carezza “Se mi avessi lasciato finire di parlare prima, avresti sentito che è anche il fiore che si regala quando si vuole invitare a un appuntamento qualcuno.”
Ho bisogno di aria, non credo di aver sentito bene. Ho capito fin troppo bene che Brendon è estroverso, socievole, sfrontato e per qualche strana ragione rapito dalla mia timidezza disumana, ma questo è decisamente troppo.
“P-Perché…?”
Sorride.
“Come sarebbe a dire perché? Voglio uscire con te, ti sto chiedendo di uscire assieme, un appuntamento” continua a guardarmi con quel sorriso dolce che mi fa letteralmente impazzire “Allora? Ti va?”
“Tu hai studiato i significati dei fiori per chiedermi di uscire…?” Chiedo in un bisbiglio, ancora incredulo e incapace di capire se stia vivendo un sogno o la realtà.
“Era l’unico modo che avevo per avvicinarmi a te senza spaventarti.”
“Sì, m-ma perché? Perché io?”
“Perché mi piaci Ryan e vorrei conoscerti meglio.”
Sentita questa frase, non posso che sorridere come un pazzo e poi nascondermi il viso tra le mani.
Perché mai un girasole vorrebbe uscire con un ibisco?
“Aww è un sì allora?”
Annuisco piano, non scoprendomi il viso e continuando a crogiolarmi nella mia gioia, ancora incredulo e con una voglia matta di urlare dalla felicità.
“Perfetto fiorellino, mi dai il tuo numero?”
“Mmmmh… un secondo, aspetta un attimo.” Dico cominciando a scoprirmi piano il viso e dettandogli il mio numero, non riuscendo a togliermi quel sorriso idiota dalle labbra.
“A prestissimo allora, okay?”
Annuisco ancora, incapace di articolare una frase di senso compiuto, e comincio a rigirarmi tra le mani quel piccolo fiore rosa che tanto mi ha fatto sorridere.
“Ciao fiorellino.”
Ma stavolta, invece della solita carezzina, mi arriva un bacio leggero sulla guancia. Non ho mai provato un’emozione simile in vita mia, non so a cosa paragonarla, non so se sia qualcosa di bello, qualcosa di brutto, non so nemmeno se sia un’emozione sola o un insieme di tante, ma sicuramente in questo momento sono su un altro pianeta.
Mi ha veramente chiesto di uscire? Io, Ryan Ross, sono davvero stato invitato fuori dal ragazzo girasole?
Scoppio a ridere dalla gioia.

 
  
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