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Autore: NotEvenChip    24/06/2017    2 recensioni
In questa raccolta vedremo Belle e Rumple in veste di genitori. Piccoli momenti di vita dei nostri due neo-genitori preferiti!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Gideon Gold, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il tragitto in macchina quella mattina sembrava essere troppo veloce, eppure Rumple guidava alla stessa maniera tutti i giorni. Belle era confusa, agitata, emozionata, impaurita. Era arrivato il gran giorno e non sapeva come reagire.

Gold mise una mano sulla sua gamba mentre guidava, nonostante questo gesto l’avesse confortata tantissime volte, questa volta non faceva nessun effetto, tuttavia Belle ricambiò la stretta appoggiando la mano sopra a quella del marito. Che leggesse il suo stato d’animo? Era così palese?

Gideon sul sedile posteriore parlava, parlava e parlava, solo come un bambino emozionato per il primo giorno di scuola era in grado di fare.

L’unico a dargli risposte era Rumple, come faceva ad essere così tranquillo?!

Arrivarono davanti alla scuola elementare di Storybrooke in un battibaleno, Belle non ricordava nemmeno di essere salita in macchina pochi minuti prima.

Rumple le aprì la portiera dell’auto, gesto che non aveva mai smesso di fare, nonostante tutti quegli anni di matrimonio. Belle scese e gli sorrise incerta, il suo sguardo subito a cercare Gideon. Ora anche il bambino sembrava leggermente nervoso, si guardava attorno un pochino spaesato.

Rumple gli mise una mano sulla spalla e Gideon si voltò di scatto verso il padre, che si accucciò alla sua altezza e gli sorrise incoraggiante.

“Allora figliolo! Il primo giorno di scuola! Sei pronto?”

Gideon raggiunse la mano del padre sulla sua spalla e cominciò a giocherellarci, nervoso, poi annuì.

“Si papà. Sono pronto.”

Belle, ad un passo da loro, sentì gli occhi che iniziavano a riempirsi di lacrime, i momenti padre e figlio non mancavano mai di emozionarla, tirò fuori il cellulare dalla tasca e rubò uno scatto agli uomini della sua vita.

Ad un tratto Gideon si voltò verso la madre e la osservò, come se si aspettasse che gli dicesse qualcosa, ma al momento le parole le si bloccavano in gola, le lacrime pizzicavano sempre di più agli angoli degli occhi e premevano per uscire.

Rumple si avvicinò alla moglie e le passò un braccio intorno alla vita, rassicurandola.

“Gideon!” L’unica parola che le uscì dalle labbra prima di accucciarsi di fronte al figlio e prenderlo tra le braccia. Lo strinse forte, massaggiandogli la schiena, cercando di non dargli un’impressione sbagliata delle sue emozioni.

“Perché piangi mamma? Ho fatto qualcosa di sbagliato?” Gideon chiese incerto. Non era certo una cosa che accadeva spesso vedere la mamma piangere. Era più facile vedere il papà con le lacrime agli occhi che la mamma. 

Belle scosse la testa e continuò a stringere il figlio.

“No, no, no tesoro! Non hai fatto nulla di sbagliato! La mamma è solo tanto… tanto emozionata per il tuo primo giorno di scuola.”

“Mi comporterò bene, lo prometto… Come mi avete detto ieri sera, ho imparato le regole  a memoria e prometto che non userò la magia!”

Rumple sbuffò una risata e si abbassò anche lui all’altezza de figlio e della moglie.

“Lo sappiamo che ti comporterai benissimo, figliolo”

Belle riuscì a staccarsi dal figlio e a fissarlo negli occhi, notando che sembrò essersi tranquillizzato.

Gideon, di slancio, allacciò le braccia al collo di entrambi i genitori, quasi sbilanciandoli, ma tenendoli stretti. Sia Belle che Rumple abbracciarono a loro volta il figlio, incontrandosi con le mani dietro la sua piccola schiena, allacciandole istintivamente. 

Un gesto istintivo, dettato dall’amore puro che provavano per lui, senza bisogno di parole, stavano comunicando al figlio che ci sarebbero stati in qualsiasi momento della sua vita, nelle situazioni emozionanti, difficili, belle, impegnative, loro erano pronti a dare tutto per lui.

Gideon si schiarì la voce, notando che nessuno dei suoi amici stava abbracciando entrambi i genitori, o perlomeno non per così tanto tempo.

“Mamma, papà… Devo andare adesso…”

Belle si rialzò e rise, gesto che le fece cadere una lacrima dagli occhi.

“Buon primo giorno di scuola figliolo, divertiti ed impara!” Gli disse, aggrappandosi al cappotto di Rumple, mentre il marito ricambiava l’abbraccio.

“Ora vai, o farai tardi!” Aggiunse Rumple.

Gideon rise, si voltò ed iniziò a correre verso l’entrata della scuola. Per quanti anni ancora avrebbero sentito quella risata fanciullesca? La risata che per loro era la più bella al mondo. Stava crescendo così in fretta il loro bambino. Belle si strinse ancora di più al marito, quando videro passare Mary Margareth che fece loro un cenno di saluto ed un sorriso, mimando un “lo so” con le labbra, come per confortarli, come per dire loro che non erano i primi genitori a sentirsi così quel giorno.

Belle ricambiò il saluto, grata di quel piccolo conforto.

Rumple la prese per mano e la accompagnò alla macchina ancora una volta.

“Posso… Posso venire al negozio con te stamattina?”

“Certo che puoi venire Belle… Ma la biblioteca?”

“Beh… Non servirà a nessuno stamattina, l’estate è finita e tutti i bambini sono a scuola… La riaprirò nel pomeriggio… Se per te va bene avermi in negozio”

Gold le prese una mano e sorrise guardando la strada davanti a sé. “Certo che mi fa piacere tesoro, lo sai”.

“E’ solo che sarà tutto più silenzioso e tranquillo senza Gid in giro tra gli scaffali, senza le sue mille domande, il nostro ragazzo è così curioso ed intelligente Rumple… Dopo qualche minuto di silenzio finirei per cercarlo tra gli scaffali aspettandomi di trovarmi davanti uno dei suoi guai, che mi guarda con il sorriso di chi sa di aver fatto la cosa sbagliata, ma che può permettersi di essere adorabile… Questa cosa l’ha presa da te, sappilo.”

Gold rise e fermò la macchina, parcheggiandola davanti al negozio.

“C’è poco di adorabile nello sguardo di un vecchio stregone con pessime abitudini e zero qualità come me”

“Davvero?” Disse Belle provocandolo e sporgendosi verso di lui, avvicinandosi pericolosamente al suo viso. “Ora dimmi in quale dei mille mondi che hai visitato, l’essere uno stregone di più di trecento anni, dannatamente intelligente e scaltro, pericolosamente affascinante, nonché padre e marito devoto, significa zero qualità e pessime abitudini” Rallentò le parole, appositamente per sconcentrarlo, data la vicinanza.

“La fortuna che ho avuto nel trovare un marito così sexy ed intelligente, con i suoi vestiti sempre impeccabili a renderlo ancora più perfetto, la sua colonia che potrei sentire a metri di distanza, il suo accento e la sua voce che cambiano in base a chi gli sta parlando. La voce da padre amorevole è quella che preferisco, quando parla con nostro figlio non sembra nemmeno lui… Ma anche il marcatissimo accento Scozzese quando cerca di sedurmi non mi dispiace per niente…”

Gold boccheggiò ulteriormente quando Belle gli prese la cravatta e lo avvicinò per coprire le labbra con le sue. Belle gli sorrise sulle labbra quando sentì il marito grugnire dal profondo della gola.

Quando riuscirono a staccarsi Gold la fissò intensamente negli occhi. “Ah… Che ne dici se… Sia la biblioteca che il negozio li apriamo oggi pomeriggio? Ci prendiamo la mattina per noi, una seconda colazione con calma, una doccia rilassante, un film alla tv, un libro o…”

“O…? Mr Gold?”

Gold sorrise. “O… Non sarei per niente in disaccordo nell’iniziare a pensare ad un fratellino o ad una sorellina per Gideon…”

Belle rise, ne avevano parlato giusto un paio di settimane fa, ma poi la routine aveva fatto si che accantonassero l’argomento.

“Portami a casa Mr. Gold. Abbiamo tutta la mattina e possiamo finalmente non essere interrotti da urla su draghi, samurai, cavalieri e chissà quali altre cose con le quali è ossessionato nostro figlio.”

Gold rise ed afferrò il volante con una mano, con l’altra girò la chiave. “Che casa sia, mia signora” .

   
 
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