Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: vero511    24/06/2017    1 recensioni
Ellie Wilson 24 anni, appena arrivata a New York insieme alla sua gioia più grande: il figlio Alex. Lo scopo della giovane è quello di ricominciare da zero, per dare la possibilità ad Alex di avere un futuro diverso dal passato tumultuoso che lei ha vissuto fino al momento del suo trasferimento. Quale occasione migliore, se non un prestigioso incarico alla Evans Enterprise per riscattarsi da vecchi errori? Ma Ellie, nei suoi progetti, avrà preso in considerazione il dispotico quanto affascinante capo e tutte le insidie che si celano tra le mura di una delle aziende più influenti d’America?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
DUE MESI DOPO

ELLIE’S POV

Osservo con attenzione il mio riflesso nello specchio, parto dal basso dove le decolleté nere fasciano perfettamente i miei piedi che già so saranno distrutti a fine giornata; poi salgo lentamente, le calze rigorosamente nere e l’abito non troppo corto e piuttosto largo fanno sembrare il mio corpo ancora più scarno di quanto non sia diventato ultimamente. Prima di giungere al viso, distolgo lo sguardo, non voglio vedere i miei occhi, le mie guance, le mie labbra. Jennifer mi ha sistemato i capelli in modo impeccabile e mi fido anche senza il bisogno di assicurarmene. Come se si fosse sentita chiamata in causa, eccola che compare sulla soglia della mia camera. “Ehi! Sei pronta?” Sorride ed il suo è un sorriso lieve, appena accennato, ma pur sempre sincero. “Sì, prendo la borsa e ci sono. Matt è già arrivato?” Quando nomino il nostro amico, Jen si rabbuia. “È giù di sotto ad aspettarci”, “Sta bene?” Domando con voce fioca. “Tira avanti, come tutti del resto” annuisco e la seguo fino alla macchina del suo ragazzo, proprio così, ragazzo; l’incidente ha dato alla loro relazione una bella scossa e la paura di perdersi ha fatto sì che entrambi capissero quanto tenessero l’uno all’altra.
Osservo la mia amica davanti a me, anche lei indossa un abito nero che fa risaltare in modo brillante il suo colorito estremamente pallido. Ammiro come il suo passo sia così disinvolto e sicuro anche in una situazione come questa. Appena arriviamo alla vettura, saluto Matt e sedendomi nei sedili posteriori, lascio un bacio veloce sulla sua guancia. Quest’ultima punge particolarmente, segno che è da qualche giorno che non si rade. Jen non ha di questi problemi perché fa scontrare le loro labbra. Se una minima parte di me, durante questi due lunghi mesi, ha avuto dei momenti di invidia nei loro confronti, sono assolutamente superati. Sono immensamente felice per loro e vedere un po’ di gioia almeno nei loro volti mi riempie il cuore di gioia.
Matt si sta occupando della ricostruzione della Evans Enterprise e i soci come Hamilton stanno facendo il possibile per aiutarlo. Jen si è presa il compito di fargli trovare sempre una buona cenetta quando arriva a casa stanco dal duro lavoro e io mi sto prendendo cura del mio piccolo Alex che, al momento, sembra essere la persona più in forma di tutti.
Osservo Smith guidare e in qualche modo mi ricorda Zack: la postura dritta, ma sicura; lo sguardo fisso sulla strada, una mano a stringere il volante e l’altra posata sulla gamba della donna seduta accanto a lui. Indossa un completo scuro molto elegante e la sua camicia bianca è l’unico accenno di luminosità nel nostro abbigliamento.  “Signore, siamo arrivati” sospira pesantemente e nonostante l’annuncio, non scende immediatamente dalla macchina. “Ehi, guardami” Jennifer ha lo stesso tono che aveva utilizzato il giorno dell’incidente, quando Matt era sull’orlo di una crisi di panico. “Andrà tutto bene. Hai preparato quel discorso, ed è magnifico, l’hai provato più e più volte. Sei pronto. Puoi farlo.” “Io…non so se senza di lui riuscirò a sostenere tutto questo”.

Quando eravamo all’interno della vettura, l’aria di Matt era afflitta e sembrava un bambino anziché un uomo di quasi trent’anni. Ora invece, sul podio costruito apposta per l’occasione, davanti a tutte queste persone, sembra avere la grinta degna di un re. Siamo in mezzo ad un prato verdissimo bagnato ancora di rugiada, il cui colore spicca ai piedi di tutte le figure nere che lo calpestano. Le donne piangono, gli uomini le sorreggono. Non ci sono bambini. Questo non è un funerale, ma è come se lo fosse.
Più correttamente è una Cerimonia in memoria delle vittime dell’incidente, quindi un po’ come dire un funerale senza le spoglie dei defunti. Si suppone sia meno doloroso, che si possa affrontare in modo più sereno e razionale e meno trasportati dalla scia dei sentimenti. Ma non è così. Non ci sono bambini che piangono, ma in compenso, sono presenti alcuni dei pochi sopravvissuti le  cui ferite si sono rimarginate abbastanza da permettere loro di essere qui. Vedere loro è ancora più toccante: hanno incontrato la morte, ci hanno danzato come se fosse una vecchia amica e poi hanno iniziato una battaglia affinché non li trascinasse con lei. I loro corpi hanno vinto, le loro menti no. Guardare i volti di quegli uomini sfiniti è sfibrante, fatichi con loro mentre faticano a sorridere, avresti voglia di piangere con loro mentre si ostinano a non farlo e ti reggi in piedi con loro quando anche solo sbattere le palpebre sembra infliggere una grande sofferenza. Ed è davanti a questi uomini che Matt dovrà pronunciare il discorso che ha preparato per lunghe notti, nella speranza di poter infondere forza e coraggio a chi ancora avrà voglia di restare a galla.

“Signori, sono contento che voi tutti oggi siate qui e vi ringrazio. Ho lavorato a questo monologo per notti intere, ma la verità è che nulla mi sembra la cosa giusta da dire. Come ben sapete, la Evans Enterprise è in fase di ricostruzione, ma non è di edilizia che vorrei parlarvi in questo giorno così caro e al tempo stesso sofferto. Non ho la pretesa di sostituire nessuno, ma vi assicuro che farò tutto il possibile perché l’azienda ritorni al suo originale splendore, ma ho bisogno del vostro aiuto, perché siete guerrieri, siete uomini valorosi che hanno lottato contro le fiamme e oggi siete qui, davanti a me. Insieme possiamo lasciarci alle spalle quel brutto giorno: mai dimenticheremo i nostri colleghi e compagni periti durante l’incendio, ma dobbiamo andare avanti e dobbiamo farlo proprio per loro, perché sono certo che questo è proprio ciò che vorrebbero se ancora fossero con noi.” Jennifer, accanto a me, osserva fiera il suo uomo, il quale sta svolgendo un compito originariamente non suo egregiamente. Lui, fra tutti, è quello che soffre maggiormente. Conosceva perfettamente quasi ogni singola persona rimasta coinvolta quel giorno e con alcuni aveva un legame particolarmente forte. Invidio la sua tenacia, ma la verità è che ne sto dimostrando parecchia anche io. Tengo Alex  con me il più possibile e aiuto Matt con le scartoffie nonostante venga comunque pagata mentre non lavoro, per non parlare del via vai in ospedale. Io e Jennifer ci siamo prese la responsabilità di far visita ai feriti che sono ancora in via di guarigione, così da mantenere i contatti tra l’azienda e i suoi impiegati. Al contrario di quanto mi ero aspettata, prestare aiuto a questi uomini è stato un toccasana; sentirmi in qualche modo utile e infondere forza nei cuori dei sopravvissuti mi ha resa più tenace. C’è un solo paziente la cui compagnia mi devasta ogni qualvolta devo fargli visita: Zack Evans.


-N/A-
Buongiorno! Ecco il nuovo capitolo che spero vi piaccia anche se è solamente di passaggio. Ancora una volta vi invito a farmi sapere cosa ne pensate e soprattutto vi ricordo che ci sono ancora posti disponibile per entrare nel gruppo di whatsapp! Baci <3
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: vero511