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Autore: DhakiraHijikatasouji    25/06/2017    0 recensioni
Siamo nel Medioevo. Due bambini inseparabili dovranno affrontare una scelta che
sconvolgerà le loro vite, ma si sa che l'amore rimane nonostante il tempo...
#Saschefano💚❤
#Stescha❤💚
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anima, St3pNy
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Sascha rimase pietrificato ad osservare quel bambino fino a che non si fermò proprio al loro cospetto. Stefano si inchinò perché gli era stato detto di fare così, non perché dovesse davvero qualcosa ai due che si trovava davanti.

-Cosa vuoi, ragazzino?- Chiese l'imperatore pur sapendo chi fosse il bambino, pur sapendo che fosse lo stesso fanciulletto che aveva visto nascere cinque anni fa e che definiva un demone. Tuttavia Stefano non rispose subito, rimase un bel po' di tempo con la testa china prima di aprire bocca.

-Sono venuto...per vedere con i miei occhi il futuro imperatore di questo paese, e per chiedere l'istruzione, vorrei imparare anche io...mio signore- Quelle ultime parole le disse con tono amaro. Mary gli aveva detto che appellativo osava dargli quell'uomo. Ma sapeva anche che aveva ragione.

-Assolutamente no! Tu sei un servo e non vedo perché ti debba concedere un tale onore. Un servo ben istruito non si è mai visto!-

-Pensavo...di poter fare la differenza. Vorrà dire che lo chiederò al futuro imperatore, anche se dovranno passare altri 11 anni prima di tale permesso- Sascha lo osservava, non aveva avuto scrupoli a parlare a sua Maestà in quel modo, con tanta sfacciataggine. Ma non capiva nemmeno perché aveva così tanta voglia di essere istruito e di assistere alle sue stesse noiose lezioni giornaliere. Prima che il padre potesse controbattere, Sascha lo fermò.

-Padre, perdonatemi...ma penso che si possa fare-

-Ma cosa stai dicendo, Sascha?- Stefano alzò lo sguardo e i loro occhi si incrociarono dopo così tanto tempo. Tuttavia lasciò trasparire solo stupore, ma neanche un pizzico di gratitudine per aver preso le sue difese. Sussultò inspiegabilmente quando vide che il piccolo imperatore stava camminando verso di lui.

-Tutti avrebbero diritto ad un'istruzione, e voi poco fa mi stavate dicendo che bisogna ascoltare le richieste del proprio popolo. Stefano fa parte del mio popolo e, dato che sta facendo questa richiesta, fattibile per altro, io acconsento- Poi tese la mano verso di lui.

-Alzati, non c'è bisogno che ti inchini con me- Stefano, ancora più stupito di prima, gli afferrò la mano e si rialzò.

-Io non acconsento. Non sei ancora imperatore e non ti è concesso prendere tali decisioni!-

-Io invece non capisco come mai ci sia tanto da discutere! Non ci sono problemi e inoltre Stefano ha il diritto ad un'istruzione!-

-Tu sei completamente pazzo...- Il ragazzo si voltò verso Stefano e gli prese le mani.

-Mi dispiace averti odiato tanto in questi anni- Stefano assunse un'espressione interrogativa non capendo il perché Sascha si fosse scusato. Stefano pensava che fosse Mary sua madre e quindi non poteva immaginarsi che quella vera era deceduta alla sua nascita. Tutte le volte dopo il lavoro tornava a casa con Mary e lo trattavano come uno di famiglia senza fargli sospettare nulla. Sascha invece aveva capito che aveva sbagliato, che Stefano non aveva colpe...perché era ancora troppo piccolo per averne anche solo una. Era appena nato, e si sentiva uno stupido solo adesso che ce lo aveva davanti.

-Sascha! Ho detto no e no rimane, è deciso!- La voce del padre rimbombò per tutta la stanza.

-Vorrà dire che gli darò io la giusta istruzione, adesso me ne vado, non ho intenzione di stare con voi un solo minuto di più. Stefano, mi porti in cantina?- Quest'ultimo gli sorrise, e Sascha non si rammentò neanche l'ultima volta nella quale aveva visto un sorriso così bello. Proprio come sua madre, bello come lei.

-Vieni- Lo prese per mano e insieme se ne andarono sotto lo sguardo irato del padre che si lasciò cadere sul trono.

-Ma perché il cielo ha voluto che quel demone entrasse nella mia vita? Non posso sbarazzarmi di lui, però...non posso sbarazzarmi del mio...-

***

-Eccoci!- Disse tutto fiero, come se la cantina fosse il suo orgoglio. A Stefano piaceva dare una mano alle domestiche o anche solo vedere quello che facevano.

-Mamma! Mamma!- Corse da Mary che si staccò dai fornelli per abbracciarlo forte.

-Sai che ho un nuovo amico? L'imperatore cattivo ha detto che non vuole istruirmi, ma lui ha detto che lo farà- Indicò Sascha che divenne rosso, come se fosse lusingato da tanta ammirazione, ma allo stesso tempo si sentiva a disagio. Mary alzò lo sguardo verso Sascha e gli sorrise.

-Vi ringrazio-

-Non ce n'è bisogno, piuttosto vorrei parlarti in privato, Mary- La donna lo guardò e forse aveva già capito quello che a Sascha ancora non tornava. Annuì seria. Si diressero in giardino lasciando Stefano in cucina a lavorare con le altre serve. Si sedettero sul prato.

-Mary, hai detto a Stefano di essere sua madre?- Mary abbassò lo sguardo.

-Non ce l'ho fatta...non ce l'ho fatta a dirgli che sua mamma...- Cominciò a piangere ricordando quella notte.

-Ma Mary, non puoi illuderlo per tutta la vita!-

-Lo so, ma...-

-Lo sai, ma sai anche che se lo venisse a sapere da solo potrebbe odiarti!-

-MA NON SONO STATA CAPACE DI DIRE AD UN BAMBINO CHE SUA MADRE E' MORTA PARTORENDOLO! STEFANO...STEFANO, VEDI SASCHA...LUI...-

-Mamma?- Si voltarono e sussultarono alla vista di Stefano che aveva gli occhi umidi.

-Stefano, io...-

-Mi hai mentito- Affermò serio mentre indietreggiava.

-E lui...lui sapeva tutto e ha detto che mi odiava, per questo non mi ha mai detto niente...-

-Stefano, non è come pensi...fammi spiegare- La donna si alzò per andare verso il bambino che ormai aveva cominciato a versare le prime lacrime.

-Ti prego...- Allungò una mano per toccarlo, ma improvvisamente Stefano gliela afferrò. Sascha non credette a quello che vide. Gli occhi di Stefano divennero rossi come il sangue e, con violenza e una forza inimmaginabile, piegò in due il polso di Mary rompendole le ossa. La donna lanciò un urlo agghiacciante e Sascha non poteva fare nulla. Era pietrificato da quella visione. Si ricordò di quando aveva visto Stefano cambiare colore delle pupille da neonato, allora non era stata solo un'allucinazione come credeva!

-Stefano...- Riuscì a dire con voce fioca. Lo sguardo indemoniato del bambino si spostò su Sascha. Lasciò il polso di Mary e si diresse verso di lui. Gli saltò addosso cominciando a mordergli il collo premendo sempre più forte fino a che non sentì che la pelle cedette lasciando fuoriuscire il sangue che prese ad ingoiare. Sascha gridava e piangeva, ma nessuno giunse ad aiutarlo finché Stefano non si fermò improvvisamente. Si rialzò da lui con le labbra sporche del suo sangue e le pupille che erano tornate castane.

-Imperatore...mi dispiace. Oh, mio Dio...io non...mi scusi, non volevo...io...- Poi si voltò verso Mary e corse subito da lei la quale lo abbracciò piangendo, ovviamente con il braccio buono. Il piccolo sussultò quando vide il polso della donna tutto contorto in una posizione irregolare.

-Mary...ti ho fatto male ancora, mi dispiace- Stefano non sapeva cosa in realtà era, ma sapeva che quello che faceva non era per niente una cosa positiva e una cosa a cui poteva rinunciarvi facilmente. Sascha si alzò premendosi il mantello sulla ferita per fermare il sangue. Tuttavia però...Stefano sapeva fare una cosa della quale nessuno era a conoscenza, ma che aveva scoperto da solo quando, per gli stessi scatti, aveva ferito mortalmente un cavallo nella stalla solo perché aveva provato a scalciarlo.

-Vi prego, seguitemi e...non abbiate paura- La donna non ci pensò due volte, si fidava di Stefano e sapeva quando riusciva a controllare quella parte malvagia di lui. Sascha invece prese a tremare dallo spavento e stava cominciando a perdere le forze da quanto sangue stava perdendo. Stefano si avvicinò a lui accorgendosi che stava esitando. Sascha indietreggiò. Stefano gli diede un bacino sulla guancia.

-Questo è per farle capire che non le farò del male e che si deve fidare di me, non la ucciderò né tanto meno la lascerò morire così- A Sascha le gambe cedettero e cadde addosso a Stefano che finì al suolo. Sulle prime il bambino si imbarazzò a ritrovarselo sopra di lui, ma capiva dal respiro accellerato di Sascha che non c'era tempo da perdere. Si tolse Sascha di dosso e lo rialzò mettendosi il suo braccio attorno al collo per sostenerlo meglio.

-Si faccia forza- Disse con lo sforzo nella voce, come se volesse incoraggiare più sé stesso che il piccolo imperatore. Si addentrarono nel labirinto nel giardino in modo che nessuno avesse potuto vederli. Andarono proprio nel centro dato che Stefano conosceva la strada. Distese Sascha per terra.

-Questo potrebbe farle un po' male, ma è l'unico metodo che so per far fermare emorragie create da creature come me- Gli tolse la parte superiore del vestito lasciandolo a petto nudo. Prese un coltellino incidendo un marchio sullo stomaco di Sascha che consisteva in un cerchio unito da delle punte di una stella disegnata al suo interno. Sascha cercava di urlare dal dolore, ma l'urlo gli usciva flebile e fioco. Stefano soffriva a dover fare questo...ma d'altronde non aveva altro modo. Quando ebbe finito, si fece un taglietto sul polso lasciando cadere il suo sangue al centro del marchio. Gli occhi nel mentre tornarono rossi, ma in quella fase aveva scoperto di riuscire a controllare i suoi scatti.

D'altronde stava togliendo del sangue al Diavolo...  

   
 
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