Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=I3V9bs67oyg.
Partecipa al Prompt del Lunedì della pagina facebook Il giardino di Efp.
Prompt:5 - A fa coming out con B e gli confessa di amarlo/a.
Kuroshi e Fair
Dalle
spaziose finestre entrava una luce
biancastra che illuminava le pareti candide, il pavimento grigio chiaro
e il
pianoforte nero a coda nell'angolo della stanza.
Un
ragazzino attraversò la stanza, aveva
i piedi nudi e indossava solo dei pantaloncini di stoffa azzurra. Lo
scalpiccio
delicato dei suoi piedi sembrava rimbombare in quell'ambiente minimale,
entrò
nella cucina dove sia il tavolo che le sedie erano di plastica
trasparente.
Raggiunse il frigorifero e lo aprì, prese una bottiglietta
di yogurt e tolse il
coperchio. Si sbarazzò della copertura di stagnola,
gettandola nella
spazzatura.
Bevve
direttamente dalla bottiglietta,
sporcandosi le labbra sottili.
Un
rivolo di yogurt gli scivolò lungo il
mento e gli finì sul collo. Richiuse la bottiglietta e la
rimise in frigo, si
piegò e prese un piatto, coperto dal cellofan, al cui
interno c'erano dei
biscotti con gocce di cioccolato. Richiuse il frigorifero, dando un
colpo con
la spalla e raggiunse il tavolo. Vi appoggiò il piatto e
utilizzò una sedia per
prendere un vassoio nella piattaia.
<
Questa casa sembra a misura di
gigante. In fondo, 'lui' un po' lo è >
rifletté.
Rimise
la sedia al suo posto, mise il
piatto nel vassoio e, camminando silenziosamente, si diresse in camera
da
letto. Qui premette un pulsante per fare in modo che le tende si
ritirassero
automaticamente, illuminando un letto con un materasso ad acqua. Su di
esso era
coricato un giovane a faccia in giù, con le braccia aperte.
Il
ragazzino osservò il corpo abbronzato
e muscoloso, coperto solo da un paio di boxer.
Poggiò
il vassoio su un comodino di
plastica nera, si sporse e ticchettò con le dita minute
sulla spalla massiccia
di quest'ultimo.
"È
ora di alzarsi, svegliati"
chiamò gentilmente.
Udì
l'altro mugolare nel sonno e gli
diede un paio di pacche delicate con tutta la mano.
"Ti
ho portato la colazione"
disse gentilmente.
Si
sporse e tolse il cellophane al
piatto di biscotti.
"Però
se non ti siedi bene, si
riempirà tutto di briciole e tu odi la sporcizia... e gli
sprechi" disse
con tono compunto.
L'altro
ragazzo mugolò, premette
entrambe le mani sulla fodera del cuscino e si diede la spinta,
alzò il capo
battendo le palpebre, mugolò e si alzò in
ginocchio sul letto. Il materasso
sotto di lui ondeggiava, il giovane sbadigliò e chiuse gli
occhi, passandosi la
mano sul viso.
"Ti
prego, dimmi che non è tofu
come ieri" implorò.
Il
più minuto dei due incassò il capo
tra le spalle.
"No,
sono i biscotti che hai preso
all'You can eat'" ammise.
Il
più massiccio si mise seduto sul
letto e si grattò i pettorali massicci.
"Decisamente
meglio, Fair"
ammise. Si sporse e aprì un cassetto del comodino, ne trasse
una fascia rossa e
si cinse il capo, passando le dita tra i corti capelli neri.
Fair
gli porse il vassoio e l'altro
giovane se lo mise sulle gambe muscolose.
"Kuroshi"
disse e la voce gli
tremò. Chinò la testa e i disordinati capelli
biondo platino gli coprirono il
visetto minuto.
Kuro
addentò rumorosamente i biscotti e
si guardò intorno, corrugando la fronte.
"Mi
manca un fazzoletto"
valutò.
Fair
scattò in piedi e si allontanò di
un paio di passi.
"Li
prendo io" si propose
rapidamente.
Kuro
si grattò la testa e corrugò la
fronte, mise il vassoio sul comodino. Lentamente si alzò dal
letto e guardò
l'altro rientrare nella stanza, porgendogli un paio di fazzolettini
spiegazzati. Inarcò un sopracciglio moro sottile e li prese.
"Non
erano così immediati"
disse roco.
Fair
si alzò e abbassò un paio di volte
sulle punte dei piedi, ticchettando con i talloni.
"Ci
tenevo" ammise.
Kuro
si grattò una spalla massiccia con
le dita callose, la sua pelle era leggermente abbronzata.
"Da
qualche giorno sei strano"
borbottò.
Fairy
negò con il capo, facendo
ondeggiare alcune ciocche dei propri capelli davanti al viso.
"Non
è niente" mentì.
Kuro
si grattò il mento e sporse il
labbro inferiore, facendo un basso grugnito.
"Forse
è la casa nuova che non ti
piace? Se non ti trovi a tuo agio con lo stile minimal, dimmelo. Non
sono
ancora abituato a essere ricco" bofonchiò.
Fair
strinse le labbra e mise le mani
dietro la schiena, intrecciando le dita delle proprie mani.
"Veramente
sono contento che i tuoi
sforzi siano stati premiati. È questa casa è
grande, bellissima... ti ringrazio
di avermi preso con te...". Iniziò a dire con voce
leggermente trillante.
Kuro
fletté le gambe e si sporse in
avanti, appoggiando la fronte su quella di lui. Fair arrossì
e il battito
cardiaco gli accelerò.
"Forse
allora è febbre" disse.
Fair
rabbrividì.
"Un
po' caldo lo sei, infatti"
borbottò Kuro.
Fair
chiuse gli occhi e gli posò un
bacio a fior di labbra. Kuro arrossì leggermente e
sgranò gli occhi dal taglio
sottile.
Fair
indietreggiò, scivolò all'indietro
e cadde con uno strillo. Kuro lo prese al volo e lo strinse in braccio,
il
respiro leggermente irregolare.
"Stai
bene?" domandò il più
grande.
Fair
volse il capo e abbassò lo sguardo.
"S-scusa...
è che... mi piaci"
ammise.
Kuro
sospirò pesantemente.
"Allora
è questo" disse con
voce roca.
Fair
singhiozzò, le iridi azzurre gli
divennero liquide.
"Scusa"
pigolò.
Kuro
gli diede un bacio rude sulla testa,
una delle ciocche bionde gli solleticò il naso aquilino.
"Mi
piaci anche tu,
piccoletto" grugnì.
Fair
sgranò gli occhi e sorrise, il suo
viso s'illuminò.
"Da-davvero?"
domandò con tono
eccitato.
Kuro
lo mise seduto sul letto.
"Non
vado a convivere con tutti i
mocciosi iperattivi che incontro" si lamentò.
Fair
chiuse gli occhi e accentuò il
sorriso.
Sporse
le braccia verso l'altro, che si
sedette al suo fianco sul letto e lo abbracciò.
"E
non ne vorrò altri a parte
te". Aggiunse Kuro.