14- La confessione finale

Gerard non mi ha risposto più.

Com'era prevedibile, ma io non riesco a rassegnarmi. Mi manca quando mi sveglio e non posso scrivergli il buongiorno, mi mancano i suoi commentini ironici e mi manca parlare con lui. Mi manca addirittura essere svegliato in piena notte per aiutarlo ad addormentarsi.

Mi manca lui.

Gli ho scritto altri quindici messaggi o qualcosa del genere dopo la mia confessione, pregandolo di credere che la persona che conosceva esiste, solo con un altro nome e che mi dispiace e che non era tutta una bugia. L'ho pregato di perdonarmi e di non sparire, ma lui non mi ha più risposto.

È passata una settimana ormai, ma io ancora mi sento male. Mi sento male perché l'ho perso ma anche per il senso di colpa che mi sta uccidendo.

Comunque continuo a vivere come sempre, davanti ai miei amici sono il solito coglione con la risposta pronta e con i miei genitori sono silenzioso e apatico, tanto nessuno capirebbe perché effettivamente Gerard non lo conoscevo davvero, perché era solo un amico del web, giusto?

Sì, come no.

Vorrei dimenticare tutto e andare avanti ma la sto vivendo peggio di una rottura sull'altare.

Che coglione che sono.

Sto ascoltando musica steso sul letto come per metà dei miei pomeriggi quando il mio cellulare vibra per l'arrivo di un messaggio. Sicuramente è Bob, uno dei miei amici, che mi chiede di raggiungerlo al bar per una bevuta ma sinceramente non ne ho la minima voglia. D'altro canto so che se lo ignoro lui continuerà a mandarmi messaggi fino allo sfinimento, Bob fa sempre così, quindi mi decido a sbloccare la tastiera e ad aprire Whatsapp.

Ma quando lo apro il messaggio che trovo non è affatto di Bob, per niente proprio.

È di Gerard.

Io resto quasi paralizzato dalla sorpresa perché mai avrei pensato che avrebbe potuto scrivermi di nuovo, e invece l'ha fatto, nonostante tutto.
 

Incontriamoci.

Dice il messaggio. Nulla di troppo amichevole ma sempre meglio che niente, sempre molto meglio di quanto mi sarei aspettato.

E vuole incontrarmi. Vuole incontrare me, probabilmente per prendermi a botte e ammazzarmi ma comunque vuole incontrare me, Frank, non Amy.

Solo per un attimo penso di non accettare, ma poi la risposta quasi si scrive da sola.

Va bene, dove?

Davanti al bar italiano in centro, tra mezz'ora.

Il cuore inizia a battermi violentemente nel petto.

Tra mezz'ora.

Mezz'ora non è nulla e tra solo mezz'ora vedrò Gerard di persona e potrò parlargli e lui saprà chi sono.

Mi sento male, davvero. Non so cosa fare, non saprò cosa dirgli e sarà terribile mentre io ho sempre sognato questo momento e l'ho sempre sognato come un momento fantastico.

Però devo andare, per forza.

In fretta mi do una lavata e mi cambio, indossando i miei soliti jeans strappati e una t-shirt pulita, poi cerco anche di sistemarmi i capelli ma con questo non ho nessuna speranza così esco accendendomi nervosamente una sigaretta e mi affretto verso il centro città, che non dista molto da casa mia.

Non ho neanche voglia di ascoltare la musica talmente sono nervoso, e quando arrivo davani al bar dell'appuntamento e capisco che Gerard non è ancora arrivato mi accendo un'altra sigaretta.

Non devo aspettare a lungo comunque, non ho neanche finito di fumare quando vedo la figura di Gerard che viene verso di me. Mi godo questi ultimi secondi in cui lui ancora non sa che sono io, in cui ancora non mi conosce e non mi odia e ne approfitto per guardarlo attentamente per forse l'ultima volta studiando i suoi lineamenti come faccio circa da sempre.

Poi la distanza tra noi diventa minima, io mi stacco dal muro e lo sguardo di Gerard saetta su di me, mi squadra e poi incontra i miei occhi e mi rendo conto che ha capito che sono io. Abbasso subito lo sguardo  mentre lo vedo raggiungrmi e fermarsi di fronte a me.

"Sei tu?" Mi dice, e io mi sforzo di guardarlo in faccia.

"Sì, sono io"

Gerard rimane in silenzio e annuisce, poi allunga una mano verso di me.

"Piacere, Gerard"

Io la stringo e mi sento una merda. "Piacere, Frank"

"So che lo sapevi già ma sai, io invece non ti conosco"

"Sì che mi conosci Gerard" riesco a dire mentre il mio cuore si rompe in mille pezzi e sprofonda in un luogo irraggiungibile del mio petto. "Tu sai chi sono, tu mi conosci. Solo- solo..."

"Solo con un altro nome, beh, piccolo particolare" conclude per me. "Dimmi perché l'hai fatto, per favore. Io sono venuto per questo, perché voglio sapere il vero motivo che ti ha spinto a- a mentirmi così. Credo che dopo tutto questo tempo me lo merito e ti prego, sii sincero"

Mentre annuisco mi mordo un labbro e sento di stare per svenire, ma devo dirgli la verità, glielo devo, ha ragione lui.

"P- perché io... tu- il fatto è che mi piaci da una vita" riesco a sbottare mettendo fine ai miei balbettii. "E ho sempre voluto conoscerti ma non sapevo come fare. Poi ti ho finalmente trovato su un social e ho avuto il coraggio di scriverti, e quando mi hai risposto ti aspettavi così tanto che io fossi una ragazza... pensavo che non mi avresti mai risposto se avessi saputo che sono, beh, io. Ero sicuro che non mi avresti mai parlato, ma io volevo così tanto parlare con te; non avrei mai pensato che saremmo diventati così amici o che avremmo parlato per così tanti mesi, semplicemente credevo che non sarebbe mai potuto succedere, non a me, non con te che sei così- così..." mi interrompo alzando le spalle e arrossendo. "Non volevo mentirti ma ormai era fatta e ogni giorno che passava diventava più difficile dirti la verità. Volevo farlo... ma non volevo perderti" concludo abbassando lo sguardo. Sento il suo su di me, sento che mi sta osservando attentamente ma non ho il coraggio di guardarlo in faccia.

"Capisco" dice alla fine. "Senti... Frank. Io ti credo, tutti fanno delle cazzate e anche se la tua è stata bella grossa ci credo che è stata in buona fede. Non saresti venuto qui altrimenti, non avresti neanche confessato tutto, se così non fosse. Però devi capire che- che io ho bisogno di tempo per metabolizzare questa cosa, è stato un bel colpo perché credevo di essere amico di una persona che in realtà non esiste e ora come ora non posso neanche assicurarti che tornerò a scriverti. Devi capirmi"

Io annuisco e alzo il mento per guardarlo prima che se ne vada, e anche lui annuisce piano.

"Quindi... quindi ci vediamo" dice dopo qualche secondo.

Io indugio con lo sguardo su di lui e anche Gerard indugia un attimo prima di girarsi; poi mi rivolge un'ultima occhiata meno dura questa volta. "Sei carino... lo sai?" Mi dice lasciando scivolare lo sguardo su di me, poi se ne va ed io lo osservo ancora una volta, totalmente scioccato, prima che sparisca tra la gente.

Note
Salve a tutti!
Sono felicemente qui a pubblicare, e dico felicemente perché non ho più il mio pc per problemi alla batteria e temevo già di non riuscire a pubblicare questo capitolo CLUE.
Ditemi cosa ne pensate, vi prego, sono troppo curiosa. Riguardo il finale soprattutto perché all'inizio quando l'ho scritto avevo troppi dubbi, che fosse improbabile o esagerato o chissà che. Detto ciò vi lascio perché ho talmente tanto da studiare che non ci voglio pensare. A presto, un bacio a tutti!
(Billy)