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Autore: sheslola92    25/06/2017    0 recensioni
Lola e Luke sono sorella e fratello e sono stati abbandonati dal padre quando avevano solo 13 e 18 anni. Luke ha fatto da padre a Lola, cercando sempre di proteggerla da ogni altro tipo di sofferenza, soprattutto in amore. Ma dieci anni dopo quando Lola incontra Robert, un amico di Luke, la relazione tra Lola e Luke verrà messa a dura prova. Cosa sceglierà Lola? Amore o famiglia? E riuscirà Luke a mettere da parte il ruolo di padre di cui si è fatto carico e lasciare che Lola sia felice?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Frantumi. Ecco cos'era rimasto del suo cuore. Solo tanti piccoli pezzi. Un puzzle impossibile da ricomporre. Si guardò allo specchio di camera sua e vide solo una maschera di lacrime. Ci aveva pensato parecchio in quei giorni ai sentimenti che provava per Robbie e solo in quel momento la verità la colpì come un pugno in pieno volto. Si era innamorata. Il suo cuore aveva deciso di innamorarsi, forse per la prima volta, di un ragazzo per cui lei non contava assolutamente nulla. La cosa divertente è che lo aveva chiesto lei. Lei aveva chiesto a gran voce di avere quella libertà, di poter scegliere di chi innamorarsi e di soffrire senza il controllo del fratello. Lei aveva detto che avrebbe preferito soffrire piuttosto che essere protetta costantemente. Ed eccola servita. A volta il destino gioca brutti scherzi. In quel momento si odiò ancora di più. Si odiò per aver pensato che poteva farcela da sola in quel mondo così crudele. Si odiò per essere così debole. Si odiò perché ci era cascata per quegli occhi smeraldo e quel sorriso sghembo. Si odiò perché credeva che avrebbe saputo distinguere un storia fasulla dal vero amore. Poi odiò il fratello perché se non fosse stato per lui forse sarebbe stata pronta, avrebbe saputo affrontare una sofferenza così. Odiò il padre perché le colpe di tutto quanto ritornavano sempre e solo al suo abbandono. E la madre, per non aver detto nulla, per non aver fatto nulla, per non averla resa più forte di quello che era. Sentì che il suo mondo cominciava a sgretolarsi. Era sempre stata la figlia perfetta, la sorella perfetta, l'amica perfetta. Ora era solo stufa di tutto quanto. Era stufa di stare zitta quando in realtà tutto quello che voleva fare era urlare, gridare a tutti quanti che NO, lei non stava bene, la sua vita non era perfetta, lei non era perfetta e che dovevano semplicemente smetterla di aspettarsi certi comportamenti da lei. Si diede un ultimo sguardo allo specchio e si vestì in fretta indossando un minigonna, una canotta blu con una profonda scollatura e dei decori all'altezza del seno e degli altissimi sandali. Si sistemò i capelli in perfetti boccoli e si truccò in maniera semplice ma provocante. Scese in cucina e prima di uscire cercò qualcosa da mangiare nel frigorifero mentre tre paia di occhi la osservavano attentamente dal tavolo. «Bhe che avete da guardare?» Lola si voltò guardando Luke, Robbie e la madre con sguardo di sfida. «Tesoro, non vuoi cambiarti?» chiese titubante la madre. «No, grazie.» rispose voltandosi dall'altra parte e portando nuovamente la sua attenzione sul frigorifero. «No forse mi sono spiegata male. Tesoro vai a cambiarti, subito.» disse la madre in tono che non ammetteva repliche. «Ho detto no, grazie.» ripeté Lola guardando la madre dritta negli occhi. «Vatti a cambiare Lola!» si unì il fratello urlandole quasi addosso. «Ho detto no.» urlò Lola di rimando. «Volete lasciarmi in pace tutti quanti?! Sono stufa, stufa marcia di essere la vostra bambola. Non sono una cazzo di bambola. Ed ho intenzione di fare ciò che voglio, capito? Non osate rivolgermi più la parola.» gridò con tutta la rabbia che aveva in corpo. Poi aggiunse «Tutti quanti» e guardò i tre volti che la fissavano. Prima di andare guardò di nuovo Robbie che scosse la testa e abbassò lo sguardo, poi Lola se ne andò.  

Afflitta, distrutta, arrabbiata, delusa, a pezzi. Il suo cuore era in preda a mille emozioni ed era così difficile distinguerle. Sapeva solo che era un vero uragano, un fiume in piena, un maremoto. Mentre l'aria si insinuava tra i suoi capelli e il mondo le scompariva alle spalle, Lola diede nuovamente gas al motorino e si sentì libera per un momento. Quando arrivò a casa di Charlotte pregò che l'amica fosse in casa ma invece che suonare il campanello la chiamò al cellulare. «Charlotte? Ciao, sei a casa?» - «Certo Lola, che c'è?» la voce dell'amica era leggermente preoccupata. «Vestiti, andiamo al Share. E ricordati di prendere le chiavi della macchina.» - «Ok va bene Lola. Ma va tutto bene?» - «Alla grande. Muoviti che sono fuori casa tua.» Ed attaccò. Poi chiamò Steph dicendole di chiamare anche Matt, Ricky e Mathias e che si sarebbero trovate davanti al locale. Steph come Charlotte si preoccupò ma Lola sminuì la cosa e attaccò il telefono. Parcheggiò il motorino vicino alla casa di Charlotte e dopo pochi minuti l'amica uscì di casa, vestita di tutto punto. «Lola, si può sapere che è successo?» - «Ho solo bisogno di staccare da tutto e da tutti. Voglio lasciarmi andare stasera. Sul serio.» Lola cercò di sembrare tranquilla ed in controllo di sé e parve funzionare perché Charlotte non chiese più nulla. «Viene anche Steph?» domandò mentre si dirigevano al locale. «Si ci aspetta fuori.» la avvisò Lola. Quando arrivarono pochi minuti dopo, Steph era all'entrata del locale insieme al resto del gruppo. Quando entrarono forse per la prima volta, Lola ordinò un drink alcolico. Quella sera non si sarebbe trattenuta, non avrebbe fatto la brava ragazza, voleva solo lasciarsi andare. Dopo un paio di drink era abbastanza su di giri e invitò gli amici a seguirla in pista. «Sicura che va tutto bene stasera?» chiese Mathias, gli occhi azzurri fissi su di lei. «Si perché?» rispose con tono innocente. «Niente sembri diversa.» spiegò. «Ho solo voglia di divertirmi.» Lola sorrise sperando di non dover affrontare altre domande ma Mathias sembro soddisfatto così, le prese la mano e la portò più al centro sulla pista. Più in là Steph stava ridendo dolcemente con Ricky e Charlotte ballava in maniera goffa insieme a Matt. In quel momento le invidiò. Invidiò la loro vita, il loro carattere, la loro forza, la loro spensieratezza, tutto. Quando si voltò verso Mathias le stava sorridendo, le loro mani ancora intrecciate, i capelli castani sistemati con del gel, scompigliati e luminosi. Poi qualcosa catturò l'attenzione di Lola altrove. Due ragazzi che conosceva molto bene stavano entrando in quel momento nel locale. Luke e Robbie si stavano guardando in giro, forse proprio per cercare lei. Forse la madre li aveva spediti a controllarla. Forse era Luke a volerla controllare e Robbie era stato costretto a seguirlo. In ogni caso, questo non fece altro che alimentare il fuoco che Lola aveva dentro. Guardò Mathias cercando di trattenere la rabbia ma soprattutto le lacrime. «Vuoi prendere un po' d'aria?» chiese l'amico che la capì subito con un solo sguardo. Lola annuì e Mathias la tirò per la mano e la guidò attraverso quella baraonda di persone. Mentre stavano per uscire però Robbie la vide e fece segno a Luke di seguirlo. Lola si rivolse a Mathias «Meglio muoverci.» - «Ci sto provando.» commentò l'amico mentre si faceva strada verso l'uscita. Finalmente l'aria fresca della sera le riempì i polmoni ma non fece tempo a tirare un sospiro di sollievo che una mano la girò bruscamente. «Che pensavi di fare?» Luke era rosso in volto, forse per il caldo ma molto più probabilmente per la rabbia. «Divertirmi, mi sembra ovvio.» commentò sarcastica Lola. «Conciata così? Solo una cosa mi viene in mente che tu possa fare ridotta in questo modo.» le parole di Luke uscirono come un insulto. «E se anche fosse? Non sono affari tuoi.» il volto di Lola cominciava a rigarsi di lacrime. «Torna a casa con noi, per favore.» disse Robbie con voce gentile porgendole una mano. «No.» piagnucolò Lola. Robbie si rivolse verso Luke che annuì, poi si avvicinò a Lola e la prese da parte. «Mi vuoi dire che è successo?» chiese preoccupato. «Oggi pomeriggio sembrava stessi meglio, sembrava che...» - «Oggi pomeriggio è stato un grosso errore ed una gigantesca menzogna. Non significava niente ok?.» urlò Lola in lacrime sottolineando la parola nente. La stessa che aveva usato lui. Robbie indietreggiò, come se quelle parole lo avessero colpito fisicamente in pieno petto, come se quelle parole lo avessero ferito. Ma in quel momento Lola ne fu felice così avrebbe sofferto quanto lei. Così poteva capire. Ad un certo punto una mano si intrecciò con la sua e Lola si voltò. Mathias era dietro di lei, una mano unita con la sua e l'altra sulla sua spalla. «Ci penso io a lei. Ha bisogno di calmarsi.» annunciò Mathias rivoltò a Luke e Robbie ancora fermi davanti a lei. «Cosa vuoi fare?» chiese minaccioso Luke. «La porto a prendere un po' d'aria, a fare due passi. Che credi che voglia fare?» rispose Mathias con tono più acceso. «E' un mio amico, ci conosciamo da dieci anni, che mi farà mai?» domandò ironicamente Lola aggiungendo una finta risata alla fine per dare un che di teatrale alla scena. Luke la fulminò con lo sguardo e Mathias la spinse lontano dai due, continuando a ripetere «Incredibile». Quando furono abbastanza lontani da Luke e Robbie, Lola chiese «Che facciamo?» - «Quello che ho detto. Ti porto lontano da qui. Devi prendere aria fresca e per aria fresca intendo aria che non sia inquinata da tuo fratello.» spiegò Mathias voltandosi verso di lei. Quando arrivarono alla macchina del ragazzo, la invitò a salire e prima di partire chiamò gli amici dicendo che se n'erano andati e di non preoccuparsi di loro. Poi si voltò verso Lola «Dove vuole che la porti signorina?» chiese sorridendo. «Su una stella.» rispose sorridendo Lola.  «A parte gli scherzi, ho una fame da lupo.» commentò quando il suo stomaco prese a fare strani rumori.  «Ho il posto adatto.» detto questo Mathias accese la macchina e partirono. 

«Pizza al trancio a qualsiasi ora del giorno e della notte, questo è il vero paradiso.» esclamò Lola addentando l'ultimo boccone del suo trancio di pizza margherita. «Lo puoi dire forte.» Il locale in cui si trovavano era piccolo ma accogliente, c'erano circa otto tavoli e solo uno oltre al loro era occupato.  «Ascolta Lola, so che non sei tipo di persona che si apre facilmente. Ci conosciamo da dieci anni ma non abbiamo mai fatto un vero discorso a cuore aperto. Ma sappi che io ci sono. Davvero. Qualsiasi cosa tu stia affrontando noi siamo tutti qui con te.» affermò Mathias guardandola dritta negli occhi. «Ti va se usciamo?» -  «Certo.» Dopo essersi alzati ed aver pagato tornarono alla macchina e rimasero seduti nei sedili anteriori.  «Come avrai visto mio fratello vuole controllare ogni tipo di relazione che ho con il sesso opposto. Poi aggiungiamo il fatto che mi sono innamorata di una persona che quando gli hanno chiesto cosa ci fosse tra noi ha detto niente. Un bel niente.» Al pensiero il cuore di Lola tremò e una lacrima minacciò di scendere.  «E il fatto è che tutti mi vogliono sempre al top, sempre perfetta, sempre disponibile e non ne posso più.» Al termine della frase fece un profondo respiro. Dire quelle cose a qualcun'altro le faceva sembrare meno gravi e più facili da risolvere. E per un momento lo pensò davvero.  «Sai ti ho sempre ammirato per come hai saputo affrontare la storia di tuo padre. Mi sono sempre detto: “Wow questa ragazza è davvero tosta. Io sarei crollato dopo tutto quello che ha dovuto passare.” E ci credo ancora. Devi solo ritrovare quella forza che so che tu hai. Non cedere proprio ora che sei così vicino alla fine del tunnel. Poi ci sarà la luce. Fidati.» Mathias pronunciò quelle parole con tanto ardore e passione che Lola non poté fare a meno di sentirsi profondamente toccata, scossa. «E' così che mi vedi?» chiese voltando lo sguardo sul ragazzo che fissava dritto davanti a sé.  «Si, ti ho sempre ammirato Lola. Sei una delle ragazze più serie, intelligenti e forti che io conosca.» ammise.  «Sono parole importanti.» -  «Sono vere.» affermò Mathias posando gli occhi su Lola.  «Grazie. Forse avevo solo bisogno di sentirmelo dire.» -  «Sono sempre qui per qualsiasi cosa tu abbia bisogno.» continuò Mathias.  «Sei un vero amico. Grazie.» rispose leggermente sollevata, come se quel peso che aveva nel petto le fosse stato portato via.  «Sembri sorpresa?»  scherzò.  «Non sono sorpresa, sono solo contenta di avere un amico come te.» sorrise timidamente.  «Ed io di avere un'amica come te. Vieni qua.» Mathias la avvicinò toccandole una spalla e portandola verso di lui e la strinse in un forte abbraccio. Nulla di romantico, nulla di sensuale, nessun battito di cuore accelerato, nessun fremito o tremore. Solo un tanto desiderato abbraccio, un po' goffo forse, ma piacevole. Uno di quegli abbracci che ti scalda il cuore e arriva dritto fino nell'anima e ti fa sciogliere un pochino. Uno di quegli abbracci che ti fanno credere che tutto andrà bene e che niente è impossibile. Quando sciolsero l'abbraccio Lola si guardò meglio. «Che cavolo mi è venuto in mente ad andare in giro così?» - «Un atto di ribellione in piena regola direi.» dichiarò Mathias ridendo leggermente sotto i baffi.  «Non osare ridere.» continuò Lola guardandolo negli occhi. Ma non resistette a lungo e si unì alla sua risata. Rise così tanto da dimenticarsi i problemi. Rise così tanto da sentirsi meglio, davvero.   «Ho un'idea.» disse Mathias quando finalmente riuscì a tornare in sé.  «Cioè?.»  - «Avevi detto di portarti su una stella no?» -  «Bhe più o meno. Ma era una battuta.» spiegò Lola pensando all'ovvio riferimento a Titanic.  «Bhe in questo caso ti realizzo il sogno.»  rispose deciso Mathias.  «Sai a volte mi inquieti.» rise Lola scrollando dolcemente la testa.  «Lo so.» rispose sorridendo mentre dava gas alla macchina.

 «Arrivati.»  annunciò fiero Mathias. Lola scese dalla macchina e rimase completamente senza parole. Erano vicino ad un corso d'acqua ricco di canneti, circondato da un boschetto di salici e pioppi. L'inquinamento luminoso era completamente assente e questo rendeva possibile distinguere tutte le stelle nel cielo, ogni singolo e più insignificante puntino lontano anni luce.  «Deve ancora venire il bello.» aggiunse Mathias dietro di lei. E aveva ragione. Ad un certo punto cominciò a notare piccoli bagliori luminosi intorno a lei, sugli alberi, vicino alla riva del fiumiciattolo. Guardò meglio e capì che era circondata da lucciole.  «E' spettacolare.» commentò sbalordita Lola cominciando a correre intorno a braccia aperte come se volesse acchiappare tutte le lucciole e le stelle nel cielo. Poi si sdraiò per terra ancora meravigliata e fece dei profondi respiri come per inalare tutta la calma che quel posto era in grado di infondere. Mathias si avvicinò e si sdraiò al suo fianco.  «Vedrai che andrà tutto bene. Ce la farai.» sorrise l'amico stringendole la mano.  «Lo so.» E per la prima volta ci credeva davvero.

 «Grazie per la serata.» disse Lola mentre salutava l'amico che l'aveva accompagnata a casa di Charlotte dove aveva lasciato il motorino.  «Quando vuoi.» affermò Mathias salutandola dal finestrino e dando gas alla macchina. Ancora col sorriso stampato in viso Lola prese le chiavi e raggiunse il suo motorino, ci montò sopra, accese il motore e partì. Dopo pochi minuti era già nel suo garage,il motorino parcheggiato e il casco nel ripiano accanto. Fece un profondo respiro per farsi coraggio ed entrò in casa. Il salotto era deserto e salì di soppiatto le scale per raggiungere camera sua. Quando abbassò la maniglia una voce alle sue spalle la richiamò.  «Serata selvaggia?» Il volto di Robbie era metà in ombra e metà illuminato dalla luce che proveniva dalla camera degli ospiti aperta alle sue spalle.  «Diciamo che è stata piuttosto movimentata.» ammise Lola.  «Mi fa piacere. Buonanotte.» fece per andare verso il bagno ma Lola lo fermò.  «Robbie mi spiace per quello che ho detto prima. Non volevo.» cercò di spiegare, di fargli capire quanto fosse dispiaciuta.  «Già, però lo hai detto. Ogni parola ha delle conseguenze Lola.» rispose bisbigliando Robbie voltandosi a guardarla negli occhi.  «Lo so bene, credimi.» -  «Non si cancellano come se nulla fosse. Mi spiace.» continuò Robbie abbassando lo sguardo.  «Vorrei fosse così facile.» ammise Lola ripensando alle parole pronunciate da Robbie quella sera, prima che tutto cominciasse a crollare.  «Anche io. Buonanotte.» Si voltò ed entrò in bagno.  «Buonanotte» si ritrovò a dire ad una porta chiusa. 

 

   
 
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