Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: vivienne_90    26/06/2017    6 recensioni
Akashi e Kuroko stanno insieme da diverso tempo quando quest'ultimo parte all'improvviso senza avvisare nessuno, costruendosi una nuova vita a Los Angeles.
Adesso, otto anni dopo, Kagami e Kuroko stanno tornando a Tōkyō, ognuno con le proprie preoccupazioni, chi l'aereo e chi una determinata persona, inizia tutto così...
Dal cap 5
"Il ritorno di Tetsuya metteva in discussione ogni cosa, ogni equilibrio che si era creato, si stava per rompere, perché guardare nei suoi occhi era come ammirarsi in uno specchio che non rifletteva mai l'immagine originale [...] Aveva sempre avvertito quelle piccole, grandi, differenze. Era come se una sottile parete trasparente li dividesse e Seijuurou, incurante, la buttava giù ogni volta, perché sapeva che al di là di essa avrebbe trovato Tetsuya, che lo avrebbe abbracciato, che lo avrebbe fatto sentire a casa."
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AkaKuro || AkaMayu || KagaKuro || MidoTaka || MuraHimu || AoKi || Past!AoMomo || Past!KagaHimu ||OOC!Mayuzumi || No!Bukushi/Oreshi || Future!AU
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Chihiro Mayuzumi, Seijuro Akashi, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: Kuroko no Basuke è un'opera di Tadatoshi Fujimaki, io non traggo alcun profitto da questa storia.








 

«Daikicchi! Daikicchi sono tornato!».

Di corsa si tolse le scarpe lasciandole nel genkan in modo disordinato per potersi precipitare dentro casa — «Dobbiamo festeggiare un sacco di cose! Non sai chi ho incontrato oggi!».

Kise aprì ogni porta possibile, dopo aver controllato il salotto si precipitò nella loro camera da letto e in bagno, ma evidentemente il compagno non era ancora tornato da lavoro.

«Mou ~ ».

Mettendo un piccolo broncio decise di iniziare ad imbastire la cena per ingannare l'attesa, per fortuna ebbe la saggia di riporre in frigo il vino che aveva comprato, non voleva inciampare in un ostacolo improvviso e rompere anche quella bottiglia; sì, le probabilità che una cosa del genere accadesse erano tremendamente alte, entrambi erano molto disordinati e non era una sorpresa vederli incespicare di tanto in tanto per colpa di un oggetto fuori posto.
Dopo aver incontrato l'amico che credeva perduto, il biondo si era diretto di corsa al supermercato comprando qualcosa di speciale da preparare per la serata. Aomine amava i teriyaki burger, perciò pensò che per festeggiare sarebbe stato carino preparane a quantità industriale visto quanto mangiava.
Pazientemente tirò fuori gli ingredienti preparando quello che poteva, anche perché gli hamburger mangiati freddi non erano poi tanto buoni.
Pazientemente, trattenendo l'eccitazione, aspettò che il compagno tornasse a casa.
Kise poteva essere rumoroso, esagerato, troppo emotivo, appiccicoso e lagnoso alle volte, ma sicuramente era un tipo paziente.
Aveva aspettato Aomine per anni: ai tempi delle medie aveva aspettato che si stancasse di tutti i flirt inutili con stupide ragazze con un bel davanzale; ai tempi del liceo aveva aspettato che la storia con la sua amica d'infanzia terminasse; aveva aspettato che l'altro si accorgesse che oltre alla vaniglia esistesse anche il cioccolato, aveva aspettato che l'altro capisse che infondo il cioccolato gli piacesse più di quanto potesse immaginare.
Kise non aveva mai demorso, non avrebbe mai lasciato perdere, perché sapeva che poteva esserci qualcosa tra loro e aveva ragione. Tutta la sua pazienza venne ricompensata alla fine, ci era voluto del tempo, tanto tempo, eppure guardando quello che avevano adesso, tutto quello che erano riusciti a costruire insieme capì che ne era valsa la pena.
Certo, l'appartamento in cui vivevano era piccolo, comunque Kise non lo avrebbe cambiato per niente al mondo; con il suo stipendio da pilota avrebbero potuto permettersi molto di più, solo che quella era casa loro, calda, confortevole e disordinata: era perfetta.

Quando sentì l'armeggiare di chiavi e serrature si decise ad iniziare a cuocere gli hamburger canticchiando tra sé e sé, contento del fatto che Aomine fosse finalmente a casa.

«Sono tornato. Ryouta?» — Stanco, l'uomo dalla pelle scura e i capelli color indaco, abbandonò la ventiquattrore nel genkan insieme alle scarpe, «Mmh che buon profumo. Muoio di fame.».
Il biondo si affacciò dalla cucina sorridendo, «Bene! Ho preparato il tuo piatto preferito ~ ».
Continuando a canticchiare spensierato, lo aiutò a togliersi la giacca tutto felice e pimpante, Aomine glielo lasciò fare estremamente perplesso, «Oi Ryouta, si può sapere che sta succedendo? — Non dirmi che ci sono le tue sorelle a cena, di nuovo.».
«Niente del genere, stasera siamo solo io e te, ci divertiremo e ci rilasseremo bevendo una buonissima bottiglia di vino per festeggiare ~ ».

Aomine impallidì, se si fosse scordato un'altra volta il loro anniversario sicuramente i suoi colleghi avrebbero trovato il suo corpo fatto a pezzi il giorno dopo. Era così terrorizzato da non riuscire nemmeno a chiedere cosa avrebbero dovuto festeggiare.
Con cautela seguì il biondo in cucina e senza farsi notare controllò scrupolosamente il calendario appeso al muro. No, non doveva preoccuparsi, infondo il loro anniversario era a marzo, o forse ad aprile — sicuramente non cadeva di febbraio, di questo era sicuro.

Oh andiamo! Era un poliziotto, poteva assemblare tutte quelle informazioni giusto? —

«Allora Daikicchi, com'è andata a lavoro oggi? ~ ».


Con calma, Aomine sapeva di potercela fare. Quel giorno non era il loro anniversario – anche perché sul calendario non era stato segnato con una serie infinita di stupidi cuoricini – e questa ormai era una certezza; a trarlo in inganno era il profumo di teriyaki burger e la bottiglia di vino, potevano esserci diverse possibilità: di solito Kise preparava il suo piatto preferito prevalentemente per festeggiare il giorno del loro fidanzamento, ma anche per comunicargli delle belle notizie o per farsi perdonare se aveva combinato un guaio – per esempio invitare le suddette sorelle, chiassose quanto lui se non di più, senza dirgli niente – . Non era questo però il caso, il giorno era comunque cerchiato di rosso, quindi era decisamente successo qualcosa che... che in quel momento non riusciva proprio a ricordare.

«Ci sei Daikicchi? ~ ».

La lagna dell'altro lo riportò alla realtà, «Ah... Sì ci sono, è che sto veramente morendo di fame.» — distrattamente prese dal piatto principale un panino già assemblato dandogli un morso, «Mh buono.».
«Potevi almeno aspettare che ci sedessimo a tavola no? ~ ».
«Come sei noioso, ora apparecchio.».
Giocosamente passò una mano tra i capelli biondi scompigliandoli e annoiato iniziò ad apparecchiare, dando di tanto in tanto un morso all'hamburger.
«Allora com'è andata a lavoro? Avete arrestato qualche tizio cattivo oggi? ~ », chiese Kise divertito raggiungendolo a tavola con la cena e il vino.
«No, oggi non si è visto nessun cattivo all'orizzonte.», borbottò afferrando il secondo panino, «Tu invece?» — E finalmente qualcosa nella sua mente scattò, la lampadina si accese, riuscendo così a risolvere lo strano mistero che aveva avvolto l'inizio della serata; il giorno sul calendario era segnato di rosso semplicemente perché il compagno era riuscito a prendersi un lungo periodo di ferie ed evidentemente voleva festeggiare – a sua discolpa c'era da dire che il compagno era veramente esagerato – .
«Ah giusto, da oggi stai a casa non è così?».
«Che bello te lo sei ricordato! ~ », esultò al settimo cielo attaccandosi al suo braccio.

Sì, con immenso sforzo ma se lo era ricordato, infondo è il risultato che conta giusto? —

«Oi così non riesco a mangiare!», rudemente riuscì a staccarlo – in modo da poter continuare a ingoiare sani più teriyaki burger possibili – , comunque la pace durò poco perché a quel punto si ritrovò le braccia del compagno avvinghiate al suo collo, facendolo quasi strozzare.
«Ci pensi Daikicchi? — Finalmente avremo tanti e tanti giorni per stare insieme ~ ».
«Che gioia. Ora torna a sedere, da bravo.».
In risposta ottenne semplicemente che l'altro strinse ancora di più — «Adesso possiamo anche organizzare la festa con Kurokocchi ~ ».
Bene, di cosa diavolo stava parlando adesso? — «Ryouta sono anni che non sentiamo Tetsu. Sicuro che questo sia vino?», bruscamente afferrò la bottiglia controllando l'etichetta.

Kise ammorbidì la presa non potendo più nascondere la sua gioia, chissà che faccia avrebbe fatto.
Tornò al suo posto in silenzio guardando i profondi occhi blu estremamente confusi.
Sapeva quanto il compagno avesse sentito la sua mancanza e quanto fosse stato male, infondo erano migliori amici da sempre. Una notizia del genere non avrebbe fatto altro che rallegrarlo.

«Te l'ho detto che dovevamo festeggiare no? — Kurokocchi è tornato ~ ».
«Da quando fai uso di droghe? Lo sai che sono un poliziotto vero? — Fammi vedere le pupille!».
Questa volta a ritrovarsi assalito fu Kise che ancora non aveva realizzato cosa stesse succedendo, sapeva solo che Aomine lo stava costringendo a tenere un occhio aperto con poco tatto, decisamente poco tatto — «Daikicchi così mi fai male! Non mi drogo! L'ho incontrato oggi!», piagnucolò divincolandosi per poi massaggiarsi l'occhio, «Ecco guarda ~ ».

Il ragazzo abbronzato guardò con attenzione il bigliettino da visita che l'altro gli stava mostrando, non potevano esserci malintesi.

«Ryouta dammi quel biglietto.».
«Perché? Che vuoi fare?».
«Lo voglio chiamare e riempirlo di insulti fino a quando non mi sentirò soddisfatto.», con uno scatto si sporse in avanti per poterglielo rubare di sorpresa, solo che Kise fu più svelto di lui.
«No! Sono riuscito a fargli promettere che ci saremmo visti tutti insieme, non rovinerai tutto ~ ».
«Stupido biondino dammi subito il numero!».

Istintivamente si guardarono, studiandosi attentamente, e al più piccolo segnale entrambi iniziarono a rincorrersi per il piccolo appartamento dimenticandosi della cena.

«Ryouta torna subito qui!».
«No!».

Alla fine Aomine riuscì a placcarlo facendo cadere entrambi sul divano, «Dammi subito quel biglietto da visita!».
«Daikicchi mi stai schiacciando ~ », Kise serrò ancora di più la presa sul cartoncino, «No — I capelli! Mi stai tirando i capelli! Ahia!». Iniziò a scalciare per farlo cadere giù dal divano ma si rivelò un tentativo vano, «Ti denuncio per violenza domestica Daikicchi!».
«Fai pure.», borbottò incassando i calci fino a quando non riuscì a strappargli di mano l'oggetto dei suoi desideri.

Vittorioso si alzò dal divano lasciando il compagno a massaggiarsi la testa; non pensandoci, con disinvoltura, Aomine gli diede le spalle per comporre il numero, il che risultò essere un grande errore, perché il compagno gli saltò alle spalle tentando di prendergli il telefono.

«Troppo tardi Ryouta, ormai sto chiamando.».

Continuò ad azzuffarsi con il ragazzo fino a quando non sentì una voce pacata e serena rispondere dall'altra parte. Era davvero lui? Quanti anni erano passati? —
Per un momento l'indaco pensò che il tempo si fosse fermato, probabilmente anche per la mente di Kise si fece strada la stessa riflessione... — Poi la zuffa ricominciò.


«OI TETSU PICCOLO INFAME! PREPARATI PERCHÉ QUANDO TI VEDRÒ TI SPACCHERÒ LA — ».
Kise si affrettò a tappare la bocca del compagno con le mani pur di impedirgli di parlare, «KUROKOCCHI PERDONAMI! DAIKICCHI MI HA RUBATO IL TUO BIGLIETTO!».
«STA' ZITTO RYOUTA!».
«NO STA' ZITTO TU! STUPIDO DAIKICCHI ~ ».

Alla fine i due persero l'equilibrio cadendo per terra e quando ripresero il telefono scoprirono che il loro amico perduto, da poco ritrovato, aveva attaccato.

«CHE STR — ! RYOUTA CHIAMA AKASHI!».
«NO CHIAMALO TU!».

Si guardarono negli occhi incerti sul da fare. Alla fine Aomine annuì chiamando il loro ex capitano di basket tentando di mantenere la calma.
Kise, ora seduto accanto a lui sul pavimento, si sporse oltre alla sua spalla per capire che stesse succedendo, «Allora? Squilla? Akashicchi non risponde? Perché? ~ ».
«Per l'amor del cielo Ryouta sta' un po' — AKASHI COS'È QUESTA STORIA DI TETSU CHE SAREBBE TORNATO? TU NE SAI QUALCOSA?».
«Sì che lo sa! Kurokocchi mi ha detto che lo sapeva!».
«E tu me lo dici adesso?».
«Beh tu non mi hai dato tempo di parlare!».
Svelta la mano si apprestò a dargli uno scappellotto, «Idiota!».
«Ahi Daikicchi ~ », si sfregò la nuca corrucciato, «Comunque che dice Akashicchi? ~ ».
Gli occhi blu scrutarono il telefono, «Ha attaccato.» — Si costrinse alla fine ad ammettere, sentendosi sconfitto su tutta la linea.

 

*


«Andiamo Tetsuya, dammi la mano.».
«No Akashi-kun.».

Seijuurou sospirò tenendo per sé il vago divertimento che provava, quando Tetsuya era arrabbiato o offeso era sempre meglio non peggiorare la situazione nonostante il più delle volte si trattasse di stupidaggini – .

«Sul serio hai deciso di non darmi la mano perché ho detto che sono leggermente più alto di te? È un fatto obiettivo sai? Non posso abbassarmi.».

Ecco ora sì che aveva detto la cosa sbagliata, lo capì dallo sguardo glaciale che gli inviò il fidanzato per poi accelerare il passo lasciandolo indietro.


E invece adesso, dopo tanto tempo, lo stava tenendo di nuovo per mano come aveva fatto mille altre volte. Prima era così scontato.
Rimanendo accanto a lui, in silenzio, continuò ad accarezzarlo con le dita, grato che glielo lasciasse fare. Non avrebbe voluto interrompere quel momento per niente al mondo, per questo Akashi non disse niente, tanto meno lo guardò. Voleva semplicemente cullarsi in nella pacifica sensazione di averlo di nuovo accanto, solo che, ovviamente, niente è per sempre.

«Ti sta squillando il cellulare Akashi-kun.».

Kuroko aprì gli occhi ritraendo velocemente la mano, interrompendo così il contatto semplice e troppo intimo per i loro trascorsi.

«Sì, me ne sono accorto.», con nonchalance estrasse il telefono dalla tasca maledicendo mentalmente chiunque si fosse permesso di mettersi in mezzo, in quel caso specifico Daiki.
In realtà non ebbe nemmeno il tempo di dire ʻprontoʼ – o di dire qualsiasi altra cosa – , che dall'altra parte della cornetta si scatenò il pandemonio: urla e grida e lamenti — E attaccò.

«Tetsuya potresti spiegarmi come mai Daiki ha il tuo numero di telefono e io no?».
«Ho dato il mio biglietto da visita a Kise-kun e non è vero che tu non lo hai Akashi-kun.».
Akashi sogghignò soddisfatto, «Corretto, ciononostante c'è una disturbante differenza, io ho dovuto prenderlo da Chihiro in un momento di distrazione, mentre a Ryouta lo hai dato di tua spontanea iniziativa.».
Ecco che ricominciava a fare il bambino adesso, «Direi che possiamo rientrare.».
Kuroko non avrebbe mai dato il suo numero a nessuno, purtroppo le circostanze erano risultate sfavorevoli per lui, arrivati a quel punto ormai tutti avrebbero saputo del suo ritorno – se non lo sapevano già tutti – .
Murasakibara di certo lo avrebbe detto ad Akashi – comunque non era quello il problema visto che alla fine si erano incontrati di persona – , Akashi lo avrebbe detto a Midorima, Midorima si sarebbe tenuto la cosa per sé, ma l'incontro con Kise aveva cambiato tutto.

«Penso che ormai avrai capito quanto sia inutile nascondersi dietro un dito Tetsuya.», sospirò alzandosi per raggiungerlo, «Davvero non vuoi vederli? — Sono i nostri amici e gli sei mancato. Sono curioso sai, cosa ti aspettavi esattamente?».
Non lo sapeva, Kuroko non sapeva cosa aspettarsi, ma non voleva essere di nuovo coinvolto in tutto quel piacevole e caldo caos, lo stesso caos che aveva segnato le loro vite per sei anni, il caos che aveva imparato a chiamare casa. Non voleva perché sarebbe stato semplicemente troppo difficile ripartire una volta terminato il lavoro.
Gli occhi color cielo potevano vedere anche troppo bene, potevano ricordare fin troppo bene tutti i ricordi che avevano costruito insieme: le vacanze estive passate al mare, i gruppi di studio, gli allenamenti e le partite di basket, i loro bisticci e i gli scherzi e i dispetti —
Sobbalzò sorpreso quando sentì le mani dell'altro posarsi sulle sue spalle e lo sguardo di Akashi incatenarsi al suo, poteva leggervi fermezza, decisione.

«Tetsuya, perché — ».


E poi tutta la decisione e tutta la fermezza sparirono. Vide Akashi fare un passo indietro e distogliere lo sguardo per indirizzarlo da un'altra parte, giusto poco prima che la porta venne aperta, giusto in tempo.

«Ehi se qui avete finito il coq au vin è pronto.».
«Arriviamo subito Chihiro.».

Akashi spense la sigaretta e Kuroko tirò un sospiro di sollievo ringraziando mentalmente l'amico di essere andato a chiamarli. Sapeva che non sarebbe finita in quel modo, era pressoché impossibile, però almeno aveva potuto riprendere a respirare. Per il momento.

«Era una chiamata di lavoro Kuroko-kun? Hai altre offerte?».
«No niente del genere Mayuzumi-kun.», rispose cortesemente iniziando a mangiare.
Kagami corrucciò la fronte non capendo, non è che Kuroko avesse mai ricevuto chissà quante chiamate — «Allora chi era?».
«Oh solo un nostro vecchio compagno di scuola. Ha saputo che Tetsuya è tornato e avrebbe davvero molto piacere di incontrarlo. In effetti molti nostri amici la pensano così.».

Kagami trattenne un sonoro sbuffo, perché diavolo doveva rispondere lui? —

«Sarebbe carino organizzare una rimpatriata non credi Sei? Perché non andate a fare un weekend a Kyōto, tuo padre è fuori per lavoro no? — E poi quella casa è così grande.».
«Non dire assurdità Chihiro, siamo cresciuti ormai e siamo tutti impegnati. È impensabile trovare un weekend che possa andare bene a tutti.».
«Andiamo non può essere tanto complicato, sopratutto se sono tutti contenti di sapere che Kuroko-kun è tornato. Tu che ne pensi Kuroko-kun?».

L'azzurro stava semplicemente pensando che non credeva alle proprie orecchie, «Che abbiamo un lavoro da finire Mayuzumi-kun e che grazie alla mia influenza sono già indietro, davvero non vorrei avere altre interruzioni.».
«Non saranno un paio di giorni a rallentarti, ho visto come lavori e ho piena fiducia in te.».
«Grazie ma sono qui con il mio compagno e non credo sia carino lasciarlo da solo, anche se si trattasse di un paio di giorni.».
Akashi si costrinse a non sfoggiare il suo miglior ghigno, lo stesso che di solito mostrava all'avversario quando era sicuro di avere la vittoria in mano. Oh, così era veramente troppo semplice, tutto quello che doveva fare era dare una semplice spintarella, il resto sarebbe venuto da sé — «Taiga, Tetsuya mi stava raccontando che il primo giorno siete stati con un tuo vecchio amico, Himuro Tatsuya, corretto?».
Kagami inarcò un sopracciglio interdetto, guardò il compagno per poi rispondere con sicurezza, «Sì, è un mio amico di infanzia. Tu come lo conosci?».
«Il caso vuole che il suo compagno sia uno di questi nostri amici, tutto qui.», scrollò le spalle innocentemente, «Chihiro potresti passarmi la tua deliziosa ratatouille?».
Mayuzumi lo accontentò con un sorriso riprendendo il discorso, «Beh allora davvero non dovrebbero esserci problemi per la vostra rimpatriata. Voi vi divertite, io mi rilasso e Kagami potrà passare delle belle giornate con il suo amico.».
Scacco matto al Re — «Sì Chihiro, davvero una splendida idea devo ammetterlo.».

Ah, adesso sarebbe stata una ʻsplendida ideaʼ? — Kagami poteva sentire ribollire il sangue nelle vene, non sapeva ancora per quanto sarebbe riuscito a controllarsi, «Non avevi appena detto che siete cresciuti, i problemi del lavoro e che sarebbe stato impensabile trovare un weekend che possa andare bene per tutti?».
Elegantemente Akashi si pulì le labbra con il fazzoletto, concedendosi in seguito un sorso di vino, «Forse temo di aver leggermente esagerato. Non è poi così difficile, basterà semplicemente organizzarsi immagino. Inizierò a fare qualche chiamata.».

Durante tutta la conversazione Kuroko trattenne il respiro, sapeva che anche tirargli cento calci da sotto il tavolo non avrebbe portato niente, si limitò a rimanere in silenzio ad ascoltarli.
All'azzurro non era sfuggita la tensione di Kagami, solo non capiva perché fosse così nervoso. Non gli aveva mai parlato della sua relazione con Akashi, perciò non c'era motivo, anzi conoscendolo lo avrebbe anche incoraggiato a passare del tempo con i suoi amici. Qualcosa non quadrava. Proprio per niente.

«Gli amici di Sei sono davvero simpatici Kagami, bizzarri ma simpatici.».
«Oh... lo immagino.».

 

*


Il tragitto in taxi per tornare al ryokan fu estremamente silenzioso: Kagami era nervoso e Kuroko non sapeva cosa fare, comunque pensò che fosse una buona cosa passare la notte con lui.
Senza emettere un suono rientrarono in stanza preparandosi per la notte, Kagami ovviamente si accorse della sua presenza — «Resti a dormire qui?».
«Sì, non vuoi?».
«Non è quello che voglio io il problema, ma quello che vuoi tu.», mugugnò senza guardarlo.
«Che sta succedendo? — È da metà serata che sei strano Kagami-kun.».
Adesso erano anche tornati ai cognomi, di male in peggio, «Vuoi dormire con me o vuoi dormire con Akashi? Con il grande amore della tua vita con cui sei stato sei, sette, anni? — Perdonami se non ricordo molto bene i dettagli.».

Gli occhi color cielo si sgranarono sorpresi, non capiva, davvero non capiva. Lui non aveva mai detto niente a nessuno riguardo alla sua vecchia storia, di questo ne era più che sicuro.

«Cosa stai... Kagami-kun, è assurdo... ».
«QUELLO CHE TI STO DICENDO — !», ringhiò sbottonando la camicia frettolosamente per poi voltarsi a guardarlo «Quello che ti sto dicendo è che io so tutto Kuroko!».

Cosa? —

«So chi sia lui per te! So perché te ne sei andato otto anni fa! So tutto!».

No, non era possibile — «Da quanto tempo?».

«Da sempre immagino... La prima volta che siamo usciti, ti sei ubriacato pesantemente e hai iniziato a straparlare.», stanco Kagami si mise a sedere sul futon, «Ho tenuto il tuo segreto sperando che un giorno me ne avresti parlato di tua spontanea volontà, invece... ».
Cautamente l'azzurro si sedette accanto a lui guardandolo negli occhi, «Taiga-kun, non dire niente per favore.».
«Come posso non dire niente? — Ferisci le persone negandogli di sapere la verità! Ci pensi mai a come mi senta io nel sapere che tu sei — ».
Senza permettergli di terminare la frase, Kuroko si fiondò sulle sue labbra iniziando a baciarlo, «Non dirlo.».
«Non dirlo non cambierà le cose Kuroko.», farfugliò ricambiandolo come poteva.
«Chiamami per nome, Taiga-kun.», abilmente fece scivolare via la camicia iniziando a spogliarsi a sua volta, «Chiamami per nome.».

E Kagami lo accontentò, chiamò il suo nome ancora e ancora, per tutta la notte, tenendo le proprie preoccupazioni per sé — Ancora una volta.









 

Angolino dell'autrice, si fa per dire u.u


Eccoci alla fine del decimocapitolo. EEEEEE SBAM KAGAMI HA SGANCIATO LA BOMBA!! Okay non sono molto matura per uscirmene in questo modo, MA NON VEDEVO L'ORA DI PUBBLICARE QUESTO CAPITOLO!! Calmiamoci, andiamo con ordine!

Finalmente AoKise e il loro personalissimo stile di vita “risse” comprese :v , vediamo anche un primo approccio tra Aomine e Tetsu <3 (e ovviamente non finirà qui).

Inizia anche la seconda parte della cena e vediamo come i toni cambino, Kuroko spiega come mai non voglia incontrare i vecchi amici (troppi bei ricordi *sob *), Kagami è nervoso, Mayuzumi fa proposte che... davvero tesoro smettila lo dico per te, Akashi, da bravo genio del male quale è, pianifica grazie al suo perfido e brillante cervello e tanto per cambiare Mayuzumi ci casca con tutte le scarpe (tranquilli, a un certo punto si riprende e torna ad essere antipatico <3). Infine il capitolo termina con Kuroko che fa di tutto per sedurre Kagami, lo vuole zittire perché per primo non vuole pensare a niente e ci riesce, alla grande direi ;)

La domanda è: festicciola di Kise o weekend a Kyōto? — Inizia il sondaggio(?)

Un ultima cosa, nelle fic tendo sempre a mettere, quando possibile, le informazioni che gentilmente Fijimaki ci ha fornito al di fuori della trama, fino ad esso mi sono dimenticata di specificarlo quindi scriverò qui le cose che ho inserito ma non ho detto (sicuramente le sapete già, io ve le dico lo stesso però xD) — Piccole curiosità: come carriera alternativa Murasakibara sarebbe un pasticciere, Aomine un poliziotto, Kise un pilota e Akashi un giocatore di shogi professionista (Kagami, vigile del fuoco; Kuroko, insegnante d'asilo). Il piatto preferito di Akashi è lo yudofu, ovvero la famosa zuppa di tofu, mentre non gli piacciono affatto le alghe, la wakame (e immagino io ogni ricetta in cui venga utilizzata) in particolar modo, comunque su questo punto forse non sono proprio nel giusto(?) ho cercato su internet e da quello che ho capito è un tipo di alga, poi non so xD ; Il piatto preferito di Aomine invece sono i teriyaki burger (plurale perché ne mangia sempre una quantità spropositata); Kise ha realmente due sorelle maggiori (una in particolare lo ha spinto a provare la carriera di modello), pensate che caos in quella casa xD


Credo di aver detto tutto, nel caso non esitate a fare domande *^*)/

Spero che i personaggi siano IC come sempre, chiedo scusa per eventuali errori di battitura. Leggete e lasciate una recensione se vi va in modo da poterci confrontare sulla fic, adoro le vostre teorie <3


Ci vediamo mercole con il prossimo capitolo, se vi va ~

Ja ne ^_^

 

  
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