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Autore: Matteo Trusendi    26/06/2017    0 recensioni
L'avventura dei due eredi volge finalmente al termine. In questo ultimo capitolo, vi saranno tradimenti, guerre e un momento di instabilità per Vittorio. Per la prima volta, egli sarà indeciso sulla giusta strada da percorrere.
Questo ed altro vi attendono nell'ultimo capitolo, insieme allo scontro finale.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L’atmosfera di Villa Sellâs era colma di serenità. Il professore, immerso nella lettura, non diede segno di sorpresa nel momento in cui il ragazzo apparve, trafelato, al suo cospetto.
“ Sei tornato. ” affermò l’uomo, privo d’emozione.
“ Ho… Ho combattuto contro Emily. ”
A codeste parole, Sellâs posò il libro e rivolse la sua attenzione a Vittorio.
“ Per quale motivo? ”
“ Il Traditore, Avälar, è riuscito a impadronirsi della sua mente. Ha dovuto provocarle un crollo emotivo. Le… Le ha detto dei suoi veri genitori. ”
Il volto del professore pareva trasfigurato in pietra.
Mormorò: “ Sapevo che questo giorno sarebbe finalmente venuto. Ne ho discusso anche con il Presidente. ”
“ Quindi… Voi lo sapevate? ”
“ Sì. Eravamo indecisi se dirvelo oppure no, pertanto abbiamo deciso di aspettare. Invece è finita esattamente come temevo; la cosa vi è stata rivelata da una fonte esterna. ”
“ Oggi è il nostro compleanno. ”
“ Lo so, infatti vi avevo fatto la torta. Avevo intenzione di dirtelo oggi. ”
“ Della serie: ‘Tanti auguri! Scartate i regali e oh, sì, vostro padre è la creatura che vuole distruggerci da tutti conosciuta come Avälar. E non scordatevi di spegnere le candeline!’. ”
“ Ok, Vittorio ho fatto un errore non uccidermi per questo! ” esclamò con voce alterata.
“ No, prof. Questo è un errore che non posso tollerare. Avresti dovuto dircelo prima. ”
Abbandonò la biblioteca, in direzione della sua camera. Sellâs, la pena dominante l’animo, non compì movimento alcuno.
 
Aldë, il Signore d’Avalönnë, aveva confinato il Traditore negli oscuri meandri dell’Ioliö, il regno dei morti.
Il sigillo grazie al quale Avälar era privato dei propri poteri era posto all’interno d’un vulcano inattivo.
Governando il corpo di Emily e dunque essendo in possesso delle capacità dalla fanciulla, il Sire del Mondo generò un varco per gli ignoti recessi del monte.
“ Finalmente! Dopo tutto questo tempo… Rivendicherò ciò che è mio! ” mormorò.
Alfine giunsero alla meta: un altare in bronzo, con incise lettere appartenenti all’alfabeto dei Perti, l’Avalön.
“ I poteri di mia figlia sono sufficienti per rompere questo sigillo. E allora… Questo mondo e la Terra scopriranno che Avälar non è morto! ” esclamò trionfante.
In seguito, la ragazza mormorò, nella lingua dei Perti: “ Kio däl jer resan Pertus uwer herastus! ”
L’altare parve collassare: un intenso bagliore venne sprigionato. Una maestosa figura si delineò nell’angusta camera; era colma di oscura ira, e, animata dal Potere dell’essere, il monte sopito rivelò la propria indomabile e perenne forza con la sua prima violenta eruzione.
Una voce permase la terra: “Udite, deboli mortali! Avalär è tornato per avere quello che gli è stato sottratto! ”
Nel mentre, Vittorio era immerso in complesse riflessioni. La sua meta era invariata: distruggere il Traditore, il Sire del Mondo. Tuttavia… Costui era suo padre. Possedevano un legame sanguigno. Nondimeno…
I pensieri del ragazzo vennero interrotti da una richiesta:                     “ Posso entrare? ”
“ Entra. ” fu la risposta, priva d’emozione.
Il professore accedette dunque al luogo ove il fanciullo rimuginava sul proprio tempestoso e ignoto futuro.
“ Vittorio, vieni. Voglio farmi perdonare. E darti la possibilità di riscattare Emily. ”
 
Il Potere di Avälar, alimentato dall’ira la quale aveva posseduto l’oscuro essere per millenni trascorsi nell’Ioliö, aveva  edificato un’angosciante magione in cui aveva posto la propria essenza.
Avalönnë era incline ad accogliere la dimora del Signore dell’Universo, pertanto era stata ubicata in una pianura corrotta, e tale frammento di mondo s’era librato e, al momento, fluttuava priva d’una meta.
Il generale Emily si recò nella Sala del Trono per riferire il rapporto sulle attuali probabilità di conquista e sottomissione delle Tre Razze.
“ Il popolo si sta innervosendo ” mormorò. “ Stanno sospettando qualcosa, anche se non hanno niente in mano. Converrebbe attaccare in questo momento, quando ancora sono troppi confusi per fare alcunché o per rispondere ad un attacco.
Sua Magnificenza cosa ne pensa? ”
“ Il tuo ragionamento non è illogico ” rispose una voce gutturale. “ Ma senza un esercito sarà difficile combattere.          Io non sono ancora nel pieno delle forze e tu sei debole. ”
“ Io non sono debole. ”
“ Senza di me lo saresti. Tu sei la secondogenita, pertanto i tuoi poteri dipendono dalla vicinanza con l’Aldereth e con tuo fratello Vittorio.
Ora dovrai andare nel posto che ti dirò e dovrai reclutare, ad ogni costo, i miei futuri soldati. È chiaro? ”
“ Sì, Mio Signore, è chiaro. ” si congedò Emily, ferita nell’orgoglio.
L’Ioliö era un luogo tetro, tuttavia avevo un proprio, innaturale, fascino perverso.
L’oltretomba era di gradimento ad Emily. Ella, assorta in riflessioni militari, vagava prima di meta nelle aride terre dell’inferno, in cerca di soldati.
Tuttavia, la curiosità pervase il suo animo ed, avvistata un’anima solitaria, si recò per poter porre inizio ad una conversazione.
“ Ma come funziona? ” domandò, con stile pratico.
“ Quando si muore, cosa succede? ”
“ Per esempio ” narrò l’entità “ Io, che sono un Aldalönnê, avevo la possibilità di trasferire la mia anima altrove, in altri oggetti inanimati.
Poco prima della mia morte, ho trasferito la mia anima in una spada, poiché ero un grande soldato un tempo.
Noi Aldalönnê abbiamo anche la capacità di scegliere il momento della nostra morte. Ti spiego meglio: se è di nostra volontà, possiamo annullare la nostra esistenza con un semplice pensiero.
In sostanza, possiamo trasferire la nostra anima in un oggetto prima di morire, e poi o continuare ad essere coscienti fino alla completa distruzione dell’oggetto, oppure scegliere di troncare la propria esistenza dal mondo. ”
“ È molto complicato. ” mormorò la fanciulla.
“ Sì, lo so, ma tu non te ne dovrai preoccupare, hai tutta la vita davanti, al contrario di me. ” rispose, con un sorriso malinconico.
Dunque, giunse alla meta. I demoni erano servi dell’attuale Imperatrice di Iol, Lya la Gelida e, al momento, adempivano al loro dovere: erano intenti a tormentare le anime dannate.
“ Tu non dovresti essere qui, giovane mortale. ” mormorò un essere antropomorfo. “ Questo luogo non è fatto per i vivi. ”
“ Mi manda Avälar. ” fu la risposta. Un istintivo tremore serpeggiò fra le creature.
“ Come osi pronunciare il suo nome? Orribili sciagure e indicibili pene avrai alla morte! ” esclamò un demone simile ad un artropode.
“ Ho la sua autorizzazione. Egli mi ha mandato in codesto luogo senza gioia per svolgere un compito. ”
“ Ma davvero?  Senti senti… Quale sarebbe questo così importante compito? ” domandò un’entità priva di corpo.
“ Devo convincervi a combattere per il mio padrone. È riuscito a distruggere il sigillo che lo imprigionava e adesso è giunto nel mondo per portare distruzione. Ed ha bisogno di un esercito. ”
“ In effetti ci eravamo accorti della sua assenza. Ma pensavamo che si fosse solo spostato. L’Ioliö è molto vasto; non abbiamo preso in considerazione l’idea che fosse riuscito a fuggire. ” rifletté l’artropode.
“ Quindi quale sarebbe la vostra risposta? Sono venuta fin qui per domandarvi di combattere, e ora pretendo un responso. ”
“ Onestamente non vedo cosa tu potresti darci in cambio per convincerci. Qui abbiamo già tutto quello che ci serve. ”
“ Non ho intenzione di adirarmi. Pensateci bene: vi conviene rifiutare? ”
In tale istante, i demoni avvertirono un’aura di potere emanare dalla fanciulla. Nonostante in lei non vi fosse il minimo segno d’ira, il furore dilagava nell’animo corrotto degli esseri.
“ C-Cosa ci offri in cambio? ” chiesero le creature.
“ Vi offro gli uomini. La possibilità per voi di scagliarsi contro creature viventi. L’ebbrezza della morte. Inoltre avrete anche dei territori molto vasti da governare. Quando il mio padrone sarà al potere, ricompenserà coloro che lo hanno aiutato. Allora, ci state? ”
Trascorsi intensi istanti di discussione fra i demoni, tuttavia giunsero alfine ad una conclusione.
“ E va bene. Ci stiamo. ”
 
Preceduto da una scarica elettrostatica, il portale per il regno di Avalönnë fu nuovamente accessibile.
Usufruendo del saggio consiglio del professor Sellâs, Vittorio avrebbe varcato il passaggio per giungere nella corte del re Garterenîr.
“ Augurami buona fortuna. ” fu l’addio del ragazzo.
“ Buona fortuna, figlio mio. ”
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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