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Autore: k_Gio_    26/06/2017    3 recensioni
Verità e bugie sono alla base di tutto. Tutti camminano in sentieri semi oscuri ma qualcuno vuole far sapere la verità.
Sarà l'inizio di qualcosa di bello o l'inizio di un doloroso epilogo, starà a loro capirlo e scoprirlo.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 33

 

Emma non aveva smesso di abbracciare suo figlio nemmeno per un momento, lo aveva portato in cucina per parlare un momento con lui e chiedergli se gli avessero fatto del male o altro. Henry scuoteva la testa energicamente, ora era più tranquillo e le lacrime avevano smesso di scendere. Si sentiva solo sollevato e finalmente al sicuro e a casa. Tornarono nel salotto dove Killian con sguardo cupo e tagliente fissava la giovane, che seduta nella poltrona sembrava sparire. Non aveva ancora detto nulla, non osava alzare lo sguardo perchè si sentiva tremendamente a disagio.
Emma si accomodò sul divano ed Henry si mise tra lei e Killian il quale non toglieva gli occhi dalla ragazza.
Ora che suo figlio era di nuovo con loro la tensione era sparita, la rabbia di Emma era stata sostituita dalla gioia di aver ritrovato il bambino sano e salvo. Ma ciò non significava che avrebbero lasciato perdere, tutt'altro.
Emma si rivolse a Killian «Dovremmo chiamare Graham»
«Non ancora, prima voglio parlare da solo con lei»
«Noi rimaniamo qui» sentenziò lei che non aveva la minima intenzione di sprecare quell'occasione.
Killian annuì serio, il tono duro e di chi non ammette repliche «Ora parla».
«Io...beh...non avevo idea che...» iniziò tentennante Belle scaturendo l'ira dell'uomo di fronte a lei.
«Non prenderci in giro! Come è possibile che non sapessi niente?! Non provare ad ingannarci perchè non mi importa che tu sia una donna, non te la farò passare liscia! Né a te né a Gold!» era furioso, serrò i pugni per cercare di darsi un contegno ma non era davvero sua intenzione farlo. Sia Henry che Emma non avevano mai visto quello sguardo sul volto dell'uomo.
La manina di Henry si andò a posare sul pugno del genitore attendendo che lui lo guardasse «Papà, lei è stata gentile con me. Non sapeva davvero niente» e poi mettendosi la mano davanti alla bocca in modo da far sentire solo al padre bisbigliò «E' solo un po' tonta» .
Killian sospirò rumorosomente «D'accordo. Dicci tutto quello che sai.»
Belle, che si era seriamente spaventata da come si era rigirato lui cercò di mantenere la voce ferma quando riprese a spiegare.
«Io ho scoperto tutto quando Henry mi ha detto la verità. Gold mi aveva chiesto di tenere Henry dicendomi che era figlio di suoi parenti e che a causa di un problema aereo i suoi genitori erano in ritardo visto che lui stava passando le vacanze qui....Sono così dispiaciuta...» si coprì il volto con le mani, con i singhiozzi a stento trattenuti per l'essersi accorta di come era stata raggirata dall'uomo che amava.
Emma guardò Killian. Non stava mentendo e Killian annuì concorde con lei. Attesero che la ragazza si riprendesse.
Belle tirò su col naso e riprese a parlare «Stamattina sono andata a parlare con Gold cercando di capire se mi stesse mentendo. Così quando gli ho chiesto più informazioni sul conto di Henry e dei suoi genitori mi ha liquidato dicendomi che non dovevo preoccuparmi di nulla e che dovevo solo tenere il bambino finchè lui avesse detto di farlo e che ciò che diceva Henry era solo frutto di una fervida immaginazione infantile che vedeva draghi dove in realtà non c'era nulla» si soffiò il naso e proseguì, alternando lo sguardo sui tre davanti a lei «Non sapevo di chi fidarmi ma quando Henry mi ha detto che poteva provarmi che diceva la verità ho deciso di fare almeno un tentativo. E così l'ho portato dove mi ha detto» ora che aveva detto ad alta voce quel suo bizzarro racconto si rendeva conto di quanto assurdo e improbabile fosse il tutto. Ci era cascata con tutte le scarpe.
La voce di Emma uscì dolce ma ferma «Belle, ti ringrazio per aver riportato a casa Henry e per esserti fidata di lui. Te ne siamo immensamente grati ma dovrai raccontare tutto questo alla polizia una volta che l'avremo chiamata. Gold deve essere fermato e tu puoi aiutarci a far sì che ciò accada. Mi dispiace che si tratti dell'uomo che ami ma è la cosa giusta da fare»
Gli occhi di Belle si spalancarono, stupita  che si fossero accorti del sentimento che nutriva per quell'uomo che le aveva giurato tante volte che avrebbe lasciato la moglie per mettersi con lei e che ancora non aveva fatto. Ingoiò l'ennesimo sighiozzo, non si sarebbe tirata indietro. L'aveva ingannata, di nuovo , non sarebbe stata zitta. Un conto era prendere in giro lei a parole un altro era far rapire un bambino e coinvolgerla in quella trama di un gioco oscuro.
«Lo so, e dirò tutto quello che so» 

Meno di un'ora più tardi, l'agente Graham arrivò a casa loro e con il tono autorevole di un ufficiale di polizia aveva chiesto alla signorina Belle French di seguirlo in centrale dove l'avrebbero interrogata sull'intera faccenda. La ragazza aveva dato loro tutta la sua disponibilità e dopo aver chiesto scusa per l'ennesima volta ai due genitori e salutato Henry si diresse verso la vettura che l'aspettava fuori. Graham prima di raggiungerla si fermò  sull'uscio della porta « Ho la sensazione che tu centri qualcosa per questa improvvisa svolta, Emma.» sollevò un sopracciglio con fare cospiratorio e leggermente accusatorio. Emma accanto a lui scosse la testa.
«Mi piacerebbe dirti di sì ma è stato merito di Henry. Belle vi racconterà tutto.»
Lui annuì guardando fuori. Le giornate si facevano sempre più calde con la bella stagione che avanzava velocemente. Nessuna nube in quel cielo terso sopra di loro. «Sai che potrebbe davvero essere la fine di tutta questa storia?»
Emma sorrise mentre un sospiro le fuoriscì dalla bocca «Io lo spero davvero».

Un'ora più tardi sentirono suonare il campanello. Non avevano ancora chiamato nessuno per avvertire di quanto accaduto, si erano solo dedicati al loro bambino che forte come non mai era riuscito a tornare a casa senza il loro aiuto. Erano fieri di lui.
Killian si alzò dal divano e andò ad aprire ritrovandosi Ingrid sulla porta .
«Spero di non aver interrotto nulla» disse sorridendo mentre Killian si spostava per farla entrare e scuoteva la testa quasi ridendo a come avrebbe reagito di lì a poco la donna.
«Non hai interrotto nulla anzi». Ingrid non capì subito a cosa si riferisse ma quando vide quel visino che non vedeva da diverso tempo si illuminò.
«Henry!» le gambe le cedettero e si ritrovò a spalancare le braccia mentre il suo nipotino si precipitava da lei abbracciandola forte. Non si era aspettata una simile sorpresa ma era talmente felice che fosse sano e salvo che l'unica cosa che riuscì a chiedere fu «Ma come?!».
Emma sorrise mentre Killian le passava un braccio intorno alla vita e la stringeva «Henry te lo racconterà, è stata la sua avventura dopotutto».
Henry tutto contento e ancora tra le braccia della zia annuiva soddifatto. «Non vedo l'ora di sentire questa storia allora» e diede un altro bacio a suo nipote.
La notizia venne fatta circolare in modo discreto ma quella sera stessa tutti i loro conoscenti più stretti si ritrovarono a casa loro per festeggiare quell'inatteso ma sperato ritorno.
Henry che non era amante dello stare al centro dell'attenzione, in quell'occasione si mostrò felice del fatto che tutti lo ascoltassero attenti mentre parlava di ciò che gli era capitato.
Sia Emma che Killian erano stati titubanti fino all'ultimo sul fatto di far venire tutta la loro famiglia proprio il giorno stesso ma Henry non pareva turbato, tutt'altro.
Mary Margaret l'aveva abbracciata come non aveva fatto da tempo, mostrandole tutta la gioia che provava per quella vittoria su Gold. Emma notò nei suoi occhi che c'era dell'altro ma non volle chiedere, gliene avrebbe parlato al momento opportuno. Per ora si beava di quel clima gioiso che avrebbe raggiunto l'apice solo se ci fosse stato anche qualcun altro.
Ed era proprio mentre si era persa in quei pensieri malinconici, con lo sguardo su suo figlio ma la mente altrove che Killian la raggiunse.
«Ehi» le baciò la fronte mentre lei si ridestava e tornava lì nella loro casa insieme a tutti gli altri. E come lui le avesse letto nel pensiero le disse «tornerà anche lui, è questione di poco, me lo sento» era chiaro a chi si riferisse . Lei si voltò e lo guardò con uno sguardo interdetto.
«Sei diventato un vampiro che mi leggi nel pensiero Jones?» . Lui rise con quella risata calda che le faceva sciogliere il cuore e gli si abbandonò sul petto, grata di averlo al suo fianco.
Durante quella festa improvvisata non  mancarono le occhiate indagatrici di Ingrid alla volta di Jefferson che ignaro di tutto continuava a ridere  e a scherzare con il resto della compagnia. Elsa che si copriva il volto sperando che finisse tutto presto, Anna che con fare civettuolo sparlottava con la madre di tutto ciò che sapeva, Emma e Mary Margaret che cercavano di trattenere le risa e consolarare Elsa che si sentiva davvero a disagio, specialmente quando Jefferson la guardava in modi poco fraintendibili gettando quindi benzina sul fuoco.
Grace che non si era allontanata neanche per un momento da Henry, contiuava a guardarlo felice per lui anche se fino a quel momento non sapeva nulla di quel rapimento ai danni del suo amichetto. Henry contento di tutte quelle attenzioni inaspettate.
Quando i più piccoli iniziarono a sbadigliare i più grandi convennero che era ora di levar le tende. Avevano festeggiato alla buona, una volta che avessero riportato a casa anche Bae allora sì che avrebbero festeggiato in modo opportuno...anche se alla fine dei conti l'importante era che tutti quelli a cui volevano bene fossero lì con loro a gioire insieme.
Ingrid rimase con loro anche quella sera nonostante lei stessa si fosse offerta di spostarsi a casa di Elsa o Anna per lasciarli tranquilli. Ma ad Henry quell'opzione non piacque, voleva stare con sua nonna, aveva da raccontarle un sacco di cose e per questo avrebbe dormito insieme a lei. Né Emma né Killian si opposero a tale richiesta che più che altro sembrava un ordine.
Killian portò Henry a lavarsi i denti mentre Ingrid ed Emma si presero un  momento per parlare un po'.
«Da quello che ho capito qui questa sera non è solo Elsa a farmi stare in pensiero con quel Jefferson. Anche Henry pare abbia fatto colpo su quella ragazzina che poi è figlia di quest'ultimo. L'ho sempre pensato che questa non era una famiglia normale ma voi non fate che confermare questa teoria.» sorrise ironica per quello che aveva appreso solo qualche minuto prima. La faccia imbarazzata di sua figlia Elsa non riusciva a togliersela dalla mente ed era così buffa e tenera che le si stringeva il cuore al solo pensarci.
«Si ma non ne parliamo troppo con Henry perchè da quando è entrato Bae in scena l'attenzione di Grace oscilla tra lui e il fratello e non mi pare che la cosa gli piaccia troppo» sorrise Emma con fare apprensivo. Ingrid le mise una mano sulla spalla.
«Non ti preoccupare troppo tesoro, a tutto si trova una soluzione. Sai che non vedo l'ora di conoscerlo?» e l'abbracciò.

Non le sembrava ancora vero che potesse tirare un sospiro di sollievo. Sapeva che Graham ce l'avrebbe fatta a incastrare Gold. Belle era stata provvidenziale. Si mise a letto aspettando che anche Killian la raggiungesse. Intanto si rivolse alla sua piccolina.
«Quando uscira fuori ti prometto che non ci sarà tutto questo caos. Ci perderemo nei piccoli problemi quotidiani che insorgeranno giorno per giorno...ma non saranno mai più di questo genere. Te lo prometto. Saremo felici»
Killian la trovò così, con il capo chino mentre lasciava carezza sul suo ventre. Era incredibile come una scena così semplice potesse far fare le capriole al suo cuore. La raggiunse sul letto e la baciò. Poi baciò la pancia sempre più grande e rotonda.
Rimasero così per un po', in silenzio a carezzarsi e godere di quel momento di pace.
«Se ti va ancora potremmo sposarci...non sto dicendo ora, nell'immediato...però sì, potremmo ancora sposarci. Se ti va» Emma aveva detto tutto d'un fiato, non aveva avuto il coraggio di guardarlo, il perchè non lo sapeva neppure lei...ma si ricordava di come era andata a finire la prima volta. E no, non era stato piacevole.
Killian taceva continuando a sperare che la loro piccolina si facesse sentire. «Vediamo, Emma, vediamo.».
Lei annuì anche se nel buio della stanza lui non la vide. In fin dei conti non era un no...e poi da quando sentiva davvero il bisogno di farsi mettere un anello al dito...

L'indomani mattina, dopo che ebbero fatto colazione in una tranquillità e spensieratezza tale da farli estraniare dal mondo per un po', si presentò alla loro porta qualcuno che non si sarebbero mai aspettati di trovarsi di fronte.
Emma andò ad aprire con un la tazza ancora fumante di caffè alla mano e per poco non le cadde addosso quando un Bae super eccitato si scaraventò contro di lei senza nessun preavviso. Venne prontamente tirato indietro e rimesso in riga dalla donna che lo aveva accompagnato.
Milah, con ancora i suoi occhiali da sole non si scompose minimamente di fronte a lei, ma Emma non poteva vedere gli occhi dell'altra che la percorrevano in tutta la sua figura per poi guardare oltre e spiarne la casa all'interno. Storse un po' la bocca e tenendo le mani ferme sulle spalle del piccolo le rivolse parola.
«Killian è qui immagino. Devo parlargli»
Emma sollevò le sopracciglia leggermente infastidita per come quella donna la stava trattando, ma Bae era lì e tanto le bastava.
«Vado a chiamarlo,entra». Milah scosse la testa e rimase impettita sulla porta. Emma alzò le spalle e andò in cucina dove Killian per poco non si strozzò con l'ultimo pezzo di biscotto. Si precipitarono di nuovo tutti e due all'ingresso trovandola in attesa e con un fare sempre più scocciato stampato in volto.
Bae allora la guardò «Posso andare con Emma?». Milah si limitò a spingerlo leggermente verso l'interno mentre faceva cenno a Killian di uscire.
«Porto Bae di là ma se hai bisogno chiamami» Killian annuì e dopo averle preso un bacio seguì la sua ex.
Bae le stringeva la mano senza dar segno di volerla lasciare, le sarebbe saltato in braccio ma aveva paura di far male alla sua sorrellina.
«Sono tanto felice di stare qui lo sai!? Mi sei mancata tanto e anche papà e Henry» ed Emma non era da meno.
«Non sai quanto lo sia io amore. Di là c'è una persona che vorrei tu conoscessi. E c'è anche Henry»
Quando varcarono la cucina Ingrid rimase spiazzata, aveva visto qualche foto che Emma le aveva mandato per telefono ma dal vivo era un'altra cosa, quel bambino aveva tratti di Emma e Neal che non si potevano ignorare.
Gli occhi della donna si velarono di lacrime. Si alzò dalla saedia per raggiungerlo ma mantenendo una certa distanza.
«Questa è Ingrid, tua nonna»
«Ciao Bae, sono davvero contenta di conoscerti». Bae la guardava e sorrideva, non aveva mai avuto una nonna, l'unica persona vicina ad una figura del genere era Granny, la governante di casa .
«Ciao Bae!» Henry ancora seduto a tavola continava a mangiare i suoi cereali, era contento pure lui ma i suoi cereali erano i suoi cereali.
Poco di stante da lì Milah aveva iniziato ad alzare la voce, turbata da quello che era successo in casa sua in quelle ore.
«Che diavolo sta succedendo Killian?! Un mio amico che sta in polizia mi ha chiamato stamattina per dirmi che Gold sta per avere problemi con la legge. Non mi ha detto altro ma so che tu sai qualcosa. Parla.»
«Quando accadrà lo scoprirai, quel verme deve pagare per tutto quello che ci ha fatto. È ora che tu scenda dal mondo dorato in cui sei stata per tutti questi anni, spero che tu non vi sia immischiata perchè altrimenti andrai a fondo con lui»
Lo avrebbe incenerito con lo sguardo «Ma come ti permetti? Sei solo un fallito che non andrà mai da nessuna parte! Come ho fatto a stare con te non lo so»
Killian aveva ritrovato una parvenza di calma interiore, conscio che la donna che aveva di fronte era spaventata da quello che sarebbe potuto accadere da lì a poche ore «Vale lo stesso per me Milah. Comincia a pensare bene a cosa fare perchè ho intenzione di andare fino in fondo questa volta. Bae rimarrà con me, non te lo lascerò più e questo vale anche per Henry».
Non capì a cosa si riferisse ma non vi badò «Staremo a vedere.» chiamò suo figlio per farlo uscire fuori e con l'intenzione di riportarlo a casa con lei ma quando quello fece capolino non era solo. Henry lo accompagnò alla porta e quando fu vicino a Killian la gola di Milah si fece improsvvisamente secca. Lo aveva già visto, questo sì, ma di sfuggita. Ora era come s efosse la prima volta . I neuroni si misero in moto creando però solo una gran confusione nella mente della donna. Scosse la testa come per ridestarsi dai suoi pensieri che non avevano né capo né coda e rimettendosi gli occhiali e ricercando la sua solita compostezza nella voce disse risoluta «Io...io penso che tu possa tenere Bae...tanto ho del lavoro da fare. Poi ti chiamo io» rivolse un ultimo sguardo a quel bambino che la guardava senza provare benché minima emozione e poi se ne andò.
«Quindi posso rimanere papà?» chiese ancora incerto Bae.
Killian ancora arrabbiato con quella donna che forse aveva scoperto la verità annuì «Penso di sì...e penso ci rimarrai»
I bambini tornarono dentro dove si rimisero a parlare con la loro nonna.
Ingrid era entusiasta di quel nipote che aveva l'occasione di conoscere solo ora, si stupiva come in ogni suo tratto poteva scorgere qualcosa della sua Emma. Era un bambino sensibile ed emotivo, simile ad Henry, persino con quelle faccette furbe che si ritrovavano. Bae era al settimo cielo, aveva deciso che Ingrid le sarebbe piaciuta fin dal primo istante, e non era stata una decisione difficile. Era la nonna migliore del mondo come lui stesso aveva ripetuto ad Emma quando si erano  trovati da soli. Il giorno corse spensierato.
«Emma io devo uscire un attimo. Torno subito» fece lui mentre si allungava per baciarla.
«Non è che vai a comprare le sigarette e poi sparisci in Messico vero?» scherzò lei mentre lo tratteneva per la maglia. Lui rise «Ma io non fumo Swan, al massimo ti direi che vado a comprare il rum. Vado.» un altro bacio e uscì.
«Dove è andato?» Ingrid entrò all'improvviso in cucina, senza aver fatto alcun rumore. Emma sobbalzò.
«Mi farai partorire prima se fai così! Comunque non lo so.» alzò le spalle riprendendo a preparare la cena. Ingrid le si affiancò per aiutarla mentre i due ragazzini giocavano al piano di sopra e si raccontavano le reciproche avventure.

La telefonata tanto attesa arrivò due giorni dopo.
''Accendi la tv'' le aveva detto Graham al telefono ed Emma aveva eseguito gli ordini. E così lo videro.
Gold che sotto una tempesta di flash e microfoni veniva accompagnato verso un commissariato. Emma si dovette sedere per non cadere, le mani a coprirsi la bocca ancora spalancata per la sorpresa. «Killian!»
«Che c'è?» e non appena vide le figure sullo schemo le spiegazioni furono inutili. Le si fece vicino cercando di frenare l'entusiamo e capire cosa la voce del giornalista stesse dicendo.
''...L'uomo più in vista della città, Rumple Gold, è al centro di un' indagine in cui lo si vede coinvolto in prima persona in uno scambio di culla avvenuto sei anni fa. Manteniamo il riserbo sulle identità dei bambini ma sono entrambi sani e  felici con le loro famiglie e i loro cari. Ad incastrare il magnate è stata la sua segretaria che si è ritrovata coinvolta in qualcosa più grande di lei. Le indagini della polizia però erano in corso da diverso tempo per altre truffe ma solo grazie a quest'ultima confessione  e a quella di alcune infermiere che hanno testimoniato contro Gold ora l'uomo potrà essere messo davanti alla legge e pagare per le sue colpe. Oltre a Gold anche il medico che...''
Emma spense la tv «E' finita Killian? E' finita davvero?» non poteva credere alle sue parole. Sentì le braccia di Killian che l'avvolgevano e seppe che era davvero finita. Un pianto liberatorio assalì entrambi, si sentirono improvvisamente più leggeri seppur  ancora increduli.

Come per magia tutto iniziò a girare per il verso giusto, cose inaspettate capitarono. Graham disse loro che Gold ora li avrebbe risarciti per tutta quella storia e che il caso era praticamente già chiuso. Una volta che il dottore aveva confessato di essere stato comprato altri fecero lo stesso e Gold si ritrovò con le spalle al muro. Certo, la fierezza con cui si distigueva dagli altri fece in modo di non farlo piegare di una virgola mentre sia da destra che da sinistra piovevano accuse. Belle French continuò a scusarsi con Emma e Killian per un altro po' poi dopo averle fatto capire che la perdonavano e che non ce l'avevano con lei, riprese a vivere tranquillamente. Milah fu quella che li soprese più di tutti.
Dopo aver categoricamente detto agli agenti che lei non ne sapeva niente di tutti gli affari del compagno si era anche definita la vittima della situazione,  in parte lo era davvero perchè suo figlio biologico era stato scambiato ma ciò non impedì alla polizia di fare delle indagini, senza trovare però alcunchè di illegale. Aveva chiuso tutto quello che aveva in comune con Gold, si era estraniata da tutto ciò che lo coinvolgeva e lo legava a lei. Non era andato a trovarlo nemmeno una volta. Non voleva avere più niente a che fare con lui.
Ora i dubbi di Emma e Killian era capire cosa avrebbe fatto con Henry e Bae, se voleva conoscere il suo vero bambino e se voleva stare con lui. Non dovettero scervellarsi  troppo. Quando  la vicenda Gold iniziava a non destare più scalpore e la gente iniziava a non curarsene più di tanto, Milah comparve alla loro porta.
Sempre vestita impeccabilmente, con la chioma fluente e il trucco a posto li fece uscire per parlare.
«Io non ne sapevo davvero niente. Non so come ho fatto a non accoregermi di nulla» Emma e Killlian si guardarono di sottecchi incapaci di sollevare un sopracciglio a quella specie di scuse che la donna stava facendo « Ci ho pensato e ho deciso per il bene di Bae...e anche di Henry in fin dei conti» i due bambini intanto si erano avvicinati anche loro per origliare la conversazione «Beh io ho deciso di darti la piena custodia di Bae...e anche di Henry a questo punto...poi con tutte le cose burocratiche te la sbighi con il mio avvocato perchè io non rimarrò in città.».
Emma era rimasta sorpresa ma mai quanto lo fu Killian. Bae ed Henry allora palesarono la loro presenza e Milah si rivolse direttamente a loro.
«Bae mi dispiace di non essere stata la mamma che avresti voluto ma io a mio modo ti ho voluto e ti voglio bene. Sono sicura che con Killian ed Emma starai sicuramente meglio, già lo vedo da quegli occhietti allegri. Però se ti va puoi chiamarmi ogni tanto, mi farebbe piacere.» poi prese un respiro rivolgendosi ad Henry «Henry. Io non so neanche cosa dirti, probabilmente sarai stato più fortunato di Bae a non avermi avuto come mamma. Sono felice che tu sia un bambino sano e felice e non voglio intromettermi nella tua vita perchè so che non ne sarei all'altezza. Però anche tu, se vuoi chiamarmi ogni tanto puoi farlo, o anche no, puoi fare quello che vuoi. So che Killian si prenderà cura di te perchè lui è diverso da me. Emma già lo fa e sarà una mamma migliore di me, lo sappiamo tutti» gli occhi di tutti si erano velati di lacrime, non si erano aspettati che potesse finire così.
Milah si sporse verso di loro e li abbracciò tutti, uno per uno, cosa che non era proprio per niente da lei. Non volle sentire le scuse di Killian per quello che le aveva detto giorni addietro, anche lei era stata cattiva con le parole. Li salutò un'ultima volta e andò verso la sua auto. Gli occhiali da sole che calarono sui suoi occhi questa volta non vennero messi per vanità ma per celare al mondo le lacrime che iniziavano a scendere. Era contenta della scelta che aveva fatto, non era fatta per essere madre e ora i suoi figli potevano vivere felici con qualcuno che li avrebbe amati.
Frastornati, erano completamente frastornati da quello che era accaduto loro. Felici come non mai, ma pur sempre frastornati.

Emma era dovuta andare da Graham per delle ultime cose, ma tra una cosa e un'altra si era fatto tardi e il crepuscolo la stava accompagnando nel suo ritorno a casa. Arrivata davanti alla loro casetta trovò tutto troppo calmo, le luci erano spente e cercò di ricordarsi se avevano detto di ritrovarsi a cena da qualche parte. Varcò la soglia accenedendo le luci.
«Ehi! C'è qualcuno?!» vide un bagliore provenire dalla cucina e cautamente iniziò ad avvicinarsi. Prese la prima cosa che trovò sul mobiletto d'entrata, un telecomando di qualche aggeggio, come arma. Il cuore che già aveva iniziato a battere per tutto quel mistero ora si era come sciolto nel suo petto. La tavola era apparecchiata per due e il tutto era illuminato con delle candele. Si morse il labbro cercando di non farsi prendere dall'ennesimo pianto che a quanto pare era diventato una costante con quella gravidanza.
Lo cercò con lo sguardo e lo trovò poco distante dalla tavola, emozionato come poche volte lo aveva visto e bello come ogni volta che lo guardava. Non sapeva cosa dire ma la parte pratica di lei ebbe la meglio.
«Henry e Bae?»
«Sono con Ingrid a casa di Elsa. E ci rimarranno fino a domani. Ti dispiace?»
Emma scosse energicamente il capo asciugandosi le ultime lacrime ,prendendogli poi il volto tra le mani. «Però potevi avvertirmi, mi sarei vestita meglio...già sto lievitando come una balena, almeno potevi risparmiarti la maglietta dell'ultimo momento» e nascose la testa nel petto di Killian che aveva sorriso per tutte quell chiacchiere inutili.
«Primo, se te lo avessi detto non sarebbe stata una sorpresa. Secondo, a me piacciono le balene e terzo, se va tutto come ho previsto della maglietta non ci dovremo preoccupare» e il tono malizioso sull'ultima frase non sfuggì alla bionda.
«E dunque che piani avresti?» fece altrettanto maliziosa lei mentre gli si avvicinava pericolosamente alle labbra.
«Se fai così ho paura che me li scorderò» stava cedendo ma si era ripromesso che avrebbe fatto quello a cui stava pensando da ormai una buona settimana, se non di più. La scostò da sé gentilmente e le prese le mani.
Buttò fuori un gran sospiro «La prima volta che te l'ho chiesto te l'avevo detto quasi per gioco, anche se dentro di me già ti vedevo nel mio futuro. Poi sappiamo come sono andate le cose e non ne abbiamo più parlato. Non abbiamo più voluto  parlarne. Ma io continuo a vederti nel mio futuro Emma, penso di averlo fatto dalla prima volta che ti ho vista. E intendo quando ti ho vista veramente non quando ho cercato di rimorchiarti insieme ad Elsa. Ora che tutto sembra essersi sistemato, anche se so che durerà poco conoscendoti, ho deciso che è il momento giusto. Anche perchè ho paura che se non lo faccio io lo farai tu, sai che sono un po' all'antica quindi su certe cose non transigo ma sappi che io sarò sempre al tuo fianco » e detto ciò si ingocchiò tirando fuori dalla tasca una scatolina che aprì quando riprese a parlare «Emma Swan, vuoi sposarmi?».
Era rimasta spiazzata, lui le aveva fatto intendere che non doveva correre e ora invece le aveva chiesto di sposarlo. «Si»
si inginocchiò di fronte a lui con un sorriso un po' ebete per quell'emozione improvvisa «Sì. Sì.» e iniziò a baciarlo sempre di più mentre tra un bacio e l'altro continuava a ripetere 'Sì'.
E tra una carezza e un bacio Killian sentì per la prima volta sua figlia rendendo così tutto ancora più magico.




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Orbene, se siete qui mi fa piacere come sempre!
Mi scuso davvero tanto per l'attesa ma il tempo è quello che è. L'ispirazione poi lasciamola proprio stare che non è aria xD.
La scena di Milah che sceglie di dare la piena custodia a Killian diciamo che ho preso spunto da quella del film Matilda sei mitica...mi pare che la madre avesse fatto una cosa simile, o meglio ,questo è quello che mi ricordo xD
Per il resto non so, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non sia stato troppo banale tutta la faccenda Gold.
Se vi va ci rivediamo nelle recensioni altrimenti nada xD Buon inizio settimana con questo caldo che sembra sempre più opprimente ,c'è solo da andare al mare .-.
Grazie a chi legge, recensisce e chi inserisce la storia nelle categorie. Grazie Grazie Grazie.
Alla prossima
Gio

 

  
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