Malva. Che stupido il suo nome, sapeva un po’ di vecchio- mai una volta che le piacesse davvero, tranne quando si trovava davanti a delle vere piante di malva. In quel caso, quasi era fiera di condividere con loro il proprio nome.
Inspirò a fondo, Malva il fantasma, che sembrava tanto il titolo di un libro per bambini, e un po’ iniziava a crederci tanto glielo avevano ripetuto. Chiuse gli occhi, e quando li riaprì vide un altro fantasma. Era seduto sulla poltrona rossa accanto a lei e all’umana. Era sua la voce che l’aveva chiamata.