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Autore: ARed    27/06/2017    6 recensioni
Isabella ha trentadue anni ed è madre di due figli, Charlie (nove anni) e Renèe (tre anni), è sposata con James Tanner, importante uomo d’affari di New York.
Il loro non è un matrimonio felice, Isabella lo sa, e non reagisce, per il bene dei suoi figli.
Ma quando arriva Jacob, suo fratello, le cose cambiano, grazie anche all’entrata in scena del consulente legale di suo marito, Edward Cullen.
" « Grazie Renèe, ti voglio bene », quel disegno rappresentava benissimo la sua famiglia: mamma, lui e la piccola."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, James | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Dove eravamo rimasti..
È sabato pomeriggio i bambini sono con zia Rose, che chiede a Bella di poterli portare a cena a casa dei nonni, Bella acconsente a patto che non ci sia anche James.
Rimasta sola comincia a girare per casa ripulendola di tutti gli oggetti di James, lo chiama e gli chiede di mandare qualcuno a ritirare lo scatolone, arriva la sua nuova segretaria che fa capire a Bella che è attratta dal suo ex marito, lei la mette in guardia.
Edward le porta la cena e, mentre si lasciano andare alla passione, chiama rose avvertendola che Lily ha chiamato James e Victoria a cena con JJ, e che i bambini per questo stanno piangendo..
 
CAPITOLO XIX

DIVORZIO

VENREDÌ 3 GIUGNO 2016

Era il tre di giugno e a New York era arrivato il caldo, la città si preparava all’estate, cambiava, rimanendo sempre la stessa. Ed io ero cambiata con lei, nell’ultimo periodo ero sempre allegra, anche i miei figli lo erano. James, dopo quello che era successo mesi prima aveva visto i bambini poche volte e sempre con la mia costante presenza, non mi fidavo a lasciarli soli con lui. Non avevo paura che me li portasse via, la mia unica paura era che in mia assenza portasse anche JJ, e i miei bambini non erano ancora pronti ad incontralo.
Avevo più volte cercato di organizzare un incontro, ma i miei figli, Charlie in particolare, si rifiutavano di venire, Lily con le sue parole gli aveva traumatizzati, Rose mi aveva spiegato quello che era successo, appena era arrivata a casa dei suoi con i bambini, Lily aveva chiamato James a cena, voleva incontrare il piccolo JJ, poi si era scatenato l’inferno.
« Alice, andiamo non credi sia troppo? », domandai uscendo dalla mia camera e facendole vedere l’abito indossato che mi aveva consigliato di mettere il giorno dell’udienza in tribunale.
« Io direi che è perfetto », disse Edward seduto sulla poltrona del salotto, mancava ancora un’ora all’udienza. Jasper aveva portato i bambini con Marie a Central Park, poi sarebbero andati allo zoo ed infine saremmo andati tutti fuori a mangiare la pizza.
« Tu stai zitto, sei di parte », risposi scatenando il suo bellissimo sorriso.
« Dico solo la verità, la mia ragazza è una bellissima donna », Edward e i suoi complimenti mi facevano arrossire ogni volta, ero così fortunata ad averlo nella mia vita e in quella dei miei bambini.
« Alice andiamo sono vestita di color ciclamino è un po’ appariscente! »
« Sorellona tu devi far capire che di lui non te ne importa più nulla, che sei più felice senza di lui. Non ti devi mettere un tubino con colori spenti solo perché vai in un tribunale! », cambiare le idee di Alice è praticamente impossibile, quindi non ribatto, mi arrendo, anche perché l’abito mi sta veramente bene, in più Edward lo ama.
« Non hai tutti i torti! », dissi andando a sedermi sulle ginocchia di Edward e lasciando un bacio sulle sue labbra, Alice ci fissava felice, adorava Edward, e Jasper andava molto d’accordo con lui, erano diventati amici, cosa che non era mai successa con James.
« Andrà tutto bene », mi disse togliendo una ciocca di capelli dai miei capelli e mettendola dietro all’orecchio, quel semplice gesto causò in me una serie di scosse, tra non c’era ancora stato nulla di fisico, ma ero sicura di non poter resistere ancora per molto.
« Ragazzi lo so che vorreste stare da soli ma.. mia sorella dovrebbe divorziare tra meno di un ora », Alice era quasi più felice di me, non vedeva l’ora di vedere James sul lastrico, come diceva lei.
« Già ha ragione.. devo liberare la mia ragazza da un marito pesante », disse lui prima di lasciarmi un bacio sulle labbra, con mala voglia mi alzai dalle sue ginocchia ed andai in camera a prendere la borsa e le scarpe.
« Sei pronta? », la domanda di Edward non si riferiva solo al fatto se fossi pronta per andare, ma se lo ero a livello emotivo, personale. La risposta era si, ero pronta.
« Pronta », con i tacchi arrivavo perfettamente alle sue labbra, mi sorrise e avvolgendomi un fianco uscimmo di casa, diretti al tribunale di New York.
In pochi minuti raggiungemmo il tribunale, Edward mi aveva baciata prima di scendere dalla macchina, era meglio se non ci tenevamo per mano, almeno non prima della sentenza poi sarei stata libera di poterlo amare.
Il giudice Elizabeth Hoock entrò pochi minuti dopo di noi nell’aula del tribunale, poco prima di entrare avevamo salutato Jane, era arrivata a testimoniare. Alla mia destra sedevano James e  il suo avvocato, dietro sua madre e suo padre che mi sorrise quando incrociò il mio sguardo. Non c’era traccia di Victoria.
L’udienza cominciò, il mio cuore prese a battere all’impazzita, sapevo quanto potente era James, avevo paura solo che mi portasse via i bambini, ma lo sguardo fiducioso di Edward mi faceva bene sperare.
« Signora Tanner è chiamata a rispondere », Edward strinse forte la mia mano, mi sorrise e con tutta la sicurezza del mondo in me, mi alzai ed andai a sedermi alla sinistra del giudice.
« Signora Tanner, questo non è un processo penale, ma è comunque suo dovere dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. Lo giura? », disse il giudice in tono severo.
« Lo giuro », risposi decisa alzando la mano sinistra e mettendo quella destra sul cuore.
« Signora Tanner, le chiedo di esporre i motivi che l’hanno portata a richiedere il divorzio da suo marito James Thomas Tanner », il giudice era stato molto chiaro nella sua domanda.
« Ho cercato per anni di salvare il mio matrimonio, nonostante sapessi dell’infedeltà di mio marito. L’ho fatto per i miei figli », presi un bel respiro e continuai, « Sono arrivata al punto di annullare me stessa, poi una sera è arrivato l’avvocato Cullen, mi ha mostrato un video, e li mi sono decisa a chiedere il divorzio »
« Obiezione! », tuonò l’avvocato di James, aveva paura che il video venisse mostrato in pubblico.
« Obiezione respinta », disse il giudice, « Di che video sta parlando signora Tanner? », continuò.
« Nel video si vede chiaramente James in atteggiamenti molto intimi con una ragazza! », dissi fissando con disprezzo James. Quel video mi faceva ancora male, ma non per il tradimento, ma per Jacob, erano mesi  che non lo vedevo e che non si faceva sentire.
« Queste sono calugne! », urlò James, si stava solo scavando la fossa da solo.
« Avvocato Volturi, controlli il suo cliente, altrimenti mi vedrò costretta ad allontanarlo dall’aula! », disse il giudice facendo zittire tutta l’aula. Non era piena, James aveva chiesto ed ottenuto l’udienza a porte chiuse. Codardo!
« Signora Tanner è possibile vedere questo video? »
« Certo signor giudice, l’avvocato Cullen ne ha una copia », dissi guardando Edward per la prima volta da quando mi ero seduta accanto al giudice.
« Obiezione », disse l’avvocato Volturi alzandosi, il giudice lo guardò e rispose, « Obiezione accolta ».
« Avrei da fare delle domande alla signora Tanner », disse facendo il giro del suo tavolo e mettendosi davanti al giudice, che annuì alla sua richiesta, « Prego ».
Non avevo paura, Edward mi aveva preparato ad un eventuale interrogatorio da parte dell’avvocato di James, dovevo semplicemente dire la verità, non avevo nulla da nascondere.
« Signora Tanner, lei sostiene di non aver mai tradito il signor Tanner, è così? », mi domandò l’avvocato Volturi mettendosi difronte a me.
« Si », risposi in tutta sincerità.
« Mi può spiegare cosa ci faceva l’avvocato Cullen a casa sua il sedici gennaio di quest’anno? », non capivo dove volesse arrivare, aveva un tono accusatorio.
« Non capisco »
« Mi spiego meglio, signor giudice posso far vedere un’immagine? », domandò al giudice che accolse la sua richiesta, ero curiosa anche io di vedere cosa si sarebbe inventato l’avvocato pur di mettermi in cattiva luce.
« Questa foto è stata scattata dalle telecamere d sicurezza del palazzo dove abita la famiglia Tanner, le faceva visita spesso l’avvocato Cullen? », domandò con tono spregiante.
« Dove vuole arrivare? », risposi io con dignità, non mi sarei fatta calpestare dai suoi sporchi giochetti.
« Andiamo avanti », sullo schermo alla mia sinistra, comparve una foto scattata al compleanno di Renèe, Edward era accanto a me e mi sorrideva.
« L’avvocato Cullen e la signora Tanner avevano una relazione molto prima che si cominciasse la pratica di divorzio », disse sicuro delle sue parole, se la situazione fosse stata diversa avrei riso di gusto. Questa era bella, voleva fare passere me come la fedifraga della coppia.
« Obiezione », disse Edward alzandosi in piedi, non l’avevo mai visto così nervoso, l’avvocato Volturi stava costruendo una storia su me ed Edward dal nulla.
« Obiezione accolta avvocato Cullen », Edward si aggiustò il nodo della cravatta prima di cominciare a parlare, mostrava tutta la sua sicurezza.
« La prima foto è stata scattata la sera in cui il signor Tanner mi ha invitato a cena, da poche settimane avevo cominciato a fare consulenza legale al suo Country Club, era tra le prime volte che incontravo la mia assistita », disse sicuro di sé mentre guardava dritto nei occhi il giudice.
« Signora Tanner conferma questo? », mi domandò il giudice voltandosi verso di me, mi infastidiva l’appellativo con cui mi chiamava.
« Si, la prima volta è stata alla cena prima di Natale al Country Club, a dicembre », non avevo fatto molto caso alla sua presenza, ero più attenta a controllare che mio marito non si appartasse con qualsiasi cosa di genere femminile che respirasse.
« La seconda fotografia come me la spiega signora Tanner? », mi domandò l’avvocato, ormai avevo capito il suo gioco, non mi avrebbe sconfitto.
« Era il compleanno di mia figlia, poco tempo prima avevo mandato James fuori di casa e lui non si è presentato alla festa, aveva una riunione », risposi del tutto sincera, ricordando anche il bellissimo gesto di Edward.
« Lei e il signor Tanner vi eravate già separati quando è stata scatta la fotografia? », chiese il giudice, « Si », risposi annuendo.
« Come mi spiega quest’ultima fotografia signora Tanner? », la fotografia ritraeva me ed Edward sul tetto del grattacielo del suo ufficio, eravamo abbracciati, mentre ci baciavamo. Era una foto scattata da vicino, probabilmente James aveva assunto un investigatore privato, pensando di mettermi in difficoltà.
« Obiezione », disse Edward impedendomi di parlare, aveva ragione non c’era nulla da dire su quella foto.
« Obiezione accolta, mi sembra che tutti questi scatti siano stati fatti dopo la separazione, quindi non imputabili alle cause che hanno portato al divorzio », disse il giudice, Edward annuì alle sue parole.
« Grazie signor giudice », Edward mi sorrise, prima di tornare a sedersi.
« Ho finito », l’avvocato Volturi tonò al suo posto, non sembrava molto entusiasta di quello che aveva ottenuto.
« Molto bene.. quali sono le sue richieste signora Tanner? », sembrava essere più dolce nei miei confronti, ero stata fortunata ad avere un giudice donna, sanno essere più cattive e giuste nei confronti dei uomini traditori.
« Voglio porre fine anche sulla carta anche al mio matrimonio, voglio che si cancelli il cognome Tanner dal mio nome », avevo bn chiare le mie richieste, non volevo nient’altro, se non che i miei bambini rimanessero con me, « Sulla custodia dei suoi figli, vuole la custodia assoluta? », mi domandò.
« No.. vorrei che rimanessero con me, ma vorrei anche che continuassero a vedere il padre », anche se le speranze che James cominciasse a fare il padre erano basse.
« Ogni volta che il padre vuole? », il giudice sembrava stupita della mia richiesta, non era normale che non si litigasse per la custodia dei figli, ma avrei tirato fuori gli artigli se James l’avesse fatto.
« Esatto, non voglio togliere il padre ai miei figli », confermai accennando un piccolo sorriso.
« Può tornare a sedersi accanto al suo avvocato Signorina Swan », posso giurare di aver visto un micro sorriso di soddisfazione nel volto del giudice quando mi ha chiamata così.
« Grazie signor Giudice », dissi alzandomi e sedendomi accanto a Edward.
« Signor Tanner, tocca a lei », James si alzò, dirigendosi verso il giudice, non prima però di aver lanciato un’occhiataccia verso di me. Aveva lo sguardo di chi è sicuro di avere tutto sotto controllo, anche quando la nave ormai sta affondando.
« Signor Tanner, questo non è un processo penale, ma è comunque suo dovere dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. Lo giura? », disse il giudice in tono severo anche a James.
« Lo giuro », vedere James che giurava era abbastanza bizzarro, lui non sapeva cosa significava essere sinceri.
« Accetta la richiesta di divorzio di sua moglie? », le domande del giudice erano più che lecite, era giusto sentire entrambe le parti, « No », e la risposta di James non mi sorprese, erano settimane che continuava a dire che non mi avrebbe concesso il divorzio, non sapendo che negli Stati Uniti il divorzio si può ottenere anche contro la volontà dell’altro.
« Perché? », lo incalzò il giudice.
« Quello che ha sostenuto Isabella non corrisponde alla verità », mi veniva da ridere, ma si sentiva quando parlava o dava solo fiato alla bocca?
« Lei mi sta dicendo che non l’ha mai tradita? », anche il giudice sembrava perplesso davanti alle risposte di James, sapeva che stava mentendo.
« Esatto », negare l’evidenza, sempre e comunque questo era il motto di James, e a dire il vero mi faceva ridere, il suo atteggiamento.
« Obiezione », disse Edward alzandosi, era arrivato il momento di mettere bene le carte in tavola.
« Obiezione accolta », rispose il giudice.
« Avrei delle domande da fare al signor Tanner e delle prove da mostrarle signor giudice », Edward prese la cartellina e si avviò verso il centro dell’aula.
« Prego »
« Questo è un certificato di proprietà, è una casa in New Jersey », disse Edward consegnando il certificato al giudice, essendo legalmente ancora la moglie di James avevo il permesso di ritirare tutti i certificati di proprietà al comune.
« Obiezione », tuonò l’avvocato Volturi.
« Respinta, continui avvocato Cullen »
« Questo è un certificato di nascita, il signor Tanner ha avuto un figlio da un altra donna, nato nell’aprile del 2009, che abita con la madre nella casa in questione », nell’aula i pochi presenti, rimasero sconvolti, James abbassò lo sguardo, aveva perso.
« È vero signor Tanner? », domandò il giudice leggendo le carte con estrema attenzione, io avevo l’ansia e il cuore a mille.
« Si », confermò lui, rispondendo per la prima volta in  maniera sincera. Questo, però, fece arrabbiare il giudice, « Quindi prima ha mentito quando le ho chiesto se ha mai tradito sua moglie? ».
« Obiezione », il suo avvocato cercava di rimediare, ma ormai il danno era fatto.
« Respinta, le ricordo signor Tanner che è sotto giuramento », disse lei in tono severo, « Certo signor giudice », per la prima volta vedevo la paura negli occhi James.
« Avvocato Cullen può continuare »
« Grazie signor giudice, la mia assistita prima ha parlato di un video, glielo vorrei mostrare », era arrivato il momento, tutti avrebbero saputo di che pasta era fatto il mio quasi ex marito.
« Prego », il video partì, l’immagine di James con un’altra donna e di mio fratello accanto mi riportarono indietro nei mesi, quando avevo scoperto tutto, quando avevo perso la fiducia in mio fratello, quando avevo conosciuto Edward. Quanto la mia vita fosse cambiata da quel momento.
« Questo video risale a febbraio, sono stato io stesso a girarlo e a mostrarlo alla signora Tanner », disse Edward una volta che il video terminò.
« Dalle immagini è evidente che il signor Tanner si intrattenesse con diverse donne, le do ancora un’occasione, ha tradito più volte sua moglie? », ero sicura che anche il giudice avesse ormai capito il genere di uomo che era James.
« Si », per la prima volta lo ammise e questo mi fece ben sperare.
« Crede che sua moglie lo abbia tradito? », era una domanda lecita quella del giudice, avevo timore della risposta di James, lui sapeva rigirare tutto a suo favore.
« No, ma l’ho tradita solo con la madre di mio figlio JJ », la risposta d James mi colpì, era stato ancora sincero, forse si stava rendendo conto che il nostro matrimonio era alle battute finali.
« A proposito di questo, vorrei fare delle domande alla signorina Jane Smith seduta qui in prima fila », disse Edward avvicinandosi a Jane.
« Faccia pure il suo lavoro avvocato Cullen »
« Grazie signor giudice. Signorina Smith lei è stata la segretaria personale del signor Tanner per quanto tempo? », cominciò a domandare, era veramente bello quando entrava in modalità avvocato, non riuscivo a credere che quell’uomo fosse il mio compagno, colui che mi ha aiutato a ricominciare.
« Circa due anni », rispose lei timorosa, non era facile esporsi in quella maniera, ma come mi aveva detto lei, lo rifaceva per riprendersi quella dignità che James le aveva portato via. Osservai anche lui, la guardava con disprezzo, sembrava volesse ucciderla con lo sguardo.
« Bene.. il rapporto con il suo capo andava oltre il professionale? », Edward aveva già detto a Jane le domande che avrebbe rivolto a lei in tribunale.
« Si », rispose lei a testa alta fissando James, ero fiera del suo atteggiamento.
« Obiezione! », urlò l’avocato Volturi, non avevano messo in conto che una delle amanti di James avesse parlato.
« Respinta, continui con le sue domande avvocato Cullen »
« Ci sono stati rapporti intimi? », domando Edward a Jane che arrossì prima di rispondere, « Si ».
« Lei sapeva che il signor Tanner era sposato? »
« Si, ma mi giurava che si stava separando dalla moglie », era la frase che diceva a tutte, eppure tutte ci credevano, era molto abile con le parole, ma in tribunale sembrava aver perso la sua parlantina
« Il signor Tanner l’ha mai portata in viaggi di lavoro? »
« Si »
« Dormivate nella stessa stanza? »
« Si »
Jane era stata forte, non era semplice esporsi in maniera così esplicita, ammettendo di essere stata l’amante di un uomo potente come James.
« Ho concluso signor giudice », Edward aggiustandosi la giacca tornò a sedersi accanto me.
« Ha qualcosa da aggiungere signor Tanner? », disse il giudice, lo sguardo di James era rivolto al pavimento in marmo dell’aula di tribunale.
« No », disse con un filo di voce.
« Vuole la custodia esclusiva dei suoi figli? », a quella domanda del giudice mi bloccai, se James avesse risposto in maniera affermativa sarebbe partita una battaglia legale, che difficilmente gli avrei fatto vincere, ma ancora una volta mi stupì, « No », rispose secco. Mi rilassai, probabilmente sapeva che i bambini sarebbero stati meglio con me.
« Signorina Swan, suo marito è stato presente per i figli? », domandò il giudice verso la mia direzione, erano anni che non mi sentivo chiamare con quell’appellativo, dovevo tornare ad abituarmi.
« No, specialmente nell’ultimo periodo », risposi in maniera sincera, non potevo far risultare James un buon padre, anche se eravamo in un’aula di tribunale.
« Bene.. mi ritiro per deliberare, l’udienza è sospesa, riapre alle ore 15 », disse il giudice battendo il martelletto, mi metteva una certa ansia quel gesto.
« Isabella », mi sentii chiamare da qualcuno mentre con Edward e Alice uscivamodall’aula di tribunale, mi voltai e mi trovai Lily nel suo tailleur color crema.
« Lily, che picere vederti », dissi guardandola dritta negli occhi che erano uguali a quelli del figlio e di Charlie, era l’unica cosa che aveva preso da loro.
« Non hai ancora vinto Isabella »
« Ma questa non è una gara, io oggi otterrò il mio divorzio, con o contro la sua volontà! », dissi sicura delle mie parole, Thomas mi sorrise, lui e la figlia appoggiavano la mia scelta, sapevano che non c’era futuro, sapeva che entrambi amavamo persone diverse.
« È andata », disse Edward una volta arrivati al ristorante dove avremmo pranzato in attesa della sentenza di divorzio.
« Ancora non è finita », gli ricordai, Alice ci aveva lasciato soli, era andata da Jasper per restare con i bambini.
« Divorzierai e avrai tutti i vantaggi »
« Il mio unico vantaggio sarà quello di essere una persona libera », dissi aggiustandoli il colletto della camicia.
« E questa donna libera starà con me? »
« Si signor giudice », dissi avvicinandomi a lui per posare le mie labbra sulle sue, « Lo sai che nelle vesti di avvocato sei tremendamente sensuale? ».
« Dici? », disse mettendo le sue mani sui miei fianchi ed attirandomi a lui, mise le sue labbra sul mio collo e cominciò a lasciare dei dolci baci. Mi dimenticai in fretta di essere dentro un ristornate, in mezzo a tanta gente.
« Dico »
« Ehmm.. le cose sconce nella vostra camera da letto! », mi allontanai di scatto da Edward, per voltarmi verso la persona che aveva parlato, non lo conoscevo. Era alto come Edward ed aveva la tenuta da chef.
« Emmett! »
« Fratello finalmente l’hai portata qui! », alle sue parole capii, Emmett era il fratello chef di Edward, non l’avevo mai visto, e di certo questo non era il modo in cui volevo presentarmi a lui. Della sua famiglia avevo conosciuto solo la sorella. E non ero nemmeno tanto lucida quando l’avevo conosciuta, avevo appena scoperto dell’esistenza di JJ.
« Bella ti presento mio fratello Emmett, Emmett lei è Bella », ci presentò Edward io e Emmett ci stringemmo la mano.
« Sono felice di conoscerti, le poche volte che vedo mio fratello non fa altro che parlare di te », sorrisi stringendomi a Edward.
« Anche io, Edward mi ha detto che sei uno chef eccezionale »
« Confermo », disse Emmett invitandoci a sedere in un dei tavoli che avevano una vista stupenda su New York.
Il pranzo passò veloce, Emmett era davvero uno chef di altissimo livello, per due ore mi ero dimenticata dell’udienza e della sentenza, passare del tempo solo con Edward era bello, mi faceva tornare ai miei vent’anni, quando la mia vita era più semplice, più leggera.
« Il signor James Tanner.. », il giudice cominciò a leggere la sentenza, eravamo ritornati in aula da circa una mezz’oretta, ero emozionata. Si può essere felice per un divorzio? Io lo ero, « .. dovrà versare, mensilmente, un assegno pari a tremila dollari a testa a Charlie James Tanner fino al compimento dei diciotto anni del minore, ed un assegno di eguale importo alla minore Renée Jamie Tanner fino al compimento dei suoi diciotto anni. Questi assegni verranno versati mensilmente al conto corrente della signora Isabella Marie Swan, tutore legale dei minori », disse il giudice, non ero felice, da James non volevo i suoi soldi, ma sapere che ai miei figli non sarebbe mancata una base economica mi tranquillizzava.
« Un assegno di pari importo verrà versato anche alla signora Isabella Marie Swan, per danni morali, nel caso la signora lo accetti », lo sguardo del giudice si posò sulla mia figura, « Signora Swan, lei accetta un assegno di importo pari a tremila dollari per i danni morali a lei causati da suo marito? », guardai Edward, non sapevo cosa rispondere, poi pensai ai miei figli, quei soldi sarebbero destinati solo al loro futuro, quindi accettai, « Si, signor giudice », dissi decisa.
« Perfetto.. continuiamo la lettura della sentenza, l’affidamento dei minori Charlie James Tanner e Renèe Jamie Tanner è condivisa, per tanto saranno i genitori a decidere, in separata sede, con chi dei due i minori vivranno », ero sollevata, l’affidamento condiviso era quello che volevo per i miei figli.
« Il cognome Tanner sarà cancellato dal nome completo della signora Isabella Marie Swan », Edward strinse la mia mano, non riuscivo a contenere la mia felicità.
« Con sentenza del 3 giugno 2016 del tribunale dello Stato di New York, dichiaro sciolto il contratto matrimoniale tra Isabella Marie Swan in Tanner e James Thomas Tanner. Così è deciso! », sorrisi, l’aiutante del giudice mi portò il foglio da firmare, anche James firmò. Mi avvicinai a lui e gli consegnai la fede di matrimonio e il costoso anello di fidanzamento, era giusto che li tenesse lui, per me ormai non avevano più nessun valore.
Io ed Edward uscimmo dal tribunale mano nella mano, ero ancora incredula, ero tornata ad essere una donna libera, non ero più la signora Tanner, nessun matrimonio mi legava più al mio, finalmente, ex marito.
« Visto che non sei più sposata.. posso fare questo », Edward prese il mio volto e sugli scalini del tribunale di New York mi baciò, un bacio dato alla luce del sole, davanti a tutti, li dove ero tornata ad essere una donna libera. Non era il primo bacio che mi dava in pubblico, ma era il primo in cui capivo che era lui la persona che volevo sempre nella mia vita.
« Ti amo », le  mie parole furono talmente inaspettate da sorprendere me stessa per prima, il sorriso di Edward si allargò a dismisura prima di riprendere a baciarmi.
« Ti amo anch’io Bella », rispose lui stringendomi forte a lui, tra le sue braccia ero a casa, al sicuro. Con lui avrei fatto tutto con tranquillità e maturità. Avrei vissuto ogni attimo, senza perdermi nessuna emozione, vivendomi questa nuova opportunità a pieno, da donna libera.
« Isabella, dobbiamo parlare », la voce del mio ex marito arrivò alle mie spalle, che diavolo voleva ora?
 
Buonasera o buongiorno fanciulle
Scusate il ritardo, ma la settima scorsa ho avuto un esame all’università e il tempo per scrivere, come voglio io era poco.
Ma eccomi qui, finalmente Bella non è più la signora Tanner e finalmente ha detto quelle due paroline.
Cosa ne pensate? Il vostro parere è importante per me e vi ringrazio sempre per il vostro sostegno, siete uniche amiche mie.
 
Ragazze, cosa ne pensate di una storia piena d'amore, di paure, di insicurezze. Una storia ambientata sulle coste della nostra bellissima Sardegna? Io e la bravissima Giulia Scricciolo abbiamo cominciato a scrivere a quattro mani "La ragazza del balcone", vi aspetta da oggi pomeriggio.
 
 
Ps. Non sono un avvocato, ma ho letto che negli Stati Unito le pratiche del divorzio sono molto più rapide e veloci, servono solo pochi mesi a differenza dell’Italia, dove richiede anche anni.
Non so come sia una sentenza vera di divorzio, ho cercato di immaginarmela, concedetemelo.

 
   
 
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