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Autore: Mizu Ryu    27/06/2017    0 recensioni
Shepseskaf-Ë è il fratello del faraone.
Un giorno mentre era al delta del Nilo incontra un ragazzo, Kjell, che gli fa una proposta allettante.
Lui accetta, ma non sa che cosa gli succederà.
Genere: Azione, Fantasy, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole del terzo giorno è ormai alto nel cielo e noi siamo sulla prua, indossiamo le nostre Cloth,
Parliamo.
«Ho paura per mio fratello.» dico preoccupato.
«Fratello?» domanda Elzir.
«Mi ricordo che quando ci siamo conosciuti mi avevi parlato di tuo fratello.» mi dice Kjell.
“Io sono il fratello del faraone ed il suo primo consigliere, mi chiamo Shepseskaf-Ë”
Quella frase mi balena in mente.
«Mio fratello è più grande di me di pochi anni, siamo sempre stati uniti… anche quando combinavamo dei guai.» dico ridendo dei ricordi del passato.
«Credi che lui c’entri qualcosa con quello che avvertiamo?» mi domanda l’amico.
«Non lo so… so solo che prima di partire gli avevo predetto che sarebbe accaduto qualcosa di funesto…» confesso.
«Allora eri un sacerdote prima di andare in Grecia?» mi domanda l’egiziano.
«No… - dico sorridendo – ero il gran consigliere.» rispondo.
Nessuno al Santuario sapeva, prima d’ora, che io faccio sacrifici per avere predizioni… non mi hanno neanche domandato prima di partire perchè stavo guardando dentro un montone.
Ad un certo punto sentiamo la barca barcollare.
Ci alziamo cercando di non cadere.
«MA CHE COS’È?!» sentiamo urlare ad uno dei marinai.
Ci guardiamo tutti e tre; non capiamo il motivo di quella marea.
«Guarda!» esclama Elzir indicando il cielo.
Vediamo uscire dall’acqua un guerriero, ha un’armatura simile alla nostra, ma è nera e dorata.
«Dunque voi tre siete i stranieri che sono arrivati dalla Grecia…» ci dice il guerriero, ha un'armatura semplice ma noto che ha il copricapo somigliante a un coccodrillo.
«Chi sei tu o guerriero misterioso.» domando mettendomi di fronte ai due.
«Io sono Sobek di Crocodile, tu straniero chi sei?» mi dice il nemico presentandosi.
«Io sono Shepseskaf-Ë di Scorpio; Gold Saint di Athena, Dea greca della saggezza e della strategia militare. Sono anche il fratello del faraone: Ramses-Ä.» dico presentandomi.
Vedo che il nemico borbotta qualcosa e scompare in una palla d’acqua.
Tutta l’agitazione delle acque si placa e la nave ritorna a navigare.
 
Arriviamo al porto, prendiamo dei cammelli e ci dirigiamo dal faraone.
Si aprono i portoni della sala grande, appena si aprono vediamo una decina di snelle ballerine danzare intrecciandosi con il loro nastro rosso.
Avanziamo.
Tutti ci guardano, schiavi e nobili.
Era da tanto che non mettevo piede in quel reggia, mi guardo intorno.
È TUTTO COME PRIMA!
Le colonne di marmo bianco, i disegni sulle pareti, tutto!
Non è cambiato niente da quando me ne sono andato.
Una soave canzone accompagna i miei passi mentre ci guardiamo intorno.
Solo una cosa è cambiata…
Vedo il faraone.
Egli si alza e, quando ci vede, sorride.
Ci fermiamo tutti e tre a qualche metro di distanza da lui, io sono di davanti, i miei amici si inginocchiano ed io li seguo; al nostro inchino le ballerine e la musica si fermano.
Percepisco il faraone che si alza e avanza.
Ad un tratto mi sento prendere per le spalle, mi alza e mi stringe.
Il faraone mi sta abbracciando.
«Shepseskaf da quanto tempo!» esclama il faraone ridendo.
«Ramses!» esclamo ridendo anch’io.
«Da quanto tempo!» mi dice lasciandomi.
«Non ci vediamo da più di un anno.» dico allontanandomi di qualche passo.
«Come stai?» mi domanda felice.
«Tutto bene.» dico tagliando corto.
Mio fratello mi fa cenno di andare nella stanza adiacente.
«Vedo che sei diventato un soldato.» dice serio il faraone appena le porte si chiudono.
Siamo soli nella stanza, quest’ultima ha una balconata che da per l’Egitto.
«Saint… sono un Saint della nobile Dea Athena.» preciso.
«Athena? Divinità della Grecia, come mai?» mi domanda serio.
«Mi sono messo a sua disposizione e lei mi ha accettato come suo Saint.» gli spiego.
«Che ci fate qua? Per quanto rimanete?» mi domanda il faraone.
«Ho chiesto il permesso di rivederti e gli altri due sono venuti per accompagnarmi.» rispondo mentendo.
«Allora rimanete qua per almeno 3 giorni, soggiornerete al palazzo.» mi offre il faraone, anche se penso che non è una offerta ma una affermazione accetto.
Ritorniamo dagli altri.
Le schiave ci conducono ai nostri alloggi, io ho la mia vecchia stanza ed i miei amici vanno in uno dei tanti alloggi.
Mi guardo intorno mentre cammino per la mia stanza, tutto è come prima… ma… ma qualcosa mi sembra che non va… i miei vecchi amici!
Yasmin, Kall e Huang!
Non li ho visti… forse dovrei dire che non li ho riconosciuti… d’altronde, anche se è passato un anno, io e mio fratello siamo cambiati di molto.
Apro l’armadio e vedo i miei vecchi abiti, mi svesto dalla Cloth e mi preparo per il bagno.
 
Poso lo scrigno vicino alla vasca, mi denudo ed entro.
L’acqua è calda.
«Da quanto non entravo in questa calda vasca…» sospiro rilassandomi.
«Allora questo è il bagno.» sento dire mentre si apre la porta, mi giro e vedo che sono i miei amici.
«Ragazzi!» esclamo vedendoli.
Anche loro posano i loro scrigni e mi raggiungono in vasca.
Ci rilassiamo tutti insieme.
“Ragazzi… - sento la voce di Kjell che ci parla telepaticamente – fate finta di niente… non mi fido di questo luogo perciò preferisco parlare tramite il sesto senso.” ci dice Aquarius.
“Allora non ero l’unico… ho avvertito qualcosa di strano appena entrato nella mia stanza… all’inizio pensavo che era per via dei miei vecchi amici invece non è così” dico rispondendo all’amico.
“Penso che il problema sia il faraone.” ci confessa Elzir.
“Mio fratello? Dici che sia realmente lui?” domando guardandolo.
No… non ci posso credere!
Realmente stiamo dubitando di lui?
REALMENTE STO DUBITANDO DI LUI?!
Io e mio fratello ci siamo sempre difesi, ma hanno ragione… anch’io ho sentito qualcosa di strano nel mio fratellone.
“Ragazzi dobbiamo stare ben attenti… neanch’io mi fido del faraone… stasera, a cena, guardatemi… se vedete che mangio vuol dire che non c’è veleno.” ci dice Kjell.
“Pensi… pensi che mio fratello voglia ucciderci?” domando allibito ed incredulo.
Non ci posso credere, questa cosa sta andando troppo oltre!
Devo ribattere.
“Non lo so… ho avvertito qualcosa di oscuro…” mi risponde l’amico.
“Anch’io…” risponde l’altro.
Kjell mi guarda, vede che sono agitato.
Aquarius non mi dice niente, ma con lo sguardo capisco che cerca di tranquillizzarmi.
Continuiamo a parlare finché non finiamo di lavarci, ci asciughiamo con i strofinacci di lino e ci vestiamo.
Andiamo a cena, ci sediamo.
Il faraone è a capo tavola, io sono alla sua destra e Kjell alla sua sinistra seguito da Elzir.
Prima di iniziare a mangiare guardiamo Kjell per sapere se il cibo è avvelenato o meno e, dopo aver capito che niente era avvelenato, iniziamo a mangiare.
Parliamo, ridiamo, facciamo finta di niente…
Ritorniamo tutti nelle proprie stanze, mi chiudo la porta alle spalle e faccio un respiro profondo.
Mi appoggio alla finestra e guardo la luna, vedo che è piena… anzi no!
«È nella fase izayoi…» sussurro vedendo che la luna sta iniziando a diventare calante.
Mi balenano le parole di Shi quando ho visto per la prima volta la fase izayoi al santuario…
“Quando la luna supera il suo massimo, da luna piena inizia a calare e quell’alone di oscurità che si vede all’inizio si chiama izayoi… questa fase di luna si chiama così nella mia lingua.”
Ma qualcosa cade, corro subito a vedere.
È… è una donna!
«Hey! - esclamo andando a soccorrerla – ma tu sei…» dico allibito e disgustato.
«Shepseskaf…» geme la donna.
«Yasmin!» esclamo riconoscendola.
È… è diversa… non è per via della caduta!
È nuda, ha diverse cicatrici in tutto il corpo, ha diverse dita della mano staccate, le gambe sono rotte in diversi punti, ha un occhio fasciato con una benda intrisa di sangue e ha il seno sinistro tutto pieno di tagli e grafi.
«Yasmin! Che… che cosa ti hanno fatto ?!» dico inorridito.
«È-È stato il faraone…» sussurra lei.
«Ramses-Ä?» dico inorridito.
«Da quando te ne sei andato tu… il faraone è cambiato… è diventato… – dice, ma si ferma poichè deve tossire sangue – è diventato sanguinario… a Kall lo ha fatto sbranare dai coccodrilli dopo avergli rotto le braccia e gambe, gli ha detto di conquistarsi la vita lottando contro essi… a Huang, visto che si comprendevano poco, gli ha tagliato la lingua… gliel’ha fatta mangiare e lo ha… lo ha… - cerca di continuare la frase, ma sputa altro sangue e denti – lo ha fatto accoppiare da cani in calore, quando lo hanno ritrovato era morto sbranato e pieno di seme.» mi confessa l’amica, quelle sue parole mi innorridiscono…
Mio fratello è realmente l’artefice ? Il mio caro fratello?!
«Yasmin e tu?» domando semplicemente mentre le lacrime mi rigano il volto.
«Mi ha reso una schiava sessuale, sua e degli altri nobili, degli altri schiavi. All’inizio ero solo del faraone, ma quando si è stufato di me… lui… lui… mi ha usata per gli altri… per i più depravati… c’era chi piaceva mordere fino a farmi sanguinare, chi graffiare, chi rompere le ossa con dei bastoni, chi levare la mia femminilità… alcuni mi calciavano sul pavimento  - mi confessa l’amica piangendo – mi ha tenuta segregata e quando doveva far divertire gli altri mi faceva strisciare fino al salone e mi faceva fare quelle cose… quando uscivo incinta mi strappavano il feto a mani nude davanti a tutti, non puoi capire… è un atto doloroso e sanguinario. – quelle parole… quelle cose così disgustose mi fanno quasi vomitare, ma devo essere forte - Shepseskaf… tuo fratello non è più il vecchio Ramses-Ä…» dice la donna esalando l’ultimo respiro.
Adesso Yasmin aveva smesso di soffrire.
Le lacrime mi bagnano il volto.
Allora Kall e Kjell avevano ragione, mio fratello è l’artefice!
Questo non è il tempo di piangere, l’Egitto… il mio regno soffre e io lo devo liberare!
Chiudo gli occhi alla mia amica e corro verso il mio alloggio, indosso la mia Cloth, ma vengo fermato nel corridoio da un nemico.
«Chi sei?!» domando vedendo quel guerriero col l’armatura d’oro e nera, come quello della barca.
«Sono Asyut di Upuaut.» dice il nemico presentandosi, ha l’armatura a forma di sciacallo.
«Che ci fate qua?!»
«Noi siamo i Death Warrior, i guerrieri che indossano i Godness, armature a servizio degli Ogdoade.» dice Asyut presentandosi.
«N-No… non… non ci posso credere!» dico incredulo.
«Dovrai invece!» dice il Death Warrior attaccandomi.
Il suo pugno mi colpisce in pieno stomaco e mi piego in due dal dolore, se non avessi avuto la mia Gold Cloth sarei morto.
Un calcio mi colpisce il fianco e mi scaraventa nella parete.
«Avevo sentito che i Gold Saint, situati nella casta più alta dei Saint, erano invincibili.» dice il nemico deridendomi.
Mi rialzo.
«A-Ancora non ho sfoderato la mia mossa vincente.»
«Ora sarai finito dal mio Death Arrow.» mi dice il nemico preparando l’arco e freccia.
«Questo lo vedremo.» dico e l’unghio della mia mano destra si allunga e si tinge di un rosso scarlatto.
«DEATH ARROW!» dice il nemico scoccando la freccia.
«Prendi questo! SCARLETT NEEDLE!» esclamo anch’io infliggendolo con le quindici punture dello scorpione, mentre la sua freccia mi colpisce la gamba.
Il nemico cade a terra.
Corro verso i miei amici, vedo che hanno sconfitto anche loro un nemico.
Ma è Sobek di Crocodile!
«Ragazzi! – esclamo dando poco conto al nemico sconfitto – Avevate ragione, mio fratello è la causa di tutto!» dico preoccupato.
«Me lo immaginavo…» dice Kjell.
«Come lo sapevi?» domando.
«Da quando l’ho visto per la prima volta sentivo un Cosmo negativo nonostante cercasse di camuffarlo.» mi risponde l’amico.
Un terremoto scuote il palazzo, cerchiamo tutti di non cadere.
«Andiamo!» ordina Elzir correndo.
«Se stai cercando mio fratello è dall’altro lato…» dico indicandogli la strada giusta, lui ritorna indietro andando nella parte giusta.
Prima di iniziare a correre Kjell mi mette la mano sulla spalla.
«Non ti preoccupare Kjell… quell’essere non è mio fratello… ora andiamo.» dico all’amico cercando di farlo tranquillizzare.
«Qualsiasi cosa accada io ti aiuterò.» cerca di confortarmi l’amico.
«Kj-Kjell…» dico ma l’amico mi interrompe.
«Cerchiamo di rimanere in vita, perché dopo la guerra ti devo dire una cosa importante.» dice il ragazzo, annuisco ed iniziamo a correre.







ANGOLO AUTORE
Eccomi col nuovo capitolo!
Finalmente si ritorna in Egitto dove si vedono i primi due nemici: Sobek di Cocodrile e Asyut di Upuaut; sono i Death Werrior che lottano per gli Ogdoade.
Come vi è sembrato? Vi è piaciuto?

XOXOXO MIZU RYU

PS: mi stavo dimenticando la parte dove Yasmin racconta la sua storia doveva essere molto più brutta e sanguinosa, ma visto che non volevo cabiare il tag da arancione a rosso ho preferito "allegerirlo" un pò.
   
 
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