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Autore: Nico_ya    27/06/2017    3 recensioni
L'amore, per quelli come loro, era solo qualcosa da fare per bisogno o convenienza, fugacemente in posti di fortuna: quando il corpo chiedeva si arrangiava come tutti. I sentimenti erano un'altra cosa, un lusso che solo chi è nato sotto una buona stella può concedersi e assecondare. Poi quell'incontro, nel bel mezzo del disastro...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Trafalgar Law
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quell’amplesso l’aveva lasciato stanco ma soddisfatto, con la testa leggera e l’animo trionfante. Aveva bisogno di riprendere fiato, appoggiato alla schiena di lei, mentre con un braccio le stringeva la vita, ostinandosi a trattenerla tra le sue lenzuola ancora un po’. Un demone stava appena cominciando a rilassarsi nel suo letto, sotto di lui. Era incredibile con quanta facilità fosse riuscito a conquistare la donna di Crocodile, e senza che quel bastardo con la faccia tagliata si accorgesse di nulla.
«Non sei nessuno, Law»: il suo respiro si fece più corto, gli occhi si spalancarono, si sollevò immediatamente sulle braccia. Non era così che la voce di Nico Robin gli era parsa poco prima. Con una torsione del collo innaturale la donna si ritrovò faccia a faccia con lui: Yvonne lo fissava con gli occhi stretti e un’aria allo stesso tempo severa e divertita. 
«Oh merda»: ebbe la prontezza di dire solo questo, di fare un salto all’indietro… e di riaprire gli occhi. 
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Guardò a destra, poi a sinistra. Era notte sul ponte della Sunny, il cielo era pieno di stelle, l’aria era fresca e lui era completamente sudato per colpa di quella terribile visione che aveva interrotto un sogno altrimenti interessante.
Law si assicurò che né Zoro né Franky, che erano rimasti di guardia, fossero abbastanza vicini da essersi accorti del suo tumultuoso risveglio. Per uno con il sonno così raro e leggero non sarebbe stato facile riaddormentarsi. Ancor più perché ora, come sempre quando gli capitava, non avrebbe potuto fare a meno di mettersi a ripensare a quegli anni che, nonostante certe facilitazioni derivanti dalla sua relazione con Mrs. Lille, ricordava sempre com terribili.
Odiava quella donna, dal profondo del suo cuore, e, per quanto lei si fosse sempre prodigata per non fargli mancare alcunché, Law non poteva fare a meno di pensare con disgusto a quanto utilitaristico, sterile e schifosamente lussurioso fosse il loro rapporto. Doveva esserle grato, secondo lei, perché «saresti finito a fare marchette e a fartelo mettere nel culo da qualche vecchio stronzo solo per soldi», come non perdeva occasione di ricordargli poco elegantemente. Come se tutto quello a cui lei lo costringeva potesse essere più tollerabile… Non che con i pirati di Doflamingo non gli fosse toccato ascoltare o assistere alle peggiori nefandezze, ma, oltre a passare il tempo con ragazzini più piccoli e sprovveduti, era sempre stato sotto la sorveglianza speciale e silenziosa di Cora-san… Non c’era stato nessuno, invece, a proteggerlo dalle grinfie di quell’arpia vogliosa di Yvonne. Per quanto, col passare del tempo, fosse riuscito a tirarne fuori diversi benefici per se stesso, avrebbe preferito sprofondare nelle fauci di una morte violenta e dolorosa piuttosto che trovarsi in sua compagnia. Avrebbe preferito un riacutizzarsi dei sintomi della malattia al soddisfare gli istinti più bassi di quella donnaccia con l’età di una madre. Vergogna, un devastante senso di vergogna e disgusto per se stesso era ciò che provava ad ogni risveglio.
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Dallo sterminio della sua famiglia e della sua città, la vita era stata un susseguirsi di esperienze traumatiche a cui Law non avrebbe potuto fare a meno di pensare ogni volta che un incubo come quello di poco prima fosse tornato a ricordarglielo. 
In tutti quegli anni erano state poche le persone che, per un attimo, aveva creato in lui l’illusione di una rinascita. Come Theo: quello che l’aveva attratto erano stati i capelli d’oro e l’incredibile somiglianza con Rosinante. Non aveva chiaro cosa volesse esattamente, in fondo gli bastava rimanere lì a guardarlo e immaginare che la persona che si trovava davanti a lui fosse esattamente quella con cui avrebbe desiderato essere. Non aveva protestato al primo bacio di Theo, non aveva protestato al secondo e non l’aveva fatto al terzo. Aveva adorato guardarlo dormire, spiare i suoi gesti silenziosi. 
Erano passate settimane e mesi. Poi il biondo aveva cominciato a svelarsi per quello che effettivamente era: un semplice essere umano, e, in quanto tale, diverso da ogni altro fosse arrivato prima o dopo di lui. Law si era così progressivamente svegliato da quell'incantesimo a occhi aperti; «sta’ zitto» era la frase che ormai gli ripeteva più spesso, nel tentativo di far sparire l’impostore Theo in favore di quello spettro che lo cullava e tormentava da anni.
Così era tornato da Mrs. Lille, che l’aveva accolto nuovamente tra i suoi favori senza troppe domande, con l’aria di chi sta solo aspettando il momento giusto per la punizione esemplare. «Ricordatelo sempre, Law: tu non sei nessuno, non sei nessuno senza di me» gli aveva ripetuto quella notte, durante uno dei loro rabbiosi rapporti sessuali, e ancora una volta nella sua pur giovane vita Law aveva avuto il bisogno di dissimulare un devastante senso di annientamento interiore.
Erano andati avanti così ancora per un po', con Yvonne che si era fatta sempre più guardinga nei suoi riguardi e lui che aveva seriamente cominciato a considerare la via del mare come unica chance di cambiamento. Andare via, sparire, sprofondare e vagabondare per acque e villaggi alla ricerca di tesori, avventure e libertà. E chissà che da qualche parte, oltre i confini di quel gelido Nord, non fosse un giorno riuscito a trovare due braccia pronte ad accogliere l’animo straziato di un naufrago stanco.
Poi era giunto il richiamo del vento dell’Ovest, impossibile da ignorare: aveva fatto irruzione nello Scotch modellando una forma di donna, una maliarda, la più bella che avesse mai visto. Lei era lì, davanti ai suoi occhi, terrena, mortale e inafferrabile. Non somigliava a nessuno che appartenesse alla sua vita passata, non c’erano fantasmi che apparissero sul suo volto o tra i suoi capelli neri. 
Erano stati tremiti di gelosia ogni volta che quel bastardo di Crocodile aveva allungato la mano sulle sue gambe o sulla sua schiena, ed erano stati sussulti dell’animo e del corpo quegli attimi di sguardi casuali e fugaci tra i suoi occhi grigi e quelli scuri e malinconici di lei. Law era arrivato a fare qualcosa che non avrebbe mai immaginato: rubarle il bicchiere abbandonato sul tavolo da biliardo. Aveva passato il resto della serata con quel pezzo di vetro in mano, a scorrere il bordo con le proprie labbra nell’illusione di un interminabile bacio.
Era questo quello che le persone chiamavano desiderio? Quello stesso che faceva ardere da secoli pittori e poeti? Per lui si trattava di una sensazione del tutto nuova, che lo lasciava con una gran confusione e con ogni fibra del suo corpo inebriata. Era paragonabile a un colpo di pistola nel silenzio di un deserto, a una scossa propagata nel giro di un istante in qualunque direzione, senza controllo. Come fare a dominarlo, a nasconderlo? Sarebbe solo voluto fuggire, con lei, sull’isola più remota del pianeta, e poi tornare, e mostrare alla gente quanta gioia si celi nella bellezza e nei sogni. Quella notte era rimasto da solo a fantasticare su di lei, gli sembrava di poterne disegnare le forme contro il nero di quell’universo infinito che si spalancava davanti ai suoi occhi chiusi. A cosa poteva somigliare il tocco vellutato delle sue labbra, a cosa quello delle sue lunghe mani? Era sicuro che nella sua vita non ci fossero esperienze e sensazioni paragonabili a ciò che avrebbe provato se  si fosse magicamente materializzata sdraiata accanto a lui. Era quello di cui una volta gli aveva parlato Cora-san, confidandogli un aneddoto che serbava con gelosia e affetto? Era dunque quello l’Eldorado a cui anche il più misero degli esseri tendeva dall’inizio alla fine dell’esistenza. Non sapeva darsi risposte, ma era sicuro di volerlo provare ancora, ancora e ancora.
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Quanto tempo era passato dall’ultima volta che si era sentito così ebbro di vita? 
Mentre il getto caldo della doccia cominciava a ristorarlo, Trafalgar Law non potè fare a meno di sorridere ricordandosi avvampare e poi subito raggelare durante quel suo primo incontro con Nico Robin e con la cosa più simile all’amore che avesse mai provato, così tanti anni prima.
Da allora molto era cambiato, altre donne erano passate, il suo animo si era indurito e fatto via via più cinico. 
Ma sapeva che nello spazio più recondito della sua mente giaceva conservato come merce rara quel ricordo tenero. Così, nelle notti, come quella, esposte ai venti e agli incubi, quel desiderio remoto gli sarebbe bastato per calmare e scaldare il cuore. E fu anche il corpo a trarne sollievo quando, nella rievocazione e nella celebrazione di quel primo, folgorante e ingenuo innamoramento, la sua mano cominciò a scendere involontariamente dove quella di Nico-ya non era ancora stata mai.

Note: Dissimula in continuazione, ma abbiamo capito ormai che dietro quella scorza dura si nasconde l'animo dell'ultimo dei romantici tormentati. Sull'importanza del suo primo incontro con Robin è facile capire il perchè: non ci sono battaglie o fatti eccezionali, abbiamo solo assistito al primo innamoramento - assolutamente platonico - del nostro bel chirurgo, tutto qui, ma, per uno che ha conosciuto più vessazioni che tenerezze, quello è un tesoro raro da stringere con forza. Che poi, sotto la doccia, stringa anche qualcos'altro, fa parte della sua natura assolutamente umana....
   
 
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