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Autore: Danmel_Faust_Machieri    27/06/2017    2 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'ultimo dungeon del piano 49 si chiamava Picco del Nido Nero ed era un'alta montagna che si perdeva in una coltre di nubi spesse; i crinali di questa erano imbiancati dalla neve e anche l'ingresso, una porta in pietra nera incastonata tra due colonne di ardesia, era coperta da circa mezzo metro di neve e, davanti ad essa, c'erano appostate due guardie appartenenti alla gilda delle Guardie Notturne.
La seconda linea era appostata dietro alla folta vegetazione che cingeva la montagna -Guardie? Come mai ci sono delle guardie davanti a questo dungeon?- Domandò Tempesta guardando i due giocatori che affondavano i piedi nel gelido bianco.
-Zarathustra vuole tener d'occhio anche i dungeon ora… Che problemi ha quell'idiota?- domandò aggressivamente Alessandro.
-Mmm… Secondo voi ci lasceranno passare?- chiese Roberto.
-Temo proprio di no… Pensate poi se ci vedessero tutti insieme… Saremmo istantaneamente rinchiusi in cella e io, là dentro, non voglio più tornare- osservò Feril la cui voce rimbombava ancora all'interno dell'elmo.
-Beh, forse ho una mezza idea…- iniziò a dire Salazar -Arcoas e Langley voi potreste camuffarvi e provare a sentire se possono lasciar passare qualcuno o hanno un ordine assoluto-
-Non è una cattiva idea…- rispose Arcoas poi, rivolgendosi a Langley, aggiunse -Ti senti pronta?-
Ma Luna era visibilmente distratta, fissava Niccolò che stava parlottando con Lorenzo poco distanti dal resto del gruppo. Ad un tratto Roberto gli diede un colpetto con il gomito per farla riprendere e lei subito fissò l'altra ladra con la stessa impressione di chi non aveva sentito niente di quel che si era fino ad allora detto. Arcoas le rispiegò il piano e lei accettò tacitamente, di mala voglia, quasi per inerzia, solo per distaccarsi un attimo da tutto quel casino di persone.
I due guerrieri posti a guardia della porta di ingresso videro avvicinarsi due giocatrici con i capelli rossi, una aveva gli occhi azzurri e l'altra marroni, entrambe quasi della stessa altezza e dal volto incredibilmente fascinoso. La ragazza con gli occhi azzurri si mise subito difronte ai due e li salutò con un aggraziatissimo -Salve-
-Salve…- balbettarono le due guardie arrossendo davanti a tanta bellezza.
-Cosa ci fate voi due in questo posto?- domandò allora la ragazza approfittando dell'imbarazzo dei due.
-Ehm… Dobbiamo sorvegliare l'ingresso al monte- rispose la guardia a destra.
-Ah… Quindi non potremmo esplorare il dungeon?- continuava a domandare Arcoas mentre Luna si limitava a fare presenza.
-No, dovete tornare indietro- tagliò corto l'altro guerriero.
-Ah… E ci è dato sapere il perché?- provò a chiedere la ragazza ma un cenno negativo da parte delle due guardie fu l'unica risposta che ebbero.
Le due ragazze allora tornarono sui loro passi e svanirono nella boscaglia innevata. Subito si ricongiunsero al resto del gruppo e, tornando al loro aspetto normale, riferirono quello che era stato detto dalle guardie.
-Maledetto Zarathustra…- bofonchiò Noah -A questo punto avremmo bisogno di un diversivo-
In quello stesso momento un muoversi di foglie destò l'attenzione di tutti che si voltarono e videro Niccolò uscire dalla boscaglia e andare verso le guardie col suo bastone.
-Che cazzo sta facendo?- domandò Luna tenendo gli occhi fissi sul ragazzo.
-Sta creando il diversivo- sorrise Camilla cercando di tranquillizzare la ragazza.
-Signori buon giorno!- salutò le due guardie il bardo sorridente.
-Oh… Ma tu…- iniziarono a balbettare le due guardie impugnando le armi e aprendo in fretta e furia i menu.
Niccolò si tolse il cappello dalla testa e fece un profondo inchino -Sono proprio io: Orpheus!- invitando quasi i due a combattere.
-Faresti meglio ad arrenderti, non puoi sconfiggerci insieme!- esclamò uno dei due guerrieri mentre impugnava saldamente la spada e lo scudo; l'altro invece imbracciava una specie di alabarda.
-Beh… Io a dire il vero vorrei solo passare…- disse il ragazzo.
-Assolutamente no!- urlò il cavaliere con l'alabarda -Il generale Zarathustra aveva detto che saresti passato di qui e noi ti cattureremo.
Niccolò rizzò subito le orecchie non appena sentì quell'ultima frase poi, ridacchiando, aggiunse -Ah se gli ordini di Zarathustra sono questi di certo non li infrangerò- ed iniziò a camminare verso la foresta, lontano da dove erano appostati i suoi soci, con passo tranquillo lasciandosi dietro l'urlo indispettito delle guardie che iniziavano ad inseguirlo infuriate. I due guerrieri iniziarono a cercare il bardo nel bosco ma l'unica traccia che il fuggitivo lasciava dietro a sé era il suono del bastone da passeggio che rimbombava quando colpiva le radici nascoste dalla neve. Dopo circa un minuto di inseguimento le due guardie giunsero in una piccola radura completamente bianca in mezzo alla quale si trovava il bardo che li fissava.
-Vedo che ti sei deciso ad arrenderti- sorrise il guerriero che impugnava la spada.
-A dire il vero siete stati voi ad arrendervi… tanto tempo fa…- ghignò Orpheus con un tono talmente oscuro e minaccioso da spaventare i due che, a stento, riuscivano a reggere le armi con le mani tremanti. Il bardo sparì dalla loro vista e, in quello stesso momento, entrambi si sentirono trapassare lo stomaco dalla lama di una falce; si voltarono e videro il ragazzo sorridente mentre diceva -Credo che sia la vostra fine-, il suo viso iniziò a contorcersi, a mutare, a ingigantirsi finché non divenne oscurità e poi l'oscurità divenne il volto di un demone con le fauci spalancate pronto a inghiottire in un solo morso entrambi i guerrieri... e così fu. Sopra le guardie si chiuse una notte eterna, dall'odore soffocante che li conduceva nelle vie più atroci dell'esistenza.
Niccolò fissava le due guardie dimenarsi nel sonno sconvolte dagli incubi che aveva creato con il suo incantesimo Incubo.
-Scusate per tutto questo- disse molto serio mentre estraeva una coperta dall'inventario e la poneva sopra i due cavalieri che ancora sognavano terrori distesi nella neve.

Le sale del dungeon erano delle caverne scavate all'interno della montagna collegate da gallerie in cui il ghiaccio formatosi a causa delle basse temperature creava dei giochi di luce magici. In una di queste grotte c'erano quattro ragni, di grandi dimensioni, che attendevano appesi al soffitto mentre due corvi, grandi come gli aracnidi, con dei tentacoli al posto dei becchi saltellavano sul suolo in attesa di qualche vittima ignara. Una piccola anguilla-drago dotata di ali stava osservando la stanza senza farsi vedere dai mostri.
-Questa è la situazione…- disse Salazar mentre mostrava al resto del gruppo una piccola sfera di cristallo che rifletteva quello che vedeva il piccolo draghetto.
-Che cosa figa!- esclamò Camilla scrutando nella sfera.
-È un incantesimo o un'abilità particolare di voi maghi?- domandò Riccardo incuriosito.
-In realtà si tratta di un oggetto- iniziò a spiegare il mago -Si chiama "Occhio del Simulacro"; è uno strumento che puoi equipaggiare solo alle Anime e, così facendo, utilizzando un oggetto legato alla chiaroveggenza, si può vedere ciò che l'Anima vede-
-Molto, molto comodo- sorrise Feril poggiandosi sull'ascia per guardare da più vicino la situazione nella stanza che avrebbero dovuto attraversare di lì a poco.
Intanto, mentre la maggior parte della seconda linea si preparava ad avanzare, un gruppetto molto più esiguo si era offerto di tornare indietro a controllare che non ci si fosse dimenticati una strada o una stanza. Il gruppetto in questione era composto da Alessandro, Lorenzo e Niccolò.
-Allora… Secondo te quel raptus cosa l'ha causato?- domandò il monaco pensando a ciò che il bardo gli aveva raccontato quella stessa mattina, ossia il suo "scontro" con Luna.
-Ma secondo te perché? Gli ha praticamente piantato un palo nel cuore!- esclamò Alessandro ripensando a quelle parole indelicate utilizzate dalla ragazza.
-Temo che ci sia qualcos'altro…- sospirò Niccolò mentre controllava la stanza in cui erano appena rientrati -Cioè… Sapevo che Luna aveva detto quelle parole senza sapere nulla… Le avrei raccontato come stavano in realtà le cose normalmente ma…-
-Forse so il perché della tua reazione- iniziò a dire Lorenzo attirando su di sé lo sguardo dei due amici -Vedete, tempo fa ho avuta una discussione con Noah e mi ha spiegato che, secondo lui, il Nerv-Gear intorno alla nostra testa potrebbe nuocere in maniera incisiva sulla nostra salute e sulle nostre menti…-
-Non starai mica esagerando?- domandò il barbaro non prendendo troppo sul serio le parole dell'amico.
-Temo di no… Vedi, le emozioni che proviamo normalmente sono emozioni "naturali" alcune suscitate da questo gioco sono invece indotte… Pensa solo al dolore che proviamo quando ci ferisce un nemico, quel dolore non lo proviamo realmente, viene indotto- spiegò Lorenzo incredibilmente serio nel tono e nel volto.
-Mmm… Effettivamente così si può capire la gravità delle situazione- rispose Niccolò riflettendo ulteriormente su quelle parole.
-Sì ma per te, Nico, la situazione è ancora più grave…- ribatté subito il monaco fattosi ora cupo; il bardo lo fissò dubbioso finché l'amico non riprese a dire -Tu, come noi, hai avuto il dolore indotto ma non solo quello…-
-La follia…- sospirò Niccolò realizzando che lì stava la gravità della sua situazione.
-Esatto…- gli fece eco Lorenzo -La follia che hai provato con indosso la Maschera era indotta dal Nerv-Gear… Potrebbe essere anche a causa di questo che la tua reazione sia stata così estrema-
Niccolò si fermò, immobile… Stava pensando a cosa potevano comportare quelle riflessioni… Se quei danni lo avessero reso incapace di aiutare gli altri, anzi… Se lo avessero reso un nemico… Già nel mondo reale la sua testa non era propriamente "normale" (se di normalità si può parlare nella varietà del mondo), ora quella follia pian piano scavava più a fondo della sua testa, si faceva largo e lui aveva paura. Eppure la follia la sapeva controllare, anzi, sapeva di poterla controllare… La paura era fondata ma quella paura doveva essere non un muro invalicabile ma la rampa di lancio, la rampa di lancio che l'avrebbe spronato a controllare la sua mente e lui l'avrebbe fatto.
-Non preoccupatevi- sorrise il bardo ai due amici -Userò questo mio malus al meglio!- e concluse la frase disegnando un arco nero con la sua falce tagliando a metà un ragno che, alle spalle, gli stava saltando addosso.

L'esplorazione del Picco durò un paio di ore finché il gruppo riunito non giunse davanti alla porta che li separava dalla bossfight. 
-Tenete pronti i Marchi del Ritorno- esclamò Tempesta si faceva curare i pochi danni ricevuti da Riccardo.
-Io eviterei…- si limitò a dire Niccolò.
-Cosa intendi dire?- Domandò Roberto all'amico.
La risposta però gli venne offerta da Orias -L'incantesimo che Orpheus ha lanciato sulle guardi che c'erano fuori probabilmente sì è già consumato e queste potrebbero accorgersi che qualcuno è entrato nel dungeon… Di qui a poco potrebbe arrivare anche Zarathustra quindi sarebbe meglio non rimandare la bossfight dal momento che le difese di quest'area potrebbero aumentare-
Tempesta e gli altri compresero esattamente le motivazioni che li avrebbero spinti a combattere fino alla fine.
Varcarono la soglia in legno nero che si affacciava su un ampio spiazzo all'aria aperta: la vetta della montagna; i ragazzi si trovarono ai bordi di un immenso nido formato con quelli che non sembravano semplici legnetti ma interi alberi sradicati e poi incastrati tra loro; il freddo non solo penetrava le ossa ma stritolava anche quel suolo di arbusti lacerandoli con il suo ghiaccio.
-Impressionante- commentò Noah osservando l'arena circondata ovunque da precipizio eccezion fatta per la porta da cui erano entrati e per una seconda porta che si trovava proprio dirimpetto rispetto alla prima.
-Mmm… Adesso cosa ci dovremo aspettare?- iniziò a domandare Antigone avvicinandosi a Lesen e Kralen.
La seconda linea iniziò a cercare qualche dettaglio, qualche particolare avversario all'interno dell'arena ma non trovarono nulla finché un potente sbatter d'ali non ruppe il silenzio; gli sguardi di tutti si alzarono al cielo e videro una sagoma oscura scendere in picchiata; un enorme corvo si poggiò al centro di quello che doveva essere il suo nido e, strillando, comparve il suo nome e le sue 8 barre di vita "Dianinn, custode del pensiero".
-Orpheus quello è…- iniziò a dire Lorenzo sorridente in volto mentre si voltava verso l'amico.
-Deve essere il fratello di Mneninn- rispose Niccolò raggiante in volto mentre stringeva con forza l'Artiglio che aveva equipaggiato nella mano destra. Il bardo allora fissò il nero piumaggio del volatile che si stava nuovamente sollevando in volo e iniziò a studiare un piano d'azione per abbattere quella creatura. 
Dianinn aveva un move-set interessante: si alzava in volo il più delle volte e planando colpiva con gli artigli oppure si buttava in picchiata cercando di colpire col becco, quando invece si fermava a terra cercava di colpire con il becco o aprendolo per soffiare oscurità incontro ai suoi avversari. L'attacco più complesso era proprio quest'ultimo perché Dianinn era in grado di direzionarlo in qualsiasi direzione, persino verso l'alto. I tre bardi (Lesen, Noah e Oprheus) erano praticamente inutili data la grande resistenza del boss alla magia di Darkness mentre i chierici erano quelli che gli arrecavano un danno maggiore grazie alle loro magie di Lighting.
Dopo che la terza barra di vita del boss si azzerò questi entrò nella seconda fase caratterizzata da un maggiore tempo di volo, da un aumento di velocità e dalla nuova introduzione di attacchi come una pioggia di piume che si trasformavano in piume nere e la fiammata già utilizzata ora veniva sfruttata anche durante il volo creando muri di oscurità che non solo danneggiavano ma che impedivano ai giocatori anche di attraversarli. 
Lo scontro però giunse al termine grazie alla combinazione delle tecniche dei maghi, dei chierici e a quelle di Orias e Alessandro che, ormai, sapevano benissimo come combattere insieme creando sempre spettacolari combo e attacchi coordinati. Luna e Roberto data la loro lunga assenza dal campo di battaglia rimanevano più in disparte sferrando di tanto in tanto qualche attacco comunque ben mirato.
Orias diede il colpo di grazia al boss colpendolo con la spada appartenuta in precedenza a Linton direttamente al ventre mentre volava a raso terra. Nello stesso momento in cui davanti a tutti comparve la finestra con sopra scritto "Boss Sconfitto" davanti al barbaro comparve anche quella dell'oggetto ottenuto ossia l' "Occhio di Dianinn". Niccolò guardava le spalle di Orias sapendo che si sarebbe dovuto battere con le unghie e con i denti per ottenere dal compagno quell'oggetto… Forse non glielo avrebbe nemmeno fatto mai avere… Forse l'avrebbe dovuto rubare oppure l'avrebbe dovuto strappare dal suo… Una fitta gli attraversò la testa mentre la mano destra iniziava a tremare e quello spazio sconfinato intorno a sé sembrava chiudersi in una sfera di nulla, in un sospiro scolorito di inesistenza, di fragilità… Cercò di moderare il respiro, di scacciare via il tremore e con lui quei pensieri che non erano suoi. Lorenzo ed Alessandro notarono l'amico e si avvicinarono per controllare che stesse bene. Lui si limitò a rispondere annuendo con il capo e scambiando la falce che impugnava col suo bastone da passeggio si diresse verso Orias ma, ancor prima che lo potesse raggiungere, il barbaro aprì una schermata e davanti a Niccolò comparve l'icona "Orias ha inviato l'oggetto "Occhio di Dianinn" accetti?". Il bardo guardò l'icona sorpreso mentre Orias riponeva lo sguardo e non lo degnava di uno sguardo; il ragazzo allora accettò l'invito e disse -Grazie- abbastanza forte affinché fosse certo che il barbaro lo sentisse.
Dopo qualche secondo i giocatori si riunirono insieme per decidere il da farsi.
-Allora… Io, Salazar, Arcoas e Feril sicuramente inizieremo ad esplorare il piano 50 oggi stesso; varcheremo la porta e arriveremo nella prima città poi vi faremo sapere- disse Tempesta parlando anche in nome dei compagni.
-Io e Pikeru torneremo alla clinica- continuò Antigone e subito Lesen le fece eco -Io e Kralen invece torneremo a scuola-
-Il Sangue di Drago potrà contare sul mio violino e sulla spada che la fondò; no?- esclamò Noah mentre punzecchiava col gomito Orias che si limitò ad accennare il consenso alla sua affermazione.
-Voi invece sapete già quale sarà la vostra prossima mossa?- domandò Arcoas rivolgendosi alla gilda Vitriol.
-Abbiamo degli indizi riguardo la prigione del prossimo Arconte quindi inizieremo a cercarla da domani- spiegò Camilla semplicemente mentre Riccardo la avvicinava.
-Come mai inizierete le ricerche solo domani?- chiese Feril alzando la visiera dell'elmo per guardare dritto negli occhi Orpheus.
-Ahahah lo sai; devo fare visita ad un caro amico- sorrise il bardo mentre pensava a quello che sarebbe successo di lì a qualche ora.

Zarathustra camminava nervosamente avanti e indietro per la sala principale della gilda delle Guardie Notturne. La stanza enorme era completamente bianca decorata con marmi e l'unica alternativa a quel bianco era il blu di aldini arazzi che decoravano le pareti; un grande tavolo di betulla, quindi bianco come tutto il resto, si trovava al centro della stanza circondato da delle sedie realizzate con lo stesso materiale. Tra le gambe del tavolo passava un tappeto rosso (che stonava incredibilmente sia col bianco che col blu) che disegnava una sorta di percorso dal portone di ingresso a cinque scalini i quali conducevano a un trono in marmo bianco reso più comodo da qualche cuscino di seta poggiato sopra ad esso. Nella stanza oltre a Zarathustra si trovava Kratos; un ragazzo che indossava una tunica da mago di color cremisi decorata con dei sontuosi ricami d'oro, lui era  Godric, il mago più potente della gilda e uno dei suoi più impostanti strateghi; una ragazza dai lunghi capelli rossi e dagli occhi azzurri che indossava un'armatura bianca decorata da disegni di rose blu, era una guerriera di nome Juliet la cui spada Spina di Rosa era piuttosto rara e per questo desiderata molto dallo stesso Noah; accanto a lei un ragazzo con i cappelli biondi e gli occhi azzurri la cingeva con un braccio, si trattava di Artù, un paladino della via bianca che aveva conosciuto all'interno del gioco e con cui si era fidanzata, insieme i due erano una delle coppie più formidabili sul campo di battaglia; due semplici soldati intanto erano i npiedi alle spalle di una sedia occupata da Ezio il quale aveva le manette alle mani.
-Generale la può anche smettere di camminare così agitato…- disse Kratos a Zarathustra ma questi sembrò non sentirlo.
-Io non ho ancora capito perché è così agitato… È solo un messaggio e, per di più, è lui a venire da noi- commentò Juliet guardandosi le unghie della mano sinistra.
-La mi amata ha ragione, è come se un coniglietto entrasse nella tana dei lupi- aggiunse Artù baciando poi la ragazza.
In quello stesso momento un soldato entrò nella grande stanza urlando -Generale è arrivato!-
Zarathustra si girò subito verso il soldato, poi guardò negli occhi Godric che parlò per lui -Cosa aspettate allora?! Portatelo subito qui-
-Ecco colonnello… C'è stato un piccolo problema…- balbettò il giocatore abbassando lo sguardo.
-Che genere di problema?- domandò Ezio alzandosi dalla sedia.
-Beh… È difficile da spiegare ma… Tutte le altre stanze sono state riempite di oscurità…-
-Cosa cazzo stai dicendo?!- urlò Zarathustra mentre usciva dalla stanza seguito da tutti gli altri. Fece solo qualche passo verso un corridoio e si accorse subito quello che la guardia stava dicendo: una nera tenebra stava oscurando ogni corridoio ed ogni stanza, ingoiando il bianco come un demone famelico.
-Che diavolo è questa cosa?!- domandò Artù quasi spaventato.
-Non può trattarsi di un incantesimo… Non si possono lanciare incantesimi al di fuori di uno scontro in un'area sicura ad eccezione degli incantesimi delle Anime!- iniziò a riflettere il mago. Passarono pochi secondi prima che l'oscurità si impadronisse di tutta la gilda e, quando Zarathustra e i suoi colonnelli, furono rimasti a vagare in un nero informe, iniziò a sentirsi il rimbombo di un qualcosa che batteva sul pavimento… Dopo pochi secondi l'oscurità scomparve insieme al rumore.
-Quel bardo idiota… Gliela farò pagare cara per questo suo stupido scherzo!- esclamò il generale mentre riapriva il portone che conduceva nella stanza principale.
-Suvvia Zarathustra! Non volevo mica essere scortato qui come un prigioniero!- rise una voce non appena il portone fu aperto del tutto. Zarathustra allora vide Orpheus, nelle sue verdi vesti, seduto sopra al suo trono e subito la sua faccia divenne un amalgamarsi di rabbia e stupore.
-Orpheus…- sospirò il generale mentre i suoi colonnelli avanzavano ad armi spiegate pronti a sfidare il bardo a duello.
-Potete anche stare tranquilli- rispose lui alzandosi dal trono e impugnando il bastone da passeggio -Non sono qui per sfidarvi lo dovreste sapere; sono qui per fare un accordo-
-Non stringiamo accordi con traditore!- esclamò Artù cercando di ostentare un'inesistente sicurezza.
Alla parola "traditore" Niccolò si portò la mano destra al cuore fingendo di essere stato ferito dal guerriero per canzonarlo -Allora caro generale… hai intenzione di ascoltarmi o devo prima far addormentare i tuoi cari colonnelli?-
Zarathustra rimaneva immobile, dietro alla fila di guerrieri che erano pronti realmente a fronteggiare il bardo.
-Bah… Va bene allora parlerò anche da qua- disse Orpheus poggiando sonoramente il barone al suolo -Voglio che tu ritiri l'ordine di cattura che grava sulla mia persona-
-Certo che hai una bella faccia tosta a venire qui e a proporre accordi di questo tipo!- rise sonoramente Godric.
-E voi avete una bella faccia tosta a impedire ai giocatori di sconfiggere i boss dei vari piani!- rise del canto suo Niccolò. A quella affermazione tutti gli altri giocatori all'interno della stanza sbiancarono -Oh! Quelle sono le facce per cui ero venuto!- continuò il ragazzo indicandoli ad uno ad uno col bastone da passeggio -Chissà… i giocatori come reagirebbero ad una notizia del genere? Vedo già i titoli del giornale "La prima linea impedisce di proseguire verso casa", emblematico non credete?-
-Come potresti mai diffondere una notizia del genere in tutti i piani?- cercò di incalzarlo Juliet con voce tremante.
-Ma così!- il ragazzo batté il bastone a terra e sei corvi, di cui nessuno si era accorto fino ad allora, si staccarono dalle finestre della stanza e fecero cadere ai piedi dei colonnelli e del generale un giornale sulla prima pagina del quale era riportato il titolo "La prima linea impedisce di procedere verso casa" e sotto una fotografia in bianco e nero dove si vedevano de guardie della gilda delle Guardie notturne davanti all'ingresso del Picco del Nido Nero. I sei corvi allora si alzarono in volo unendosi in un unico corvo che si poggiò prima sulla spalla del bardo e che poi fuggì dalla stanza sfondando una finestra di vetro.
-Ora potete vedere anche voi il tomolo dei giornali- sorrise Niccolò -Ah… non preoccupatevi per la finestra, ve la ripago io; comunque, generale, ha tempo fino a domani mattina per farmi sapere se intende ritirare l'ordine, si faccia sentire quando avrà deciso- e così diede le spalle al generale e agli altri giocatori dirigendosi verso il trono.
-Tu hai dimenticato una cosa!- iniziò a ridere Zarathustra -Tu sei rinchiuso in questa stanza! E l'unico modo in cui potrai uscire da questa è con un paio di manette, scortato da un gruppo delle mie guardie scelte e diretto alla prigione!-
-Credo che tu mi abbia frainteso- sorrise Orpheus sedendosi sul trono -Credi che là fuori io non abbia già affidato quei giornali a qualcuno? Credi che altri non li diffonderanno al mio posto? Ah, un'ultima cosa, io sono già uscito da qui- e dicendo così il ragazzo svanì in una nube di fumo nero lasciando dietro a se gli sguardi impietriti di Zarathustra e dei suoi mentre compariva davanti al generale la finestra "Orpheus ha inviato 100 monete d'oro, accetti?"

   
 
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