- Signorina si sente bene?
- Signorina
- Signorina, si è fatta male?
- Sto bene - disse senza sapere cosa le stesse chiedendo realmente la ragazza dietro il balcone ma che potè intuire a suo modo.
- Verrà subito qualcuno a ripulire . -disse la giovine prima di andarsene
Hiroshi si sporse verso di lei e le scompigliò i capelli mantenendo lo sguardo dal lato opposto , cercando di non far vedere la sua commozione. Sakura non disse nulla a quel tocco , quasi infantile secondo lei.
- Hiroshi tu stai piangendo - disse lei assente
Hiroshi non parlò per non far sentire la sua voce spezzata. Mugolò un specie di "No" cercando di non dover usare parole.
- Dove? - chiese lei
Passò qualche minuto prima che Hiroshi spiaccicò parola.
- Polmoni - disse frettolosamente per paura di sentire la sua voce distorta. - è al suo terzo stadio.
Sakura guardava di fronte a se mentre sentiva la mano di lui accarezzarle i capelli.
Si voltò, guardandolo.
- Hiroshi - - Hiroshi guardami.
Lo vide voltarsi piano , mentre le lacrime scendevano con naturalezza dal suo volto.
Le labbra di lui , si alzarono tremolanti , formando un sorriso forzato apparentemente timido.
- Mi dispiace - - mi dispiace tanto , io...
Si fermò, non avendone più la forza.
Sakura li prese il volto e ne asciugò le lacrime. - Abbiamo troppe missioni da svolgere
insieme.
- Si - sorrise
Mentirono , ed entrambi ne erano consapevoli , eppure non negarono che quella , fu una bellissima bugia.
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- Da quanto tempo non venivo qui a curare il glicine - sussurrò Ino ammirandone la bellezza.
Il glicine aveva ricoperto l'intero gazebo , come una dolce e soffice coperta lilla.
Sakura lo ammirava distante , come una bellezza proibita agli occhi e al tatto.
- è cresciuto selvatico - disse poi l'Haruno , quasi repellente.
- ha bisogno di cure , e delle giuste attenzioni.- - un pò come te - riflettè l'amica.
Prese un ramo secco e ne tagliò il busto. Ino si asciugò la fronte e con cura annaffiò i punti più secchi della pianta.
- bellissimo nel suo essere selvaggio ma fragile nel suo vivere in cattività
Sakura si sedette sul parquet , sistemandosi il grazioso maglione bianco.
- Non ho mai sentito che i fiori crescessero in cattività - disse lei con disappunto.
- Ma io non parlo di fiori qualunque Sakura - disse Ino come se fosse qualcosa che persino i bambini sarebbero in grado di comprendere a differenza sua.
- io parlo di fiori come te.
Sakura la guardò quasi infastidita, tanto che rivolse lo sguardo verso l'albero di mandorlo per non guardarla negli occhi.
- Sai che non ti devi addossare colpe - disse Ino sistemando il terriccio , riferendosi alla missione - le persone sbagliano.
Ino non lo sapeva , non sapeva che non tutto è perdonabile e le colpe rimangono.
Abbassò le palpebre stanca , rimanendo in una sorta di dormiveglia. Troppo stanca per rimanere sveglia e troppo timorosa per addormentarsi. Non si mosse quando sentì il palmo caldo e morbido di Ino , posarsi sulla fronte. Catturandone la dolcezza rara.
- Hai la febbre - sussurrò la bionda preoccupata.
Sakura lo sapeva già ma era testarda e ne era consapevole. La febbre passa il rimorso no.
- Chiamerò qualcuno che ti possa stare accanto
L'Haruno le prese il braccio , stringendolo , mentre le iridi verdi la guardavano freddamente.
Non voleva nessuno che si prendesse cura di lei , glielo si leggeva negli occhi.
Lasciò andare la presa , non avendo più le forze necessarie per impedirle quell'idea tanto ripugnante. Erano successe così tante cose , ed era così stanca che chiuse gli occhi e si abbandonò a Morfeo nonostante sapesse che era solo un inganno per intrappolarla nei suoi incubi.
- No - tremò nel sonno - non voglio farti del male - scalciò poi
Si agitò fin quando non sentì una mano posarsi sulla sua guancia , accarezzandola.
Non aveva mai sentito quel tocco , era estraneo ma piacevole tanto che si rilassò sul morbido futon.
- Mi dispiace - - mi dispiace tanto - disse mentre la febbre la divorava.
Aprì debolmente gli occhi , offuscati osservavano un profilo maschile , la pelle era lattea lo si capiva dal biancore che sembrava illuminare il tetro ambiente.
Docile e timida li accarezzò il volto , sentì l'uomo irrigidirsi e sciogliersi alle sue carezze.
Li contornò le labbra sottili eppure così morbide al tatto , sotto il mento avvertì una leggera peluria mascolina. Quando tastò la morbidezza dei capelli , le iniziò a tremare la mano , avvertendo un insana voglia di calore. L'uomo posò la sua mano sulla sua , stringendola.
Era ruvida ma a lei piaceva , per questo ricambiò la stretta. Profumava di pesco.
Dopo anni, sentì freddo.
Bramante di calore accarezzò famelica i tratti dell'uomo.
- vedi ? - - lo vedi anche tu il sangue degli innocenti ? - chiese delirando , sentendo gli occhi bruciare.
Non voleva macchiare quella pelle candita , non se lo sarebbe mai perdonata.
- Non voglio farti del male - sentì le guance calde bagnarsi. - Non voglio
Stava piangendo.
Percepì le labbra calde che poco prima aveva accarezzato, baciarle le lacrime.
Sorrise mentre le braccia forti dell'uomo la intrappolarono in un delicato abbraccio.
- Non mi lasciare - sussurrò
- Non lo farò -
Quella voce era così calda , così profonda ... quasi familiare.
Ebbe paura , poi pensò che quella voce l'avesse già sentita nei suoi sogni , quando l'incubo finiva e sentiva solo un flebile sussurrò di speranza.
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- Dorme ? - chiese Ino seduta sul tavolo della cucina.
Lui annuì , portandosi i capelli corvini indietro.
- Grazie Sasuke. - sussurrò Ino quasi commossa. - Ti prego rimani qui per sta notte , prenditene cura.
Sasuke parve rifletterci ed annuì nonostante non la trovasse del tutto una buona idea.
Ino gli sorrise.
- Stava delirando nel sonno - disse sedendosi distante.
Sasuke si toccò le labbra che poco prima avevano assaporato la consistenza di quella pelle tanto bella e delicata , si era lasciato trasportare da quelle carezze curiose e gentili.
Mai aveva visto Sakura così indifesa e fragile e mentre quelle dita fini e candite contornavano il suo volto , una parte di lui veniva catturata dalla donna.
Era sempre incline a tenersi alla larga da vicende non sue , in fondo lui non era Naruto , ma questa volta non riusciva a fare a meno di avvicinarsi.
- Cosa ti ha detto ? - chiese la bionda malinconica
- non si è capito - mentì.