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Autore: fleur aph    27/06/2017    0 recensioni
La pioggia fa da sottofondo ad ogni cosa, in lontananza si possono sentire le onde infrangersi contro la spiaggia umida. Le sue dita seguono la curva dei fianchi risalendo lungo la schiena ed i brividi sotto pelle si fanno sentire, le senti risalire fino a scostare le ciocche scure scivolate sul viso, poi qualcosa di morbido si poggia sulla guancia e tu lo sai, sono le sue labbra che si fanno strada verso le tue, inizialmente è un tocco leggero, fugace, mentre le sue dita ti sfiorano la guancia in una carezza ed in quel momento le sue labbra cercano le tue, il suo profumo così familiare ti fa mancare qualche battito e sorridi felice contro quelle labbra.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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28 Marzo Tre anni prima

La notte è passata, non nel migliore dei modi e lo si nota dalla fasciatura alla mano che sta sistemando dopo la doccia, con il suo solito look felpa enorme e pantaloncini scende dalla camera presa in affitto verso il bar del locale, ordinando il solito.
Ed è in quel momento che lui entra, non l’ha notata e si è seduto dall’altra parte del pilastro che la tiene nascosta al suo sguardo mentre lui ordina una birra e le da le spalle, non può fare a meno di osservarlo rapita se si fosse avvicinata molto probabilmente l'avrebbe allontanata e come dargli torto vedendo come è finita l'ultima volta.

<< Al ragazzo del mistero offro io, devo farmi perdonare. >>

<< Sono venuto da solo, non in compagnia. Pago da me. >>

Risponde lui mentre quello sguardo si posa su di lei che dondola le gambe nude al di la dello sgabello, vuole solo scusarsi per il loro ultimo incontro. Lo sguardo di lei scivola dal suo viso al suo abbigliamento jeans strappati alle ginocchia ed una semplice felpa nera, le scarpe logore che si abbinano bene a quel suo modo di essere un po’ antico.

<< Non lo pensavo, l'ho detto perché ero nervosa. >>

Sussurra, continuando a fissare il proprio bicchiere, stringendo appena le dita della mano fasciata strizzando leggermente gli occhi a una piccola fitta di dolore, mentre il tono freddo e distaccato di lui sbotta con una semplice scusa, non le ha messo le mani addosso solo per il suo essere donna. In qualche modo di trova a dirgli che forse avrebbe fatto meglio ma la sua risposta la lascia un po’ interdetta.

<< Non sono tuo padre. >>

Una semplice costatazione, che apre un mondo che ogni volta cerchi di tenere chiuso, il tono si fa più intenso ed alto.

<< Questo è poco ma sicuro, io non ne ho uno. >>

Quello che non ci si aspetta è la risposta del ragazzo, qualcosa che vi accomuna c’è, nemmeno lui conosce il padre, si definisce il figlio di nessuno. Lo sguardo gelido ti scorre sul corpo arrivando alla mano fasciata, una domanda in cui ti chiede le circostanze in cui è finita in quel modo, il tuo caratteraccio l’ha ridotta così, tirando un pugno allo specchio.


<< Però avevo ragione, non hai avuto quello che volevi da me. >>

<< Non impongo niente a nessuno. Però devo ammettere che sei la prima che non me la dà il giorno stesso dell' incontro. >>

Un punto per te rispondi spiegandogli anche che lui generalizza sempre, facendo di te l’eccezione in quel caso. Non sai cosa ti spinga a chiedere come sia andata la sua giornata eppure lo fai, ascoltando la sua risposta, ricordando che è un nottambulo quindi è meglio chiedere come sia andata la nottata, risposta veloce e affrettata che ti lascia ancor più incuriosita ma non risponde si limita a finire il bicchiere davanti a se.

<< Hai da fare dopo? >>
<< No. >>
Una semplice parola che ti spinge a chiedergli se resta, sebbene possa essere frainteso quel chiedergli di rimanere, non è stato difficile convincerlo a salire di sopra anche se con intenzioni diverse da ciò che lui può pensare. La conferma arriva una volta in stanza e dal suo chiedere il motivo per cui l’hai portato li, ti mordi il labbro inferiore senza volerlo sedendoti sul letto, le braccia che vanno a stringere il cuscino al petto, in attesa che ti raggiunga, si irrigidisce quando chiedi se ha più dipinto e lo sguardo non può che cadere sulle sue mani, persino quando ammette di aver dipinto qualcosa che non voleva, un emozione che non vorrebbe provare.


<< Io sono veramente stupida. >> Succhi piano il labbro inferiore prima di riprendere a parlare.

<< Mi sono fracassata una mano, per colpa di un uomo. >>

Una risata sarcastica viene fuori da quelle labbra poco prima di parole che non ti piace sentire.

<< Sei innamorata. Ma vedi? Si soffre. L' infatuazione è una cattiveria. >>
Alla sua prima frase, pianti le mani ai lati delle sue gambe.
<< Io non lo amo. >>

<< E cosa provi per lui, allora? >> Tieni il viso di fronte al suo, senza distogliere lo sguardo.

<< Gli voglio bene.>>

<< Non si da un pugno ad uno specchio per una persona al quale vuoi sono bene. >>

<< L'amore illude e basta. e ti ritrovi col cuore in pezzi, forse sarebbe meglio fare solo sesso. >>

Ti ritrovi a sospirare per quella verità scomoda, in fondo è quello che fan tutti e lo conferma pure lui poco dopo, ma tu non sei tutti però, non sono mai riuscita a farlo con un altro e lui si fa beffa di te ribadendo che sei innamorata e ti sei appena fregata da sola, eppure non è certo quello il problema, lasci cadere il capo in avanti distogliendo così lo sguardo da lui.
  
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