Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: Edi13    27/06/2017    0 recensioni
Un'ora mi separava dalla mia solita vita, un'ora mi separava dalla solita me.
Avevo vissuto diciotto anni della mia vita nella timidezza, indecisione e perennemente con l'autostima sotto i piedi. La mia vita mi era sempre andata bene fino a pochi mesi fa, quando mi resi conto di essere ormai stufa di quella me e che era ora di cambiare, di migliorarsi. Per questo motivo avevo deciso di partire immediatamente, una volta finita la maturità, per intraprendere una nuova avventura, che sicuramente avrebbe stravolto la mia vita. Per i prossimi tre mesi sarei diventata un'animatrice di un villaggio vacanze e non uno qualsiasi, ma bensì quello in cui ero stata l'anno precedente con mia madre. Non avrei mai pensato di ritrovare così tante persone in quel villaggio, tra cui quel ragazzo che sarà capace di farmi riscoprire me stessa, che mi insegnerà ad essere forte e soprattutto ad amarmi.
Questa sarà l'estate più travolgente di tutte, questa sarà l'estate nella mia vita.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dopo quell’interminabile ora, che l’anno precedente parve  durare solo pochi minuti, ero finalmente atterrata all’aeroporto di  Crotone, in Calabria. Il cuore mi martellava nel petto come se volesse uscire dal mio corpo, l’ansia era tanta e man mano la paura stava prendendo possesso di me. Per la prima volta nella mia vita, dopo diciott’anni, mi stavo per mettere in gioco per intraprendere una nuova avventura, che molto probabilmente mi avrebbe profondamente segnato.
Una volta ritirate le valigie mi diressi velocemente verso l’uscita, dove mi stava aspettando molto probabilmente un ragazzo dell’animazione, che mi avrebbe accompagnato al villaggio, dove anch’io dal giorno seguente avrei cominciato a lavorare. Portare fino all’uscita le valigie non fu facile, infatti più volte mi ritrovai ad inciampare su di esse per portarle al di là di quella grande porta. Sorpassata la porta mi ritrovai davanti una mischia di gente, tra la quale sarebbe stato molto difficile trovare il ragazzo. Mi guardai intorno, allungai più volte il collo per vedere quali nomi ci fossero scritti  sui cartelli che i vari ragazzi, che c’erano, reggevano in mano. Dopo vari tentativi finalmente lo trovai, era voltato e teneva saldamente tra le mani un cartoncino con scritto il mio nome. Dopo aver fatto un grosso respiro per prendere coraggio, mi avvicinai e per cercare di attirare la sua attenzione gli toccai piano il braccio con una mano. Quel tocco improvviso, che avrebbe fatto normalmente sobbalzare chiunque, non ebbe lo stesso effetto su di lui, il quale si voltò lentamente verso di me per poi posare il suo sguardo nel punto in cui lo stavo toccando. Improvvisamente, resami conto di quel contatto, ritirai bruscamente la mano e mi decisi a rompere quel silenzio imbarazzante che si era creato.
"Ciao". Ecco lo avevo fatto e non era stato neanche poi così difficile.
"Ciao".
La sua voce era dolce ma anche decisa, una di quelle che ti fanno perdere e sono capaci di trasportarti in un’altra dimensione e proprio in quella voce trovai un qualcosa di familiare.
"Il nome…il nome che c’è scritto sul cartoncino è il mio…mi chiamo Rebecca Notterosa".
"Ahhh e potevi dirlo prima, è da mezz’ora che ti aspetto, ho cominciato a pensare che l’aereo fosse in ritardo". Mentre lo disse fece capolinea dalle sue labbra un meraviglioso sorriso, che gli fece apparire delle delicate fossette sulle guance.
"Si lo so, scusa, ho avuto dei problemi con le valigie".
Molto probabilmente ero diventata rossa , ma lui non parve coglierlo o meglio non fece scaturire nessuna espressione da quel suo viso in parte coperto da degli occhiali da sole specchiati.
"Tranquilla stavo scherzando, comunque andiamo, siamo in ritardo".
Non appena provai a riprendere le valigie, con molta difficoltà, scoppiò a ridere e dopo avermi allungato una mano aggiunse.
"Queste le prendo io altrimenti arriviamo domani, seguimi".
"Si si, grazie". Che imbarazzo.
Ci incamminammo fuori dall’aeroporto e dopo aver percorso una quindicina di metri ci arrestammo davanti ad una clio bianca. Aprì il porta bagagli e vi depositò dentro i miei bagagli per poi dirigersi verso la portiera del conducente. Non appena la aprì, anch’io mi apprestai ad aprire quella del passeggero e mi sedetti all’interno della macchina. Una volta che fummo entrambi dentro si tolse finalmente gli occhiali da sole e si voltò verso di me presentandosi.
"Comunque io sono Alberto".
Spalancai gli occhi, ormai ero certa. La voce mi era parsa familiare ed ora ne avevo la conferma. Gli occhi erano rimasti gli stessi, di un azzurro chiarissimo misto al verde, il sorriso e le fossette erano anch’esse rimaste come quelle di un anno fa; l’unica cosa che era cambiata erano i capelli, i quali non erano più completamente rasati, ma lo erano soltanto ai lati lasciando posto al centro ad un ciuffo ribelle, che metteva ancora più in evidenza il brillantino che portava all’orecchio sinistro. La mia reazione non gli rimase indifferente, infatti preoccupato si sporse verso di me posandomi una mano sul braccio.
"Ehi, tutto ok?".
"Si si, è solo che noi già ci conosciamo, anche se te sicuramente non ti ricorderai di me".


Ciao a tutti, questa è la prima storia che scrivo, non sono mai stata brava a scrivere ma ho deciso di buttarmi comunque in questa nuova avventura. La storia deriva puramente dalla mia fantasia quindi non so bene cosa ne uscirà, ma spero che vi piaccia.
Accetterò volentieri critiche costruttive, quindi fatemi sapere.

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Edi13