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Autore: Ronnie92    28/06/2017    0 recensioni
Un bambino capisce l'importanza della vita attraverso l'immaginazione.
Perché la piacevolezza della vita parte dalla curiosità e dalla immaginazione.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                     Capitolo 1
                                       La formichina incastrata

“Tutto parte dall’immaginazione  Arturo!” gli ripeteva sempre la mamma.
“Se ti serve qualcosa, allora immaginala, creala nella tua testa e desiderala intensamente. Qualcosa sicuramente accadrà!”.
Arturo era un bambino speciale, non era intelligente, né era sopra o sotto la media, non era un bambino bellissimo né decisamente volenteroso.
Ma Arturo aveva qualcosa che tutti gli altri  coetanei cominciavano a perdere: l’Immaginazione!
Costretto a casa per dei continui malanni lievi, tosse, influenze varie, Arturo si costrinse a percepire la realtà in modo diverso rispetto agli altri.
A 5 anni ebbe la sua prima “Esperienza immagino-speculare della realtà”, così la chiamavano i medici.
Per Arturo era solo la sua vita.
Tutto partì da quel pomeriggio di qualche anno prima…

Un rumore di passi.
Silenzio.
Un rumore di passi più svelto ancora.
E poi silenzio.
Arturo era seduto nella poltroncina, aveva in mano un fumetto, di quelli divertenti, ma quel giorno non riusciva a concentrarsi.
Quel rumore di passi lo distraeva in modo inconcepibile.
Non era strano che a 5 anni avesse già voglia di leggere così tanto, dopotutto era un bambino estremamente curioso, ed estremamente rinchiuso!
“E così il mago Lippo ottenne la sua bacchetta per la prima vo…”
- Boounf – tichi, tichi, -Boounf.
Quello zampettio lo deconcentrava.
Il rumore diveniva sempre più consistente, tanto che fu costretto a posare il fumetto sul tavolino quadrato al suo fianco.
La sua indole lo costrinse ad alzarsi e a dirigersi  verso quel rumore assordante.
“Aiuto!” –tichi, tichi-
“Aiutoooo!” – tichi, tichi-
Un gridolino scomposto proveniva da dietro il termosifone spento.
“Non può essere il termosifone – pensò – fa ancora troppo caldo perché possa essere un sbuffo di vapore”.

Con lo sguardo curioso di chi ha appena cominciato a scoprire il mondo, e il vocabolario di un linguista di 73 anni, Arturo si affacciò senza paura dietro il termosifone.
“Oooooooh, finalmente qualcuno!”
Una formichina, intrappolata in una intercapedine fra muro e termosifone, gridava aiuto con tutta la voce che aveva nel suo piccolo ma forzutissimo corpicino.
“Aiuto!A-a-aiuto! Ti prego tirami fuori di qui”.

Arturo non disse una parola, mise la mano nell’intercapedine, afferrò quanto più delicatamente la formichina e la tirò fuori da quel pastrocchio.
La guardava fissa, posandola poi sul tavolino, affianco al fumetto.
“Adesso mi dici come sei arrivata dietro al termosifone?”

La formichina, ancora scossa, mosse  la testa freneticamente.
Era rimasta intrappolata per giorni e giorni.
Aveva fame, era triste, pensava di non farcela più.
Ma poi, la manona di quell’essere umano l’aveva salvata.
“Grrrrazie… Grazie di cuuuore” gli diceva mentre era avvolta da una valle di lacrime, vista la salvezza appena ottenuta.
Ma senza dire null’altro scappò via freneticamente, scese dal tavolo, e Arturo la vide andar via velocemente sul pavimento, finto marmo, di cui la mamma andava tanto fiera.

Arturo si andò a sedere, e senza più rumori strani la sua concentrazione si calmò e riprese a rileggere il fumetto.
Quella con la formichina fu la sua prima esperienza immaginativa.
Arturo sentiva le cose muoversi intorno a lui.

 
   
 
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