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Autore: Carme93    28/06/2017    1 recensioni
Avete mai pensato che cosa potrebbe accadere se Lily Evans, Piton e i Malandrini fossero catapultati nel futuro e scoprissero il loro tragico destino?
Provate a immaginare un giovanissimo Severus Piton alle prese con una pozione oscura, un Sirius combinaguai più che mai e naturalmente tantissimi guai.
Giocare con il tempo è contro la legge magica, ma soprattutto pericolosissimo.
Saranno abbastanza saggi da fermarsi in tempo?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Lily Luna Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Nuova generazione
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Capitolo quarto
 
James aprì gli occhi con la sensazione che qualcosa non tornasse, ma solo quando si mise a sedere e si guardò intorno ricordò gli avvenimenti della sera prima. Non era stato un sogno, allora.
La camera adesso era pienamente illuminata e i ragazzi erano tutti svegli. Il suo cuore accelerò i battiti quando vide suo nipote intento a legarsi le scarpe, ma ancor di più, quando, probabilmente sentendosi osservato, sollevò il capo e ricambiò il suo sguardo. I suoi occhi erano verdi. Verdi, proprio come quelli di Lily. 
«Ciao» disse Albus con un sorriso cordiale.
Beh nemmeno il sorriso l’aveva preso da lui, era timido? Lui di certo non sorrideva in quel modo tanto innocente, o no? Doveva chiedere assolutamente a Sirius e Remus.
«Ciao!» replicò entusiasta saltando giù dal letto e porgendogli la mano. «Io sono Fleamont Evans».
«Piacere». Albus ricambiò la stretta. Una stretta leggera. James cercò Sirius con lo sguardo: bisognava lavorarci con quel ragazzo! Sirius, però, confabulava con Remus. «I tuoi amici ci hanno detto che siete nuovi e che rimarrete con noi per qualche settimana. Io sono il Caposcuola di Grifondoro e sarò felice di farvi da guida. La Scuola è molto grande, vi perdereste dopo due secondi».
Stava sorridendo, non l’aveva detto con cattiveria o con boria, comunque James avrebbe voluto ridergli in faccia: nessuno conosceva la Scuola meglio dei Malandrini e aveva la bruttissima impressione che suo nipote avesse preso solo l’aspetto da lui.
«Ok, grazie» rispose. Comunque tra i due quello che aveva bisogno di aiuto era suo nipote: lo zaino che aveva appoggiato sul letto era troppo pesante per i suoi gusti e, per Merlino, non stava controllando di aver messo tutti i libri della giornata, vero? Doveva insegnare un po’ di cose a quel ragazzo. Assolutamente.
«I miei amici sono Elphias» continuò Albus indicandogli un ragazzo alto, con i capelli castani chiarissimi, gli occhi azzurri, e una lieve peluria chiara sulle guance. A James parve tanto un damerino per come si lisciava la sedicente barba e si caricava uno zainetto di pelle su una spalla. «E Alastor». Un ragazzo di colore, che leggeva febbrilmente una pergamena.
«Io vado, ragazzi. Ci vediamo in classe» annunciò Elphias.
«Non vi aspetta?» chiese James, intenzionato a indagare sulla vita del nipote.
«Lo aspetta la sua fidanzata. Approfitta del poco tempo che ha a disposizione per trascorrere del tempo da solo con lei» rispose Albus scrollando le spalle.
«Non lo può fare dopo le lezioni?».
«Tra i compiti e gli allenamenti? Non è mica facile! Comunque il problema principale è avere un po’ di privacy. Ne approfittano la mattina».
«Allenamenti? Gioca a Quidditch? E tu?». James si rese conto di aver parlato con troppa foga. Albus lo fissò stranito per un attimo, poi alzò gli occhi al cielo.
«Sei un fissato con il Quidditch anche tu? Per un attimo mi hai ricordato mio fratello».
«Fissato con il Quidditch?» ripeté James incredulo, premendosi una mano sul petto. Quello era un incubo! Non poteva essere suo nipote!
Albus ignorò la sua reazione e rispose: «Comunque sì, gioca come Cacciatore. Ti conviene sbrigarti, o farai tardi».
James con una smorfia si alzò dal letto e iniziò a prepararsi, avrebbe voluto insegnare al nipote l’arte dell’arrivare all’ultimo secondo in perfetto ordine o disordine, dipende dai punti di vista, ma Sirius, Remus e Frank erano già pronti e poi voleva assolutamente conoscere la nipotina. Sperando che non fosse come o peggio del fratello. La giornata iniziava decisamente male. Doveva anche vedere Lily: insomma da lei i nipoti dovevano ereditare solo il cervello, non il carattere!
«Ehi tutto bene?» sussurrò a Frank, appena si accorse che aveva gli occhi cerchiati da profonde occhiaie.
«Magnificamente. Non ho chiuso occhio» replicò l’altro sarcastico e con un nervosismo che non gli era consueto.
«Neanche Remus è molto felice» mormorò Sirius, attirando la loro attenzione sull’altro Malandrino.
«E dire che sono io quello che muore giovane» borbottò James.
Sirius gli tirò un pugno sulla spalla. «Va bene sdrammatizzare, ma non esageriamo! Non me lo ricordare in continuazione. E comunque quel Neville non mi piace, non ci vuole dire tutto. Come facciamo? Io in biblioteca non ci vado…».
«Troveremo una soluzione» ribatté James. «Devi anche aiutarmi a dare una raddrizzata a mio nipote».
«Mi sembra un tipo perfettino in effetti. Non iniziare a preoccuparti comunque. Magari è solo un’impressione».
«Non gioca a Quidditch!» disse esasperato James. «Questa non è apparenza!».
«No? Oddio, questo è terribile» commentò sinceramente sconvolto Sirius.
«La smettete di bisbigliare? Attirate l’attenzione» li richiamò Remus, indicando Albus e Alastor. «Stanno aspettando noi».
«Le ragazze ci aspettano giù» disse Alastor.
«Allora muoviamoci!» strillò James, fiondandosi fuori dalla camera e lungo le scale.
La Sala Comune a quell’ora era molto affollata, ma di Lily nessuna traccia. Il ragazzo si voltò deluso verso i suoi compagni.
«Ho detto che ci aspettano qui di solito per andare a fare colazione insieme, ma non che loro sono puntuali» si giustificò Alastor di fronte alla muta lamentela di James.
«Ehi ragazzi, buongiorno!». Un ragazzo moro si avvicinò loro con un sorriso in volto. «Avete visto la novità?».
«Sabato prossimo si andrà a Hogsmeade» strillò alle sue spalle una ragazza dai lunghi capelli rossi, occhi azzurri e lentiggini in volto. «E Albus, mi sono dimenticata di dirti che ieri la nonna ha mandato questi».
Albus prese al volo il sacchettino che la ragazza gli lanciò.
«Caramelle mou fatte in casa!» disse felice il ragazzo. «Come mai le ha inviate a te?».
«Non a me, sennò ve le avrei date subito, no? A Lucy, ma ci siamo viste solo ieri sera» spiegò la ragazza. «Sono le sue preferite. La nonna gliele ha mandate perché ha preso una E».
«Lucy ha preso una E, dove?» chiese una ragazza appena apparsa al loro fianco. A parte il trucco e l’aria un po’ più da donna, aveva gli stessi capelli rossi, lentiggini e occhi azzurri dell’altra. Solo la carnagione era molto più chiara. Comunque James se ne dimenticò alla vista di Lily, che abbracciò all’istante. Rispetto alla sera prima, però, la ragazza non fu particolarmente accondiscendente e l’abbraccio si interruppe quasi subito.
«Piano, Jam- Fleamont» si corresse subito.
«Noi siamo le sorelle Kallagher» intervenne Alice in suo aiuto. «Io sono Selene e lei è Caroline». Si era subito avvicinata a Frank e percepito la sua tensione.
«Loro sono Rose Weasley» disse Lily indicando la rossa. «E lei è Cassy Cooman». Cassy era una ragazza bionda e decisamente formosa. Remus dovette dare una gomitata a Sirius per evitare qualche figuraccia fin da principio.
Dopo che anche Sirius si fu presentato con il suo nome falso, James gettò un’occhiata eloquente a Lily. «Io sono Fleamont, gemello eterozigoto di Peter. Anche noi abbiamo fatto conoscenza dei nostri compagni: Albus e Alastor».
Lily aveva già adocchiato il ragazzo, come avrebbe potuto non riconoscerlo? Sembrava James, certo con lineamenti un po’ più delicati.
«Nuovi studenti?» chiese l’altra ragazza dai capelli rossi.
«Sì. Allora ragazzi, vi presento mia cugina Roxanne…» disse Albus.
«È anche mia cugina» lo interruppe Rose.
«E preferisco essere chiamata Roxi» aggiunse la diretta interessata.
«Sì, ok. Roxi. E lui è Frank. Sono al sesto anno» disse Albus.
«Io sono Simon White» si presentò Remus.
«E io Oliver Burns» mormorò Frank, stringendo con forza la mano di Alice. Il ragazzo che aveva il suo stesso nome, era loro nipote ne era certo. E l’aveva compreso anche la ragazza. Non gli assomigliava quanto Albus assomigliava a James, ma mancava poco. E con un moto d’orgoglio, a differenza dell’amico, notò la spilla da Prefetto che luccicava sul petto del ragazzo.
«Gretel?» chiese Albus.
«È già scesa, doveva parlare con Finch-Fletchley» rispose Roxi. Anche lei era un Prefetto.
«Allora andiamo anche noi. Abbiamo Pozioni la prima ora» disse Frank palesemente affranto.
«Non ti piace Pozioni?» chiese Oliver-Frank. La sua voce era ferma fortunatamente, ma voleva avere la possibilità di conoscere il nipote, soprattutto alla luce dello strano comportamento del figlio.
«No» borbottò il ragazzo.
«Perché non l’hai mollata quest’anno?» chiese Alice. Gli altri erano andati avanti comprendendo la situazione. Con loro era rimasta solo Roxi.
«Oh, gliel’ho ripetuto un milione e una volta. Per colpa sua mi tocca seguirla anche a me. Mcmillan è così felice!» ironizzò Roxi.
«Mia madre» borbottò Frank in risposta.
Per un attimo Oliver-Frank pensò alla sua di madre, Augusta Paciock, e si chiese se il figlio avesse sposato una persona simile… cioè con lo stesso carisma… insomma voleva bene alla sua mamma, ma era meglio non contraddirla ecco…
«Sicuramente l’avrà fatto perché ritiene che sia importante per il tuo futuro… in fondo il M.A.G.O. in Pozioni è richiesto per molti lavori…» tentò gentilmente Alice.
«In realtà so già quello che voglio fare dopo la Scuola. In effetti Pozioni potrebbe servirmi, ma non è indispensabile…» spiegò Frank.
Non ebbero il tempo di porre altre domande, perché avevano raggiunto la Sala Grande. Era tutto come sempre, come se non fossero trascorsi una sessantina di anni. A parte i volti degli studenti e dei docenti. Con eccezione della McGranitt naturalmente.
Remus si accostò a Frank e fece in modo di lasciar andare avanti gli altri tre: «Dillo tu ad Alice dopo: cerchiamo di scoprire il più possibile. Stasera ci incontreremo in un posto sicuro, quando tutti saranno andati a letto. Ok?».
«Ok» replicò Frank.
«Attenti!». Il richiamo di Roxi arrivò appena in tempo. Si spostarono prima di essere colpiti da… che cos’era quella cosa marrone, che aveva preso in pieno quattro ragazze dietro di loro?
«Goyle, sei morto!» urlò una di loro. Tutti si voltarono dalla loro parte, ma i più non parvero sorpresi. A quanto pare il tutto rientrava nella normalità.
«Potter, non ho fatto nulla» replicò un ragazzo grosso e corpulento, fiancheggiato da altri due compagni. Tutti e tre Serpeverde.
«Cioè fango? Non credi di essere ridicolo?» sputò un’altra ragazzina.
Tre delle quattro colpite avevano estratto la bacchetta. «Di prima mattina? Potter, Paciock, Corner, Goyle, Mcnair e Moran posate quelle bacchette per Merlino e andate a fare colazione… prima che arrivino i vostri Direttori!». A parlare era stata una donna giovane e tutto sommato non sembrava minimamente autorevole.
«Me ne occupo io» disse il ragazzo biondo della sera prima e straordinariamente una sua sola occhiata fu sufficiente ad allontanare i Serpeverde.
«Grazie, Scorpius».
«Di nulla, professoressa Dawson» rispose il ragazzo.
«Scorp, lo sai che non avevamo bisogno di aiuto, vero?» chiese quella che a quanto pare era la piccola Lily Potter.
«Naturalmente. Ma non volevo veder scorrere sangue di prima mattina» rispose il biondo ridendo e poi raggiunse Albus e gli altri ragazzi del settimo anno.
Oliver-Frank e Remus all’unisono cercarono lo sguardo di James, che era fuori di sé.
«A quanto pare Lily è tutta James, ma Albus è amico di un Malfoy» costatò Remus.
«Dobbiamo portare James in infermieria?» chiese Oliver-Frank.
«Forse… e se poi scopriamo… che so… che l’infermiera non è più Madama Chips ma Narcissa Malfoy?». Nessuno dei due rise, al quel punto potevano aspettarsi di tutto.
«Morirebbe sul colpo» ribatté Oliver-Frank.
«Comunque tua nipote è anche un bel tipetto» aggiunse Remus andando a sedersi vicino agli altri due Malandrini. Sirius tentava di tranquillizzare uno scioccatissimo James.
«Noi siamo le Malandrine» annunciò la piccola Lily. Al che tutti fecero una fatica enorme a non voltarsi verso James. «Io mi chiamo Lily Luna Potter» disse la ragazzina facendo un finto inchino. «Lei è Alice Paciock, poi abbiamo Elisabeth Corner e Gabriella Jefferson».
«È carina» sussurrò Alice a Frank.
«Già. Chissà com’è la bambina che porta il nome di mia mamma».
La colazione trascorse tranquillante, o almeno per quanto si possa parlare di tranquillità al tavolo dei Grifondoro e con la presenza di ben due bande di Malandrini.
«Avete anche voi Trasfigurazione?» chiese James ad Albus.
«Sì» rispose Albus recuperando lo zaino.
«Andiamo non voglio arrivare in ritardo» mormorò Alastor.
«Felpato» sussurrò un James palesemente stressato. «Ricordami l’ultima volta che sono arrivato in anticipo a una lezione».
«Chiedilo a Lunastorta. Che vuoi che ne sappia io» replicò Sirius.
«Non fare domande stupide» borbottò immediatamente Remus. «Vedete di sedervi con altri ragazzi e cercate informazioni».
«Lunastorta, ci hai appena detto di non seguire la lezione?».
«Tanto so che non lo fareste, almeno vi renderete utili in qualche modo» replicò Remus, sedendo, una volta raggiunta l’aula, al primo banco accanto a una ragazza di Corvonero. Albus era anche al primo, insieme ad Alastor.
«Volevo sedermi vicino a mio nipote» sbuffò James. «Come gli spiegò come sfruttare al meglio le lezioni?».
«Siediti vicino alla cugina intanto. Prima sappiamo quello che vogliamo sapere poi raddrizzerai tuo nipote» replicò Sirius svolazzando verso Cassy Cooman, che sembrò felice delle sue attenzioni.
James scrollò le spalle e decise di fare il carino con Rose.
«Non ci provare» lo fermò subito lei. «Fleamont, giusto? Sono fidanzata. Con Scorpius Malfoy e se lui mena forte, io meno ancora più forte. Quindi attento a quello che fai. Sono stata chiara?».
«Cristallina» si ritrovò ad ammettere James. «Però io mi secco di seguire la lezione, almeno facciamo qualcosa per non annoiarci».
«Cominci a starmi simpatico, ma io ho un’idea migliore» replicò lei con un sorriso malandrino. Oh, sì non aveva dubbi: era un sorriso malandrino. Nel frattempo l’insegnante, un uomo di colore, era entrato in aula. Rose tirò fuori un dolcetto, che a James parve del semplice torrone, e gli diede un morso. In pochi secondi sotto i suoi occhi iniziò a perdere sangue dal naso.
«Professore» strillò realmente spaventato. Che cavolo aveva fatto?
L’insegnante non sembrò minimamente colpito, ma quasi infastidito. «Signor Evans, sia così gentile da portare in infermieria la signorina Weasley».
Alcuni studenti sembravano addirittura divertiti dalla scena, altri annoiati, altri infastiditi come il professore. Tra questi anche Albus.
Il sangue continuava a colare copiosamente dal naso, così James non perse tempo e la trascinò in infermieria. Non c’era la vecchia e burbera Madama Chips, ma una giovane donna davvero carina.
«Wow, e lei chi è?».
L’infermiera arrossì, mentre si affrettava ad aiutare Rose. «Sono la medimaga Charis Williamson». Fortunatamente impiegò solo pochi secondi a fermare l’epitassi, ma non sembrava per nulla contenta. «Allora Rose, che compiti non hai fatto stamattina?».
«Non ne ho fatto nessuno» rispose la ragazza con una scrollata di spalle. «Ma Schacklebolt mi aveva avvertito che non avrebbe accettato altre scuse stupide, così ho pensato bene di saltare la sua ora e copiare i compiti delle altre materie».
«E da chi li copi?» chiese perplesso James.
«Sai che devo fare rapporto al professor Paciock?» domandò, invece, l’infermiera.
«Ma sei così buona» mormorò Rose, facendo gli occhioni dolci.
«Rose, io non…».
«E dai, ti prego, solo per questa volta…».
«Lo dici ogni volta» ribatté la donna. «Va bene, ma non lo fare più, ok? Lo sai che la McGranitt mi ucciderebbe se lo sapesse?».
«Ma tanto zio Neville non ti metterebbe mai nei guai!» replicò Rose con fare indifferente.
«Non dovresti chiamarlo zio a Scuola» brontolò la donna. «Almeno evita di andare in giro e rimani qui. E soprattutto fai sul serio i compiti» aggiunse, raggiungendo il suo ufficio.
«Come hai fatto?». James doveva ammettere di essere ammirato.
«Torrone sanguinolento. Tutti lo conoscono…».
«Vengo dall’Oceania» borbottò James, sperando che fosse abbastanza lontana.
Rose non sembrò molto convinta. «Dovrò dire a mio zio George di aprire una figliale da quelle parti. Chissà quanti poveri studenti non posso usufruire delle sue invenzioni grandiose… Ora, devo copiare i compiti scusami… comunque li ho fregati ad Albus durante la colazione».
«Non hai paura della sua reazione?».
«Di Al? Ma no… Mi urlerà contro e quando si renderà conto che non lo sto ascoltando, si rassegnerà…».
James rimase in silenzio per un po’, finché non decise che quello era il momento migliore per cercare delle risposte. «Mi è apparso che tuo cugino se la tiri un po’ troppo… una specie di figlio di papà, o sbaglio? Insomma chi sarà mai suo padre?».
Rose mollò i compiti e lo fissò incredula. «Stiamo parlando di Albus?».
«Perché quanti altri cugini hai?» provò a conversare James, anche se voleva solo una risposta alla sua domanda.
«Nemmeno ti immagini quanto sia grande la mia famiglia» replicò ella. «Mi sembra strano quello che dici di Al… Credo che tu sia la prima persona che dica una cosa del genere… oddio, tutti si aspetterebbero un ragazzo borioso, visto chi è suo padre… ma lui non lo è, anzi… Ma l’Oceania è davvero così lontana? Come fai a non conoscere il padre di Al? Mio zio Harry è l’uomo più conosciuto d’Inghilterra, se non dell’Europa stessa».
Ah, sì? Suo figlio era così importante? James iniziò a entusiasmarsi. «L’Oceania è lontanissima… figurati siamo indietro di sessant’anni!».
«Addirittura?» commentò sorpresa Rose. «Comunque mio zio Harry è famoso per aver sconfitto Lord Voldermort».
Per un attimo James pensò che stesse scherzando, ma la ragazza era serissima. Poteva svenire? Insomma suo figlio aveva sconfitto il mago più potente di tutti i tempi!
«Ora scusa, ma ho da fare. Qualunque cosa tu voglia sapere su mio zio, sono stati scritti libri su libri» tagliò corto Rose e tornò al suo tema. Con grande frustrazione di James non rispose a nessun’altra domanda.
 
Angolo autrice:
Ciao a tutti! Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo!
Ringrazio coloro che seguono la storia e chi recensito, mi fa molto piacere conoscere il vostro parere e mi stimola ad andare avanti ;-)
Questo capitolo racconta una parte del primo giorno. Ho deciso di suddividere il primo impatto dei ragazzi con la nuova situazione in due parti, perché mi sono resa conto che in caso contrario questo capitolo sarebbe venuto lunghissimo.
Ma spero che la decisione non vi dispiaccia, anche se dovrete attendere ancora qualche giorno prima di sapere che fine ha fatto Piton e come hanno trascorso la giornata gli altri (soprattutto Frank e Alice, perché sono loro, insieme a James e Lily, ad avere direttamente a che fare con i nipoti… almeno al momento…).
A presto,
Carme93
   
 
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