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Autore: cin75    29/06/2017    6 recensioni
Jared fa una vita che a qualcuno non piace. Jensen ne ha addirittura due di vite!!
Si incontreranno. Si scontreranno. Si ameranno.
Ma non sempre la vita che fai o che ti ostini a portare avanti porta al "vissero felici e contenti!"
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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E P I L O G O


“Jim mi scrisse una lettera che lasciò al bunker. Un po’ come se avesse saputo che un giorno o l’altro quel giorno sarebbe arrivato. Che io avrei seguito le sue orme, nel modo in cui lui voleva. O magari , che solo avessi dovuto sapere la verità.”

“Che ti diceva in quella lettera?”

Jensen sorrise nostalgico al ricordo di quelle parole scritte sul quel foglio.


 

D’accordo, ragazzo!

Sei stai leggendo questa lettera vuol dire che io ho timbrato il cartellino definitivamente. Vuol dire che tu sai, finalmente , tutto di me, di quello che sono realmente; di quello che faccio. Chi ne usufruisce e chi ne patisce.

Non so come sia accaduta la cosa: se per caso oppure ho commesso un qualche sbaglio che ti ha portato a dubitare di me. Ma comunque sia successo, il fatto che tu sia qui, nel mio bunker, vuol dire che hai accettato in qualche modo ciò che anche tu potresti essere, se comprenderai il vero motivo per cui anche io, tempo fa, decisi di oltrepassare quella linea sottile che divide chi potrebbe fare da chi lo fa e basta.

Ho ucciso molte persone , Jensen. Non ne vado fiero perché ho comunque interrotto delle vite umane, ma quelle vite umane di umano non avevano niente perché erano stupratori, assassini, le più vili forme di vita umana capaci solo di fare e portare il male nella vite di poveri innocenti.

E’ vero! Prendevo soldi per quello che facevo, ma non ho mai agito per mera avarizia. Ho sempre fatto ricerche sui bersagli che mi affidavano e molte volte quei bersagli smettevano di essere tali perché non erano ciò che mi dicevano. E allora agivo di conseguenza. Li aiutavo. Li mettevo in salvo. Davo loro soldi per andare avanti. Ecco perché accettavo denaro. E poi cercavo chi li voleva morti e mettevo le cose in chiaro.

Se un giorno, tu, vorrai seguire le mie orme, con i miei principi, con i miei metodi, facendo ricorso ai miei insegnamenti, qui, in questo posto, avrai a disposizione tutto quello che ti serve.

Ti ho insegnato a seguire le tracce diventando invisibile. Ti ho insegnato a sparare, a sentire il vento, a seguire il vento. A controllare il tuo respiro. Ti ho insegnato, discretamente, tutto ciò che io sapevo.

L’unica cosa che adesso dovrai imparare da solo, se deciderai, è il fondamento di questa missione: Non si spara a Bambi, ma alla mamma di Bambi.

Non fermarti alle apparenze, Jensen. Non fare che il tuo bersaglio sia esclusivamente il bersaglio che hai al centro del mirino. Guarda tutto. Osserva tutto. Anche e soprattutto quello che c’è in secondo piano, quello che c’è alle spalle di Bambi.

Capito, ragazzo?

Sii un risolutore compassionevole e non un giustiziere senza cuore.

Concedi dignità anche nella morte.

Non sarai Dio. Sarai solo colui che medierà l’incontro tra Lui e il vero bersaglio.

Il bene che ti voglio, che ti ho voluto e che sempre ti vorrò Jensen, che sia chiaro, non è legato alla scelta che farai.

Tu sarai sempre quel figlio che non ho mai avuto ma che il destino in modo doloroso e cruento mi ha comunque concesso di crescere.

Ti voglio bene, Jim.


 

Quando il ricordo di quella lettera si sopì di nuovo nella sua mente, l’ex cecchino cercò di riassumerla al suo compagno.

“Di ascoltare chiunque chiedesse il mio aiuto. Ma di non fidarmi di nessuno, di fare sempre delle ricerche scrupolose sui presunti bersagli. Di entrare in azione sempre con accanto le foto delle vittime così da ricordare il motivo per cui avrei premuto quel grilletto. Che non avrei mai e poi mai dovuto colpire Bambi ma solo e sempre , la madre di Bambi!” gli spiegò.

“Bambi?...la madre ?...ma cosa??...” chiese interdetto, Jared.

Jensen rise pacatamente. “Era un suo modo di dire che l’innocente non andava mai toccato, ma che si doveva sempre guardare ben oltre ciò che il mirino mostrava. Quello che c’era dietro.”

“In un certo senso, mai fidarsi delle apparenze!” convenne Jared.

“In un certo senso!” rispose Jensen anche se non ne sembrava sicuro.

“Non ne sembri convinto!” azzardò Jared.

“Con te non è stato così. È stato il tuo aspetto ad accendere la prima lampadina d’allarme nella mia testa.”

“Sul serio?!” si sorprese il giovane, che in quell’ammissione si ritrovò ad accarezzargli il profilo pensieroso.

“I tuoi occhi.”

“I miei occhi, cosa?!”

“La prima foto che mi mandarono era un tuo primo piano e i tuoi occhi mi colpirono immediatamente. Erano buoni, erano dolci, sembravano così sinceri da convincermi che non poteva essere diversamente. I tuoi lineamenti erano quelli di qualcuno che guardava al mondo e al prossimo sempre con gentilezza.” gli rivelò, Jensen, guardandolo negli occhi e sorridendo dolcemente vedendo in quegli stessi occhi una patina d’emozione. “Ma mi eri stato presentato come un classico mostro e così mi costrinsi a chiamarti Lucifero.”

“Lucifero?!” si sorprese Jared.

“Bellissimo e ingannatore!”

Jared lo guardò dubbioso e strinse le labbra sottili in una smorfia di perplessità.

“Non so se ritenermi offeso o meno, per questo.”

“Credimi, amore mio, se il vero Lucifero avesse le tue sembianze, gli venderei l’anima senza pensarci due volte!” lo adulò, Jensen. Forse!!

Jared sorrise appena a quello strano paragone ma ne comprese comunque il senso. Si sporse lentamente verso il volto del compagno e cercò le sue labbra. Fu un bacio semplice, casto. Labbra contro labbra. Ma paradossalmente profondo e intimo.

“Non sono Lucifero, ma credimi…. mi piacerebbe comunque avere la tua anima e mi piacerebbe che tu abbia la mia.”

“Mi sembra un ottimo contratto da stipulare!” scherzò Jensen accarezzandogli le labbra sottili piegate in un sorriso ammiccante.

Poi Jared si scostò da lui e sul suo volto di nuovo la curiosità.

“Che altro vuoi sapere!?” lo anticipò Jensen.

“Misha. Come hai conosciuto Misha? Come lo hai convinto ad essere il tuo braccio destro?!” chiese ora ancora più curioso.

Jensen sorrise al ricordo di come aveva conosciuto l’amico russo e sapeva che quella storia avrebbe di certo lasciato di stucco il suo bellissimo compagno..

“Vedi…in un certo senso..Misha è stato il primo “te” !” rispose criptico e sorrise ancora più apertamente quando vide sul volto del ragazzo un’espressione mista fatta di stupore e incredulità.

“Misha…il primo …me?!” balbettò sorpreso. “Ma credevo che Misha fosse….insomma ..etero!!”

Jensen a questo punto, rise. E rise di cuore.

E Jared si perse in quel sorriso e in quegli occhi verdi che brillavano come smeraldi. E lo amò. Amò Jensen con tutto il cuore e ringraziò con ogni fibra della sua anima il giorno in cui aveva compreso che non poteva stare senza di lui.

“Sapevo che avresti frainteso!” disse Jensen, ignaro dei pensieri di Jared ma baciandolo di nuovo ma questa volta con più con trasporto.

“Ma cosa?....allora…” cercò di avere delle spiegazioni il giovane , anche se non disdegnò affatto l’idea di essere baciato così da Jensen ogni volta che capiva male qualcosa. “Che cosa significa “il primo me” ?”

Jensen a quel punto , anche se sereno, divenne serio. “Anche lui era un mio bersaglio!” lo stupì.

“Dovevi…. ucciderlo?!”

“Sì, ma per mia e sua fortuna, gli insegnamenti di Jim diedero il loro frutto.”

 

Falco, la persona che le chiediamo di …cancellare…è un essere viscido che usa le sue innate capacità informatiche per carpire la buona fede di innocenti giovani donne. Le attira in posti isolati con la scusa di un posto di lavoro ben remunerato , dopo di che, le lascia nelle mani di infimi soggetti. Quando si rende conto che le sue “conquiste” sono oramai morte, si infiltra nei conti bancari o postali o di risparmio e le deruba di ogni bene.”

Bastardo e sciacallo!”

Non avrei saputo usare termini migliori. Ci aiuterà, Falco? Le autorità hanno le mani legate ma sappiamo che lei ha i mezzi per rintracciarlo e per fermarlo. Lo fermi. Per favore, lo fermi! Faccia giustizia per quelle povere vittime e dia pace alle loro famiglie.”

Lo farò. Lo fermerò se…”

Se?”

Se dopo aver fatto i miei controlli sarò convinto della storia e della sua colpevolezza! Io agisco così.”

E a noi va bene!”

Mi dia solo il nome e mi mandi quelli delle sue vittime!”

Avrà tutto in serata! Grazie Falco!”

Aspetti a ringraziarmi!”

 

“Quando rintracciai Misha, mi resi subito conto che c’era qualcosa che non andava. Sentii nella testa quella stessa voce che ho sentito quando ho visto te la prima volta in quelle foto.”

“Bellissimo e ingannatore?!” lo stuzzicò Jared.

“No, scemo!” fece divertito Jensen. “Lo rintracciai in un anonimo motel e mi stupii immediatamente.”

“Di cosa?!”

“Del perché un hacker di immensa bravura come mi era stato descritto Misha, si limitasse a stare in uno squallido motel a ore invece di godersi le fortune che aveva accumulato con il suo…lavoro. Ma poi notai qualcosa che mi lasciò perplesso. Un vassoio del pranzo vuoto accanto alla porta e uno mezzo pieno su un tavolo decisamente in piedi per miracolo.”

“Non…non ti seguo!” fece perplesso, Jared che seguiva con attenzione il racconto del compagno.

“Misha non mi sembrava uno che si godeva il lusso di chi che poteva farlo. Piuttosto, mi pareva qualcuno costretto a stare in quella stanza. Così, comincia a guardarmi in giro , ad osservare anche verso le altre stanze e infatti qualche camera più in là di quella di Misha, vidi due tipi che tenevano sotto controllo una donna di mezza età.”

“Cosa?”

“Lei era legata. I suoi polsi erano stretti ai braccioli della sedia su cui era costretta a stare. La cosa mi allarmò e quando vidi uno dei due che era con le uscire dalla stanza ed entrare solo qualche minuto dopo in quella in cui Misha era al computer comincia a mettere insieme i pezzi e decisi di ascoltare i consigli di Bobby: “Non sparare a Bambi ma alla mamma di Bambi!”!!”

“Che cosa hai fatto? Come sei riuscito a capire quello che stava succedendo?!”

“Presi una stanza nel motel e rintracciai il segnale del pc di Misha. Mi ci volle un po’ ma riuscii ad inserirmi nella sua messaggistica e gli spiegai come stavano le cose e lui, di rimando mi disse che tenevano sua madre prigioniera e la minacciavano di morte. Che lo obbligavano a rintracciare delle ragazze che gli dicevano sarebbero servite come escort d’alto borgo!” raccontò.

“ Non sapeva quello che succedeva a quelle poverine?!” domandò Jared, basito da quello che era il passato di Misha.

“No. E quando glielo dissi, dopo che tutta quella storia ebbe fine, Misha..beh!!.. lui andò in crisi e cercò perfino di….insomma…Lo trovai appena in tempo!” quasi sussurrò Jensen ricordando la triste fine a cui era riuscito a sottrarre quello che poi sarebbe diventato il suo migliore amico.

“Oddio, Jensen. Cercò di…. suicidarsi?!” domandò sbalordito e allarmato Jared. Un gesto simile non sembrava appartenere al Misha che aveva conosciuto lui: solare, divertente, gentile e leale.

“Sì. Non riusciva a sopportare l’idea che delle ragazze innocenti avessero trovato quella morte assurda anche a causa sua e una sera buttò giù un flacone di sonniferi. Fu sua madre a chiamarmi. Era terrorizzata perché non lo trovava e per quanto il suo inglese era stentato e lo mischiava ad un russo ben più marcato, mi resi conto che nella sua voce c’era il puro terrore che qualcosa potesse succedere al figlio sconvolto da quello che aveva scoperto. Lo trovai appena in tempo e dopo avergli fatto vomitare anche l’anima, lo rimisi in sesto.” rammentò triste.

“Come avete cominciato a….collaborare?!”

“Non so perché o come, ma quando lo guardai così disperato e distrutto, decisi di fidarmi di lui. Sua madre ormai era al sicuro e quindi anche lui aveva diritto di riprendersi la sua vita. Quindi gli confidai quello che facevo e gli dissi che se voleva fare qualcosa per cercare di dare pace a quel suo stato d’animo, poteva unirsi a me. Gli spiegai chi erano i miei bersagli, gli mostrai il bunker, gli feci vedere tutte le apparecchiature e gli archivi di cui si sarebbe potuto servire per le sue ricerche e poi gli misi un telefono in mano.”

“Un…telefono?!” ripetè confuso, Jared.

“Gli dissi che c’era un solo numero registrato nella rubrica, il mio. Quello di Falco. Ma se voleva avrebbe avuto la possibilità di chiamare la polizia o l’FBI o chiunque altro. Che ero nelle sue mani e che lui avrebbe dovuto scegliere cosa era meglio.”

Jared lo fissò quasi ipnotizzato, rapito dal voler sapere cosa avesse fatto Misha e guardava Jensen con le sopracciglia alzate. Con lo sguardo di chi attende di scoprire il finale della storia.

Jensen lo amò. Lo amò immensamente in quel momento. E amò quello sguardo così dolce e innocente.

Gli sorrise.

“Amore mio , sono qui!!” esclamò e gli baciò la fronte. “Quindi puoi solo immaginare quale numero Misha abbia chiamato con quel cellulare, no?”

Jared sospirò, chiuse gli occhi e si sentì immensamente stupido e ingenuo. Era scontato che Misha avesse scelto di lavorare con Jensen dato che Misha lavorava con Jensen!

“Che stupido!!” si disse da solo il giovane ridendo insieme al compagno che se lo era stretto di più a lui.

“Ammetto che grazie a lui e alle sue abilità ci sono molti “altri te” che sono ancora vivi e vegeti, mentre i loro mandanti se la stanno vedendo male!!” fece ancora Jensen, pensando ai tanti bersagli che non aveva colpito.


Dopo di che, una sorta di pacifico silenzio scese tra i due che restarono fermi in quel loro abbraccio così intimo e rassicurante.

Jared , placidamente abbandonato sul petto di Jensen, ne seguiva il respiro e pensava a quanto avesse significato per Jensen stesso confidargli tutto oramai. Il ragazzo si era messo completamente nelle sue mani e si era fidato definitivamente. Quale altra prova d’amore avrebbe potuto chiedergli ?

Jensen, beandosi del calore di Jared contro di sé, sembrava fare lo stesso pensiero. Aveva confidato a Jared tutto, senza tralasciare niente. Si era aperto anima e cuore e ogni segreto che ancora si poteva chiamare tale era ormai alla luce del sole.

Ora, c’era solo da decidere come portare avanti la cosa. E soprattutto come farla diventare parte della loro storia d’amore.

“Jared?!”

“Mmmh!?”

“Che cosa facciamo adesso?!”

Jared ridacchio impercettibilmente. “Avrei una o due idee, in effetti!”

“Andiamo!!” lo riprese Jensen. “Hai capito che cosa intendo!” specificò, continuando ad accarezzarlo.

“No! Non capisco a cosa tu ti voglia riferire, onestamente.” e a Jensen, Jared, parve decisamente serio e anche se dentro di lui un certo panico si fece strada, il biondo volle comunque chiarire ogni cosa.

“Quello che già sapevi di me…” iniziò Jensen non potendo trattenere una certa ansia nel suo tono di voce. “….quello che sai adesso. Puoi….puoi accettarlo? Puoi accettarmi?!” azzardò, temendo comunque la risposta.

Jared a quel punto si spostò da quella sua comoda posizione e si issò sui gomiti così da poter sovrastare, quel tanto che serviva, il corpo del suo amante.

I suoi occhi chiari e brillanti si fissarono in quelli più verdi e intensi di Jensen, non prima di averlo scrutato e quasi studiato.

“Ora ti dirò una cosa e te la dirò solo questa volta. Giurami che sei fuori da tutto il tuo passato come Falco; giurami che Falco è andato definitivamente in pensione. Giurami che da oggi in poi sarai solo il Jensen che adesso mi sta stringendo, il Jensen che amo con tutto me stesso. Che amavo anche quando mi urlavo disperatamente di odiare. Giurami solo questo e ti dirò “ti amo” ogni giorno della vita che passeremo insieme!” rispose con una serietà e una dolcezza che fecero quasi male, ma che arrivarono al cuore di Jensen come la più bella delle dichiarazioni. Sentire che Jared lo amava anche quando avrebbe voluto odiare, che gli giurava di dirgli che lo amava ogni giorno, era la sensazione più bella che poteva minimamente immaginare di poter provare.

Oltre all’amore che provava per Jared stesso, naturalmente!

Jensen si sistemò meglio in modo che Jared gli fosse di fronte. Così da potergli incorniciare il viso con le sue mani. E Jared , sorridente e docile, si lasciava cullare dalla sua voce e dal tocco delle sue mani sul proprio viso. “Qualche giorno fa , non so come, mi sono ritrovato a leggere una vecchia poesia e non ho potuto che sentire e provare quello che sento e provo per te , in quelle parole.”

“Jensen..” sussurrò a fior di labbra, Jared.

T’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente,entro l’ombra e l’anima.
T’amo come la pianta che non fiorisce e reca dentro di sè, nascosta, la luce di quei fiori;
T’amo senza sapere come, nè da quando nè da dove,
t’amo direttamente senza problemi nè orgoglio:
così ti amo perchè non so amare altrimenti che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno
.


Jared restò letteralmente senza parole.

“Pablo Neruda.” convenne il giovane mentre visibilmente emozionato cercava di tenere sotto controllo il dolce bruciore che sentiva agli occhi. “Lo adoro!” e nello stesso momento, in quel preciso momento capì di aver fatto la scelta giusta.

Jensen non poteva essere una cattiva persona, perché una persona senza cuore non è capace di ricordare delle parole che parlino d’amore e di un modo d’amare che pare quasi disperato. Non è capace di recitare una frase o un verso nel modo toccante come quello con cui Jensen gli aveva regalato quei versi.

Si avvicinò a lui e senza dire altro, annullò del tutto la distanza tra loro. Tra le loro labbra. Lo baciò piano. Dolcemente. Saggiando le sue labbra. Inalando il respiro stesso di Jensen. E sorrise quando sentì l’altro sorridergli nel bacio stesso.

Si scostò appena e piano sussurrò.

“Ora, voglio che tu mi dica un ultima cosa.”

“Tutto ciò che vuoi.”

“Dimmi “Ti amo, Jared!”!....solo : “Ti amo, Jared.”!”

Jensen per un po’ restò stranito da quella richiesta ma poi il suo cuore gli spiegò ogni cosa. Ed esaudì la semplice richiesta.

“Ti amo , Jared!”

Il giovane sospirò compiaciuto chiudendo gli occhi come a voler registrare quel momento e visibilmente felice, non attese oltre.

“Ti amo….Jensen!” rispose calcando appena sul nome del compagno.


 

Jared si era innamorato di Jensen, quando Jensen era Jay. Quando in fin dei conti era una menzogna. Ora, invece , in quel letto, si erano amati, per la prima volta come Jared e Jensen. E per la prima volta il giovane voleva sentirsi dire quel “ti amo” da un uomo che era chi diceva di essere. E Jensen era, in quel momento e lo sarebbe stato per sempre, Jensen.

L’uomo di cui si era innamorato. L’uomo che lo amava.

E Jensen lo accontentò mille e mille volte ancora sussurrandogli tutti i “Ti amo” che Jared avrebbe voluto sentirgli dire. Perché capì che non ci sarebbe stato più niente di così importante al mondo che dire “ti amo” a Jared. Più niente di così importante che amare Jared.

Infondo entrambi erano stati uno il cecchino dell’altro. Entrambi avevano sparato il loro colpo migliore.
Quello che andava dritto al cuore.






N.d.A.: anche questa è bella che andata! Spero vi sia piaciuta. Spero che abbiate "accettato" il motivo della scelta di vita di Jensen, che abbiate compreso quanto sia grande il sentimento di Jared per accettarlo.

Comunque sia, grazie a chi ha seguito la storia in silenzio, a chi l'ha perfino recensita. 
Grazie di cuore a tutti!!!

 

   
 
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