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Autore: coccinella_    29/06/2017    1 recensioni
"Si perdevano solo per trovarsi. Si lasciavano per riabbracciarsi. Si odiavano per amarsi. Erano strani quei due. Tanto da farmi credere che il vero amore esistesse."
E per Amelia il vero amore esiste ma chi ha detto che sarà facile?
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1
 Da dove tutto inizia

«Sveglia ragazza!» urla la mia coinquilina Brittany aprendo le tende della finestra di camera mia. Mi paro gli occhi con un braccio e afferrando il cuscino lo lancio con la speranza di prenderla e decapitarla.
«Non fare la bambina e alza il tuo sedere flaccido da quel letto» incrocia le braccia al petto
«Il mio sedere non è flaccido» rispondo offesa mettendomi subito a sedere «è diversamente sodo» la guardo male. So che le piace scherzare su questo argomento e so perfettamente che in lei non vi è alcuna parte del corpo che potrebbe definirsi flaccida. È nata per lo sport - tutti i tipi di sport - dalla pallavolo alla staffetta al nuoto.
«Se ti piace crederlo.» mi schernisce. Decido di alzarmi e andare a fare colazione e sorprendentemente trovo ad aspettarmi un cappuccino al caramello,del mio amato Sturbucks, e un cornetto caldo
«Mi hai portato la colazione?» le chiedo sedendomi vicino a lei sullo sgabello
«Oggi mi sento di buon cuore» mi strizza l’occhio sorseggiando la sua spremuta d’arancia «Dato che sono anni che vivi a New York e non ti sei ancora abituata alle nostre colazioni, te ne ho portata una italiana.» sorride trionfante
«Ho una strana voglia di abbracciarti» la guardo divertita e goffamente la circondo con le braccia e poggio la fronte sulla sua spalla mentre lei borbotta un “ruffiana”.
«Oggi abbiamo molto lavoro da fare» mi avvisa mentre sorseggio il mio cappuccino «Miss Lance ha richiamato nuovamente ed oggi ha deciso che il colore sarà il rosa pastello» dice seccata
«Peccato il giallo antracite stava iniziando a piacermi» sbuffo odiando quella malefica ragazza che da mesi ci fa impazzire per la scelta di un colore!
«È il suo matrimonio deve essere contenta lei» mi dice cercando di rimanere seria ma non ci riesce e scoppia a ridere. Io e Brittany da un anno abbiamo fatto il grande passo dando vita alla "Crazy Wedding", il nome della nostra azienda  - lo so è orribile ma questo o "Sexy Wedding" -  di Wedding Planner, tuttavia non abbiamo ancora abbandonato i nostri vecchi lavori.
«È una pazza isterica, povero il futuro marito» commento divertita.
Il telefono di Brittany suona e capisco dalla sua espressione amorevole chi sia: Neal. Escono  insieme da mesi e sono convinta che diventeranno una di quelle coppie memorabili che noi povere mortali costrette a districarci in rapporti soffocanti, stressanti e depressivi, possiamo solo guardare e morire d’invidia.
La mia amica si allontana parlando con tono mellifluo col suo amato lasciando me, da sola, a consolarmi col cornetto alla crema pensando a come la mia vita amorosa faccia schifo. Finita la colazione mi vesto  e prima di uscire mi guardo un’ultima volta allo specchio.  Ho messo il miglior tailleur di Brittany, quello rosa a pantalone, nonostante odi il rosa più di me, ma lei sostiene che mi dia un’aria sofisticata.  Apro la porta del mio appartamento indossando l’ultimo accessorio: il mio sorriso finto da “chi me l’ha fatto fare”.
Mi metto alla guida del mio maggiolone giallo e guardando l’orologio mi rendo conto che ho esattamente mezz’ora per incontrarmi con Eve, la sposa, e andare a lavoro. Riuscirò mai ad avere una giornata tranquilla? Credo di no.

Arrivata a destinazione corro verso l’ascensore del palazzo situato a Madison Square e mi avvio verso il ventiduesimo piano. Guardandomi allo specchio noto che i miei capelli castani perfettamente ondulati poco prima di uscire adesso sono diventati crespi, ricci e senza uno schema preciso. Poi mi rendo conto che i miei occhi, anch’essi castani, da pesce lesso sono attorniati dall’eyeliner nero sbavato dandomi l’aria da panda ma nonostante tutto la cosa che risalta più ai miei occhi è quanto il rosa mi stia male. Davvero troppo male «Maledetta Brittany.» bofonchio uscendo dall’abitacolo.
«Finalmente sei qui!» mi accoglie Eve Lance, la sposa, nel suo appartamento
«Ho venti minuti cara» cerco di sembrare a mio agio vestita da macarons con gli occhi da panda
«Ci basteranno ho deciso tutto» le ultime parole famose, me lo sento «Ma prima fammi fare i complimenti al tuo outfit, sei splendida!» sorrido goffamente reprimendo la voglia di strapparmi i vestiti e ficcarglieli in bocca per non sentire quella sua vocina stridula e odiosa. È una ragazza carina, tuttavia non puoi non odiare il suono della sua voce come fosse uno di quei pupazzetti per bambini che ammacchi e fanno i versi. 
Il suo è il terzo matrimonio che organizziamo, il primo è stato di sua cugina Wanda dove al matrimonio la cugina Molly ha conosciuto il fratello dello sposo, diventando il matrimonio numero due. Al matrimonio di quest’ultima, Eve  ha conosciuto il testimone dello sposo.  Adesso io e Britty siamo impazienti di conoscere la prossima cugina di cui organizzeremo il matrimonio. 
«Che ne dici di un rosa arancio?» mi chiede Eve. Calma Amelia. Devi. Stare. Calma.
 
 
«Buongiorno collega» mi saluta Sofie non appena entro in ufficio, cerco di correre il più velocemente possibile, tacchi vertiginosi permettendo.
«Buongiorno, non sono in ritardo vero?» prendo posto alla mia poltrona indossando ancora borsa, cappotto e sciarpa.
«Il signor Cooper non è ancora arrivato tranquilla» mi sorride dalla sua postazione, di fronte la mia, con aria compassionevole.  
Ian Cooper è l'amministratore delegato dell’azienda per cui lavoro da quasi due anni. La sua famiglia è magnate del settore delle telecomunicazioni e possiede il 73% del traffico telefonico dello Stato di Washington senza contare giornali, telegiornali, molte case editrici e adesso ha pure lanciato una nuova catena di smartphone, trappole infernali che ha regalato ai suoi più fidati dipendenti – e no a me non l’ha regalato se è questo che state pensando –.
Mi metto subito al lavoro organizzando l’agenda di Mr Cooper di oggi
«Come va con il lavoro B?» mi chiede Sofie intenta a scrivere qualcosa al computer. Lo chiamo lavoro B perché essere la segretaria del Signor Cooper in questo momento è il lavoro A. Spero che tra qualche mese possa dire addio al mio terribile capo.
Non è terribile perché si comporta male anzi tutto il contrario, non esprime emozioni! Mi subissa di lavoro durante la settimana, a casa e nei fine settimana! Non dice mai un “grazie” o un “brava Miss Mariani” oltre il buongiorno non apre bocca a meno che non debba darmi altro lavoro. Sono sicuramente la segretaria più pagata di New York ma lui continua a incutermi timore anche solo con un’occhiata.
«Ancora è il lavoro B» rispondo sconsolata. D’un tratto la porta si apre e Mr. Cooper fa capolinea nel nostro ufficio, che fa da anticamera al suo, con la solita ventiquattrore in mano
«Buongiorno signorine» dice svelto intento a guardare l’orologio di marca al polso. Oggi è più bello del solito, fasciato nel suo solito outfits giacca camicia e cravatta «Miss Mariani l’agenda, grazie» ordina prima di sparire nel suo ufficio.
«Buona fortuna» mi sorride divertita Sofie. Certo a lei è toccato fare da segretaria al padre di Ian, Richard Cooper, un uomo dolce come un bignè alla crema. Mi alzo velocemente ed entro spedita nel suo ufficio poggiando l’agenda sulla scrivania. Sedendomi di fronte a lui apro la mia di agenda aspettando i suoi ordini. Ha i capelli castano scuro arruffati come se non fosse riuscito a pettinarsi stamattina e i suoi occhi verdi luminosi scorrono sui suoi appuntamenti.
«Alle undici Mister Benson?» chiede sorpreso
«Ha chiamato ieri dicendo di voler parlare di una piccola variazione nel contratto, l’ho avvertita ieri e mi ha detto di prendere l’appuntamento» rispondo temendo di aver sbagliato qualcosa.
«Hai riscritto il contratto?» mi chiede brusco
«Sì. Alla sua destra» lo indico con un movimento della mano mentre lui non muta espressione, apatico era ed apatico è rimasto. Ma è lo stesso bellissimo e sposatissimo, come urla la fede al suo anulare sinistro “sono la signora Cooper e mi rivolto tra le lenzuola con lui ogni notte”.
«Devi riscrivere anche i contratti Caffrey e Jonhson , qui ci sono i dettagli» mi porge un plico che afferro al volo «Devi anche cercare di prendere appuntamento con Dave Mason, il numero lo trovi li dentro» mi guarda serio io annuisco scrivendo tutto nella mia agenda «Puoi portarmi un caffè adesso?» chiede quasi stizzito. Prenditelo da solo vorrei urlare ma esco da quell’ufficio guardando sconsolata Sofie diretta alla caffetteria aziendale.

Finalmente arriva la pausa pranzo e quando sto per alzarmi Mr Cooper fa capolinea in ufficio
«Miss Mariani ho bisogno della presentazione in slide del progetto Mason, entro due ore grazie» volta le spalle e ritorna da dove è venuto.
«Grandioso, buon pranzo Sofie» sbuffo prendendo il malloppo di fogli del progetto bofonchiando parolacce in italiano tanto non mi capisce nessuno.
«Vuoi che ti porti qualcosa? Cianuro da mettere nel suo caffè?» chiede sulla soglia della porta.
«Anche una Beretta con qualche proiettile farebbe comodo» sussurro sconsolata «ma un cappuccino lo accetto poi andrò ad impiccarmi, grazie» inizio a battere sulla tastiera del mio computer sonoramente facendo sorridere la mia collega.
Le mie mani volano sulla tastiera cercando di riuscire a fare in due ore un lavoro che di norma richiedere due giorni, lo odio. Qualcuno bussa alla porta e senza guardare chi sia lo invito ad entrare
«Tu in rosa? È arrivata l’apocalisse?» chiede scettico Nate
«Appuntamento di lavoro. Andato bene. Ian mi sta uccidendo.» parlo come fossi un telegramma
«Cherie, devi andarci piano» il mio amico si siede sulla mia scrivania guardandosi le unghia
«Che ci fai qui?» chiedo senza staccare gli occhi dallo schermo
«Volevo vederti» mi dice con voce melliflua
«La verità» lo canzono
«Jason, reparto marketing e social. È così carino» risponde con aria sognante
«Hai intenzione di farti tutti i ragazzi dell’azienda?» chiedo sarcastica guardandolo finalmente. Nate è un  bellissimo ragazzo, biondo occhi azzurri e bocca a cuore. Se non avessi la certezza che il mondo femminile non gli faccia nessun effetto gli farei due, anche tre, proposte indecenti
«Se potessi mi chiuderei nell’ufficio del tuo capo seduta stante» alza il sopracciglio malizioso.
«E lui ti farebbe mettere in ginocchio, frustandoti e…» mi rendo conto che non ho scelto le parole giuste «Va bene lascia perdere» dico mentre lui sorride divertito
«Pasticcino, da quanto non fai sesso?» mi chiede contrariato
«Non faccio nulla che non sia scritto nella mia agenda» rispondo sconsolata riprendendo a scrivere
«È un totale spreco di belle tette il tuo» mi accusa puntandomi il dito
«Vuoi toccarmi le tette per sentirti meglio?» chiedo divertita
«Queste domande risparmiale allo stallone chiuso li dentro» risponde il mio amico dirigendosi verso la porta
«Sono sicura che sua moglie gliele faccia tutte le notti» lo guardo e divento rosa capendo che ho scelto nuovamente le parole sbagliate e Nate si allontana ridendo di gusto.
 
Dopo aver consegnato i lavori con mezz’ora di ritardo e schivato le occhiate assassine del mio capo esco da lavoro e raggiungo Brittany al nostro locale preferito, la caffetteria di mia madre, per parlare del "lavoro B".
«Tesoro sei sicura che mangi abbastanza?» mi chiede Laura, mia madre, spremendomi le guance come avessi ancora due anni
«Sì mamma ti prego adesso lasciami andare» chiedo allontanandole gentilmente le mani.
 «Da quando vivi per conto tuo non ti fai più vedere» mi dice offesa, ecco che ci risiamo «In fondo hai ventiquattro anni potevi ancora aspettare di andare via da casa» mi accusa offesa
«Ne ho venticinque di anni» rispondo come sempre.
«Non compiuti» specifica lei.
«Tra qualche mese li compio» rispondo «Sembrate un disco rotto tutte e due» ci accusa Britty, mia madre alzando gli occhi al cielo si allontana
«Ho una notizia bomba da darti» mi dice eccitata
«Brad e Angelina tornano insieme?» chiedo stupita
«No non si tratta di loro» mi guarda male
«Macy's sta facendo un fuori tutto per la prima volta nella storia?» chiedo ancora più stupita
«Sta zitta e ascoltami» mi ribecca «E se fosse vero non sarei di certo qui!» sbuffa esasperata. «Oggi hanno chiamato per organizzare un altro evento!» batte le mani contenta, sorrido stupita.
«Una cugina di Eve ha trovato marito prima del matrimonio? Ti prego dimmi che si tratta di Brienne è così tenera da farmi quasi pena, solo perché una volta ha morso il pene ad uomo rischiando di castrarlo non vuol dire che…»
«Sta zitta!» mi blocca Brittany esasperata «E comunque gliel’ha morso a suo cugino di primo grado perché non voleva fare sesso con lei» chiarisce gesticolando «Mi fai distrarre vedi!» mi accusa esausta. Io sorrido trionfante e faccio segno di chiudere la bocca a chiave e gettarla via
«Grazie» dice sorridendomi  «Non si tratta di un matrimonio di una delle cugine Lance, si tratta di un compleanno» sto per aprire bocca ma lei me la tappa con la mano «ventotto anni, la moglie mi ha chiamato dicendo che vuole fare una grande festa e il nostro numero le è stato consigliato da Lea» mi toglie la mano della bocca aspettando una mia reazione. La guardo in silenzio per qualche secondo trattenendomi dal commentare i suoi capelli. Quanto vorrei che tornasse al biondo e abbandonasse l’idea di tingersi i capelli neri perché “fanno risaltare di più gli occhi azzurri”.
«Bene è fantastico» dico ma noto la sua espressione preoccupata «Non è fantastico?» chiedo confusa
«È tra due settimane, subito dopo il matrimonio di Eve» dice parlando lentamente come stesse aspettando la sfuriata del secolo
«Ah…» sussurro preoccupata per i tempi a disposizione ma la sua espressione è ancora preoccupata «Devi dirmi altro?» chiedo curiosa
«Si tratta di qualcuno di tua conoscenza» sorride forzata, quanti uomini sposati conosco? Che sia Mike quell’idiota di amico che una volta sposato è sparito dalle nostre vite?
«Ah… E chi?» chiedo confusa
«Ian Cooper» mi dice lei mordendosi il labbro inferiore
«Cosa?!» alzo la voce allarmata
«Ed ho già detto sì» mi guarda preoccupata Brittany
«Hai fatto cosa?» stavolta urlo facendomi guardare da tutti.
  
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