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Autore: Elissis    29/06/2017    0 recensioni
Un antico errore.
Un atto impunito e non dimenticato.
Il richiamo agrodolce di una vendetta sanguinaria, e la ferma resistenza di un equilibrio che non può crollare.
Cosa può fare un Primo Vampiro, quando capisce che la pace costruita minaccia di crollare? Cosa può fare una giovane Incantatrice quando sa che la vendetta significa sangue e fuoco?
Come si possono contrastare i sentimenti? Vendetta, odio, amore, famiglia, sacrificio.
Nessuno sa cosa il destino ha in serbo per loro, ma starà a loro trovare i mezzi per riuscire a superarlo.
Se vi piacciono le storie intricate in modo quasi patologico, drammatiche, piuttosto macabre e con introspezioni sentimentali complicate, Penso che la cosa potrebbe ineressarvi.
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jake passò pigramente un dito sul bordo del bicchiere, mentre assaporava i colori soffusi di un bar prossimo all’orario di chiusura. La massa di clienti cominciava a sfoltirsi, ma i più audaci indugiavano sull’ultimo bicchierino.
Fuori la notte era densa e fonda, le luci cosparse del bar erano accompagnate da una musica alta e ritmata, quel genere di brani che trasmettono le vibrazioni sin sulla superficie del bancone.
Un gruppo di ragazze sedeva ad un angolo del bar, ridendo e ondeggiando sulla cadenza della musica. Jake lasciò che il suo sguardo scivolasse su di loro, sulla loro pelle imperlata del caldo estivo, sui loro lunghi e affusolati colli bianchi. A dire il vero, cominciava ad essere affamato.
Un accenno di ghigno si disegnò sulle sue labbra sottili, mentre con un gesto sciolto vuotò il bicchiere in un sorso e appoggiò un gomito al bancone di legno.
lo sguardo del predatore spaziò tra le prede, intenso e calcolatore. Chi scegliere? La bionda svenevole? La timida accanto al muro? O la castana provocante?
Fece per agire, ma proprio mentre appoggiava il bicchiere vuoto sul bancone, qualcosa lo distolse dai suoi piani.
Un intenso, dolce aroma. Fresco, pulsante, Jake non poté evitarsi di seguire quell’inebriante profumo che pareva in grado di alterare ogni sua capacità razionale.
Sul lato opposto del bar, sola, una ragazza lo stava osservando con intensità. Era seduta a gambe incrociate, i capelli corti che si insinuavano sul suo volto come tralci sinuosi, era tanto chiara da sembrare un lenzuolo nella notte; la sua pelle era di un candore spettrale e il suo odore era così pulsante che Jake poteva avvertire da quella distanza il sangue caldo scorrerle lento nelle vene.
Il predatore affilò le zanne. Raramente aveva provato una tale attrazione per del sangue, e ancor più raramente lo aveva avuto a una tale portata di mano.
Senza alcun indugio, si alzò e si avvicinò alla ragazza, abbracciato dal suo profumo così vivo e travolgente. Lei lo seguì con lo sguardo, aprendosi in un sorriso malizioso quando lui si soffermò al suo tavolo.
Jake arricciò le labbra, pregustandosi il sapore dolce del suo sangue. Senza troppi preamboli, si sporse, le prese il mento tra indice e pollice e fissò il proprio sguardo in quello allettante della ragazza.
Le sue pupille si contrassero, lasciando che il buio pieno delle iridi si riversasse verso l’interno; una tensione tiepida gli inondò le tempie e, come l’affondo di una spada, Jake infranse le barriere mentali della ragazza e vi si insinuò.
-Seguimi - disse semplicemente, con voce ferma.
La ragazza, assoggettata, si limitò ad alzarsi in automatico con lo sguardo perso e a stargli alle costole, mentre si allontanavano lungo un corridoio laterale del bar. Un sorriso affilato si tagliò sul volto di Jake: si era già trattenuto troppo a lungo, per i suoi gusti. In un battito di ciglia le fu addosso, spingendola contro la parete e stringendo la presa sulla sua pelle morbida e calda.
Lei rise con fare provocante –Diretto- commentò in un sussurro –Mi piace-
Jake inarcò le sopracciglia con un sorriso ombroso mentre la ragazza ricambiava l’attenzione, avvinghiando le braccia sottili sul suo collo. Quanto potevano essere stupidi gli esseri umani?
Decise di stare al gioco, e premette con forza il proprio corpo sul suo, facendo scivolare una mano sotto la sua canottiera leggera.
Il respiro della ragazza accelerò, e il suo stupido sorriso continuava a distendere le sue labbra.
Le scostò i ricci biondi dal collo e percorse la linea della sua gola con le labbra.
Un fremito percorse il corpo di Jake. Sotto quel velo sottile di pelle diafana, poteva avvertire la corsa inarrestabile del sangue nelle vene, poteva respirare il suo aroma, così inebriante e stordente.
Riagguantò a fatica il proprio autocontrollo e inchiodò ancora il proprio sguardo negli occhi chiari della ragazza.
-Non urlare- le ordinò, a mezza voce.
Attorno ai suoi occhi, avvertì la familiare cornice oscura gonfiarsi, tra le sue labbra i canini si affilarono come coltelli pronti ad affondare nella carne.
Stava per morderle il lungo collo sinuoso, quando inaspettatamente lei gli prese il volto tra le mani e lo guardò con intensità.
-Non ti ricordi di me, Jake?- chiese, in tono quasi giocoso.
Lui si fece sfuggire una mezza risata sarcastica –Scusa, splendore, ma non riesco a ricordarmi di tutte- chiosò, fremente di assaporare il sapore del sangue.
La ragazza rise a sua volta e lui tornò a puntare la sua gola ma lei lo interruppe ancora, stavolta fermamente, con una presa d’acciaio.
-Perché non provi meglio?- Insisté. La sua voce era gelida, seria, lei non stava più ricambiando i suoi gesti, né sembrava molto propensa a farsi avvicinare da lui.
Jake alzò lo sguardo per piegare ancora la sua mente, ma quando guardò con più attenzione il suo volto, si accorse che i lineamenti gli erano davvero familiari.
In un istante capì.
E una morsa gelida si chiuse sul suo stomaco.
-Tu dovresti essere morta- osservò, sconcertato.
-Bingo- gli sussurrò lei all’orecchio, e in un unico gesto gli voltò il capo.
Il suo collo scattò in un orribile crepitio, strappandogli l’ultimo sprazzo di gelida consapevolezza .
E poi fu solo nero.

 
   
 
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