Fanfic su artisti musicali > Super Junior
Segui la storia  |       
Autore: FunnyYoungMe    29/06/2017    0 recensioni
Spesso la gente deve seguire altri in una strada dove non vogliono camminare: per affrontare una verità che fa male e per fare tutto ciò con una faccia seria, perché ti sei già arreso; o per nascondere il senso di vuoto con un atteggiamento doloroso di non essere te stesso...
Kyuhyun lotta per mantenere chi è diventato, mentre invece Yesung si dà per vinto nella sua vinta. Entrambi hanno bisogno dell'altro per essere chi sono veramente...
N.d.A: Ciao a tutti. Questa non è la solita storia d'amore KyuSung e quello che voglio davvero è, per tutti quelli che si prenderanno il tempo di leggerla (spero le diate una possibiità), che vi piaccia!!!
DISCLAIMER: Non mi appartengono Kyuhyun e Yesung, anzi, non mi appartiene nessun Super Junior menzionato. La storia non è mai accaduta nella realtà; è solo un prodotto della mia immaginazione, per cui a me appartiene solo la trama.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Kyuhyun, Un po' tutti, Yesung
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hello!
Sì, sono tornata... e sparisco prima di fare del male a uno dei due dementi di questa ff (pur non essendo io la autrice, sia chiaro ahahaha).
Vabbe', vi lascio alla lettura...

 


 

Come fai a non stancarti di vivere in questo modo?



Capitolo precedente

 

Kyuhyun sollevò la testa, sogghignando a Yesung. Il minore parlò, ma non riuscì a distinguere neanche una parola.

Non provare a resistere, non a quello che ti farà godere. E poi, sono sicuro che ne vorrai ancora una volta che lo avrai provato”, fu ciò che disse in modo arrogante il castano prima di abbassare di nuovo la testa e posandola sul collo del moro.

Come ben saprai, detesto non venire ascoltato, perciò obbedisci e sarà più piacevole anche per te”, sussurrò Kyuhyun tra baci leggeri che lasciava dalla mandibola all’orecchio.

Gli diede un bacio dietro l’orecchio. “Ora non ti dimenticherai più di me.”

 



Yesung voleva reagire, spingere Kyuhyun, ma qualcosa lo bloccava e lui incolpava lo stato del corpo indotto dalla bibita. Si sentiva come un animale in gabbia, intrappolato dentro il suo stesso corpo che sentiva pesargli. Anche se lottava internamente, era abbastanza paralizzato dalla inabilità degli arti per riuscire a muoversi. Era incapace di compiere rapidi e forti movimenti.

Tuttavia, i suoi deboli tentativi spazientirono ulteriormente Kyuhyun, il quale contrattaccò fiondandosi sul collo del moro, mordendogli rudemente la morbida pelle e lasciando un doloroso succhiotto che pose fine ai movimenti di Yesung.

Dopo qualche istante fermo, il maggiore si dimenò con più forza sentendo che il pericolo era reale e che non poteva permettere al vicino di fare quello che intendeva fargli, cioè quello che aveva fatto con qualunque persona sulla quale aveva posato gli occhi; non voleva essere uno dei tanti nomi sulla lista del ragazzo.

“Smettila di muoverti”, ringhiò frustrato il castano.

Con la mano destra, bloccò quelle del maggiore sopra la sua testa, guardando in alto per poter osservare l’espressione di Yesung con l’unica intenzione di dimostrare la sua superiorità. Ma quando i suoi occhi incontrarono quelli disperati di Yesung, che contrastavano con i suoi pieni di rabbia e vendetta, la sua stretta attorno ai polsi del maggiore si allentò.

Lo sguardo del maggiore era ancora appannato a causa di quello che il castano gli aveva dato da bere, ma rifletteva terrore per quello che Kyuhyun minacciava di fare. La paura, la sconfitta e il fantasma di un’anima morta si riflettevano negli occhi del moro, lasciando senza parole il minore e facendolo scontrare con la realtà.

“Cazzo… Cosa gli stavo per fare?!” Pensò spaventato Kyuhyun.

Come se fosse stato punto da un’ape, si allontanò di scatto dal ragazzo sotto di lui, sedendosi sul bordo del letto mentre si prendeva la testa tra le mani, evitando di guardare di nuovo gli occhi del moro per la vergogna e il rimorso. Sapeva quello che era stato sul punto di fare, era esattamente quello che aveva pianificato, il giusto modo per fare pagare al maggiore come lo aveva trattato in quel periodo; era il perfetto sacco da boxe per il rancore che Kyuhyun aveva accumulato da sempre e anche prova che era ancora il ragazzo più desiderato. Era una dimostrazione che possedeva ancora il fascino che faceva cadere tutti ai suoi piedi, che era ancora amato. Inoltre, sarebbe servito al suo divertimento e a garantirgli la vittoria contro il suo arcinemico.

“No, non è il modo giusto questo… Solo i codardi e i disperati userebbero queste maniere infide e schifose, e io non sono nessuno dei due. È considerato barare, un atto basso che non tollero. E poi, questo sarebbe giocare con la vita e l’integrità di Yesung, qualcosa di pericoloso e sbagliato”, pensò Kyuhyun, prendendo coscienza del fatto che quello che stava facendo non sarebbe stato altro che un errore, illegale.

Non riusciva a forzare Yesung in qualcosa che non voleva, non solo perché aveva dei principi morali, ma anche perché era spaventato, terrificato che il giorno dopo Yesung definitivamente lo avrebbe odiato e non avrebbe più voluto guardarlo. Kyuhyun non poteva rischiare così tanto, non avrebbe spezzato Jongwoon. Non era pronto per perderlo e non lo sarebbe mai stato.

Spaventato, girò il capo e sospirò sollevato quando vide il maggiore con gli occhi chiusi. Il minore capì che l’altro aveva smesso di opporre resistenza ed era svenuto. Gli si avvicinò e quando vide la scia di lacrime sulle guance del maggiore, si rattristò dato che era lui la causa del suo pianto. Poteva solo sperare che il giorno seguente Yesung non si ricordasse di nulla.

“Non posso creargli un altro trauma nella sua vita già distrutta”, mormorò il minore mentre asciugando gentilmente le lacrime dal viso di Jongwoon.

Quando passò la mano sul volto, sentì che il moro era caldo, come se avesse la febbre, anche se era un effetto collaterale della droga. L’unica cosa che gli venne in mente di fare fu quella di toglierli i vestiti extra e fino a quando la sua febbre non si abbassò e il suo respiro si regolò, Kyuhyun rimase al suo fianco, finendo per cedere al sonno.

 

Il giorno dopo

 

Yesung, sentendo freddo, pensò di essersi addormentato dentro ad una cella frigorifera o di aver lasciato la finestra aperta, ma quando si alzò dal letto, si rese conto che quella non era la sua stanza e che ai suoi piedi stava dormendo il vicino.

“Per colpa tua, sono in grossi guai. Mamma mi ucciderà… Come hai potuto addormentarti, e in più, farmi dormire qui?” Mormorò Yesung con tono di rimprovero al ragazzo che dormiva, dandogli un leggero colpo col piede. Quando non si mosse, scese dal letto e si stiracchiò.

“Mi serve dell’acqua”, pensò il moro sentendo la gola che gli bruciava anche senza parlare.

Guardò verso il comodino, dove trovò il bicchiere della sera prima, facilmente riconoscibile perché era l’unico che aveva sopra delle tartarughe disegnate. Lo prese in mano e si incamminò verso la porta, ma qualcosa lo fermò. Tornò dal vicino e lo guardò prima di prendere una coperta e mettergliela addosso.

Dopo che ebbe coperto il minore, girovagò per la casa, cercando la cucina. In ogni corridoio, stanza e perfino bagni, trovò della gente ubriaca che dormiva; erano dappertutto, e uno gli sorrise goffamente mentre faceva l’occhiolino. Yesung fece una smorfia e cercò una stanza dove scappare, che per sua fortuna era la cucina, abbastanza disordinata, dove attorno ad un tavolo erano seduti gli amici di Kyuhyun.

Ryeowook lo guardò sorpreso. “Sei ancora qui!”

“A quanto pare...” Rispose avvicinandosi all’amico e salutando gli altri con un cenno del capo, ricevendo come risposta degli sguardi straniti.

“Pensavo che Kyuhyun ti avrebbe accompagnato a casa quando la festa sarebbe cominciata.”

Jongwoon scrollò le spalle, non sapendo cosa dire o che spiegazione potesse dare visto che neanche lui aveva idea di cosa fosse successo.

“Kyuhyun è sparito per tutta la festa… Chissà dov’è”, disse Donghae.

“Lui non è l’unico ad essere sparito”, aggiunse Eunhyuk con uno sguardo interrogativo e malizioso.

“L’ho lasciato che dormiva in una stanza, non ho idea di quale...” Rispose calmo Yesung, ignorando l’insinuazione dell’altro ma non il suo sguardo incredulo che lo mise in soggezione. Voltò la testa e guardò il bicchiere che aveva in mano, sentendo che gli era tornata la sete.

“Dove posso trovare dell’acqua?” Domandò ad Eunhyuk.

“Nel rubinetto”, rispose il biondo indicando il lavandino. Jongwoon annuì e vi si avvicinò.

Mentre l’acqua riempiva il bicchiere, notò qualcosa di bianco galleggiare sulla superficie. Avvicinò il bicchiere al viso per guardarci dentro meglio. Sembrava una metà di una pillola, probabilmente scioltasi con il succo la notte prima o con l’acqua, e non aveva nessun odore. Yesung la prese in mano e toccò con la lingua la punta della pillola, individuando un sapore strano che non riusciva a riconoscere. La cosa che gli premeva era capire di cosa si trattava e cosa ci faceva nel suo bicchiere che Kyuhyun gli aveva portato.

La sua mente ripercorse la notte anteriore, dal momento in cui aveva ricevuto il succo dal vicino fino a momenti dopo quando aveva cominciato a sentirsi male, quando il castano si era “offerto” di aiutarlo e accompagnarlo in una stanza. Da lì, i suoi ricordi erano confusi, tuttavia poteva ricordare la sensazione di paura e il bisogno di scappare, la lotta per liberarsi, lontano dal minore. Ricordava le mani di Kyuhyun sul suo corpo, un bacio doloroso sul collo e poi buio totale.

I suoi occhi si spalancarono increduli e spaventati quando si rese conto di cosa era successo, ma presto lo shock venne rimpiazzato da una rabbia devastante. La mano che reggeva il bicchiere strinse la presa, minacciando di romperlo, così come la sua fiducia era stata mandata in frantumi.

\-/\-/

Kyuhyun si svegliò e si rese subito conto che il vicino non si trovava nella stanza. Si alzò di scatto dal letto, preoccupato su dove potesse trovarsi Yesung e per la sua condizione fisica.

La sera precedente era stata stancante e preoccupante, e ora che Yesung non era lì, Kyuhyun era solo in pensiero per il maggiore.

Cercò dappertutto, perfino al piano superiore, ma non trovò il suo vicino da nessuna parte. Mentre scendeva le scale del pianoterra, qualcosa gli passò accanto alla testa, sfiorando appena il suo orecchio. Il castano si bloccò un momento per l’accaduto e solo il suono del vetro che si schiantava contro la parete lo riportò alla realtà. Kyuhyun si girò accigliato verso il punto dal quale era stato fatto il lancio, con tutta l’intenzione di rimproverare quello che aveva osato sfidarlo, ma fu lui quello che, ancora una volta, rimase sorpreso. In piedi davanti a lui, con gli occhi iniettati di sangue che lo guardavano torvo, digrignando i denti e fumante d’ira c’era Jongwoon.

“TU!” Strillò Yesung, il suo respiro febbrile. “SEI UNO...” Prese un respiro profondo.

“Yah! Che problema hai? Come osi lanciarmi qualcosa? E se venivo colpito?!” Urlò Kyuhyun con la stessa intensità del maggiore, ma non con la stessa serietà.

“MEGLIO, ERA QUELLA L’INTENZIONE! MERITI QUESTO ED ALTRO, STRONZO!!!” Gridò l’altro al castano, che non aveva ancora capito cosa stesse succedendo.

“Eh? Che ho fatto per meritarmelo?” Ribatté ad alta voce.

Le urla richiamarono l’attenzione di chiunque si trovasse dentro la casa, portandoli ad avvicinarsi curiosi al duo.

“MI HAI DROGATO!” Continuò ad urlare, comunicando tutta la rabbia e la sensazione di inganno che stava provando. “BASTARDO!”

Kyuhyun fissò Jongwoon sorpreso, non aspettandosi che quelle parole gli sarebbero state rivolte; era sicuro che non se ne sarebbe ricordato. Al contrario, Yesung sapeva tutto e glielo stava rinfacciando davanti a tutti, urlando e offendendolo, come se fosse un farabutto. Quando il castano vide le facce sbalordite dei suoi amici, smise di pensare al bene di Jongwoon, rifugiandosi nel suo egoismo e difendere il suo orgoglio ferito. Per proteggere la sua reputazione, avrebbe distrutto quella di un altro.

Quell’ego sarebbe stata la sua fine… e il giorno era arrivato, ma non lo avrebbe capito se non quando sarebbe stato troppo tardi.

“Tsk, certo… Perché avrei dovuto farlo?!” Disse il castano incrociando le braccia indifferente, cercando di sembrare disinteressato al drama che stava facendo l’altro.

“Hai perfino le palle per chiedermi il motivo… Sei così impertinente da mentirmi in faccia”, commentò Yesung con più calma ma con lo stesso rancore di prima.

“Sì, certo...”

“Solo per portarmi a letto, per soddisfare il tuo desiderio, anche dopo che ti avevo avvertito di non provarci con me perché non sarebbe funzionato. Io non sono né sarò mai innamorato di te. Hai ancora tanto strada da fare… Quando ti sei reso conto che ero irraggiungibile, hai pensato che l’unica soluzione sarebbe stata quella di forzarmi, ma in maniera subdola, dato che tu non sei altro che un miserabile e astuto bastardo. L’unico modo era drogarmi, rendermi vulnerabile di modo che potessi averla vinta tu. Sei davvero così patetico e viscido da considerare quel metodo come una vittoria, ma quello ti rende solo uno sfigato disgraziato, nient’altro… Soprattutto visto che non hai potuto fare nulla. Sono svenuto e ti ho rovinato il piano… fortunatamente.” Lo voce di Jongwoon si spezzò a quelle parole.

“Interessante...” Disse Kyuhyun con un ghigno sulle labbra. “Non parlare così perché mi ferisce sapere che stai negando la nostra notte passionale.”Il castano finse un viso triste che diventò uno serio.

“NON C’È STATA UNA TALE NOTTE!” Urlò Yesung sdegnato.

“Sì che c’è stata. Se stai cercando di mantenere l’immagine dell’innocente ragazzo vergine, puoi anche smetterla perché non lo sei e io...” Kyuhyun inarcò un sopracciglio sogghighando in modo provocativo. “Io lo so bene.”

“NON STO CERCANDO DI MANTENERE NULLA! SEI SOLO UN RAGAZZINO SPREGEVOLE!” Un altro urlo di disperazione perché il vicino stava girando tutto a suo favore e non poteva permettergli di averla vinta con le sue bugie, rovinando lui e la sua dignità.

“Eddai, accettalo. Sei l’unico che sta mentendo qui. Io ho vinto e tu perso. Puoi provare quanto vuoi a nascondere l’ovvio, ma non funzionerà, dato che nessuno, incluso te stesso, sa cosa è successo tra noi due a porte chiuse. Voglio dire, il succhiotto sul tuo collo è una prova inconfutabile, così come la mancanza di vestiti, per cui smettila di fare l’ipocrita. Nessuno ti crederà.” Kyuhyun gli fece l’occhiolino, sorridendo trionfante.

Yesung portò la mano di scatto al collo, le sue dita in cerca del marchio e trovandolo. Kyuhyun aveva ragione. Inoltre, indossava solo una camicia. Il vicino stava girando tutto a suo favore, facendo ribollire di rabbia e frustrazione il maggiore per essere soggetto ad una così contorta bugia.

“STAVI PER VIOLENTARMI!” Strillò Yesung. “Non posso credere che per un capriccio mi avresti anche violentato, solo per provare chi sei a delle persone sconosciute, solo per sentirti uomo di nuovo. Che razza di persona sei?!” Aggiunse abbassando il tono.

“COSA?! AFFATTO!” Urlò di rimando Kyuhyun, scioccato di sentire il moro dire quelle cose, soprattutto perché era quasi successo e lui voleva dimenticarlo.

Il suo era uno sbaglio che per fortuna non aveva commesso e che non avrebbe mai fatto, ma era sicuro che lo avrebbe perseguitato per sempre. Sentirlo dalla bocca di Yesung, realizzando che lui sapeva, lo faceva sentire miserabile ma non avrebbe permesso che nessuno lo venisse a sapere, per cui, per nascondere tutto ciò dagli altri, doveva sembrare innocente.

“Non mentire; accusarmi di un atto così terribile solo per apparire come la vittima non cambierà la verità e quello che è successo.”

Yesung era pervaso da tante emozioni, da ira e angoscia. Gli sembrava di essere intrappolato in un buco nero e lo sarebbe davvero se non si fosse calmato e ripreso solo per non darla vinta al vicino. Questo sarebbe potuto finire come Kyuhyun aveva pianificato e come voleva, lui sarebbe stato rovinato e ferito, piangendo umiliato, mentre l’altro si sarebbe sentito soddisfatto e avrebbe riso, godendosi la sua rivincita, o qualunque cosa fosse.

“Perché stai facendo questo?” Domandò Yesung, prendendo tempo per poter dire quello che voleva davvero senza che la voce gli tremasse. “Non scomodarti, so perché.” Quando Jongwoon alzò il capo, aveva uno sguardo determinato diverso e un ghigno che confondeva il più alto.

“Mentirei se dicessi che mi spiace per te, per il fatto che sei così meschino, anche se tu affermi di essere il migliore o qualunque cosa tu ti vanti di essere, non ho mai fatto caso al tuo parlare senza senso. Hai cercato di incastrarmi tramite delle droghe e, dato che non sei riuscito a fare nulla, ora cerchi anche di mentire...” Yesung indicò i ragazzi intorno a loro, “fingendo e ingannando i tuoi cosiddetti amici o seguaci, solo per provare te stesso. Insensato, inutile, come te, e superficiale.”

“TACI, STRONZO, FARAI MEGLIO A...” Esplose Kyuhyun.

“La verità fa male ed è amara, vero? Interrompendomi, urlando o gridando arrabbiato proverai soltanto che non sei altro che un bugiardo, un ragazzino viziato che deve avere tutto e che per farlo è disposto a fare anche le scemenze più insensate. Tutto questo sembra una cosa che un adolescente superficiale farebbe, ma ironicamente, non sei più un ragazzino, e il tuo unico problema nella vita è sembrare il perfetto bastardo davanti ai tuoi seguaci. Sono curioso di sapere cosa abbia innescato questo tuo comportamento.
Magari eri il tipico ragazzino ricco che cerca l’amore dei suoi genitori, visto che non ci sono mai stati per te, o forse venivi preso di mira dai bulli perché eri il secchione che sei quando abbassi la guardia e magari, visto che hai un enorme ego, non potevi permettere ciò, per cui hai indossato la maschera dello stronzo, comportandoti come la persona spregevole che sei, odiosa e narcisista.
Per me, sei un ragazzino viziato e mascalzone che deve CRESCERE e affrontare la realtà, vivere problemi reali perché non sai niente di cosa significhi avere una vita vera, cosa significhi avere problemi reali. Odio quelli che fingono di essere quello che non sono, quelli che vivono per gli altri, ipocriti, persone con maschere e milioni di facce, quelli che mentono e pensano solo a sé stessi, quelli che sono senza cervello… Quelli come te. COME PUOI NON STANCARTI DI VIVERE IN QUESTO MODO DOPO COSÌ TANTO TEMPO?!”

Le unghie di Kyuhyun si conficcarono ancor di più nella pelle mentre stringeva con forza i pugni, sentendo come quelle parole micidiali piene di veleno lo stessero divorando, perché erano vere e a peggiorare le cose c’era il fatto che Yesung lo sapeva, lo aveva sempre saputo.

Quello che sosteneva ancora a Kyuhyun era il suo orgoglio ferito. Non poteva mostrare il suo tumulto interiore, doveva sembrare indifferente, imperturbato.

“Taci. Sono stanco delle tue sciocchezze, della tua stupidità, della tua brutta faccia e di tutto di te. Non sono io il codardo, ma tu. Non riesci nemmeno ad uscire dalla tua stanza senza che nessuno sia al tuo fianco. Sei amareggiato e arrabbiato con il mondo, non hai una vita e osi insultare la mia; solo perché tu non ce l’hai, non puoi insultarla, anche se ti ho perfino dato un assaggio...” Kyuhyun si passò la lingua sensualmente sulle labbra. “Perfino di me”, aggiunse e rise. “Parla quanto vuoi. Ti ho fatto mio, ora non ho più un interesse per te, anzi, mi stai solo dando fastidio. Addio e a mai più rivederci.”

“Ho sempre detto che non odio nessuno, ma complimenti, sei riuscito a diventare la prima persona che disprezzo e detesto. L’unica cosa giusta che hai detto è a mai più rivederci e mi ricorderà sempre quanto possano essere spregevoli gli uomini”, mormorò Yesung con repulsione.

“Quindi l’hai davvero fatto?” Disse una voce. Yesung guardò Kibum parlare a Kyuhyun fissando lui. “Non avrei mai creduto che questo sarebbe potuto succedere o che avrei mai detto ciò, ma congratulazioni, hai vinto la nostra piccola scommessa. Davvero faresti di tutto per quel posto da DJ e per dare una lezione all’unico che ignorava la tua presenza… Ah, Jongwoon, non mi sarei aspettato questo da te. Devo dire che sono un po’ deluso perché sei caduto nella sua trappola, inoltre, non avrei mai pensato che fossi questo tipo di persona, ingenua o facile ed a poco prezzo?!” Kibum scosse la testa con disapprovazione. Internamente gioiva perché sapeva le esatte parole da dire per mantenere la discussione accesa. Lo spettacolo doveva continuare, almeno per lui.

“Dopotutto, avevi qualcosa da guadagnare in tutto ciò, non sono il piacere di vedermi distrutto e umiliato per farti sentire potente di nuovo, farmi rimangiare la mia parola ti rende felice, vittorioso… Che peccato, perché hai fallito. So che nonostante a te interessi quello che tutti pensano, per me non è così. Non mi importa cosa tu dica, né quello che dicono loro.” Yesung indicò quelli che li stavano guardando scioccati e increduli per l’intera discussione. “Loro non sono niente per me. Non li vedrò mai più, né sentirò più le loro opinioni. Io so la verità e mi basta. Grazie per ricordarmi ancora una volta che non ci si può fidare di nessuno; prima o poi, troveranno tutti un modo per distruggerti. Tu dovresti sentirti dispiaciuto per te stesso perché hai perso te stesso e ora non sai chi sei o chi sei diventato.” Yesung scosse la testa deluso e nascondendo la tristezza.

“Non sei nessuno per dirmi questo. Non hai una vita, non hai nessuno. Se non sbaglio, una persona speciale per te ti ha mica lasciato? Com’era il suo nome...” Kyuhyun fece finta di cercare di ricordare mentre Jongwoon improvvisamente ebbe una brutta sensazione e il cambio drastico si sentì nel momento in cui Kyuhyun parlò con arroganza, avvicinandosi a passi lenti al moro. “Ah sì, Jongsung.”

“TACI!” Yesung urlò, sul punto di piangere.

“Il tuo unico ragazzo, o migliore amico, in entrambi i casi avrebbe dovuto essere cieco per stare con qualcuno come te. Oh be’, almeno non era così stupido. Ti ha lasciato e se n’è andato molto lontano e tu continui a pensare a lui. Poverino e povero il tuo cuoricino, un amore non ricambiato… Sei patetico. Se era così buono come tu affermi fosse, avrebbe...” Kyuhyun venne interrotto dal tentativo di Yesung di dargli un pugno.

“Anche se ho amato la tua aggressività ieri sera, non fare il cattivo ragazzo.” Kyuhyun tirò il maggiore a sé, stringendolo contro il suo corpo, i loro visi a qualche centimetro di distanza, riuscendo così a notare il dolore e la sofferenza nei suoi occhi.

“Yesung, caro il mio Yesung… Che peccato che non vedrai più Jongsung. Non ti resta altro che piangere al suo ricordo.” Yesung cercò di sfuggire alla sua presa, ma non ci riuscì. “Eri così aggressivo anche con lui? Capisco perché ti ha lasciato.” Kyuhyun sogghignò prima di avvicinarsi al moro e guardarlo dritto negli occhi lacrimosi, sussurrandogli: “Anche se ho vinto, questo rimarrà tra me e te. Hai ragione, non abbiamo fatto nulla, sei ancora vergine… se quel demente...”

Questa volta Yesung non fallì e lo picchiò con tutta la forza che aveva, lasciandolo senza fiato e piegato a terra per il dolore che provava dove Yesung aveva calciato con il ginocchio. Kyuhyun alzò il capo e Jongwoon ne approfittò per dargli un pugno, gridando per la rabbia profonda e l’angoscia, buttandosi addosso a Kyuhyun.

“Non chiamarmi così, non ne hai il diritto. Nessuno può chiamarmi Yesung, nessuno al di fuori di lui. Ti odio davvero. Desidero non averti mai conosciuto. Sei un mascalzone, una disgrazia, la peggior schifezza nel mondo.” Yesung continuò a dargli pugni sul petto, le lacrime che gli bagnavano le guance mentre il dolore lo invadeva e un grido di disperazione cercava di liberarsi.

Jongwoon stava tremando e singhiozzando, le lacrime che cadevano sul viso di Kyuhyun che non si mosse dato che meritava quello e altro ancora, per aver causato così tanta sofferenza a Yesung, per avergli dato un nuovo trauma.

“Uno come te non deve mai parlare di lui. Sei un demonio che merita di andare all’inferno e lui è un angelo innocente e reale, lui è quello che tu non sarai mai”, commentò Jongwoon con un tono di voce stanco e sofferente, prima di alzarsi e correre fuori dalla casa.

Ryeowook reagì e seguì il moro, sapendo che nello stato in cui si trovava avrebbe potuto ferirsi senza volerlo. Gli altri andarono dal ragazzo sdraiato a terra, aiutandolo ad alzarsi.

“Stai bene?” Domandò Eunhyuk a mezza voce, timoroso della reazione di Kyuhyun.

“Ho finito.” Fu la risposta di Kyuhyun, osservando pensierosamente i pezzi di vetro a terra. “È così che deve starsi sentendo e tutto per colpa mia. Yesung si trova in quello stato, distrutto e a pezzi”, pensò il castano.

“Stai piangendo?” Chiese innocentemente Donghae ma Kyuhyun sbuffò e gli diede le spalle.

“No, queste non sono le mie lacrime, ma le sue”, rispose a nessuno in particolare mentre si asciugava il viso.

 

Rotto, devastato, ingannato, a pezzi, inutile, perso, senza speranza, deluso, ferito… e tutto questo a causa di sentimenti nascosti, veri atteggiamenti, e orgoglio. Dimenticare chi sei capita quando perdi chi tira fuori il vero te stesso. Entrambi l’hanno perso e non l’hanno ancora realizzato.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Super Junior / Vai alla pagina dell'autore: FunnyYoungMe